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Autore: ANormalGirl    24/05/2015    3 recensioni
Brighton, East Sussex.
Madison Fray ha vent'anni. Frequenta l'università, ha una migliore amica e un fidanzato.
Crede che nella sua vita tutto giri nel verso giusto, che nulla può sconvolgere quell'equilibrio tanto perfetto, forse troppo e si sa che il troppo stroppia.
Ben presto si trova a fare i conti con Shannon, la sua migliore amica che ormai ha preso una strada buia e tortuosa.
Ed infine con Jamie, il quale le farà aprire gli occhi su Sean, il suo ragazzo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jamie Campbell Bower
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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For what's the use in pressing pamls 
When children fade in mother's arms 
It's a cruel world 
We've so much to loose 
And what we have to learn we rarely choose 


 




 
Alzai il cappuccio delle felpa bianca che fuoriusciva dal giubbotto di pelle e infilai le mani in tasca.
La pioggia aveva iniziato a cadere sulla città di Brighton. 
Era da ben quattro giorni che non parlavo con Jamie. Eravamo tornati ad essere due completi estranei e a mala pena ci guardavamo quando, involontariamente, ci incontravamo nei corridoi. 
La mia vita si era trasformata in una specie di odiosa giostra dalla quale non riuscivo più a scendere. Giravo, giravo in continuazione senza mai arrivare alla fine.
Shannon mi continuava a ripetere che con Lucas andava tutto bene ma io, in cuor mio, sapevo che non era così. I suoi occhi erano perennemente tristi e i suoi viaggi mentali mi facevano capire che nella sua testa c'erano fin troppi pensieri. 
Michael si comportava in modo strano. Saltava le lezioni per passare la giornata chiuso in biblioteca o in camera sua. Ma io ultimamente mi ero chiusa in me stessa, ignorando tutto quello chi mi circondava. Mi incolpavo per essere stata un'illusa a credere che tra me e Jamie potesse nascere qualcosa. Avevo smesso di curarmi dei miei amici, ignorando ogni campanello d'allarme.
L'unico che in tutto questo sembrava stesse davvero bene era Sean e in un certo senso lo invidiavo, era amato e amava. Non c'era cosa migliore.
Passai davanti ad una vetrina e mi fermai ad osservare non quello che conteneva ma il mio riflesso. Mi morsi il labbro per trattenere le lacrime e ripresi a camminare.
Improvvisamente un'auto si fermò a lato della strada.
<< Ehi! > sentii. Mi voltai e vidi Sean affacciato al finestrino.
<< Sean, ehi! >> esclamai fermandomi sotto alla pioggia e stringendomi nelle spalle.
<< Perchè non sali? Sta iniziando a piovere forte >> continuò facendomi cenno di salire a bordo.
<< Devo passare a ritirare i costumi di Halloween e... >> non riuscì nemmeno a finire che Sean m'interruppe.
<< Non c'è nessun problema >> sorrise gentilmente.
Mi guardai attorno e poi accettai.
Passammo da DonnerCost. e dopo aver ritirato i costumi andammo verso il campus. Sarei dovuta passare con Mick ma mi aveva mandato un messaggio, dicendomi che non stava bene. Il che all'inizio non mi insospettì più di tanto, Mick negli ultimi giorni dava scuse assurde pur di non uscire dalla sua stanza.
<< Vai pure al dormitorio maschile. Devo passare da Michael a lasciargli il suo costume >> dissi. 
Sean annuii e poco dopo stavamo salendo le vecchie scale.
Ci fermammo davanti alla porta della stanza del mio amico. Posai la mano per bussare ma mi resi conto che questa era semplicemente accostata. Guardai Sean perplessa e lui fece lo stesso. Aprii lentamente la porta ed entrai. La luce era spenta e la pioggia che batteva contro i vetri veniva proiettata sulla parete creando un'atmosfera cupa. Un brivido mi percorse la schiena.
<< Mick? >> dissi guardando la stanza. Involontariamente mi cadde l'occhio verso la porta del bagno e il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
<< Michael! >> gridai in preda al panico. Gettai il suo costume da zombi a terra e corsi in bagno. 
Michael stava seduto a terra con la testa contro il water. I suoi occhi erano semi aperti e le sue braccia cadevano prive di forze. Nella mano destra vidi un flaconcino arancione con all'interno due pillole azzurre.
<< Cazzo! Chiama l'ambulanza! >> mi ordinò Sean. Afferrò Mick, gli aprì la bocca e velocemente infilò due dita al suo interno.
<< Sta arrivando! >> dissi. Michael iniziò a tossire
<< Cazzo, Micheal! >> continuò Sean cercando di farlo vomitare. 
<< Guardami! Non chiudere gli occhi Michael, l'ambulanza sta arrivando! >> sentivo dirgli.
Mi portai le mani tra i capelli e in uno stato di shock mi lasciai cadere lungo lo stipite della porta. Improvvisamente tutto attorno a me iniziò a muoversi al rallentatore. Vidi i paramedici far capolino nella stanza per poi uscire con Michael disteso, quasi privo di sensi, su una barella. Sean mi allungò una mano aiutandomi a rialzarmi da terra.
<< Andrà tutto bene Mad >> mi disse stringendomi a sè. Mi sentivo come in una bolla. Non riuscivo a capire quello che stava accadendo.
Sean ed io li seguimmo fino al cortile. La pioggia avevo smesso di cadere e nelle pozzanghere si riflettevano i lampeggianti dell'ambulanza. Diversi ragazzi si radunarono attorno al veicolo, bisbigliando qualcosa. Cercando di dare una spiegazione a quello che stava accadendo.
Mi voltai e vidi Shannon accasciarsi a terra in lacrime mentre Lucas cercava di tranquillizzarla. Improvvisamente capii che i problemi che avevo con Bower erano solo grandissime cazzate.
Vidi le porte della vettura chiudersi e poi sfrecciare a via tutto gas.
<< Ti porto io all'ospedale >> mi disse Sean tirandomi verso la sua auto.

Portai le gambe al petto e appoggiai il mento su di esse. La corsia del Brighton Hospital era movimentata. Gente che entrava ed usciva da ogni stanza. Dalla grande vetrata potevo vedere il mare e il grigio cielo riflettersi in esso.
<< Forse è meglio se torni al campus Mad >> mi disse Sean sedendosi accanto a me. Scossi il capo.
<< Fino a quando non mi danno notizie di Michael io non mi muovo >> risposi fredda.
<< Hai passato qui tutta la notte >> continuò lui premurosamente.
<< No. Due ore fa ero seduta su quella sedia >> intervenni indicando una di quelle scomode sedie di plastica blu.
Sean posò la sua mano sulla mia spalla. 
<< Jamie dov'è? >> mi chiese ed io mi irrigidii ancor di più.
<< Non lo so e non m interessa >> replicai acidamente senza distogliere lo sguardo dalla porta oltre la quale si trovava il mio amico.
<< Okay beh...io ora vado. Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami >> mi disse gentilmente. Annuii sorridendogli e lo guardai fino a quando non svanì oltre le porte di metallo dell'ascensore.
Passò un ora ed io ero ancora seduta su quella scomoda e fredda sedia in plastica.
Sentivo gli occhi stanchi e le palpebre pesanti ma lottavo contro me stessa per non cedere.
<< Ciao >> sentii una voce roca e spezza. Voltai il capo e gli occhi azzurri di Jamie mi trafissero il cuore.
<< Cosa ci fai qui? >> chiesi infastidita. 
<< Volevo sapere come stava Mick >> mi rispose. Scossi il capo e sogghignai amareggiata.
<< Non lo so come sta per cui fammi un favore: vattene >> dissi scorbuticamente.
<< Madison... >>
<< Jamie io ti odio in questo momento okay? Ti odio perchè quando avevo bisogno di te, tu non c'eri >> continuai con le lacrime agli occhi. Bower abbassò lo sguardo.
<< Ero a Londra Madison. L'ho saputo circa due ore fa da Sean >> 
Sean aveva chiamato Jamie? Ma in che razza di mondo stavo vivendo? 
<< E qual'è la scusa per gli altri giorni? >> chiesi acidamente portando le braccia al petto.
Jamie mi guardò, si inumidì le labbra.
<< Mi dispiace Mad. Mi dispiace così tanto ma ho fatto quello che ho fatto per un motivo valido, stupido, ma valido credimi >> mi disse cercando il contatto con i miei occhi che però rimasero ben saldi verso il pavimento.
<< Se vuoi che ti creda spiegami >>
Jamie fece una pausa di alcuni secondi, lo sentii sospirare e poi lasciarsi cadere del tutto sulla sedia.
<< Hanna Lewis. È stata la mia ragazza per ben cinque anni. Ci fidanzammo in prima liceo ed io l'amavo con tutto me stesso >>
<< Mi fa piacere >> commendai sarcastica.
<< Si beh, lei scelse l'università di Manchester e avere una relazione a distanza sarebbe stato complicato. Ma noi avevo tanti progetti: volevamo prendere casa insieme ed io volevo fare domanda nella sua stessa università. Ero disposto a mollare la musica e le serate nei locali pur di stare con lei. Una mese dopo che l'anno scolastico iniziò andai a trovarla visto che non avevo ancora avuto il trasferimento. Arrivai a Manchester e quando mi presentai davanti alla sua stanza la compagna mi disse che era fuori con il suo ragazzo >> si fermò. Con la coda dell'occhio lo guardai, notai gli occhi leggermente umidi e vidi la sua fragilità.
<< Andai alla caffetteria del campus e la vidi baciarsi appassionatamente con Scott Martin, è per questo che sono andato via >> finì.
<< Ma io cosa c'entro? Io non sono Hanna >> commentai tornando a guardarlo.
<< Madison ... >> non lo lasciai nemmeno finire che mi alzai di scatto dalla sedia.
<< No, basta! Ora sono io che voglio parlare con te! Vattene! >> dissi tremando.
Lui mi guardò con gli occhi lucidi ed io distolsi lo sguardo.    
<< Jamie va via >> dissi di nuovo.
Bower abbassò il capo e annuì. Lentamente si alzò dalla sedia e mi guardò con occhi di chi stava soffrendo.
<< Spero solo mi darai un'occasione per spiegarti >> esclamò sotto voce. Girai il capo e mi strinsi nelle spalle portando le braccia al petto.
Una lacrima scivolò lungo la guancia. Mi voltai verso le ampie finestra ed osservai i gabbiani sorvolare la città. 





*Spazio autrice*
Buona sera gente!
Tra i numerosi impegni sono riuscita a pubblicare il capitolo.
Vi chiede scusa per metterci così tanto ma ho un sacco da fare.
Spero comunque che vi possa piacere.
Fatemi sapere che ne pensate.
Bacioni.
El.
  
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