Serie TV > Bones
Segui la storia  |       
Autore: MrsShepherd    24/05/2015    1 recensioni
Ho pensato creare una storia che procedesse per file parallele e contemporaneamente esplorasse la vita famigliare di Bones e Booth, le gioie e le preoccupazioni di un genitore. La storia si basa sul film "Genitori in trappola". Bones e Booth vivono in due stati separati ognuno con una rispettiva figlia, ma non sanno che le gemelle stanno tramando qualcosa che sconvolgerà le loro vite! Enjoy!!!
P.S: E' la mia prima storia, spero vi piaccia!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DI NASCOSTO

 

21 ottobre: Lunedì

Jasmine con un colpo di reni si tirò a fatica su dal letto; come l'intervallo al cinema, il lunedì era piombato nel momento meno opportuno.

-Che palle!- Sbuffò dando un pestone alla sveglia. Aprì l'armadio e tirò fuori la divisa scolastica, modello maschile, seconda mano; la “prima” dev'essere stata indossata da Parker, ipotizzò.

All'inizio aveva odiato quella divisa, logora e tutta un prurito. Zio jack diceva che le uniformi erano uno dei tanti strumenti usati per manipolare le menti dei cittadini, rendendoli tutti uguali come robot. Papà però credeva nell'uguaglianza e nelle pari opportunità, questo non era sbagliato e in fondo il sistema non era poi così cattivo.

Si infilò le scarpe, un paio di All Star rosse ed andò in cucina. Sul tavolo un bigliettino:

Sono al lavoro. Torno per cena. Ti voglio bene.

P.S. Che si fa stasera? Pensaci su. Baci.

Papà.

Sorrise e accarezzò il bigliettino con un dito pensando a tutto ciò che avrebbero potuto fare insieme. Il BIP del suo orologio da polso la ridestò come da un grande sonno: erano le otto, la scuola stava per iniziare e doveva sbrigarsi.

Come tutte le mattine prese i soldi vicino al biglietto, salì sulla sua bici, anche essa rossa fiammante, e pedalò fino al “Jumbo Meal” il bar all'inizio della via. Ritirò la colazione e conversò un poco con il proprietario, era simpatico, si chiamava Frank, sulla cinquantina, vedovo, con due figli maschi e un cane di nome GGG, un alano. Un giorno gliel'avrebbe fatto conoscere.

Jasmine salutò il barista e rimontò in sella, pedalando verso la scuola.

Era soddisfatta della sua nuova vita, si era assestata discretamente. La sorella aveva avuto problemi l'anno precedente, con i compagni, il rendimento, gli insegnanti e questo aveva complicato un po' le cose; ma Jasmine era una bambina intelligente e con un po' di impegno e cortesia era riuscita a migliorare su più fronti.

" Buoni voti, affidabile, cortese...è una bambina molto dolce e altruista."  Così avrebbero detto le sue insegnanti al colloquio con il padre, ne era certa.

Era contenta della sua nuova vita, delle serate con papà Booth, della California e tutto sommato anche dei Lunedì e non avrebbe desiderato nulla di meglio.

Intanto era giunta nei pressi della scuola, sorrise ai compagni che incrociò lungo la strada, poso la bici tra il fogliame, si appartò dietro ad un' enorme quercia secolare e aspettò. Nascosta, ma con lo sguardo fisso allentrata aspettò che i cugini Walsh oltrepassassero il portone.

Era soddisfatta della sua vita, pensò. Anche se l'avevano picchiata, presa a calci e derubata, quei bulletti erano solo un problema momentaneo, anzi a vederli da lì non facevano poi così tanta paura. Erano solo un po' più grandi, e alti, molto alti, ma era un dettaglio trascurabile, un'inezia.

Una volta entrati , Jasmine uscì timidamente dal suo riparo, mosse qualche passo incero e attraversò la strada. Si fermò all'entrata e mentre si sistemava la giacca dell'uniforme sussurrò:

- Si va in scena. -

 

Jasmine è tornata a casa.

Nell'ombra l'ho vista crescere, muovere con grazia i primi passi, pronunciare le prime parole e dio, anno dopo anno assomiglia sempre di più a sua madre; tutto mi ricorda lei: gli stessi occhi profondi, il suo modo di fare impulsivo e risoluto, la sua sete di competizione.

Diventerà una grande mente, magari un' antropologa forense oppure seguirà le orme di suo padre diventando un'agente dell'FBI; anche se sarebbe sprecata. Qualcuno le sparerebbe e rovinerebbe il suo delicato corpicino.

L'altro giorno l'ho sognata.

Camminava in equilibrio su di un filo, con una leggiadria divina, coperta da veli bianchi e in testa indossava una ghirlanda di gelsomini. Il suo viso rivolto verso di ME, mi sorrideva e agitava la sua manina pallida, salutando ME. Come poteva vedermi? Io sono nell'ombra.

In circostanze diverse saremmo diventati amici, avremmo passeggiato e magari fatto colazione insieme.

È un peccato che debba ucciderla.

Un'opera così ben fatta, ma per me è solo un' oggetto, un tassello per completare il puzzle, per completare la vendetta, in parte anche un po' mia; perciò dovrò porre fine alla sua innocente e dannatamente breve vita.

Ucciderò una bambina, la cosa dovrebbe sconvolgermi, ma non mi preoccupo di cosa penserà la gente, non sono una persona morale. Mai stata. Buonanotte dolce Jasmine.

Sogni d'oro.

_________________________________________________________________

 

Hazel si svegliò di soprassalto. Si era addormentata, di nuovo, con le cuffie nelle orecchie e “American Idiot” dei Green Day l'aveva spaventata. Non era una bambina pigra, in California non si riposava mai, ma a Washington era tutta un' altra storia.

Il dover controllare tutto, la scuola, il modo di parlare, vestire, le telefonate incognite con la vera Jasmine...tutto ciò la stremava e prima o poi sarebbe crollata. Per fortuna c'era Christine; lei sapeva e dirglielo era stata una tale liberazione. Avevano fatto un patto: lei l'avrebbe aiutata con i compiti e tutto il resto, Hazel in cambio non avrebbe detto niente su di lei e Michael Vincent che passava a trovarla spesso di nascosto, passavano ore in camera a fare cose che Hazel non voleva neanche immaginare.

Così con il suo aiuto era riuscita a mantenere buoni voti in tutte le materie e ora...ora era in ritardo per la lezione di danza. Angela sarebbe venuta a prenderla a momenti; prese la borsa, si sciacquò il viso e con lo spazzolino tra i denti aprì ad Angi che nel frattempo aveva suonato il campanello.

- Sei pronta? Ti aspetto all'ingresso!-

 

Salì in macchina canticchiando i motivetti che davano alla radio, doveva tirarsi giù un po' d titoli, alcune canzoni non erano male.

Chiuse la portiera e salutò Angela che non mancò di farle le solite raccomandazioni: - Tua mamma arriverà tra due ore, aspettala qui, non seguire e non dare confidenza agli sconosciuti, ok? -

OK. annuì Hazel.

Aspettò che la macchina di Angela sparisse nella nebbia, poi si nascose dietro un cespuglio e aprì la borsa: si infilò la tuta e le scarpe da tennis, con agilità scavalcò il cancello che delimitava la scuola di ballo e si mise a correre lungo il viale alberato adiacente, con la musica a palla e la testa altrove.

Come tutti i Lunedì.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Bones / Vai alla pagina dell'autore: MrsShepherd