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Autore: deborahdonato4    24/05/2015    3 recensioni
Dopo la battaglia tra semidei greci e romani, e la sconfitta della Madre Terra Gea, i ragazzi del Campo Mezzosangue godono di un periodo di pace.
Nico di Angelo deve mantenere una promessa strappata dal figlio di Apollo Will Solace, che intende assicurarsi il mantenimento.
Tra i due sorgerà amicizia o gli atteggiamenti contrastanti dei due semidei li faranno tenere a distanza?
Ps: Contiene spoiler dal Sangue dell'Olimpo
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Nico immaginò che fosse tardi, quando si svegliò da solo nella sua cabina. Raggi di sole entravano dall'unica finestra aperta, assieme ad una sottile brezza.
Si mise seduto. La testa non gli doleva più. Gli era passata anche la nausea, e aveva in bocca il disgustoso sapore di cheeseburger. Nico andò in bagno a lavarsi i denti, e dopo la doccia notò il libro sulla scrivania.
L'ultimo ricordo che popolava la sua mente era il volto sorridente di Will che gli diceva qualcosa riguardo ad un massaggio. Doveva averlo sognato.
Nico uscì dalla cabina. Doveva trovare e parlare con Will. Naturalmente, il figlio di Apollo non si vedeva da nessuna parte.
«Ehi!» esclamò Nico, rivolto ad una piccola figlia di Demetra. «Che ore sono?»
«L'ora di pranzo.» rispose lei, senza scomporsi.
Nico aggrottò la fronte. C'era qualcosa che non quadrava, ma annuì. Si diresse alla mensa, ed ebbe il tempo di sedersi ad un tavolo con un vassoio quando fu raggiunto da Jason e Piper.
«Che fine hai fatto?» domandò Piper, stappando una lattina di Diet Coke e iniziando a sorseggiarla.
«Ieri mi sentivo stanco, e sono tornato alla cabina durante i fuochi d'artificio.» rispose Nico, giocherellando con la sua insalata.
Jason inarcò un sopracciglio. «Quello è successo due sere fa. Hai dormito un giorno intero?»
Nico annuì. Questo aveva molto più senso. «Avete visto Will?» domandò.
Piper sorrise. «È in infermeria. Un figlio di Ecate ha usato troppa magia ed è ricoverato in infermeria per tutta la settimana.»
«Percy e Annabeth?» aggiunse Nico, notando l'occhiata e il sorrisino di Jason.
«Non li vedo da stamattina. Staranno preparando le valigie. Tornano a casa. Devono prepararsi per l'ultimo anno di scuola.»
«Voi, invece? Cosa avete intenzione di fare?»
Jason addentò il suo panino vegetariano e finse di pensarci. «Io e Piper partiremo domani. Andremo alla ricerca di Leo. Non sappiamo dove cercarlo, ma stiamo chiedendo aiuto a dei figli di Efesto.»
«Sono dell'opinione che Leo sia su qualche spiaggia, a prendere il sole, e a guardare le ragazze.» disse Piper, pensierosa. «Magari si trova alle Hawaii. Si gode il fatto di non essere morto, e quando sarà pronto, tornerà qui.»
«Avete detto ai suoi fratelli che è vivo?» domandò Nico, a disagio.
«No. Abbiamo chiesto ai suoi fratelli dove potrebbe andare un figlio di Efesto in vacanza. Le loro risposte sono state molto interessanti. Quasi tutti hanno detto che vorrebbero trovarsi nei pressi di un vulcano in procinto di eruttare.»
«Per ricoprirsi di lava?» domandò Nico, perplesso.
«Ho pensato di non chiedere altre informazioni.» sorrise Jason, e Piper ridacchiò. «Come stai, Nico?»
«Sto bene.»
«Non stai mangiando.» gli fece notare Piper, e Nico si affrettò a riempirsi lo stomaco.
Quando ebbe finito di mangiare, Nico prese una soda, un panino e si diresse all'infermeria. Jason gli disse qualcosa, ma Nico non lo udì. Doveva trovare Will.
Entrato in infermeria, Nico osservò Derek che dormiva profondamente su un lettino, a braccia aperte e con una rivista sul petto. Sperò che Will fosse lì da qualche parte. Non intendeva andare a cercarlo nella sua cabina, dove ci sarebbero stati tanti figli di Apollo che lo guardavano divertiti.
Entrò nella piccola cucina, ma non lo vide coricato sul tavolo a pensare com'era solito fare. Cercò nell'ultima ala, dove un tempo era stato ricoverato Gabriel Hawthorne, e vide Will in piedi, con un lungo camice e le infradito arancioni, che chiacchierava con un ragazzo dai capelli rossi, altrettanto allegro. Il giovane, che doveva per forza essere un figlio di Ecate, si zittì nel vederlo.
Will voltò subito la testa verso di lui, curioso.
«Ciao, Will.»
Nico aveva assistito a diverse esplosioni di energia nel corso delle battaglie a cui aveva preso parte. Palle di luci che si erano abbattute sui nemici, e che per qualche secondo lo avevano accecato.
Vedere Will illuminarsi lì, nel bel mezzo dell'infermeria, con di fronte un paziente, fu proprio come vedere un'esplosione. Un ampio sorriso entusiasta si allargò sul volto del figlio di Apollo, illuminandogli gli occhi. Nico sentì le proprie ginocchia tremare.
«Torno subito, Raphael.» mormorò Will al figlio di Ecate, che annuì dubbioso, lo sguardo puntato su Nico, che indietreggiò di qualche passo.
«Come stai?» domandò Will a Nico, scrutandolo.
«Sto molto meglio, grazie.» Nico abbassò gli occhi su ciò che teneva in mano. «Io... ehm, ti ho portato questo. Se hai fame. Se non hai fame, lo porto via.»
Il sorriso di Will si allargò ancora di più. «Grazie, Nico. Ho proprio fame. Vieni con me in cucina.»
Nico annuì, e lo seguì, sentendo su di sé lo sguardo furioso di Raphael, figlio di Ecate.
Will si sedette sul tavolo, tolse la carta al panino e iniziò a mangiare con calma, senza fretta, gli occhi puntati su di lui. Nico cercò in tutti i modi di non guardarlo. Era possibile che Will lo avesse davvero massaggiato, il giorno prima. E se era un fattore vero, Nico si domandò perché non se lo ricordasse.
«Allora?» chiese Will. Continuava a sorridere. «Come ti senti? Meglio di ieri?»
«Sì, molto meglio.»
«Sono venuto a controllarti, sai. E dormivi come un sasso. Immagino che tu non abbia fatto degli incubi nelle ultime ventiquattro ore.»
«Nessun incubo. Tu come stai?»
«Io? Alla grande!» Will sorrideva entusiasta. «La festa in spiaggia è stata un successo, e ieri non ho avuto quasi niente da fare, a parte Raphael. Ha fatto il gradasso con i suoi fratelli, e ora si ritrova qui a rigenerare la sua magia interiore, e non può fare assolutamente nulla che possa richiedere la magia.»
«Mmh.» rispose Nico. «Di cosa stavate parlando, prima?»
«Sciocchezze, nulla di che.» rispose Will, con un'alzata di spalle, aprendo la sua lattina di soda.
Nico decise di chiederlo direttamente a Raphael.
«La perla ti dona molto.» disse Will, alzando gli occhi su di lui.
Nico ci giocherellò, ancora intento a pensare a Raphael.
«Ti ringrazio per lo spuntino.» aggiunse Will. «Avevo proprio bisogno di una pausa. Ma Derek sta dormendo, e non mi andava di lasciare da solo Raphael.»
Nico lo fissò dritto negli occhi. Will lo studiò per un'altra manciata di secondi, e sorrise.
«Sei geloso di Raphael?» gli domandò, piano.
«Chi, io?» rispose Nico, accigliato. «Cosa te lo fa pensare?»
«La tua espressione. Sembra che tu stia progettando un omicidio.»
«Magari sto progettando il tuo, di omicidio.»
Toccò a Will accigliarsi. «Hai ragione... ma non capisco il motivo per cui tu mi abbia portato da mangiare, se desideri uccidermi.»
«Hai mai sentito il termine ultimo pasto
Will sorrise. «Sì, ne ho sentito parlare. Allora, Nico. Ti ringrazio per lo spuntino e la soda. Posso fare qualcosa per te? Hai ancora mal di testa?»
«No, sto benissimo. Ecco, volevo sapere... quando esci da qui?»
«Il mio turno finisce alle tre. Angel mi sostituirà.»
«Mi raggiungi nella mia cabina?»
«Wow, naturale. Certo che ti raggiungerò nella tua cabina, se me lo domandi in questo modo.»
«Allora ti aspetto dopo.»
«C'è qualcosa che desideri dirmi, Nico?»
Nico non lo guardò, tamburellò le dita sul proprio braccio poi, in un eccesso di qualcosa che non riusciva a comprendere, si accostò a Will e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
«A dopo.» mormorò, e lasciò l'infermeria quasi di corsa.
   
 
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