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Autore: MissStreghetta    24/05/2015    2 recensioni
E’ un’ossessione. Dalla prima volta che l’ho vista. Lo ricordo ancora. Di sfuggita, sull’espresso per Hogwarts, insieme a Potter e Weasley. Ma non erano ancora amici. Forse avrei dovuto presentarmi a lei in modo diverso, non permettere che frequentasse quei due, far sì che fosse smistata in Serpeverde. Ma non è andata così. E forse è meglio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota dell'autore:
Ho scritto questa One-shot perché mi è capitato di imbattermi in una Fan Art navigando sul web che mi ha ispirato. Mi piace pensare che anche Draco avesse avuto un grande amore e che avesse dovuto rinunciarci, un po’ come è accaduto per Piton. Non sono una fan delle Dramione, anzi, la mia coppia preferita resta la classica Romione, ma sono convinta che questo sentimento da parte di Draco sia verosimile. Sono ovviamente ben accetti commenti, critiche, suggerimenti e quant'altro. Fatemi sapere cosa ne pensate! 

Oblivion

E’ un’ossessione. Dalla prima volta che l’ho vista. Lo ricordo ancora. Di sfuggita, sull’espresso per Hogwarts, insieme a Potter e Weasley. Ma non erano ancora amici. Forse avrei dovuto presentarmi a lei in modo diverso, non permettere che frequentasse quei due, far sì che fosse smistata in Serpeverde. Ma non è andata così. E forse è meglio.
 
Sporca Mezzosangue, così la chiamavo. Non capivo. Non capivo che la purezza di sangue non c’entra nulla. Ma non ho mai avuto il coraggio di ribellarmi, di fare o dire qualcosa contro mio padre, contro i suoi ideali, contro gli ideali dei Mangiamorte. Sono un vigliacco. E’ per questo che è andata così.
 
Probabilmente il momento in cui mi resi conto che lei avrebbe occupato i miei pensieri per tutto il resto della mia vita fu al terzo anno di scuola. Mi diede uno schiaffo. Era perché per colpa mia l’ippogrifo del guardiacaccia sarebbe stato ucciso. Mi colpì sia fisicamente che profondamente. Nessuna si sarebbe mai permessa di farmi una cosa del genere. Le altre avrebbero avuto paura. Ma Hermione non ha mai avuto paura.
Non raccontai mai quell’episodio a mio padre, per vergogna, per debolezza o, inconsciamente, per proteggerla. Posso solo immaginare cosa avrebbe fatto mio padre, gliel’avrebbe fatta pagare a lei e a Silente, dicendo che simili violenze non potevano essere permesse a Hogwarts, e sottolineando il fatto che fosse Babbana di nascita. Ma l’essere Babbana di nascita non scoraggiò mai Hermione. Anzi. Era sempre la migliore della classe. Un’insopportabile Sottuttoio che mi stregò senza rendermene conto.
 
Al quarto anno ci fu il Torneo Tremaghi, con annesso il tradizionale Ballo del Ceppo. Lei era bellissima nel suo abito azzurro ma io ancora ero inconsapevole. L’ho trattata sempre male. Ero invidioso, ero uno stupido, un viziato e un vigliacco. Sono ancora un vigliacco.
 
Non saprei dire per quale motivo decisi di dirle tutto. Forse perché era un periodo in cui andava tutto male, in cui avevo una grandissima responsabilità sulle spalle, ero disperato e avevo bisogno di dirlo a qualcuno, di avere un conforto, un aiuto.
Approfittai di un momento in cui era da sola e girava per i corridoi come al solito con una pila di libri tra le braccia e quell’aria di saper sempre cosa fare.
“Granger!”- le urlai mentre stava per svoltare un corridoio. Si girò di scatto e quasi fece cadere i libri quando cercò di prendere la sua bacchetta e puntarla contro di me, sulla difensiva. “Cosa vuoi, Malfoy?”- mi disse. Forse aveva notato il mio viso pallido e stanco, e gli occhi lucidi per il pianto di poco prima nel bagno di Mirtilla Malcontenta, perché il suo tono non sembrava aggressivo.
“Niente, volevo solo parlarti…” e la convinsi a entrare in un’aula vuota, anche se era molto diffidente e perplessa e non aveva ancora posato la bacchetta. Dato che lei non parlava iniziai io: “So che ti può sembrare strano quello che sto facendo, sembra strano anche a me. Non sto vivendo un momento felice, te ne sarai accorta anche tu da come sono ridotto fisicamente e dal fatto che da un po’ vi sto lasciando in pace”. Nei suoi occhi c’era uno sguardo interrogativo, come quando non capiva bene un passaggio di una lezione. “Ecco, Hermione, io sono diventato un Mangiamorte” – mi scoprii il braccio, mentre lei strinse più forte la bacchetta, come in attesa – “perché non ho potuto evitarlo. Sono troppo codardo per andare contro a mio padre, ho troppa paura di Lui, paura che faccia del male a me e alla mia famiglia. Sono stato scelto, Hermione! Sono stato scelto per uccidere Silente!”. Non potei fare a meno di notare la sua espressione sconvolta. Era senza parole, forse per la prima volta in vita sua. Non sapeva cosa fare, il mio comportamento era senz’altro inspiegabile. Così continuai: “Se non lo farò, Lui ucciderà me e la mia famiglia. Non posso rifiutare, capisci?”. “Oh, Draco! Ma noi ti possiamo aiutare! Racconta tutto a Silente, lui ti può proteggere, proteggerà tutta la tua famiglia!” – finalmente aveva trovato le parole, come potevo immaginare. “No, Hermione, non funzionerà, Lui ci troverà, ci troverà comunque, così come ha trovato tutti i Mangiamorte pentiti, e tutti quelli sotto la protezione di Silente! E poi c’è mia zia Bellatrix, non esiterebbe a consegnarci all’Oscuro Signore pur di avere le Sue grazie! No, non posso… Non posso tradire la mia famiglia, loro non approverebbero mai, anzi, se sapessero che te ne sto parlando ora…” . Hermione sembrava comunque confusa, non capiva il vero motivo per cui le stavo raccontando tutto, ma allo stesso tempo avrebbe voluto correre da Silente per dirglielo, così ripresi a parlare: “Hermione, non dovrai raccontare a nessuno di questa conversazione, nessuno dovrà sapere ciò che ti ho rivelato, né tantomeno che io e te abbiamo parlato…” – “Ma, Draco, perché non vuoi che gli altri conoscano la parte migliore di te? Se racconterai tutto, darai dimostrazione di grande coraggio! Sii coraggioso!”, Hermione era quasi supplicante. “Io non sono coraggioso!”. Quasi le urlai, così lei fu costretta a tacere. “Non sono coraggioso. Se fossi coraggioso ti avrei detto prima che sono innamorato di te, che sono anni che penso solo a te, che mi compari in sogno, tutte le notti, mentre quando ti ho davanti riesco solo a insultarti e vorrei uccidere Potter e Weasley perché possono stare vicino a te tranquillamente! Io ti amo! Sono ossessionato da te, dalla prima volta che ti ho vista, eppure ho sempre agito da vigliacco e da idiota. Non mi meriti e io non avrei dovuto dirti tutto questo” – la faccia di Hermione era, se possibile, ancora più sconvolta e confusa, ma credevo di averla vista sorridere impercettibilmente mentre le dicevo che l’amavo – “E’ per questo motivo che ora dovrò fare questa cosa”. E senza nemmeno darle il tempo di reagire o di parlare, mentre una lacrima solcava il mio viso smagrito, pronunciai:
 
“Oblivion”.
 
 
La mia codardia mi impedì di reagire quando, un anno dopo, Hermione si trovava in casa mia e zia Bellatrix la torturava. Ero paralizzato. Lei era lì, per terra, e soffriva. Temetti il peggio, ma poi per fortuna arrivò il nostro vecchio elfo domestico e salvò lei e i suoi amici. Ero sollevato, ma avevo buttato al vento un’altra occasione per redimermi. Ero un egoista. E quando più tardi la guerra finì, mi ritrovai da solo, con mio padre e mia madre, mentre lei stava con Weasley. Era felice e non ricordava nulla di quel giorno. Era felice e io non osai mai più parlarle. Ma continua ad apparirmi in sogno ogni notte. Ed io, ad ogni risveglio, mi ritrovo con il cuscino bagnato dalle lacrime. Perché sono un vigliacco, come mio padre, e sempre lo resterò.
   
 
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