Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: CHAOSevangeline    24/05/2015    1 recensioni
{ Newtmas | School!AU }
A ricreazione, Thomas realizzò due cose: la prima, che era riuscito a sopravvivere fino a quel momento; la seconda, che Newt aveva tutta l’aria di essere il boss di quella classe.
Non appena gli aveva stretto la mano era stato come se tutti – e ci teneva a sottolineare tutti – avessero deciso di accettarlo nel loro branco.
Da un certo punto di vista Thomas ne era felice, ma dall’altro non poteva fare a meno di domandarsi dove fosse finito.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
#Capitolo 9
Oppure
“Si va in scena… o forse no.”
 
 
« Oh, Romeo, Romeo, perché sei tu Rome-… Tommy, finiscila di ridere! »
Si trovavano in una situazione così assurdamente tragica, che l’unica cosa che Thomas poteva fare era ridere.
Per diversi giorni aveva giurato a sé stesso che al momento delle prove non avrebbe riso in faccia a Newt, ma quando aveva cominciato ad abituarsi – o meglio, rassegnarsi – all’idea che quei ruoli toccassero proprio a loro due non aveva potuto far altro che prendere la cosa con quanta più filosofia possibile.
Certo, non che la parte difficile fosse sua: non era lui a recitare nei panni di una donna, dopotutto.
Dato il paradosso in cui lui e Newt si erano trovati, Thomas aveva cercato di rassicurarlo dicendogli che di certo non avrebbero dovuto preoccuparsi, che sarebbe stato deciso qualcun altro per interpretare dei personaggi tanto conosciuti come Romeo e Giulietta; magari alla fine dell’anno sarebbe stata una coppietta felice ad esibirsi sul palco, e non loro due.
Si erano però dovuti ricredere quando avevano scoperto che il progetto di teatro era stato affidato a un professore esageratamente progressista, che aveva preso decisamente a cuore l’idea che Giulietta venisse interpretata da un ragazzo.
Non che Thomas avesse qualcosa contro ciò che l’insegnante professava, anzi, ma sentirlo tanto convinto di dare un enorme contributo alla civiltà aiutando un ragazzo – che per altro nemmeno voleva – a interpretare un personaggio femminile, lo spingeva a sorridere.
E a non fermarsi più.
« Va bene, facciamo una pausa. Thomas, mancano tre giorni allo spettacolo, quindi vedi di smetterla di ridere in faccia a Newt: ci vuole coraggio per fare ciò che sta facendo lui! »
Il professore rimproverava sempre Thomas per quella che probabilmente veniva vista come una mancanza di tatto nei confronti di Newt, che ora si apprestava a scendere l’improvvisata scala usata come scenografia.
Non appena il professore ricevette un cenno d’assenso compunto solo per finta, si allontanò.
« Tommy, se mi ridi ancora in faccia non so se eviterò di colpirti con una scarpa », lo rimproverò Newt prima di incrociare le braccia al petto.
« Oh no Giulietta, non colpirmi con la tua scarpa! »
Giulietta che si arrabbia con Romeo e lo colpisce con una scarpa era per Thomas una cosa decisamente divertente, ma ormai non sapeva più cosa potesse non esserlo.
Un po’ meno divertente fu il pugno – seppur leggero – con cui Newt lo colpì al braccio.
« Smettila, hai iniziato ad avere lo stesso umorismo idiota di Minho », borbottò.
Thomas che scherza è un avvenimento decisamente singolare, quasi da annuario, ma mettendosi un po’ nei panni di Newt è facile capire quanto in un momento simile la cosa possa passare in secondo piano. Per questo Thomas decise di smetterla di prenderlo in giro.
« Scusa, ma alle volte fai delle espressioni così infastidite mentre recitiamo che non posso evitare di sorridere », si giustificò. « Se poi penso che il professore ha considerato il fatto che tu sia qui come un coming out-… »
No, era inutile. Non riusciva in nessun modo a smettere di punzecchiare Newt.
« Attento, io potrei dire che tu con me hai già fatto coming out. »
Improvvisamente Thomas divenne serio e le guance avvamparono con così tanta forza da fargli desiderare di nascondersi.
Sapeva fin troppo bene a cosa si riferiva Newt e se solo non avessero stentato tanto a parlarne, quasi certamente avrebbe ribattuto con prontezza.
Si accorse che anche il sorriso sornione sul volto dell’amico era sparito; probabilmente anche lui si era reso conto di aver toccato un tasto dolente.
« Questo è sleale. Ti ho baciato solo per colpa di una scommessa. »
In parte stava mentendo. Ma solo in parte, si ripeté nella testa.
« E tu sei sleale a prendere in giro me, che sono stato incastrato », puntualizzò Newt.
Vincere contro di lui a parole era impossibile; sapeva sempre cosa dire per smontare i ragionamenti di Thomas e, dopotutto, lui non opponeva alcuna resistenza.
« A proposito », cominciò proprio Thomas. Cambiare discorso era la cosa migliore: se si fosse ricordato troppo a lungo di quel bacio, recitare con Newt sarebbe diventato ancor più imbarazzante, e lui era riuscito troppo bene a non pensare a cosa sarebbe accaduto, a cosa avrebbe detto tutta la scuola e a quanto qualche idiota li avrebbe presi in giro, come già facevano alcuni elementi come Gally.
Gli sarebbe piaciuto scoprire cosa ci fosse stato per Newt dietro a quel bacio, però.
« Sì? »
« Ancora non mi hai spiegato come hanno fatto a incastrarti, di preciso. »
La seconda arma di Newt, per essere certo di vincere, era chiudersi a riccio, come decise di fare in quel momento.
« E’… una storia troppo lunga », si affrettò a dire. « Vado a mangiare prima di dover tornare su quella maledetta scala. »
Thomas rimase a fissarlo mentre si allontanava: il suo unico pensiero fu che si trattasse di una storia davvero troppo imbarazzante per essere rispolverata.
 
Era la sera dello spettacolo e Thomas voleva essere dovunque fuorché lì.
Mancava meno di un quarto d’ora all’alzata del sipario e lui era già pronto, contro ogni aspettativa – di solito truccatori, stilisti e attori sono sempre di corsa prima di andare in scena, glielo avevano insegnato i film. L’unica cosa che aveva tralasciato era il trovarsi nell’aula magna della scuola, dove c’era spazio per forse cento persone, e non in un teatro di Broadway.
Si era appena visto allo specchio e si sentiva ancor più ridicolo di quando aveva provato il vestito la prima volta; perché in passato gli uomini si mettevano quelle calze imbarazzanti?
« Buonasera Shakespeare in Love. »
La voce di Minho era l’ultima che Thomas sperava di sentire; anche se forse una presenza amica l’avrebbe aiutato a lenire la sofferenza provocata dall’incontrollabile ansia, di certo Minho che lo prendeva in giro non avrebbe migliorato la situazione.
« Non interpreto Shakespeare, e Newt sarà Giulietta, non Lady Viola. »
« Posso ammettere che questa battuta mi sia venuta male, ma era solo la prima alternativa che ho trovato per non salutarti prendendo in giro quelli che dovrebbero essere i tuoi… pantaloni. » Detto questo tirò un lembo delle calze che Thomas aveva appena finito di guardare. « Ma siamo seri? Fossi stata Giulietta non mi sarei lasciata rimorchiare da uno conciato in questo modo. »
« Potresti evitare di prendermi in giro? E’ l’ultima cosa che mi serve in questo momento. » Dopo una piccola smorfia di Minho, Thomas continuò. « A proposito, ancora non ho visto Newt. »
Quando Thomas era arrivato, il professore l’aveva subito rapito costringendolo a prepararsi e non era riuscito a salutare Newt. Tuttavia, aveva dato per scontato che fosse già lì.
« Effettivamente speravo di poter fare una battuta anche sulla sua sontuosissima gonna, ma non l’ho visto nemmeno io. »
Thomas impallidì.
Newt, l’unica persona veramente capace di renderlo tranquillo quando le cose andavano male, non c’era.
Sapeva che non l’avrebbe mai abbandonato lì, quindi o gli era successo qualcosa, o si era terrorizzato così tanto da rendere la situazione grave come nel primo caso.
Mancavano solo cinque minuti all’inizio dello spettacolo.
« E’ terribile! »
La voce del professore raggiunse lui e Minho come un fulmine.
« Newt ha chiamato e mi ha detto che sta male. Intossicato dal cibo di un maledetto fastfood! »
Il professore che strillava come una cornacchia aveva un effetto particolarmente esilarante per Minho, un po’ meno per Thomas, che si sarebbe solo voluto rannicchiare in un angolo e sparire.
In quel momento il suo telefono, che aveva infilato molto provvisoriamente nella cintola del costume per averlo con sé, vibrò.
Era Newt.
“Sono sul tetto, ma ufficialmente il cibo di un fastfood mi ha fatto male. Ho detto al professore che oggi a pranzo eri lì con me. Cogli l’attimo, Tommy.”
Essere diventato bianco come un lenzuolo per la paura non si sarebbe potuto rivelare più utile di così.
« Professore… », lo disse a mezza voce, attirando subito l’attenzione dell’uomo. « Penso che dovrò andare al bagn-… »
Si coprì la bocca con una mano e cominciò la corsa forsennata verso i bagni da cui non aveva intenzione di tornare.
Forse le sue doti teatrali esistevano, da qualche parte e quando sapevano tornargli utili.
Le scale della scuola non gli erano mai parse interminabili come in quel momento, ma quando riuscì finalmente a varcare la soglia del tetto, si ritrovò con un sorriso esageratamente felice stampato sul viso.
Newt era lì, seduto su una delle panchine che non entravano nell’enorme ripostiglio della palestra. Si voltò appena e lo guardò, abbandonando subito l’espressione vagamente preoccupata dovuta alla possibilità di essere scoperto.
Per Thomas tutta quella situazione seppe rivelarsi insolitamente emozionante; era corso lì per Newt, grazie a lui, e insieme stavano scappando da quella situazione. Quando cominciò a credere che la cosa fosse vagamente romantica, pensò che Romeo e Giulietta gli avessero fatto bere il cervello.
« Ah, ecco il mio sexy Romeo in calzamaglia. »
« Ah-ah, divertente. »
Thomas si finse offeso mentre raggiungeva Newt. Si sedette al suo fianco.
« Mi hai salvato la vita. »
« Lo so, troverò un modo per farti sdebitare », disse con tono scherzoso.
Thomas buttò indietro la testa e guardò il cielo già scuro per l’ora tarda.
« Da quanto avevi deciso di usare una scusa? »
« Non l’avevo deciso », cominciò. « Quando sono venuto a scuola mi sono chiesto chi me lo avesse fatto fare e sono corso qui facendo attenzione a non essere visto. Ho pensato un po’, mi sono detto che ero un codardo e poi ho anche deciso che non mi interessava. Fortunatamente ho abbastanza fantasia per inventare scuse non troppo evidenti e ho salvato entrambi. Così sono riuscito a fare quello che volevo fin dall’inizio senza ridicolizzarmi troppo. »
« Ti sei guadagnato il titolo di supereroe », ridacchiò Thomas. Si rese conto allora dell’insolita frase con cui Newt aveva terminato il proprio discorso; non ci avrebbe dato troppo peso in condizioni normali, ma l’istinto gli disse che non era cosa da tralasciare. « Aspetta, cos’è che sei riuscito a fare? »
Ogni dettaglio delle azioni di Newt parve amplificarsi agli occhi di Thomas; il ragazzo stava stringendo in modo vagamente nervoso uno dei tubi di ferro che componevano la panchina e vedeva che i suoi occhi non erano sereni. Lo conosceva abbastanza bene da poterlo affermare con sicurezza.
« Beh, penso che ormai sia il momento di dirtelo », cominciò. « Non mi avevano incastrato, per fare la parte di Giulietta. »
« Eh? »
« E’ così. Nessun ragazzo voleva fare Romeo, così hanno sorteggiato il nome e hanno chiamato te. » Newt stava iniziando a prendere colore. « L’ho saputo subito perché… beh, sai che vengo sempre a sapere tutto e subito. Quindi mi sono offerto io per Giulietta. »
Quel ragionamento avrebbe avuto un senso solo se Thomas fosse stato in grado di convincersi che l’intenzione di Newt fosse di non farlo recitare con una ragazza per evitargli imbarazzo certo, ma era ovvio che la spiegazione non fosse quella. Dopotutto, Thomas non voleva nemmeno che fosse quella.
« E perché l’avresti fatto? »
« Non sei proprio capace di leggere tra le righe, eh? Devo dirti tutto », sbottò.
Thomas gli avrebbe volentieri risposto per le rime, ma rimase in silenzio.
« Ero geloso. »
« Eri geloso. »
« Non serve che tu ripeta tutto quello che dico. Non credere che trovarsi nella mia situazione sia facile! »
Thomas si sentiva in modo strano. Era lusingato, in imbarazzo, ma soprattutto felice.
« Ti è più facile continuare a parlare da solo, o devo proseguire con l’interrogatorio? »
Tra i molti pregi di Thomas, c’era il voler avere sempre tutti i pezzi della situazione. Il suo quadro generale doveva essere sempre il più completo possibile e quella volta voleva che Newt gli dicesse tutto, anche il dettaglio più insignificante: avrebbe deciso lui, poi, se effettivamente lo era.
Newt sospirò e fece un leggero cenno prima di riprendere a parlare.
« Speravo di non dovertelo dire perché ehi, so che probabilmente farò un buco nell’acqua e le cose diventeranno troppo imbarazzanti. Magari non mi vorrai nemmeno più parlare. »
« Se non so perché, non posso decidere se parlarti o no. »
« Un attimo, ci sto arrivando! » esplose Newt, ancora. « Quando mi hai baciato, a casa mia, ho sperato che non si trattasse solamente di una scommessa. C’erano momenti in cui ero convinto di avere ragione, altri in cui mi dicevo che tanto ti interessava Teresa. Poi se non pensavo a questo, mi ripetevo che io sono un ragazzo e quindi non sarebbe successo nulla. »
Il fiato di Thomas era sospeso. Era una sensazione strana ignorare qualsiasi pensiero e attendere solo che Newt dicesse ciò che sperava di sentire.
« Il fatto è che mi piaci, Tommy. Tanto. »
Thomas pensò che la cosa più spontanea da fare in quel momento fosse svenire; non c’era davvero un modo con cui potesse esprimere tutto ciò che provava e lui di certo era la persona meno adatta a scoprire nuovi tipi di manifestazioni sentimentali.
« Ah. »
Fu tutto ciò che gli uscì dalle labbra, ma non se ne rese quasi conto. Realizzò ciò che aveva detto solo quando si immaginò Newt che se ne andava, ferito con ogni ragione dalle sue parole.
« Cioè no, fermo, aspetta. »
Thomas afferrò la mano di Newt, stringendola.
« Tommy. Non mi sono mosso, anche se la tua reazione non è stata delle migliori. »
« Non fare quella faccia delusa, è solo che devo riordinare i pensieri e non è facile », si giustificò.
« Se è un modo carino per dirmi che vuoi che rimaniamo solo amici, non ti preoccupare: dillo e basta. »
In quel momento Thomas comprese quanto brutto fosse non essere capito e si pentì per aver incalzato Newt così tanto da rendergli quella confessione ancor più difficile di quanto già fosse.
« Newt, sto realizzando veramente solo in questo momento di essere gay, cosa che da idiota ho ignorato pur essendomi trastullato con pensieri su di te da quando sono stato a casa tua. Fammi trovare le parole giuste per dirlo a me stesso e a te. »
Le guance di Newt, che avevano cominciato a tornare della propria consueta carnagione, si tinsero ancora di rosso.
« Con che pensieri ti sei trastullato, di grazia? »
« Non hai capito nulla! » Thomas sbottò, diventando del suo stesso colore.
A quel punto Newt rise, perché era davvero la cosa migliore da fare. Una risata isterica, forse, ma pur sempre una risata.
« Mio Dio, ancora non so di preciso cosa vuoi dirmi, ma la situazione è già disastrosa! »
« Scusa se mi piaci abbastanza da mandarmi in tilt il cervello. »
Per Thomas fu quasi come strappare un cerotto, solo che non fece male. Si sentì subito più leggero e si rese conto che tutte le questioni irrisolte che riguardavano Newt avevano trovato il loro posto e il loro perché.
Lo sguardo di Newt si fissò nel suo. Erano entrambi imbarazzati, troppo imbarazzati, ma non guardarono altrove neanche un secondo.
« Sai, Tommy, visto che devi sdebitarti per il mio salvataggio, ora ci starebbe un bacio. »
Thomas lo guardò in silenzio, si schiarì la voce e raccolse tutta la propria audacia.
« Visto che l’ultima volta ti ho baciato io sarebbe carino che ricambiassi il favore, sai? »
Newt lo guardò e gli sorrise appena, facendo un leggero cenno.
Si sarebbe potuto vantare di essere stato lui a dargli il loro vero primo bacio.


- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Ed ecco svelato il mistero circa il perché proprio a Newt fosse toccata la parte di Giulietta.
Sono esageratamente felice di questo capitolo, perché vedere un po' di fluff riguardate questi bambini, anche scritto da me, mi rende felice. Se ne meritano tanto ;_; Fra l'altro è uscito qualche giorno fa il trailer di Scorch Trials e non posso far altro che pensare quanto, da ora, i feels peggiori cominceranno a farsi vedere.
Che dire, al solito mi dispiace aver impiegato più di un mese per aggiornare, ma finalmente manca poco alla fine della scuola e posso dire con certezza che quest'estate mi impegnerò ad aggiornare più assiduamente.
Oltre a questa storia, poi, ne posterò un'altra. Sempre Newtmas, sempre AU, solo più seria e con capitoli più lunghi (anche questo lo è stato però uvu). Già sta prendendo forma su word e spero di poter postare presto un primo capitolo <3
Chiuso l'angolo pubblicitario, spero di sentire i vostri pareri nelle recensioni, che sono davvero curiosa **
Alla prossima!

CHAOSevangeline
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: CHAOSevangeline