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Autore: Hi Fis    24/05/2015    3 recensioni
Adattamento in raccolta del primo capitolo completo della saga di Mass Effect. Vuole essere il mio tributo alla saga fantascientifica della Bioware, il racconto del primo capitolo della saga di Mass Effect e la mia prima long-fic. Comandante Shepard di questa raccolta è un ricognitore, spaziale, eroina di Elysium.
Si basa decisamente sul lore e sulle avventure presenti nel videogioco, cercando di dare al tutto una forma il più coinvolgente possibile.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Mi dispiace Dave. Ho paura di non poterlo fare...
2001 Odissea nello Spazio

"...Sembra preoccupato, signore." disse Grenado, rompendo finalmente il pesante silenzio nel cockpit.
"Non dovrei esserlo?" rispose Joker, guardando le stelle che scorrevano loro davanti: il fatto che non rispose con una battuta fu più eloquente delle sue stesse parole.
"...Voglio dire, so che siamo il meglio del meglio, so che dobbiamo farci carico di tutto lo schifo solo per il fatto di essere l'unica nave a propulsione silenziosa della Galassia... credimi Grenado, lo so. Ero preparato a questo: o almeno lo credevo. Ma quello che abbiamo fatto su Terra Nova? Merda..." disse il pilota sospirando: "Dovremmo essere là fuori a dare la caccia a Saren, non occupare il tempo con qualunque incarico l'Alleanza non sappia gestire. O non voglia gestire..."
"Le hanno mai detto che è paranoico signore?"
"Oh sì Grenado: appena prima di Eden Prime, e guarda come è finita."
"Ok... secondo lei perché ci stiamo dirigendo sulla Luna allora?"
"Non lo so, ma dubito sia per una libera uscita... E a quanto pare il nostro CO ha preso lezioni dal precedente, dato che non c'è modo di cavarle di bocca qualcosa."
"Spero davvero che sia più fortunata di Anderson..."
"...Lo dici solo perché non avresti più il suo fondoschiena da ammirare."
"Come se lei non facesse lo stesso signore. Ma lo ha visto? Sembra scolpito nel marmo!"
Grenado guardò Joker per un istante, impallidendo:
"...Non è che ha messo di nuovo la mano sul pulsante dell'intercom?"
Il pilota sorrise:
"Almeno stai imparando."

In mensa, Pressly si appoggiò la faccia nelle mani, sospirando a lungo: chiunque sulla nave doveva aver sentito.
"...Per tutti gli dei della guerra... Credo che a questo punto un'azione disciplinare contro il signor Moreau sia d'obbligo, comandante."
Dall'altro lato del tavolo, Shepard studiava invece la scacchiera olografica tra loro: il suo XO era un avversario abile.
"...Mi ha sentito, signora?"
"Forte e chiaro, Pressly. Ma qualunque iniziativa disciplinare non può sostituirsi ad una buona vendetta trasversale alla vecchia maniera: quando Zorah e Grenado si alleeranno contro di lui, potrò godermi lo spettacolo." rispose Shepard, muovendo un cavallo.
"...è così dannatamente poco professionale." borbottò Pressly.
"E giocare a scacchi col proprio XO, invece?"
"...Un nobile passatempo, perfettamente conforme alle nuove norme interne stilate da lei, signora." rispose il navigatore, spostando un alfiere in c5 e preparando un attacco su vasta scala sulla torre di re del comandante.
"Mmhh..."
Dopo la loro missione su X57, Pressly si sarebbe aspettato che Shepard si prendesse un momento per venire a patti con il sacrificio degli ostaggi a cui Balak l'aveva costretta. Almeno, questo era quello che Anderson avrebbe fatto: invece, il comandante aveva subito tracciato una nuova rotta, dando ordini e partecipando alla vita della nave come se niente fosse.
In cuor suo, Pressly lo trovava inquietante: come se Shepard avesse un pulsante di reset nascosto da qualche parte.
La verità era che il suo CO gli appariva impenetrabile, molto più di Anderson. Shepard non era distante o scostante, ma era difficile avvicinarla sul piano personale: biotica, N7, Leonessa di Elysium... c'erano dei confini che nemmeno il navigatore osava provare a superare. Ecco perché le aveva proposto di giocare a scacchi: un modo per indagare come si sentisse... con circospezione e delicatezza.
Da quello che vedeva. o il suo CO non aveva mai giocato a scacchi oppure era solo molto brava a nascondere i suoi veri sentimenti: il suo gioco era terribile e Pressly la stava massacrando. L'XO si era già preso un alfiere di Shepard, e le truppe del comandante erano sparse su tutta la scacchiera, offrendo molti varchi da cui i pezzi neri di Pressly potevano penetrare nei ranghi bianchi. Shepard colse l'occasione, spostando il suo cavallo per mettere sotto scacco la regina nera, la seconda esca che Pressly le aveva preparato: l'attacco alla torre di re era un bluff che ne nascondeva il vero intento. La regina nera era il secondo bluff per distogliere lo sguardo dal primo e farlo sembrare meno pericoloso di quanto non fosse: un vero attacco in un bluff. Pressly l'aveva in pugno ormai: la sua regina mangiò un pedone, mettendo sotto scacco la torre del comandante, la quale fece un madornale errore. Invece di mettere al sicuro la sua torre, Shepard avanzò ignara con l'alfiere, mangiando un pedone e mettendo in pericolo un alfiere di Pressly. E l'XO colpì: il suo alfiere divorò la torre di re di Shepard, assicurandosi che il pezzo più prezioso del comandante non potesse sfuggirli, grazie alla sua regina che ancora minacciava la torre.
Il pedone di Shepard avanzò di una casella...
E Pressly le diede scacco, costringendola a spostare il suo re, ma il navigatore non aveva finito: la sua torre si mosse, pronta a dare la morte al re bianco al prossimo turno.
"Scacco." annunciò Shepard spostando il cavallo.
Non un problema per Pressly comunque, che spostò il suo re, ancora concentrato sul dare matto a Shepard con torre e la regina. Il comandante non lo lasciò andare: spostò la sua regina sulla diagonale del re nero per dargli scacco e ancora una volta Pressly rise di gusto. Il suo cavallo nero mangiò la regina bianca di Shepard: grosso errore del comandante.
L'alfiere bianco si mosse e Pressly smise di sorridere:
"Scacco matto." annunciò Shepard, senza vera soddisfazione.
Pressly non l'aveva visto arrivare: aveva creduto di averla in pugno, e Shepard l'aveva fatto danzare nel palmo della sua mano, solo per colpirlo senza pietà all'apice di quello che credeva essere il suo trionfo.
"...Stava bluffando dall'inizio della partita?"
"No. Ho visto dove mirava e mi sono concentrata sul resto." un modo come un altro per dire che non era mai stato un pericolo per lei.
"Signora. Trasmissione dall'Alleanza in arrivo." annunciò la voce di Barnes dall'intercom.
"La prepari in sala comunicazioni per favore, e riunisca la squadra." ordinò Shepard alzandosi: "...Sto arrivando."
"Sissignora."
"Bella partita... ma la prossima volta, Pressly, provi a vigilare sulla situazione dei suoi pezzi, invece che concentrarsi sui miei." gli disse Shepard con un lieve sorriso, che scomparve lentamente dal suo volo: "...Oppure potrebbe semplicemente chiedere come mi sento."
Pressly non poté fare a meno di deglutire a vuoto: il comandante sembrava leggerlo come un libro aperto.

***

Tali fu l'ultima ad entrare in sala comunicazione, ma Shepard non commentò sul suo ritardo, procedendo col briefing:
"Come sapete, ci stiamo dirigendo verso il satellite del pianeta Terra. Vorrei poter dire che si tratta di una licenza... ma purtroppo le cose non sono così semplici." spiegò, prima di ordinare a Barnes di passare la comunicazione.
L'ologramma che si materializzò nella sala non fu quello dell'ammiraglio Hackett, come Williams invece si aspettava: fu quello di una bambina, con un vestito bianco fuori moda e capelli nerissimi. Il suo aspetto avrebbe potuto ingannarli, se non fosse stato per le lettere luminose che portava incise sulla fronte: E L I Z A.
"Buongiorno Spettro." disse l'ologramma con una piccola voce.
Al suo fianco, Kaidan risucchiò l'aria in un sospiro, mentre Tali fece istintivamente un passo indietro: sapeva di quell'esistenza, i Geth erano stati dopotutto la nemesi del suo popolo, così come sapeva bene quanto quell'ologramma rappresentasse qualcosa di completamente diverso dai Geth... ma era da tutta la vita che le insegnavano ad odiare quelle cose. Il pregiudizio non aiuta mai la ragione, specie se viene inculcato così presto.
Fu una fortuna che il suo visore fosse polarizzato: dietro di esso, Tali poté nascondere i suoi sentimenti.
"Signori, vi presento ELIZA, intelligenza artificiale completamente autocosciente sviluppata dall'Alleanza a partire dal 2171."
"Ciao." disse l'ologramma salutando la squadra.
"L'Alleanza ha una IA?" chiese Wrex.
"Sono stata sviluppata in conformità alle leggi interstellari, raggiungendo la piena autocoscienza nel 2175: ho otto anni e mezzo. E questo fa di me la più giovane intelligenza artificiale presente nello Spazio del Consiglio."

Dopo la ribellione dei Geth contro i Quarian, lo sviluppo di intelligenze artificiali era stato bandito, e l'autorizzazione a compiere ricerche a proposito veniva data solo a discrezione del Consiglio.
Creare IA era un processo molto lungo e difficile, e un investimento enorme, perché necessitava di hardware particolari e costosi: computer quantici detti blue box. Allo stesso tempo, queste blue box erano uno dei pochi certi sistemi di sicurezza per controllare una IA: una volta che una coscienza era "nata" in un computer quantico, non poteva più lasciare il suo hardware o venire modificata, o rischiava di frammentarsi, di fatto morendo. Come per gli organici, anche per le IA create in questo modo il corpo e la mente erano legati indissolubilmente e l'esistenza stessa dei Geth dissuadeva chiunque dal cercare di procedere senza blue box.
Creare un'IA cosciente comunque, era solo il primo passo: si doveva poi educarla, spendendo tempo e risorse per permetterle di apprendere e, una volta raggiunto un livello di intelligenza soddisfacente e una personalità stabile, si doveva vigilare su di essa, conservandola e mantenendola, assicurandosi che la sua mente non si degradasse. Non era qualcosa che chiunque potesse fare, e le risorse necessarie limitavano lo sviluppo delle IA solo alle megacorporazioni interstellari, fra cui le leggi del Consiglio riducevano ulteriormente la rosa dei candidati: in breve, nel 2183 esistevano solo quattro società che avessero il permesso di sviluppare intelligenze artificiali, e solo tre IA degne di nota erano nate da esse.
ELIZA era una di queste IA, sviluppata dall'Alleanza dei Sistemi Umani, la cui coscienza era fisicamente ospitata a bordo della stazione spaziale Gagarin, situata ai limiti del sistema solare.
Vigilare su ELIZA era una delle direttive più importanti della prima flotta dell'Alleanza, sotto il comando diretto dell'ammiraglio Drescher: questo perché l'IA era una risorsa preziosa, benché temuta. ELIZA contribuiva grandemente alla prosperità della specie Umana, tanto che qualche Asari malignava che fosse solo grazie ad ELIZA che l'Alleanza era riuscita ad imporsi così tanto sullo scenario interstellare. Erano critiche quelle però, che non avevano mai avuto molta presa: questo perché le altre due intelligenze artificiali presenti nella Galassia erano proprio degli Asari...

"Avevo sentito che anche la Synthetic Insights stava per sviluppare un'altra IA." disse Shepard, discorrendo con ELIZA.
"...L'attacco dei Geth su Eden Prime ha costretto la società a mettere il loro progetto in stasi per un tempo indefinito, a causa della pressione mediatica. I miei calcoli suggeriscono che il costo di mantenere incompiuta una IA senza che il codice si degradi sia troppo alto da sostenere a lungo: le risorse destinate al progetto saranno probabilmente riallocate allo studio della seconda generazione di greybox. Questo, se la Synthetic Insights intende chiudere l'anno fiscale in attivo. Una vera fortuna."
"In che senso?" chiese Alenko.
"Se ci fosse stata un altra IA nella Galassia, avrei avuto meno attenzione." rispose dolcemente l'ologramma dell'IA.
Non era un caso che l'Alleanza l'avesse battezzata con quel nome: "l'effetto Eliza" è la tendenza ad associare inconsciamente valori e comportamenti Umani ai computer. Per quanto ELIZA fosse stata sviluppata da esseri Umani e di fatto, lavorasse per la loro prosperità, l'IA non lo era:
"Mmhh... potremmo passare alla ragione per cui è stato richiesto il mio intervento?"
"Certamente Spettro! Mi piace mettermi al lavoro!" disse l'ologramma con un sorriso infantile, impugnando un pastello e aprendo diverse finestre dati olografiche:
"...All'inizio di questo mese, mi è stato chiesto dall'Ammiraglio Drescher e dall'Ammiraglio Hackett di partecipare ad un nuovo progetto: volevano che creassi per l'Alleanza delle nuove IV da combattimento, più sofisticate di quelle che abbiamo attualmente, e capaci di adattarsi a scenari mutevoli. L'abbiamo chiamato progetto Hannibal, come quello degli elefanti... e all'inizio pensavamo andasse tutto bene."
"In che modo queste IV sono state programmate?"
"Per ora è solo una IV Hannibal, il prototipo: l'ammiraglio Drescher non mi ha permesso di programmarne di più per cominciare... per crearle, ho copiato parte dei miei processi logici superiori, trasferendoli in un nuovo mainframe quantico, ma a quanto pare qualcosa è andato... storto."
"In che senso?"
ELIZA abbandonò il suo tono infantile, passando ad uno più clinico:
"Durante il suo test di prova sulla Luna, Hannibal ha mostrato segni di demenza."
"Come può una IV diventare demente? Le IV non hanno coscienza..." chiese Alenko.
"...L'IV era molto complessa, in effetti la più complessa IV che sia mai stata programmata, ma non so cosa sia successo di preciso. A quanto pare non sono molto brava a fare bambini." si scusò l'IA: "...Ora Hannibal si trova in uno stato di totale paranoia, da cui non riesce ad uscire: una dissonanza cognitiva che si perpetua in un cerchio. Considera ogni tentativo di inviarle input come un attacco, e ha terminato il personale dell'installazione di prova per proteggersi. Fortunatamente non ha grandi risorse, e l'ammiraglio Drescher è riuscita a contenerla nel suo mainframe della Luna. Non può scappare."
"Ma non potete nemmeno ordinarle di spegnersi, non è vero?" chiese Williams.
"Corretto! Mi ha tagliato fuori dal suo mainframe e purtroppo ha il controllo di tutte le batterie laser GARDIAN dell'installazione" rispose ELIZA mettendo il broncio.
Il che significava che qualunque nave non occultata si fosse avvicinata all'IV sarebbe stata abbattuta in aria prima ancora di depositare una squadra d'intervento.
"Signora, io dico di nuclearizzare il sito dall'orbita e metterci una pietra sopra." disse Alenko.
"Ho suggerito la stessa soluzione, ma l'installazione di prova sulla Luna è costata diverse centinaia di milioni di crediti dei contribuenti..." interloquì l'IA "...E l'ammiraglio Drescher non vuole che l'idea di distruggere strutture dell'Alleanza possa apparirmi corretta, non importa il contesto. Anche se non capisco del tutto il perché."
La squadra invece lo capiva molto bene: era una china pericolosa da imboccare. Troppo pericolosa per una IA.
"...Molto bene ELIZA. Io e la mia squadra risolveremo la situazione. Inviaci tutti i dati sull'installazione di prova. Grazie per il tuo tempo."
"È stato super divertente! Anche perché non mi lasciano uscire molto di questi tempi... Ciao ciao." rispose salutandoli tutti, prima che la connessione con l'IA venisse interrotta.
Nel silenzio della sala, il comandante riassunse quello che tutti stavano pensando: dovevano ancora trovare un singolo indizio per inseguire Saren, il loro vero obbiettivo, ma nel frattempo erano già stati costretti a confrontarsi con azioni di guerra dei Batarian e ora IV ribelli con manie omicide.
"...Non credo che questa missione sia al di sopra delle nostre capacità. Ma comincio a pensare che all'universo questa nave non piaccia." disse a braccia conserte.

"Quindiii...." disse Joker.
"Un'IV impazzita."
"...E abbiamo accettato perché?"
Il comandante si sfregò le tempie, sentendo montare un devastante mal di testa:
"Sono stata io ad accettare, non l'equipaggio della nave. Scenderemo con i Mako, ma dovrete isolare la nave e criptare le comunicazioni. Non voglio che Hannibal si copi a bordo."
"Eh già, perché un'IV omicida su una nave spaziale sarebbe un bel problema... non c'era un film con una trama simile Grenado? ... Dimenticavo che non parli più dopo aver magnificato le qualità del nostro comandante via intercom."
"Joker... portaci alle coordinate in silenzio. E non vale solo per la nave."
"Sissignora." disse il pilota aggiustandosi il berretto con un'espressione immensamente compiaciuta sul volto.

***

"Non credevo avremmo rivisto la Terra così presto." disse Alenko dalla postazione armi di Castor, tenendo il cannone da 155mm puntato verso la Terra.
"Idem tenente."
"E devo dire che la vista non mi rincuora quanto dovrebbe..."
"Mi domando come mai." commentò Garrus alla guida.
Si trovavano nel Mare Crisium, una zona dell'emisfero Nord della Luna che si estende per circa 176 mila chilometri quadrati, quasi tutti perfettamente pianeggianti: un perfetto banco di prova per insegnare al Turian a guidare l'IFV. A bordo di Pollux, Tali veniva sottoposta allo stesso addestramento, sotto la supervisione di Williams.
"...Rimane sempre bellissima."
"Se lo dice lei, tenente."
"Oh andiamo Garrus: scommetto che se fossimo sulla luna di Palaven staresti facendo la stessa cosa."
"Lune, tenente." lo corresse il Turian: "Palaven ha due lune: Menae e Nanus."
"Sul serio?"
"E Menae è abitabile... più o meno." confermò il Turian: "Non come la vostra. E poi che razza di nome sarebbe Luna? Avevate finito i nomi originali?"
"Il nostro pianeta natale si chiama Terra, Garrus: che ti aspettavi?"
"...Gaia e Selene." borbottò Shepard a bassa voce.
"Come dice comandante?"
"Gaia e Selene." ripeté Shepard: "Nomi alternativi per Terra e Luna. E comunque il fatto che la nostra Luna si chiami in questo modo si perde nella traduzione: per noi la Luna del nostro pianeta è stata la prima. Ogni altra luna è chiamata così per imitazione: di fatto, usiamo il nome proprio del nostro satellite come sinonimo per il termine che indica genericamente una luna, solo con l'iniziale minuscola."
"...ok, adesso sono confuso. Non credo che capirò mai un ragionamento simile... ma dubito sarà l'ultima cosa che non capirò di voi Umani. Per esempio, lasciate i dati astrometrici sul vostro unico satellite di dominio pubblico... follia." disse Garrus scuotendo la testa.
"E voi Turian invece?"
"Li abbiamo secretati prima delle ribellioni dei Krogan. Per noi sono informazioni top secret..."
"Si vede che non abbiamo niente da nascondere."
"...A parte l'IV impazzita."
"Touché, signora." concesse Alenko.
Davanti a loro, Pollux scodò visibilmente, prima di rimettersi in asse.
"Almeno Tali si diverte..."
"Vakarian, ho qualcosa sui sensori." disse improvvisamente Shepard.
Poiché Hannibal comandava ben quattro batterie GARDIAN vicino alla sua struttura, situata al confine sud- est del Mare Crisium, per la precisione sul promontorio Agarum, il lancio dalla Normandy era avvenuto a qualche decina di chilometri di distanza dalla posizione dell'installazione di prova: la Normandy poteva essere invisibile ai sensori, ma i due IFV sarebbero stati ridotti in coriandoli dalle batterie laser antiaeree appena fossero usciti dalla stiva della nave.
"Ostili?"
"Non credo. Ma non dovrebbe esserci nulla in questa zona, a parte l'installazione."
"Potrebbe essere la causa dell'incidente con l'IV?"
"...Se fosse così semplice giuro che mi mangio il casco. Pollux, qui Castor: abbiamo qualcosa sui sensori. Lo vedete anche voi?"
"Qui Pollux, lo vediamo. Qualche idea su cosa potrebbe essere?"
"No, ma non dovrebbe esserci nulla da queste parti. Meglio andare a controllare."
"Ricevuto Castor. Seguiteci."
"...Tali si sta davvero divertendo." commentò il comandante chiudendo il collegamento, guardando l'IFV di fronte a loro accelerare.

Non fu così semplice, e Shepard non dovette mangiarsi l'elmetto. Castor e Pollux furono parcheggiati a poca distanza l'uno dall'altro, mentre la squadra al completo scendeva dai due IFV: quello che avevano trovato era sorprendente. Da una parte perché non centrava nulla con la loro missione, dall'altra perché era un dannato anacronismo: i sistemi nel casco di Tali lessero le scritte sul bordo della sonda, traducendole in pronuncia fonetica a suo beneficio. Il database interno della sua corazza non aveva nessuna informazione su cosa significasse esattamente, ma di sicuro quell'oggetto era Umano:
"Sojuz Sovietskich Socialističeskich Respublik Luna 23...?" sillabò lentamente la Quarian: i simboli originali le apparivano come indecifrabili insiemi di linee spezzate.
"Oh cavolo... questa sì che è una scoperta..." disse Williams.
"Immagino che non dovremmo esserne poi così sorpresi... voglio dire, abbiamo trovato un satellite Turian di 1500 anni fa su Metgos. Al confronto un satellite russo di 200 anni fa non è così strano... però..."
"Volete un minuto per costruirci un altare?" disse Wrex, guardandoli a braccia conserte e scuotendo la testa.
"È un altro pezzo di storia..." spiegò Shepard per gli alieni: "Dell'epoca in cui noi Umani atterrammo per la prima volta sulla Luna..."
"E lo avete dimenticato per due secoli?"
"I tempi erano diversi... 200 anni fa gli unici stati della Terra a poter mandare sonde sulla Luna erano due superpotenze avversarie. Arrivare sul nostro satellite fu una gara e questa non fu l'unica sonda inviata, e nemmeno l'ultima, o la più importante." Il comandante sospirò divertita: "...Ne mandammo così tante, che di alcune si persero le tracce, il tutto solo per dimostrare di poterlo fare... non siamo cambiati molto, in fondo." poi sembrò incupirsi:
"Alenko... sarebbe possibile trasmettere dati attraverso una sonda del genere?"
Kaidan si chinò sulla sonda, attivando il suo omnitool e facendo una scansione:
"Tecnicamente sì, signora... ha ancora i pannelli solari funzionanti. Ma questa sonda è disattivata da due secoli. E di sicuro i codici di comunicazione sono stati persi da tempo... Sta pensando quello che penso?"
"...Dopotutto quante sonde abbiamo mandato quassù? Tutta la serie delle missioni Luna sovietiche, il programma Apollo americano, la discontinua serie durante il 20° secolo... per non parlare..."
"Della serie Artemide del 2095... prima della colonizzazione di Marte... quando l'interesse per la Luna tornò a farsi sentire..." completò Alenko: "Oh merda."
"Shepard?"
"Tali fa uno scan di tutte le frequenze con i mezzi degli IFV! C'è la possibilità che una delle sonde che abbiamo mandato quassù sia stata usata come un ripetitore per trasmettere all'installazione."
"Merda merda merda..." cantilenò Alenko facendo lo stesso col suo omnitool.
"Shepard?"
"ELIZA, Wrex! Ha detto che l'IV considerava ogni tentativo di inviarle ulteriori input come un attacco. Perché una IV dovrebbe essere arrivata a questa conclusione? Qualcuno ha tentato di infettarla. O è riuscito a farlo. È stato un sabotaggio!"
"Merda!"
"Shepard... è impossibile...!"
"Che cosa Tali?"
"Coi mezzi dell'IFV posso raggiungere oltre 100 punti di trasmissione dati da cui sarebbe possibile comunicare con questa zona della Luna... se l'IV dovesse cercare di trasmettere..."
"Non avrebbe difficoltà a farlo." completò Shepard.
Drescher aveva chiuso tutti i canali di comunicazione dell'IV con l'Alleanza... ma era inutile se ne esistevano così tanti altri attraverso cui trasmettere: fossili di rottami dimenticati, ma ancora utilizzabili. La banda di trasmissione sarebbe stata inferiore... ma il numero di canali radio possibili avrebbe compensato la mancanza.
"DI CORSA!" ordinò Shepard, saltando su Castor e facendo ruggire il motore, mentre il resto della squadra si imbarcava.
I due IFV divorarono le distanze del Mare Crisium, scalando il promontorio Agarum fino ad arrivare ad un piccolo altipiano: furono accolti dal fuoco di torrette a razzo e mitragliatrici di grosso calibro. Sei torrette comandate dall'IV impazzita, contro i due cannoni e le mitragliatrici coassiali di Castor e Pollux.
"Merda!" gridò Shepard, mandando Castor in una sbandata controllata in controsterzo, raddrizzando poi all'ultimo l'IFV, cercando di schivare il grosso dei colpi sparati su di loro.
Le batterie pesanti dell'Alleanza a guardia dell'installazione erano concepite per abbattere navi trasporto coi loro razzi: l'IFV avrebbe potuto riceverne un paio al massimo prima di finire in pezzi.
"Razzi." disse Vakarian.
"Visti."
"Razzi!"urlò il Turian afferrando le maniglie nell'abitacolo del Mako, mentre i missili piegarono la loro rotta per intercettarli.
"Li ho visti!"
"RAAAAAZZIIII!!!"
Le mani di Shepard volarono sui comandi di Castor: il mezzo perse parte del valore netto della sua massa, accese i retrorazzi di atterraggio... e saltò.
I missili passarono sotto di loro, e Alenko li abbatté con la mitragliatrice coassiale: poi ruotò il cannone, facendo fuoco sulle torrette dell'installazione, mentre Shepard disegnava un semicerchio sulla Luna, tenendo il fuoco su di loro.
L'IV non si aspettava Pollux, quando Williams spianò due torrette con la fiancata dell'IFV, sradicandole dalla loro sede. La risata di Wrex nella radio fu l'unico commento: grazie al loro feroce attacco iniziale, Castor e Pollux rottamarono velocemente il resto delle torrette, fino a quando non ne rimase più nessuna.
Shepard fu a terra immediatamente dopo, seguita dal resto della squadra: dovevano essere rapidi, prima che l'IV decidesse di provare a trasmettere. Dato il modo in cui era stata creata, era impossibile sapere di cosa fosse esattamente capace, ma era meglio non scoprirlo: se fosse arrivata anche solo al controllo dei satelliti civili...
Shepard fece saltare la porta d'ingresso dell'installazione e si precipitarono dentro: davanti a loro, appena superata la camera di equilibrio, si apriva una larga stanza quadrata, da cui partivano tre larghi corridoi.
"Dobbiamo dividerci." ordinò il comandante: "Hannibal è installata in 3 server separati nell'installazione e dovremo spegnerli tutti e tre in fretta. Tre squadre da due: Wrex e Tali, Williams e Alenko, io e Vakarian. Ricordate: l'IV ha il controllo di ogni drone nella base e troveremo molta resistenza. Mine tecnologiche e procedete con attenzione."
Ogni squadra scelse la sua direzione, augurandosi buona fortuna: Shepard e Garrus, armi in pugno, si inoltrarono con prudenza in lunghi passaggi male illuminati, fino ad arrivare ad un'area etichettata dalle scritte sulle pareti come C-1. Nucleo uno.
"Shepard..." la fermò il Turian.
"Li ho visti Garrus."
La stanza era tappezzata di cadaveri.
"...Registro livelli tossici di CO2 nell'aria: probabilmente Hannibal ha staccato i sistemi vitali e li ha lasciati morire."
Li sentirono, prima di vederli: anche attraverso il casco, il rumore di uno sciame di droni armati in arrivo verso di loro fu inconfondibile, come il tramestio di giganteschi insetti. Fecero appena tempo a prendere posizione, prima che i droni si riversassero nella stanza:
"Mine!" ordinò Shepard, coprendo lei e Garrus con una barriera biotica.
Era per questo che aveva diviso la squadra in quel modo: un biotico e un tecnico. Una buona idea, che non aveva però tenuto conto del numero schiacciante di avversari che avrebbero incontrato: Shepard, il dannato comandante Shepard, urlò mentre cercava di sostenere la barriera di energia oscura, impedendo ai droni di crivellarli.
Fu abbastanza: Garrus la tirò dietro una copertura dopo aver lanciato le mine, e le loro radio si riempirono di statica.
Si rialzarono in fretta: le mine avevano probabilmente fritto i loro scudi e le armi, ma l'elettronica dei droni era troppo ben protetta per venire meno dopo qualcosa di simile. Shepard e Garrus avrebbero avuto solo qualche secondo per diminuirne il numero con le loro armi da fuoco, o con i poteri biotici: una singolarità non avrebbe avuto grandi effetti, dato che i droni potevano volare, ma non erano immuni allo stesso modo ad un campo di distorsione ad ampia area. I droni furono scossi a livello molecolare, mentre il comandante faceva variare la loro massa rapidamente: due granate altamente esplosive e l'HMWSG di Shepard unito all'HMWA di Garrus fecero il resto.
"Libero." dichiarò il comandante deglutendo e riprendendo fiato.
Al suo fianco, piegato su un ginocchio, Garrus fece scorrere la canna dell'arma sul resto della stanza.
"Libero." confermò dopo un attimo.
Turian e Umana furono di nuovo in movimento, solo per scoprire che procedere oltre non sarebbe stato così facile: l'IV aveva attivato i campi di forza interni del complesso, e Garrus e Shepard si trovarono davanti una barriera blu semitrasparente, oltre la quale potevano vedere un ulteriore bivio con le scritte C-1A e 1B sottolineate da frecce gialle.
 "Questo è nuovo." commentò Vakarian, colpendo il campo di forza col calcio del fucile, senza ottenere alcun effetto.
"Il meglio del meglio della tecnologia dell'Allenza. Centinaia di milioni di crediti dei contribuenti, ricordi?"
"Ok... Come lo superiamo?"
"Speravo avessi una soluzione, Vakarian: l'elettronica non è il mio forte... Generalmente se una porta non vuole aprirsi, la sfondo, o la faccio saltare."
"...Non credo che in questo caso possa funzionare, ma potrei avere un'idea." disse il Turian, prendendo una mina tecnologica dalla cintura e programmandola con l'omnitool: "...ho preparato questa carica per emettere il più forte EMP possibile. Dovrebbe friggere l'emettitore del campo di forza per pochi secondi. Due se siamo fortunati."
"...E anche i micro oscillatori delle nostre corazze."
"Già." confermò Garrus: "Non ho mai detto che fosse una buona idea."
"...Vero."
Se ci fossero stati altri droni in agguato dall'altra parte dello scudo, li avrebbero crivellati così in fretta che non avrebbero fatto in tempo a rendersene conto.
"Almeno avremo le mie barriere biotiche." disse Shepard: "...Stammi incollato."
"Ci conti comandante."
"...Quando vuoi Garrus."
Il Turian applicò le mine, addossandosi il più possibile allo scudo:
"3...2...1..."
Non ci fu esplosione, ma l'effetto fu notevole: l'impenetrabile scudo sfarfallò e si spense, permettendo all'Umana di tuffarsi in una capriola attraverso il corridoio, mentre Garrus la seguì con un notevole scatto.
A causa della loro anatomia, i Turian non potevano ruotare sulla schiena: le creste piatte sulla testa e la curva del loro dorso li rendevano adatti a quell'attività quanto una tartaruga...
Il campo di forza tornò in vita pochi istanti dopo, ma li trovò già dall'altra parte: la barriera biotica del comandante non servì, perché non ci furono altri droni.
"...Ad ognuno un corridoio Garrus: non abbiamo tempo da perdere." ordinò Shepard alzandosi.
Il Turian assentì, prendendo il corridoio di destra, mentre Shepard prese il sinistro: il comandante lo seguì fino ad una larga stanza rettangolare, le cui pareti erano stipate di server. Lo Spettro non era forse granché a sfruttare la tecnologia più moderna, ma per quanto riguardava il distruggerla, era una vera campionessa: il suo fucile ruggì quattro volte, facendo saltare lo snodo del circuito di raffreddamento dei server.
Poi procedette a minare la stanza con un paio di granate, tornando al riparo nel corridoio dietro di lei:
"FUOCO IN BUCA." urlò, prima che le granate detonassero.
Con una IV ribelle di quel calibro, così pericolosa e complessa da richiedere ben 3 mainframe, era meglio eccedere nella sicurezza: quando rientrò in ciò che restava della stanza, ologrammi di errore si erano accesi su ogni console ancora intatta, brillando scarlatti e violenti.
"...Di sicuro non fa le cose a metà, comandante." disse il Turian accostandosi a lei.
"Hai finito dalla tua parte?"
"Sissignora. Anche se l'ho fatto con più... stile." disse Garrus, e Shepard percepì il sorriso nella sua voce.
"Perché? Cos'ha che non va il mio stile?"
"Che stile sarebbe? Vedo incendi, distruzione e... un vero caos. "
"...Problema risolto?" suggerì Shepard, battendogli uno spallaccio con la mano corazzata: "Andiamo a cercare gli altri."
"La seguo comandante." disse il Turian scuotendo la testa.
Poi il loro momento di cameratismo fu interrotto da un crepitio elettrostatico che invase i loro auricolari, fino ad assordarli, mentre le luci del complesso si sovraccaricarono ed esplosero, lasciandoli al buio.
"...Garrus. Tutto bene?" chiese Shepard preoccupata, lasciando alle luci di emergenza il compito di illuminare i corridoi, rischiarando la tenebra con sfumature rosso sangue.
"Sì signora. Doveva essere l'ultimo grido dell'IV."
"Qualcuno mi sente?" implorò il capo artigliere nella radio.
"Williams, qui Shepard: che succede?"
"È il tenente signora! L'hanno colpito!"
"Ricevuto! Stiamo arrivando!" rispose il comandante.
Mentre correvano rapidamente, Shepard e Garrus non si accorsero della lunga sequenza di codice binario che comparve sui loro omnitool, ripetuta ancora e ancora:
"01001000 01000101 01001100 01010000 01001101 01000101 00100001..."

Quando Shepard e Garrus raggiunsero William, Tali e Wrex li avevano preceduti: probabilmente per i due alieni era stato anche più facile, con la Quarian a riprogrammare i droni e Wrex a distruggerli.
Il tenente e il capo artigliere non erano stati così fortunati: come loro, avevano trovato il campo di forza a sbarrare loro il passo, ma a differenza del resto della squadra, c'erano stati dei droni ad aspettarli anche dall'altra parte. Kaidan era a terra, e Williams non sapeva che fare, a parte tenergli la testa.
Quando Ashley la guardò, Shepard lesse solo disperazione nei suoi occhi: il comandante si chinò su Alenko, completando uno scan medico col suo omnitool.
"Cos'è successo?"
"Mi sono distratta... i droni ci hanno preso alle spalle dopo aver disattivato la prima parte del mainframe: sono usciti dalle condotte dell'aria... il tenente... il tenente mi ha fatto da scudo."
"Sopravvivrà." disse alla fine il comandante alzandosi: due costole rotte e forse un polmone collassato... la corazza lo stava stabilizzando, ma Alenko sarebbe stato fuori combattimento per un pezzo. Per fortuna non era in pericolo di vita e di questo Shepard fu molto grata.
"...Ma ha preso una bella botta. Dobbiamo prepararlo per il trasporto: Hannibal è disattivato?"
"Sì comandante: tutti e tre i nuclei dell'IV sono stati spenti o distrutti, ma c'è qualcosa che dovrebbe vedere." disse Tali, accedendo il suo omnitool: "Quando l'ultimo server è stato disattivato, io e Wrex abbiamo ricevuto questo." spiegò, mostrando la lunga sequenza di 0 e di 1.
"...Sembrava codice binario di base. L'ho tradotto con la matrice ASCII Umana e questo è il risultato."
Sull'omnitool di Tali comparvero sette caratteri, e il comandante lesse: "HELPME!" ripetuto ancora e ancora.
Aiutatemi.
"Drescher e Hackett ci andranno a nozze. Una IV con manie omicide che chiede aiuto prima di essere distrutta..." disse Shepard, lavorando per bloccare la corazza di Alenko: avrebbero potuto trasportarlo senza barella in quel modo.
"...C'è dell'altro: durante il sovraccarico di tensione, l'IV ha cercato di aprire un canale di comunicazione, trasmettendo una grande quantità di dati."
"Ha cercato di copiarsi?"
Tali scosse la testa:
"Cercato è la parola chiave. Ha copiato solo una parte di sé, ed è stata costretta a farlo in codice binario... è come se avesse cercato di trasferirsi raccontando sé stessa via radio: la sua coscienza non può essere sopravvissuta. Però mi fa pensare..."
"Cosa vuoi dire?" le chiese Garrus, aiutando il comandante.
"Hannibal era cosciente... almeno in parte. Ha chiesto aiuto, ha tentato di difendersi...e quando stava per scomparire, ha cercato di sopravvivere nell'unico modo possibile, riducendo se stessa in una forma priva di io..."
"Mmhh... Un atteggiamento molto... Umano. Troppo per una IV."
"E non sapremo mai che cosa l'ha causato... ma non abbiamo avuto altra scelta: IV che uccidono devono essere distrutte."
"Sono d'accordo." disse Wrex.
"Garrus, chiama la Normandy e informa Chakwas che il tenente avrà bisogno delle sue cure: voglio che siano pronti a riceverlo. Williams, farai rapporto tu ad Hackett, raccontagli cosa è successo qui."
"...E lei signora?"
"...C'è una cosa che vorrei fare. Prima di lasciare la Luna. Avrò bisogno di un Mako."

"...E questo è il mio rapporto, ammiragli."
In sala comunicazioni, Williams stava sudando: aveva scambiato una sola conversazione con il capitano Anderson prima che il comando della Normandy passasse a Shepard... e adesso stava facendo rapporto direttamente a due ammiragli, mentre Alenko rimaneva in infermeria e Shepard era sparita chissà dove sulla Luna.
Hackett non appariva impressionato dal suo resoconto... ma essendo ammiraglio, probabilmente serviva una dichiarazione di guerra per farlo agitare: una IV ribelle che avrebbe potuto uccidere tutta la sua squadra? Quisquiglie.
"Capisco." disse Drescher: "...Hannibal ha mostrato comportamenti simili ad una IA, per quanto dovrebbe essere impossibile..."
"Abbiamo rischiato troppo, Kastanie." la rimproverò quietamente Hackett.
"Concordo Steven. Ma la colpa non è di ELIZA: Hannibal rientrava perfettamente nelle specifiche che avevamo indicato: siamo stati noi a non essere in grado di contenerla in sicurezza. Propongo che il progetto Hannibal continui dopo una rivalutazione da zero dei nostri protocolli di sicurezza, e il ricollocamento del progetto in una nuova struttura. Una delle lune di Nettuno per esempio..."
L'ologramma dell'ammiraglio Hackett si toccò lievemente la sua cicatrice con l'indice, ponderando la questione attentamente:
"...Va bene. Ma solo se abbiamo una valutazione positiva anche da Sing e Lindholm. La nostra ambizione ha quasi causato una catastrofe: dobbiamo prendercene responsabilità."
"Sono d'accordo: mi occuperò io stessa di sistemare la faccenda. Immagino sia una fortuna che abbiamo ancora una base dopotutto..."
Detto questo, l'ammiraglio Drescher chiuse la comunicazione e il suo ologramma scomparve.
Williams si ritrovò da sola nella stanza con Hackett e per lei fu persino peggio: il sistema Solare poteva essere il feudo di Drescher, ma Hackett sovrintendeva alla maggior parte delle truppe dell'Alleanza schierate al di fuori. C'era poco che si trovasse al di là del suo braccio.
L'ammiraglio la guardò per qualche istante, per poi limitarsi a sospirare stancamente:
"Riposo, capo artigliere. Queste vecchie ossa difficilmente intimidiscono ancora qualcuno."
"...Con tutto il dovuto rispetto, ammiraglio, penso che l'unica persona che possa intimidirmi più di lei è Dio in persona." Williams non aveva nemmeno il coraggio di chiamarlo signore.
"Mi sarei aspettato che aggiungesse anche il comandante Shepard."
Williams non rispose: forse non era l'elemento più brillante dell'Alleanza, ma mettersi tra il primo Spettro umano e l'ammiraglio della quarta flotta era il metodo perfetto per finire nei guai.
"...Non sono a mio agio a parlare del mio CO senza che sia presente, ammiraglio. Specie se si tratta della Leonessa di Elysium."
"Mmhh... non è come me l'ero immaginata, capo artigliere."
"Ammiraglio?"
"Il comandante Shepard parla piuttosto bene di lei nei suoi rapporti... quella ragazza ha sempre avuto il dono di ottenere tutto con niente."
Se c'era qualcuno che potesse chiamare Shepard ragazza e farla franca, quello poteva essere solo un ammiraglio:
"Con tutto il dovuto rispetto ammiraglio, le risorse che il comandante ha messo a nostra disposizione per questa missione non sono poche..."
"Non è quello che intendevo, Williams..." la interruppe Hackett con un gesto cortese: "Secondo lei, perché Shepard ha lasciato che fosse lei a fare rapporto?"
"Immagino... immagino che avesse compiti più importanti a cui attendere, ammiraglio."
"Difficilmente visitare la tomba dei propri antenati si qualifica, capo artigliere... ma credo che la stia usando."
"...Temo di non seguirla ammiraglio."
"No, certo che no... Shepard sa essere tortuosa a volte: è stata addestrata in questo modo..." Hackett si perse nei suoi ricordi per un paio di secondi, prima di tornare a fissarla: "...Lei Williams, è qui per trasmettere dei messaggi da parte del comandante: il primo e più evidente è che non avremmo dovuto permettere alla situazione sulla Luna di degenerare fino a quel punto. Il secondo e che possiamo contare sulla sua squadra almeno quanto possiamo contare sul comandante, per quanto sia composta da elementi... unici. Un altro messaggio più nascosto è che Shepard la considera abbastanza degna di fiducia da fare rapporto al posto suo... la fiducia del primo Spettro Umano non è poca cosa capo artigliere. Spero saprà esserne all'altezza."
Hackett la fissò ancora qualche istante, assicurandosi che avesse capito, prima di aggiungere:
"...Le auguro buona giornata, Williams."
Poi l'ologramma scomparve prima che la marine avesse il tempo di rispondere.
Il capo artigliere fece l'unica cosa sensata in quel momento: si sedette su una delle poltrone della stanza, cercando un punto fermo da fare suo, si coprì gli occhi con le mani e cercò di fare ordine ai suoi pensieri e di figurare i processi mentali del suo CO. Williams avrebbe visitato l'infermeria più tardi per informarsi dello stato di Alenko e farsi dare un cachet...

***

"Ciao papà."
Il cimitero nel Mare della Tranquillità non era poi così distante dall'installazione dell'IV Hannibal: 400 chilometri si superano in fretta alla guida di un IFV e con un sesto della gravità terrestre.
L'usanza di farsi seppellire sulla Luna era cominciata con un astronomo che aveva deciso di non lasciare che le sue spoglie fossero separate dal luogo in cui aveva lavorato per tutta la vita: la speranza era stata quella di offrire il suo corpo alla Luna per contribuire a creare, nel tempo, una biosfera su tutto il satellite. Il comandante conosceva la storia, ma aveva dimenticato il nome, anche perché si trattava di una pia illusione, al massimo un dolce sogno.
A suo modo però, quel sogno aveva fatto presa e molti avevano deciso di seguire quell'esempio, contribuendo a creare nel 2183 uno dei più curiosi cimiteri dello spazio dell'Alleanza: dato che si trovava all'aperto, si poteva visitare solo con tute spaziali.
Il comandante aveva lasciato le sue armi sull'IFV e si era avventurata a piedi nel cimitero, con ancora addosso la sua corazza da combattimento: non veniva spesso in quel luogo, o forse non quanto avrebbe dovuto, ma ricordava la strada. Quel luogo rappresentava per il comandante un posto di gravi necessità, a cui tornava sempre quando pensava di non potercela fare: c'erano un'infinità di bei ricordi che aveva su suo padre...
Ma tutti quei ricordi, i giorni che aveva passato con lui, mentre John Shepard le insegnava perché essere una biotica era la cosa più bella... tutto il suo mondo... andavano in pezzi il giorno del suo 12° compleanno. Quando il cervello si suo padre si era sparso sulla torta. Il rosso e il bianco... e la sua morte invendicata... mai spiegata. Mai compresa.
Apri la mente alla nostra IRA!
Shepard si riscosse guardandosi attorno... le ci volle un attimo per comprendere di chi fossero state quelle parole.
La Sonda Prothean: era la prima volta che il suo messaggio la raggiungeva da sveglia.
Noi stiamo urlando!
"No... NO!" ordinò il comandante.
Quello era il luogo della sua furia. Non di quella di un popolo morto da tempo: qualunque cosa ci fosse stata in quella sonda su Eden Prime, ora era irraggiungibile, sepolta in profondità dentro di lei. Gli sprazzi confusi che le arrivavano durante il sonno non le dicevano nulla. Ma erano davvero irraggiungibili? Erano davvero incomprensibili? O si trattava invece di trovare uno stato mentale in cui potesse comprenderle? In cui potesse... accettarle?
Al comandante venne da ridere: poteva accettare l'ira dei Prothean, ma non la sua?
Hayat urlò di fronte all'assurdità di tutto e fu come il tuono prima della tempesta: chiusa nella sua corazza c'era un fuoco che non poteva bruciare. E che Shepard non voleva spegnere: i Prothean non tacquero, ma divennero un sussurro sul fondo della sua coscienza.
Hayat rimase di fronte alla tomba di suo padre molto a lungo: quando si allontanò, nessuno avrebbe notato una differenza nel suo modo di camminare.
Ma la donna non era più la stessa: ora aveva un demone a spiare dalla sua spalla.


Ed eccovi arrivati alla fine del 10° capitolo di questa storia.
Uff... non so dire se sono contento fino in fondo di questo capitolo: spero che si tratti solo di eccessive riletture, ma mi piacerebbe avere un riscontro :S, anche perché tutta la geografia lunare citata in questo capitolo è vera xD.
E anche perché con questo capitolo il riscaldamento è finito: da adesso in poi seguiranno missioni una dopo l'altra, e considerato che la squadra potrà finalmente concentrarsi su Saren e Geth, ho voluto togliere di torno la missione della Luna, che nonostante le sue conseguenze in ME2 e 3, per la storia di ME1 ha poco a che fare... e ho colto l'occasione per dare un piccolo assaggio sulla persona che è Hayat Shepard. Non preoccupatevi, altro seguirà e spero sarò in grado di spiegare e svolgere i nodi narrativi importanti... condendoli con drama, angst, amore, risate, collera e un pizzico di epicità e suspance. XD
A presto ;).
  
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