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Autore: Tony Stark    24/05/2015    2 recensioni
Solo tre anni sono passati da quand Chris Redfield è stato fermato, ma una società che sembra apparsa dal nulla lo risveglia dal suo sonno. La battaglia ricomincia...
[[Attenzione!! Per capire questo racconto dovrete aver già letto You are Infected 2: Il ritorno dell'Incubo]]
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Claire Redfield, Nuovo Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You are Infected Series'
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                   You are Infected 3: La fine di un Incubo

                  Capitolo 6: Devi pagare il dazio, se vuoi passare (Italia, Roma)

 
“Capitale del mondo m'hanno chiamato,
Grandi strutture ho ospitato,
Imperatori per le mie strade han camminato,
Son stata incendiata e saccheggiata ma niente m'ha mai eliminato.”

- Livello Underground 8, Alloggio personale del Drago, Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York

Il Drago era ancora sotto il controllo di Victor, ma Chris combatteva contro quell’oppressione che voleva renderlo il pupazzo di Victor. Lui era il Tyrant Supremo e nessuno, men che meno uno stupido umano, avrebbe potuto controllarlo.

Gli occhi prima spenti e vuoti del Drago, brillarono debolmente… Chris Redfield stava tornando.

- Livello Underground 4, Laboratori, Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York

Uno strano trillo provenne dal computer connesso ai soppressori emozionali del Drago,

“WARNING:
Emotional suppression: off
Total conditioning status: 60%

Warning!
Recalibrate emotional suppressors


Greg lesse sconvolto le informazioni, come faceva Chris a battere i soppressori emozionali? Dovevano riportarlo nel laboratorio e ricalibrare i soppressori, o avrebbero perso il controllo che avevano sul Drago… E non potevano permetterselo.

-H.Q. della G.A.A.B., Washington D.C.

Non avrebbero sbagliato stavolta, ora li avrebbero fermati.

-Q.G. dei Tεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York

Victor non voleva ascoltarlo, era sicuro che il Drago non si sarebbe opposto. Che lui fosse semplicemente esagerato nel preoccuparsi, così tanto… ma Greg sapeva che così facendo avrebbero perso il Drago che nel frattempo era stato mandato in missione.

-Roma, Italia

Daniele Francazzi, direttore della filiale italiana della G.A.A.B., capì immediatamente a quale città si riferisse l’enigma era proprio Roma… ma gli americani erano così idioti da non capire la semplicità degli enigmi dei Figli del Drago.

<< Signore dobbiamo riferirlo alle altre filiali? >> chiese Ronaldo Basile, addetto alle comunicazioni interne ed estere della filiale italiana.

<< No, ce ne occuperemo noi di questi terroristi >> rispose il direttore, forse troppo sicuro.
Anche se non sapeva, come tutte le altre filiali, come i Figli del Drago attaccassero.
Forse erano fin troppo sfrontati, ma presto avrebbero avuto ciò che si meritavano.

- Livello Underground 4, Laboratori, Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York

Greg non smetteva di preoccuparsi nel vedere la percentuale del condizionamento totale che continuava a calare. E se non avessero agito presto ogni controllo che avevano sul Drago sarebbe sparito. E non sarebbe stato un bene per loro.

-Roma, Italia

Il Drago come sempre attendeva l’ordine d’attaccare.
Al contrario del quartier generale parigino, quello italiano aveva un che di spettacolare… forse dovuto al fatto che era uno degli edifici storici ad essere stato adibito a Q.G.

Il quartier generale venne tagliato fuori da ogni contatto con l’esterno,

<< Siete pronti? Facciamo vedere a questi bastardi di cos’è capace la G.A.A.B. >> disse il direttore, mentre Luigi Borgoverde e gli uomini che avevano visto il Q.G di Parigi temevano il loro destino. Sapevano cosa il Tyrant dei Figli del Drago avrebbe fatto loro.

Il buio avvolse il quartier generale, rendendo terrificanti le ombre delle statue nella hall del primo piano, che era illuminato dalle torce dei fucili degli agenti. L’alto soffitto dell’edificio d’età romana faceva rimbombare ogni suono anche il più flebile.

Non sentirono alcun passo contro il pavimento di marmo, ma solo quello che pareva essere il suono di una risata crudelmente divertita. Mentre due punti rossi si intravedevano nel buio.
Illuminando nel loro bagliore un viso, per metà coperto da una maschera nera.

Nel momento esatto in cui il direttore, Daniele Francazzi, riconobbe le caratteristiche di quell’essere la sua sicurezza crollò… quello era Christopher Redfield, il nemico numero uno della G.A.A.B., nonché il Tyrant più forte che fosse mai stato creato.

Sorrise il mostro, osservando tutti quegli agenti con i suoi occhi di fuoco. Sapeva che presto li avrebbe uccisi tutti.

-Q.G. dei Tεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York

Ricky si era oramai abituato a passare il suo tempo con Jonas, visto che ultimamente non è che ci fossero tante missioni… per loro almeno, il Drago non rimaneva, mai, nel quartier generale per più di qualche settimana.

Jonas era sempre lo stesso calmo, controllato e piuttosto tranquillo. Forse il suo aspetto non era più quello che ricordava, ma almeno non si era trasformato in un mostro come il Drago, dall’aspetto umano ma che in realtà di umano non aveva nulla.

Un attimo e vide lo sguardo di Jonas diventare viola, l’azzurro sparire del tutto inghiottito da quel colore. Lo vide correre verso di sé, e riuscì per poco ad evitarlo. Bloccò la sala, in cui si trovavano loro due, non voleva che Jonas ferisse qualcun altro.

Era Alexia, di nuovo, lo stava controllando.

<< Jonas, smettila! Lei non può obbligarti a seguire il suo volere, lei non è la tua Regina! >> gli gridò, evitando un altro colpo del Tyrant. Sapeva che finché Alexia avesse avuto il controllo, Jonas non si sarebbe fermato. E lui non si sarebbe risparmiato. Prese la pistola, per quanto sapesse che tale arma non era in grado di fermare un Tyrant ma era l’unica che avesse al momento.

Un altro scatto, uno sbuffo infuocato si liberò dalla ferita provocata dal proiettile. Ma il Tyrant non si fermava… gli era oramai vicinissimo, Ricky sapeva di non poter evitare il colpo.
D’improvviso Jonas si fermò, il viola che svaniva dai suoi occhi. Aveva ripreso il controllo.

-H.Q. della G.A.A.B., Washington D.C.

Tutti i computer del Q.G. americano della G.A.A.B. erano stati bloccati, sullo schermo di ognuno di essi si ripeteva una piccola sequenza video. La prima scena di questa rappresentava: un ragazzo sorridente attorno a lui c’era un campo fiorito, l’inquadratura si spostava sul viso del ragazzo mentre tutto attorno a lui appassiva e marciva.  Poi vi era un intermezzo nero che durava un minuto, più o meno, e dopo questo si presentava la seconda scena: vi era lo stesso ragazzo della prima attorno a lui tutto era marcito, l’inquadratura si avvicina man mano al viso del ragazzo mentre i suoi occhi grigio-blu si tingono di rosso.

Prima che il video si interrompa, prima dello stridio che indica la fine, è visibile un immagine che rappresenta il ragazzo sorridente del video i suoi occhi sono rossi e delle lacrime di sangue colano da essi.

Il blocco terminò, sul desktop di ogni computer c’è una cartella senza alcuna nomenclatura che si apre senza che alcun agente abbia toccato alcunché, all’interno della cartella ci sono due file: uno di tipo “.RTF” denominato “Find him” e l’altro è di tipo “.EXE” senza alcuna denominazione di sorta.

Nessuno degli agenti cliccò nulla, ma un documento si aprì su di esso vi era scritto “Come on! The game is started. Play with us. Find him. Find the horrible and cruel monster before he kills your agents

Non potevano fare altro che giocare con chiunque fosse riuscito ad hakerare i loro computer. Mentre tentavano di rintracciarlo.

-Q.G. italiano della G.A.A.B., Roma

Tutto era andato di male in peggio quando il Tyrant aveva cominciato ad attaccare, molti di loro si erano scoperti incapaci di reagire in tempo agli attacchi della creatura. Luigi Borgoverde e Gianfranco Solizi si erano invece dimostrati ottimi agenti, erano riusciti persino a salvare due loro compagni dalla presa del Tyrant.

Avevano scoperto il punto in cui il Tyrant pareva essere più sensibile al dolore, era il punto esatto da cui scaturivano i suoi tentacoli, bastava colpirlo lì e lui si sarebbe fermato sibilando di dolore. Prima di voltarsi repentino.

Daniele aveva dato l’ordine a tutti gli agenti, tranne Luigi e Gianfranco, di ritirarsi in modo da non intralciare gli unici che sapevano tener testa a quella cosa.

I movimenti del Redfield si erano fatti più rapidi, i suoi occhi di fuoco brillavano di rosso acceso e, persino, i movimenti dei suoi tentacoli si erano fatti più frenetici. Non si stava più muovendo seguendo un qualche schema, si muoveva come una belva furiosa, vogliosa solo di piantare gli artigli nelle carni della creatura che l’aveva infastidita.

La scarica incrociata dei due fucili semi-automatici lo colpì alla schiena, il Tyrant lanciò un grido tremendo, mentre i tentacoli si ritraevano tornando sotto pelle. Per un solo istante la luce negli occhi di Chris si spense. Prima che tornasse a brillare più forte che mai, si volto verso i due agenti. Più in fretta di quanto avesse mai fatto, prima quando ancora li sottovalutava.

<< Il nostro piccolo gioco finisce adesso >> ringhiò; Scattò verso i due agenti con una rapidità sorprendente, trapassando ad entrambi il petto con le mani artigliate. Ritirò le mani, lasciando che i due crollassero morti sul pavimento di marmo. Poi si voltò verso gli altri agenti rimasti.

<< Adesso è il vostro turno. >> ghignò.

-H.Q. della G.A.A.B., Washington D.C.

Il file “.EXE” apriva quello che sembrava tantissimo uno di quei vecchi giochi della Altari, un giochino inutile, o almeno questo sembrava a prima vista. Nel “mini gioco” non si poteva fare altro che non fosse avanzare in avanti. Man mano delle immagini apparivano, immagini che duravano un minuto l’una prima di sparire.

La prima immagine era quella del ragazzo sorridente del video.

La seconda immagine pareva una foto sfocata di qualcosa di rosso, molto rosso e sbavato.

La terza immagine rappresentava un ragazzo con le mani bloccate dietro la schiena, senza occhi.

La quarta immagine, era forse quella più disturbante, rappresentava una sorta di chimera, un essere umano con parti animali cucite addosso, e oltre a queste parti animali c’erano anche altri pezzi di corpo umano cucitigli sopra.

L’applicazione si chiudeva con un piccolo messaggio: “Remember he want to kill everyone, he will not spare no one”.

Non aveva senso… Non c’era un senso in questo gioco malato, a cui stavano partecipando.

-Q.G italiano della G.A.A.B., Roma

Si era liberato di tutti gli agenti in poco tempo, tranne che per Lorenzo Galazzi. Lo aveva afferrato per il collo, sbattendolo poi contro il muro. Lo aveva tenuto fermo e poi con forza gli aveva tirato il braccio, prima lussando la spalla, poi strappandolo via di netto. L’agente urlò.

Chris rise della sua sofferenza, gli occhi rossi che lo fissavano e poi con un gesto gli strappò anche l’altro braccio. Si stancò rapidamente dell’agente e infine lo uccise piantandogli un tentacolo nel cuore.

Ora non gli rimaneva che organizzare un bel “quadro” per gli agenti che sarebbero arrivati.

-H.Q. della G.A.A.B, Washington D.C.

Un altro documento si aprì nei computer degli agenti: “Bel lavoro! Vi siete meritati la vostra ricompensa… I Figli del Drago stanno attaccando Roma

Avvisarono le filiali più vicine, non sapendo che oramai era troppo tardi.

-Q.G. italiano della G.A.A.B., Roma

Non potendo chiedere aiuto alle filiali europee, avevano mandato due squadre dalle sub-filiali regionali, italiane.

Giunsero al quartier generale piuttosto in fretta. Ma era già tardi.

Entrarono nell’edificio, attenti ad ogni movimento o suono. Ma non c’era il minimo rumore se non un piccolo ticchettio.

Plick. Plick. Plick.

Sollevarono lo sguardo, le casse toraciche, scarnificate, di una decina di agenti erano state assicurate ai sostegni dei faretti che illuminavano la hall.

Armi e divise erano accumulati in una catasta in un angolo d’ombra, erano i pezzi inutili. Quelli che non erano serviti al… ai(?) mostri.

Illuminarono la hall con le torce dei loro fucili, e notarono una traccia di sangue prima sottile e poi sempre più spessa, che portava da qualche parte.

Portava di fronte ad una sorta di totem, un totem composto di arti umani, le teste erano state inserite fra gli spazi che si creavano nell’intreccio.  Alcuni di questi arti erano stati scuoiati, altri scarnificati.

E poi capirono a cosa erano serviti quei muscoli e quei lembi di pelle, si trovavano proprio sulla sommità del totem come sanguinolente ghirlande che avvolgevano nella sua interezza il totem.

Ai piedi del macabro totem c’era un registratore. Lo fecero partire.

Uhm, come potrei cominciare la mia presentazione? Oh, sì certo!
Salve miei cari agenti G.A.A.B., forse vi chiederete chi è che ha creato questa meravigliosa opera… sono stato io!

…Ma forse così sono troppo vago, sono io… Chris Redfield, tornato già una volta dall’inferno per uccidere chiunque si mettesse sul mio cammino.

Ora… non avrei mai fatto questa registrazione se non avessi voluto che mandasse alla mia dolce sorellina un messaggio da parte mia: Claire, Claire, Claire, mia dolce sorellina, ricordati che io torno e tornerò sempre solo per finire quello che ho iniziato…io ti ucciderò Claire!

La registrazione sembrava finire lì, ma dopo cinque minuti di ronzio statico, il Tyrant riprese a parlare. La sua voce era diversa, meno crudele più umana.

Io… Io non chi troverà questa registrazione, davvero mi dispiace. Non volevo farlo, ma lui, quella mia parte orribile, sì. Lui voleva farlo e io non sono riuscito ad impedirglielo.

Non so da quanto tempo non ho il controllo del mio corpo… e da così… così tanto.

Claire perdonami, quello che ho fatto non ero veramente io, era lui… era il mostro. Mi dispiace Claire.

Perdonami… perdonami… perdonami, sorellina mia. Io… non ci riesco… sta riprendendo il controllo… lo sento… non riesco più a controllarmi. Per… per…. Perdonami, sorellina”.

Il file audio venne inviato all’H.Q. di Washington che lo inviò alla diretta interessata. A Claire Redfield. Mentre il quartier generale italiano venne chiuso. Mentre riconoscevano gli agenti che erano stati uccisi e smembrati dal Redfield.

-Racoon City

Claire ricevette il file audio e immediatamente lo ascoltò, la prima parte la lasciò indifferente conoscendo quel mostro orribile che era diventato suo fratello. Ma non appena udì la seconda parte della registrazione, i suoi occhi si fecero lucidi, lei pianse… mentre il suo cuore si colmava di una gioia malinconica. Chris era ancora vivo.

Il suo fratellone, Chris. Il ragazzo che la incoraggiava e che la consolava quando ne aveva bisogno. Il ragazzo che le aveva dato l’affetto di un fratello. Era vivo, era ancora vivo dentro quel mostro.

Ma questo rendeva più difficile combattere quel mostro, sapere che dentro quella creatura letale e perfida c’era ancora suo fratello le rendeva impossibile combattere quella cosa. Non voleva ferire suo fratello, non voleva fargli del male.

-Elicottero dei Tεκνα Δραγοντοσ

Chris ghignò, mentre teneva la maschera stretta fra le mani, probabilmente Claire stava già ascoltando quello che aveva registrato. Probabilmente stava ascoltando e riascoltando quell’ultima parte, quella parte che lei credeva fosse stata registrata dalla sua parte umana. Che oramai non esisteva più.

Si era divertito enormemente a registrarla, a fingere di essere umano, per un attimo. E la povera, tenera Claire doveva esserne rimasta toccata nel cuore. Probabilmente tutte le certezze che aveva maturato in questi anni erano crollate come un castello di carte soffiato via dal vento.

Il suo piano era perfetto, lo avrebbe liberato dai Figli del Drago e gli avrebbe permesso di distruggere la G.A.A.B., gli bastava solo fingere di nuovo. Era così facile fingere di essere umano, gli bastava ricordarsi com’era prima del virus, gli bastava solo fingere di provare nuovamente quelle emozioni che adesso considerava così inutilmente umane.

Chris Redfield ridacchiò, mentre un piccolo scintillio bluastro appariva nei suoi occhi rossissimi.

-Appartamento di Leon e Claire, Fisson Street, Racoon City

Claire era così felice, Leon non l’aveva vista sorridere così da quando Chris si era trasformato. Era anche incuriosito da cosa l’avesse resa così felice.

<< Leon, Chris è vivo! >> disse; e Leon la guardò confuso, cosa c’era di così positivo nel fatto che quel mostro fosse vivo?

<< Claire… >> cominciò col dire prima che lei lo interrompesse, spiegandosi

<< Mi hanno mandato una registrazione di Chris… e lui è ancora vivo, capisci? Mio fratello è ancora vivo dentro quella cosa! Possiamo salvarlo, Leon! Tornerà da noi, possiamo aiutarlo a sconfiggere il virus… Posso riavere mio fratello >> completò, la sua voce che si abbassò di un tono. Anche se continuava a sorridere, i suoi occhi celesti che brillavano pieni di speranza, come se fossero tornati gli occhi della Claire prima di Chris-mostro.

Leon non poteva fare a meno di pensare che fosse una trovata di quella cosa, Chris sapeva che Claire avrebbe reagito così, ma non poteva fare a meno di sperare per lei che invece fosse tutto vero. Che Chris stesse finalmente sconfiggendo quella cosa.

Era così bello vederla sorridere, vederla così raggiante. Claire sembrava star tornando se stessa, uscendo da quel guscio di indifferenza che l’aveva protetta da quando Chris era morto.

-Artide

Iluq osservò i suoi otto Tyrant perfetti, era impaziente di completare la sua “collezione”, di vedere finalmente Chris Redfield senza che egli tentasse di ucciderlo. Di tenerlo sotto il suo controllo, di poterlo studiare in modo da creare altri suoi simili.

Si sarebbe stato perfetto, ma prima avrebbero dovuto aiutare la G.A.A.B. a trovare i Figli del Drago.
 
 
 
Tutto si stava preparando per la fine di tutto, ma al momento c’era solo una ragazza che aveva la speranza di aver nuovamente suo fratello con sé. E un uomo folle che voleva creare un esercito di Tyrant supremi.

 
Note dell’Autore

Scusate il ritardo, come sempre :’(

Spero che anche questo capitolo vi piaccia e ringrazio: Mattalara, Esperanza Casagneda e Aurora Garcia per aver recensito i precedenti capitoli di questa storia e Vale, la mia migliore amica, che mi aiuta sempre e che mi ha spinto a continuare a scrivere quando mi ero convinto ad abbandonare YAI.

-Anthony Edward Stark
 
 
 
 
 
   
 
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