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Autore: Lady Aileana    24/05/2015    2 recensioni
“…Dopotutto siamo entrambi marchiati a vita. Io come Mezzosangue e tu come Mangiamorte. Ma forse è proprio questo che ci lega. Siamo diversi, eppure abbiamo così tanto in comune.
Pensaci…”
Genere: Fantasy, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Hermione stava legando una lettera alla zampa di un gufo della scuola, quando avvertii degli schiamazzi provenire da basso.
 
Sospirò esasperata e si affrettò a finire quel lavoro prima di dedicarsi al suo difficile ruolo di Prefetto.
 
Con passo spedito scese le scale, quando per poco non rischiò di inciampare sull'ultimo gradino.
 
Sbuffò frustata e si strofinò energicamente gli occhi. Una battaglia irrompeva dentro di lei, una lotta ad armi pari, che, purtroppo, stava vincendo la stanchezza. Ormai era già la terza sera consecutiva che le era toccato fare il turno di sorveglianza e tutto quel sonno in arretrato si stava accumulando pericolosamente, giocandole brutti scherzi.
 
Gettò una rapida occhiata all'orologio che portava al collo. Era giunta la mezzanotte e l'ora del coprifuoco era passata da almeno tre ore, ma c'erano ancora studenti che volevano mettere in pericolo la propria incolumità ignorandola.
 
Gli occhi le si chiudevano sotto la pesantezza delle palpebre, che cercavano inutilmente di lottare contro la pressione che il sonno esercitava su di loro.
Andando a tentoni riuscì a imboccare i giusti corridoi e seguendo l'eco di quelle voci sbucò nelle vicinanze dell'aula di trasfigurazione.
 
Le risate si fecero sempre più vicine, così decise di aumentare il passo per raggiungerle il più in fretta possibile.
Hermione si ritrovò di fronte alla porta di un'aula vuota e lo schiocco di labbra e di parole borbottate giocosamente le fecero intuire la possibilità che fosse una giovane coppia.
 
Sistemò il suo distintivo di Prefetto e lo mise bene in mostra sulla divisa di Grifondoro, permettendo a chiunque di capire il suo grado di autorità.
 
Senza esitare, spalancò la porta e non appena riconobbe addosso a quei due le divise di Grifondoro non poté fare a meno di pensare irritata: "Grandioso! Ora mi tocca anche togliere punti alla mia casa..."
 
Ma quel pensiero venne interrotto bruscamente non appena un bagliore di luna illuminò la folta capigliatura rossa del ragazzo.
 
La giovane strega si portò due mani alla bocca per soffocare il suo stupore, ma non poté evitare di assistere a quella scena. Ormai nella sua mente era scoccato qualcosa che le impediva di compiere un solo movimento.
 
I due Grifondoro erano ancora avvintati in una morsa soffocante e si stavano baciando appassionamene, ignari dell'invadente presenza di quegli occhi ambrati che li stavano osservando scioccati.
 
Ron si mosse leggermente di lato e quando scorse con la coda nell'occhio Hermione fece terminare bruscamente quel bacio con un sonoro schiocco di labbra. Lavanda si mostrò offesa dal suo gesto, ma non appena si accorse di una presenza estranea alla porta le guance avvamparono, imporporandosi di un rosso accesso. Ron cercava di scostarsi gentilmente da lei, in evidente imbarazzo, ma Lavanda opponeva una forza contraria, costringendolo ad accoglierla nuovamente tra le sue braccia. Il Grifondoro lanciò occhiate di dispiacere a Hermione, implorandola di capire la situazione, mentre Lavanda nascondeva fieramente il viso nel suo petto.
 
Hermione era incredula e non poté fare a meno di pensare:
 
"Ma che diavolo sto facendo ancora qui? Sarebbe questo il modo più logico di affrontare la situazione? Stare impalata a fissarli?" pensò fortemente in imbarazzo. "Sto solamente umiliando me stessa continuando a stare qui."
 
Era più arrabbiata con se stessa che con Ron e senza ulteriori riflessioni Hermione si allontanò in gran fretta dall'aula, seguita dallo sguardo insistente dei due Grifondoro.
 
I suoi passi riecheggiarono sonoramente nei corridoi, trafiggendo quel silenzio inquietate che aleggiava nell'aria, ma non le importava, anzi prese a correre più velocemente per mettere più distanza possibile tra lei e quei due.
 
Gli occhi le pizzicavano ormai da tempo, minacciando di fare sgorgare, copiosamente, un fiume di lacrime. Hermione era stufa di trattenersi, di porsi limiti ovunque e per una volta si lasciò andare a quel pianto disperato, che, come promesso, si rivelò essere liberatorio.
 
Da un antro nascosto del suo subconscio giunse una seconda voce, che la fece riflettere sulle sue azioni.
 
"E scappare come un'imbecille non è un altro modo per umiliarsi?"
 
Hermione come sempre aveva una risposta a quella domanda, ma per una volta preferì ricacciarla da dove era venuta.
 
Con la vista annebbiata dalle lacrime aveva imboccato a casaccio diversi corridoi senza pensare a dove stesse andando. Nonostante ciò, sollevò lo sguardo per qualche secondo e riuscii a intravedere l'entrata per il bagno dei Prefetti. Senza pensarci due volte svoltò l'ennesimo angolo e imboccò il corridoio che l'avrebbe condotta nell'ingresso del lussuoso locale.
 
Cercò di passarsi la manica della divisa sugli occhi per asciugarne le lacrime, ma finì per andare a scontrarsi contro qualcosa di più morbido di un semplice muro di pietra.
 
Sbatté più volte gli occhi per scacciare via quel fastidioso velo acquoso che le offuscava la vista e sollevando lo sguardo incrociò gli occhi di ghiaccio di Malfoy, che la scrutavano infastiditi dall'alto.
 
- Maledizione Granger! Non sai nemmeno guardare dove metti i piedi? Mi aspettavo qualcosa di più da te. -
 
Sorpresa si allontanò dal Serpeverde e con imbarazzo abbassò nuovamente lo sguardo. Ignorò il suo commento e non potendo farne a meno continuò a piangere copiosamente senza potersi più fermare.
 
"Non dovrei essere così sorpresa di incontrare Malfoy. Dopotutto, anche lui oggi aveva il turno di sorveglianza." pensò mestamente Hermione.
 
Il Serpeverde attendeva una sua risposta, ma quando non arrivò, si rese conto che qualcosa non andava.
 
- Mezzosangue, cosa ci fai qui? - le chiese spregevolmente, cercando di aizzarla a ribattere.
 
Hermione sorrise a quell'infantile provocazione, in perfetto stile Malfoy. Riuscì a mantenere il controllo sui singhiozzi e rispose con un tono che lasciava trasparire un tocco di ironia.
 
- Carino da parte tua passare a questi nomignoli. Se facessi bene il tuo compito, Serpe, sapresti che insieme a te stasera ci sono di sorveglianza anche Anthony, McMillan e io, naturalmente. -
 
Lui interpretò quella risposa come una provocazione, come un invito a ribattere.
 
- Cara perfettina, non mi sembra il caso di farmi la ramanzina. A meno che i miei occhi non mi stiamo giocando un brutto scherzo, sembra che nemmeno tu stia adempiendo ai tuoi compiti. -
 
Hermione meditò qualche secondo prima di ribadire nuovamente, in evidente difficoltà di fronte a quell'insinuazione, mentre il ghigno di Malfoy appena abbozzato si stava allargando a macchia d'olio sul suo viso.
 
- Nemmeno tu, se per questo. Che ci fai qui? La tua area di sorveglianza è quella dei sotterranei. - sibilò inacidita, offesa dall'accusa che le era stata arrecata ingiustamente.
Per un momento quel ghigno maligno scomparì dal suo volto, per essere sostituito da quello che sembrava essere un senso di preoccupazione e disagio. Raramente quelle emozioni solcavano il viso del Serpeverde e questo fece sorgere spontaneamente dei dubbi nella Grifondoro.
 
Il Serpeverde cancellò quei pensieri che lo assillavano e, con una certa difficoltà, cercò di ritornare il Malfoy arrogante di sempre.
 
- Woh, woh, woh. Che è successo Granger? Non ti ho mai vista così. - commentò pungente.
 
Hermione scosse la testa esasperata mentre tutti i dubbi che la tormentavano vennero cancellati momentaneamente.
 
- Hai appena scoperto che lo Sfregiato è riuscito a superarti per l'ennesima volta a pozioni? Oppure è colpa di Lenticchia? - la schernì, con una crudeltà che Hermione non si sarebbe mai aspettata di ricevere, nemmeno da uno come lui.
 
Si voltò contrariata per l'affronto spregevole arrecatole e cercando di avere un tono più tagliente possibile disse:
 
- Non mi sembra che Lumacorno sia molto felice dei tuoi progressi. Adesso che Piton non è più alla cattedra le tue pozioni non sembrano essere così eccezionali. - poi aggiunse in un borbottio appena percettibile. - E questo non potrà certo esserti utile... -
 
Per la prima volta da quando si conoscevano si ritrovarono in una situazione nella quale nessuno dei due sapeva come rispondere all'altro.
 
Hermione prese coraggio e diede voce a quelle preoccupazioni che fino a poco prima aveva deciso di soffocare.
 
- Cos'è che ti rende così inquieto? - gli domandò mestamente in un soffio.
 
Malfoy rimase in silenzio, preferiva non ribattere. La Grifondoro era riuscita a toccare un tasto molto dolente. Doveva ammetterlo: aveva paura della Granger, della sua perspicacia... e quella frase era già un indizio dell'interesse che aveva mostrato per lui...un interesse che se approfondito lo avrebbe portato alla rovina.
 
Quest'anno era quello decisivo per lui, troppe cose erano state messe in ballo e non poteva permettersi alcun margine di errore. Potter non doveva assolutamente vincere, non questa volta... Lumacorno poteva essere un buon alleato e lo Sfregiato lo aveva già attirato tra le sue grinfie...aveva vinto una battaglia, non la guerra... Quella doveva vincerla solamente lui.
 
"Non ho altra scelta..." pensò malinconicamente, quasi disperato.
 
Hermione con le braccia incrociate aspettava, ma quando nulla uscì dalla bocca della Serpe rimase perplessa e cercò di sbirciare per capire quale fosse la causa di quel silenzio.
 
L'espressione del volto di Malfoy era stata completamente stravolta. Mai Hermione si sarebbe sognata di poter cancellare quel ghigno dalla sua faccia, eppure ci era riuscita, ma il prezzo da pagare era difficile da digerire.
 
Si era decisa a usare le sue stesse carte ed era riuscita a togliergli le parole di bocca, ma stare ai suoi giochetti la metteva a disagio. Hermione non era fatta per insultare gli altri e per gioire delle sofferenze altrui e vedere Malfoy ferito da una sua affermazione la faceva vergognare.
 
La Grifondoro non poteva nemmeno immaginare la tempesta che aveva appena scatenato in lui, ma le preoccupazione che si affollarono nei suoi pensieri non poterono fare altro che trasparire dalla sua espressione.
 
- Non sai niente di me, Granger! - inveii dopo, stupendo Hermione quanto se stesso di quell'affermazione.
"Ma che diavolo sto dicendo..." si rimproverò mentalmente la Serpe.
Ma il peso che portava sulle spalle era troppo pesante per un sedicenne. Non poteva mollare, ma si sentiva oppresso e non poté evitare che quella scarica emotiva lo travolgesse, conducendolo a compiere gesti avventati, imprevedibili, incontrollabili. Lo stress ormai lo stava divorando vivo e non sapeva se poteva ancora uscire indenne da quella lotta interminabile.
 
Iniziò a tremare e si vergognò di mostrare la sua debolezza alla Grifondoro.
 
Hermione era incredula, scioccata dalla reazione di Malfoy.
 
Le sue emozioni vennero stravolte da un bombardamento improvviso e non riuscì a trattenere un singhiozzo, che ruppe quel silenzio. Era ancora arrabbiata con se stessa, con Ron e Lavanda, ma le lacrime che le rigarono nuovamente il suo delicato viso erano diverse.
 
Si sentiva umiliata, presa in giro da chi credeva le volesse bene. Nessuno era davvero in grado di capirla...era sola.
 
"Già, non ho mai capito niente. Hai proprio ragione Malfoy." confessò a se stessa con rammarico.
 
Quella verità la trafisse come una pugnalata in pieno petto. Ma da quella ferita riuscì a penetrare una nuova emozione, che si aggiunse a quella tempesta negativa che infuriava in lei: la pietà.
 
"Forse non sono completamente da sola...Qualcuno che mi possa capire esiste ancora..."
 
Sollevò lo sguardo e incrociò nuovamente quei freddi occhi di ghiaccio e finalmente riuscì a vederli sotto una nuova luce. La compassione la pervarse. Erano due opposti, eppure entrambi avevano uno sguardo così simile, che poteva accomunarli, legarli, come un semplice rapporto di parentela non avrebbe mai potuto fare.
 
Improvvisamente tutti i suoi dubbi ritornarono a galla e così la scena di quella sera a Hogsmeade e le accuse di Harry pervasero i pensieri di Hermione, finchè l'immagine del Marchio Nero non oscurò la sua mente.
 
Come se fosse in uno stato di trance si avvicinò titubante a Draco. Gli afferrò il braccio sinistro e senza chiedere il suo permesso sollevò la manica della divisa, scoprendo quello che si rivelò essere veramente il Marchio Nero.
 
Hermione si portò due mani alla bocca e arretrò di qualche passo.
Il giuramento che Malfoy aveva pronunciato di fronte a quella congrega di Mangiamorte era stato sancito con il Marchio Nero...
 
"Una volta prestato il voto di fedeltà a Voldemort nessuno può tornare più indietro...Malfoy ormai è perduto..." pensò malinconicamente Hermione.
 
Un raggio di luna illuminò quei occhi ambrati che Malfoy cercava inutilmente di decifrare da tempo, svelando quella confusione che annebbiava il suo sguardo... una confusione di cui Hermione non riusciva a distinguerne la causa... quale emozione prevaleva in lei? L'orrore verso le scelte fatte dalla giovane Serpe? Oppure il dispiacere per il futuro che gli era stato imposto?
 
"Non capisco cosa mi stia succedendo..." pensò Hermione, smarrita nel flusso intermittente dei suoi pensieri.
 
- Sono marchiato! Hai visto, sono marchiato! - sbraitò ad alta voce, senza curarsi delle orecchie indiscrete che avrebbero potuto ascoltare quella conversazione.
 
Lacrime di rabbia e disperazione rigarono il viso di porcellana del Serpeverde e resero quei occhi grigi finalmente pieni di vita.
 
- Forza! Cosa aspetti! Corri a spifferare tutto al tuo Potter adorato! - sbraitò agitando le mani come un forsennato.
Quelle lacrime scorrevano come lava infuocata e quel dolore non faceva altro che mettere in mostra quel bambino indifeso in cui si era trasformato.
 
Hermione era sconvolta. Tutte quelle emozioni la stavano sopraffando al punto tale da smorzarle il respiro.
Scosse la testa e si lasciò andare anche lei a un pianto incontrollato, ma per una volta, quel gesto non era fine a se stesso. Quelle lacrime mescolavano le essenze di tutte quelle emozioni che la tormentavano, andando a creare una sofferenza comune, ben peggiore di qualsiasi cosa la giovane Grifondoro avesse mai provato.
 
"Ha solo bisogno di comprensione...amore" quel pensiero svolazzò libero nel cielo della sua mente, facendola riflettere veramente. "amore... come me"
 
Per una volta Hermione dovette rinunciare alla razionalità e si abbandonò all'istinto. Bloccò le mani del Serpeverde in una presa rassicurante, gli gettò le braccia al collo e lo strinse a sé, in una stretta che sperava potesse cancellare i loro errori.
Barcollarono leggermente, ma Malfoy avvolse le braccia intorno a Hermione e la sorresse, evitando che entrambi cadessero a terra.
 
Di fronte a quella dimostrazione di affetto Malfoy decise di non sottrarsi e, invece di allontanarsi platealmente disgustato, il Serpeverde accolse in un forte abbraccio l'esile corpo della Grifondoro.
 
Si sorressero l'un l'altro in una morsa soffocante, ma che permise a entrambi di vedere le cose da una prospettiva diversa. Quella pace che avevano cercato inutilmente di ottenere sembrava solo un miraggio lontano, irraggiungibile, eppure non si erano resi conto che bastava spezzare quei pregiudizi che condizionavano ogni loro scelta per poter veder oltre quell'illusione e rendersi conto che la felicità era solo a pochi passi di distanza.
 
Si rimproverarono di essere stati così stupidi da farsi condizionare da quelle influenze negative che li avrebbero sicuramente condotti allo sbaraglio e ringraziarono se stessi per essere riusciti a spezzare quell'incantesimo che li aveva stregati astutamente.
 
Erano il verde e il rosso, due colori troppo distanti per riuscire a rappacificarsi in quella lotta di supremazia, ma i due giovani poterono finalmente declamare al mondo di essere riusciti in quell'impresa impossibile. La loro complementarità era stata ristabilita a quella delle origini e mai avrebbero osato dividersi ancora.
 
I due Prefetti si accasciarono a terra e, senza mai staccarsi, mantennero quell'equilibrio che erano riusciti a ricreare con tanta premura.
 
Ma i singhiozzi di Hermione riuscirono a rompere quel silenzio surreale, riportando entrambi alla triste realtà; ma la sofferenza che provava era troppo opprimente per riuscire a trattenerla. Era troppo tardi, Hermione aveva aperto il suo cuore e altrettanto aveva fatto Malfoy, così quell'angoscia che lo appesantiva aveva deciso di trasferirsi e la giovane strega ne aveva pagate le conseguenze.
 
Ma, nonostante ciò, si sentiva felice... felice di aver valicato quella soglia che il Serpeverde teneva accuratamente chiusa per chiunque tentasse di oltrepassarla. Era riconoscente di quel prezioso onore che le era stato concesso. Era stata un'opportunità per riuscire a capire Malfoy e arrivare alla conclusione che...
 
"Beh... Insomma, voglio dire che... Dopotutto non è malvagio come mi sonosempre immaginata." considerò Hermione titubante. "No, non lo è. Ne sono sicura." confermando la sua decisione con una sicurezza che la strega non aveva mai avuto.
 
Malfoy prese in braccio la ragazza e, con quei occhi che ormai facevano solo tenerezza alla giovane Grifondoro, le rivolse uno sguardo vacillante e la guardò come mai aveva fatto prima.
 
- Era colpa di Weasley, non è vero? - cercò di sdrammatizzare Malfoy.
 
Un sorriso si materializzò nuovamente sul suo viso, ma questa volta era diverso, esprimeva stati d'animo che Hermione non aveva mai letto in lui.
 
Hermione abbozzò a sua volta un timido sorriso e annuì. Abbassò lo sguardo su quella camicia ormai imbrattata di lacrime e si vergognò non solo per la situazione in cui si era cacciata.
 
- Devo immaginare che sia da scartare l'idea che la Parkinson possa centrare minamene nei tuoi problemi. - disse con ironia, ma in verità si sentiva così stupida e non trovava altro da dire per migliorare quel contesto imbarazzante che si era creato.
 
Poi Hermione trasse un respiro profondo e finalmente riuscì a dire quelle semplici parole che ormai non riusciva più a trattenere.
 
- Mi dispiace così tanto Draco... - sussurrò in un soffio.
 
Quel nome aleggiò in un'eco senza fine nella loro mente.
 
"L'ho chiamato Draco." pensò incredula.
 
Quello di poterlo chiamare per nome era sempre stato un desiderio nascosto e irrefrenabile che Hermione teneva rinchiuso nella sua mente, ma il suo subconscio era riuscito a farlo trapelare, dandogli una voce.
 
"Mi ha chiamato Draco." considerò spiazzato il Serpeverde.
 
Il suo nome aveva preso una sfumatura più armoniosa attraverso le sue labbra e questo pensiero incantò la Serpe confondendolo ancor di più.
 
- Perché Granger? Perché questo? - domandò allora Malfoy.
 
La giovane scosse la testa divertita e rispose in un leggero mormorio.
 
- Tutti hanno bisogno di un po' di affetto. -
 
Poi posò delicatamente la testa sul suo petto e con il volto affondato nella stoffa della sua camicia aggiunse con la voce soffocata: - Ma non ti ci abituare troppo. - scherzò per sdrammatizzare.
 
Il Serpeverde rimase piacevolmente sorpreso da quella rivelazione e aumentò la stretta del suo abbraccio per dimostrare la sua gratitudine. Affondò il viso in quei soffici ricci che profumavano di un delicato aroma di vaniglia e avvicinandosi al suo orecchio le bisbigliò queste semplici parole:
 
- Sei troppo buona per me... - esitò ancora qualche secondo, ma poi riuscì ad aggiungere - ...Hermione. - in un tenero sussurro.
 
Malfoy sorrise soddisfatto di se stesso, finalmente era riuscito a trovare il coraggio per pronunciare il nome della giovane strega mentre Hermione, per una volta, si sentiva al sicuro ed amata grazie alla stretta confortante che le donavano quelle forti braccia.
 
Qualcosa era sbocciato in loro. I loro cuori finalmente avevano capito in che direzione andare, per chi pompare quel sangue che scorreva nelle loro vene. Quel semplice gesto... pronunciare il nome dell'altro a voce alta, aveva permesso di risvegliare quel sentimento così recondito nel loro cuore, che per la gioia si era esibito in strabilianti acrobazie.
 
Per una volta la determinazione di Hermione l'aveva abbandonata e l'aveva illusa: la chiave della felicità che aveva cercato disperatamente nel profondo del suo cuore non era altro che una copia immaginaria dell'originale. Si era arresa troppo facilmente, ma ora che aveva scavato più a fondo aveva capito che...
"È sempre stato lui il mio vero amore e io l'ho sempre saputo, ma ero talmente presa da quella gelosia che Ron aveva fatto scaturire nel mio cuore, che non ero mai riuscita a cogliere quella preziosa verità."
 
- Sai una cosa... - dissero all'unisono.
 
Entrambi evitarono di terminare quei fastidiosi convenevoli e alzarono lo sguardo per fondere l'ambra e l'argento in una lega che i loro cuori giurarono sarebbe stata indistruttibile.
 
Draco le scostò qualche ciocca dal volto delicatamente e poi si avvicinò pericolosamente al viso della giovane strega. Hermione lo fissava desiderosa e quando le sue labbra arrivarono a toccare le sue si abbandonarono a quel bacio spassionato, proibito.
 
Finalmente il mondo poté fermarsi per poter ammirare la bellezza della riconciliazione di due anime, vissute odiando la gemella, ma nate per amarla. E quel bacio sigillò la promessa di un futuro diverso... proclamò l'inizio di una nuova era.
 
- Lo sapevo...Ci speravo... Grazie Granger... - mormorò dolcemente Malfoy tra un bacio e l'altro.
 
- Mai mi sarei immaginata di sentirtelo dire Draco. - rispose la giovane Grifondoro, enfatizzando l'importanza di quell'ultima parola.
 
- Suona bene quel nome... - la punzecchiò bonariamente e la ragazza gli morse il labbro e lo tirò con maggiore forza.
 
Immediatamente il Serpeverde si rimise in riga e si affrettò a dire divertito. - ...Hermione. -
 
- Scusa? Come hai detto che non ho sentito? - scherzò Hermione tendendo l'orecchio per sentire meglio.
Malfoy sorrise e la accontentò compiaciuto - Hermione... -
 
- Come? - ripeté lei ridacchiando.
 
- Hermione. - e iniziò a donarle leggeri baci fino a raggiungere la gola, interrompendosi tra l'uno e l'altro per mormorare quel nome dolcemente.
 
Poi le prese il viso tra le mani e la baciò nuovamente sulle labbra, ma questa volta fu più delicato e lento. Malfoy sentii le labbra di Hermione curvarsi in un sorriso e altrettanto fece lui raggiante, perché finalmente il sole si era deciso a far brillare qualche raggio di luce anche nella loro vita.
 
- Grazie... - sussurrò ancora Hermione, lasciando quella che diventò per il viso del Serpeverde la scia infuocata di una carezza, che lo accompagnò in quel sonno che condusse entrambi in un mondo ben diverso da quello della realtà.
 
***
 
La mattina seguente il primo a risvegliarsi fu Malfoy. Il Serpeverde ammirò quel delicato viso, illuminato dai deboli raggi di luce che filtravano dalle finestre e si abbandonò a un triste pensiero.
 
"Non posso farti questo. Ti ho sempre desiderato... Ma non permetterò mai che il Signore Oscuro ti aggiunga alla sua lista nera..."
 
Prima di alzarsi le donò un leggero bacio sulle labbra e dopo essersi aggiustato la divisa si voltò un'ultima volta per rubare ancora qualche attimo del suo tempo per ammirare l'innocente bellezza di quella giovane strega che gli aveva aperto il cuore.
 
- Mi dispiace... Ti ho sempre amato, Hermione Granger... - pronunciando quelle ultime parole con una dolcezza che mai si sarebbe immaginato in grado di ricreare.
 
***
 
Hermione venne svegliata dal rumore di passi provenienti dal corridoio. Si alzò di soprassalto e si guardò attorno. Posò lo sguardo dove poco prima era accucciata e lacrime di tristezza le rigarono il viso.
 
"Mi ha abbandonato. Dovevo immaginarlo." pensò mestamente Hermione, delusa da se stessa per essere caduta nuovamente in false illusioni.
 
- Non è come pensi... - una voce gracchiante giunse alle sue spalle inaspettata, facendo sobbalzare dalla paura la Grifondoro.
 
- Mirtilla...Ma che vai a blaterare...? -
 
- L'avvenente Prefetto di Serpeverde prima di andarsene ha sussurrato testuali parole: Mi dispiace... Ti ho sempre amata, Hermione Granger... - il fantasma sospirò e si tuffo nella tazza del gabinetto da dove era venuta, abbandonando Hermione alle sue lugubri riflessioni
 
***
 
Un biglietto svolazzò nel bagno dei Prefetti prima che la porta si chiudesse alle spalle della Grifondoro.
 
Un messaggio che la giovane strega aveva lasciato nella speranza di mantenere vivo quel rapporto che credeva essere impossibile spezzare.
 
"...Dopotutto siamo entrambi marchiati a vita. Io come Mezzosangue e tu come Mangiamorte. Ma forse è proprio questo che ci lega. Siamo diversi, eppure abbiamo così tanto in comune.
Pensaci..."
 
***
 
Il soffio gelido di Mirtilla Malcontenta spinse quel messaggio fuori dalla finestra, abbandonandolo al volere delle correnti.
 
Il vento lo sospinse gentilmente fino alla Torre Ovest e lo accompagnò nel suo viaggio finché gli artigli di un gufo non lo strinsero in una potente morsa.
 
Un maestoso barbagianni spiegò allora le ali e si diresse verso la Sala grande, esibendosi in strabilianti acrobazie.
 
***
 
- Draco, guarda! C'è posta per te. - gracchiò la Parkinson per attirare l'attenzione del Serpeverde.
Draco posò lo sguardo su quella mano che gli cingeva il braccio, per poi rivolgere un' occhiata truce a quella faccia da carlino della Parkinson.
 
Nessuno poteva chiamarlo per nome. Nessuno. Men che meno un'oca impertinente e petulante come la Parkinson. Quell'onore spettava solo a lei.
 
La Serpeverde lo ignorò e continuò a indicare con il dito un maestoso barbagianni nero come la pece, che con un'eleganza regale stava planando sul tavolo di Serpeverde.
 
Un foglio di pergamena si librò in aria per poi posarsi delicatamente tra le mani della Serpe.
 
- Draco, ma solo tua madre ti chiama per nome. Chi è? - domandò con una gelosia morbosa.
 
Strinse in un pugno quel messaggio, sottraendolo dalla vista invadente della Serpeverde e le rispose tagliente:
 
- Appunto. Anche per te sono Malfoy. -
 
Detto ciò si alzò di scatto e abbandonò il suo tavolo.
 
Si incamminò verso la Sala d'Ingresso, quando sulla soglia incrociò degli occhi ambrati che gli fecero ripensare nuovamente a quella frase:
 
"...Dopotutto, siamo marchiati a vita. Iocome Mezzosangue e tu come Mangiamorte. Ma forse è proprio questo che ci lega. Siamo diversi, eppure
abbiamo così tanto in comune.
Pensaci..."
 
"Ebbene Granger ci ho pensato. E ho preso la mia decisione..."
 
   
 
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