Il Re Dei Pagliacci
Era appena uscito
dall'ufficio, aveva soltanto un'ora prima della cena coi colleghi.
Un giovane uomo biondo
come il grano e dagli occhi color cielo si trascinava svogliatamente verso la
macchina. La aprì, si mise al posto del guidatore e avviò il motore. Mentre
guidava pensava alla noiosa cena che lo aspettava, e al fatto che la sua
innamorata, purtroppo non corrisposta, non vi sarebbe stata. Era a casa da un
mese, in maternità. Preferire quello stupido Uchiha a lui... Doveva avere le
fette di salame sugli occhi!
Perso nei suoi pensieri
non badò al tempo che trascorreva, e in un baleno arrivò a casa. Salì le scale
che conducevano al suo appartamento e una volta entratovi si preparò per la
serata.
Ecco qui
come ogni sera
Chi coi
gesti fa la gente divertire
Questo Re
dei Pagliacci
Che ride e
piange nel suo mondo senza amore
Al ristorante si
sedette al solito posto, quello accanto alla vetrata. In questo modo poteva
guardar fuori il via vai di auto e pedoni e far passare un po' il tempo.
Fino a che, come al
solito, quello scemo del suo collega Kiba, non lo mise in mezzo ad una delle
sue solite battute. E lui poteva tirarsi indietro? Ovviamente no. Lui era lo
scemo dell'ufficio, e non poteva certo mostrarsi musone. Doveva continuare a
sorridere sornione, nonostante dentro il suo cuore fosse in frantumi.
Per un Re
senza regno
Che ha
perduto la Regina del suo cuore
Per guarire
il suo dolore lui regala a tutti un po' d'ilarità
Lanciava occhiate a
Sasuke, che se ne stava seduto tranquillo a sorseggiare un bicchiere di buon
vino rosso. Era colpa sua se quello che aveva dipinto ora sul viso era un
sorriso falso. Era tutta colpa sua se Sakura-Chan lo aveva rifiutato mille
volte. Far ridere con le sue stupide battute da bambinone era l'unico modo per
alleviare il dolore si quella perdita, anche se più che perdita era una
bruciante sconfitta contro l'Uchiha. Far ridere lo faceva sentire accettato, e
soprattutto utile.
Il suo
pubblico non vede quest'uomo triste
Quando è
solo quando piange e si dispera
E che non
può raccontare la tristezza del suo cuore senza amore
Tralala tralala lero
Tralala tralala lero
Fingendo
canta così
Tralala Tralala lero
Tralala tralala lero
Il grande
Re dei Pagliacci
Nessuno si accorgeva
della sua tristezza. Nemmeno la diretta interessata se n'era mai accorta.
Doveva ammetterlo a sé stesso: era davvero bravo a fingere, proprio come un
pagliaccio. D'altronde non poteva dire a nessuno quello che provava, non
avrebbero capito. Se ne sarebbero usciti con "il mondo è pieno di altre
ragazze", senza capire che colei che amava con tutta l'anima era lei e
solo lei.
Questo Re
dei Pagliacci
Che la
gente crede sia di buon umore
Nel suo
cuor ha un dolore che soltanto chi non l'ama guarirà
La cena arrivò alla
fine, con sommo sollievo del ragazzo. Si salutarono tutti, dandosi appuntamento
al Lunedì dopo in ufficio. Un nuovo week-end di solitudine e rimpianti stava
cominciando. Si trascinò stancamente alla macchina, salendovi. Non mise subito in moto, appoggiò la fronte al
volante e stette immobile per qualche minuto, perso nei suoi pensieri. Certo,
avrebbe potuto cercarsi una ragazza per dimenticare Sakura, ma non sarebbe mai
riuscito a provare per qualcun'altro i sentimenti che provava per la giovane
dai capelli confetto. Sospirò. Alzò la testa dal volante e si decise a mettere
in moto.
Il suo
pubblico non vede quest'uomo triste
Quando è
solo quando piange e si dispera
E che non
può raccontare la tristezza del suo cuore senza amore
Tralala tralala lero
Tralala tralala lero
Fingendo
canta così
Tralala Tralala lero
Tralala tralala lero
Il grande
Re dei Pagliacci
Guidava adagio, non
voleva arrivare a casa troppo presto. Non voleva bagnare il cuscino con le
lacrime come ogni sera da un anno a quella parte. Ma si sà,
le lacrime hanno volontà propria, e cominciarono a sgorgare dagli occhi azzurri
del ragazzo ancor prima che se ne potesse accorgere. Rigavano le gote e
finivano la loro corsa sul colletto della camicia. Nel giro di poco le semplici
lacrime diventarono singhiozzi, e il giovane pigiò l'acceleratore. Doveva
arrivare a casa il prima possibile, odiava stare fuori quando lo prendeva uno
dei suoi attacchi di pianto. Si asciugò gli occhi e guardò nel vano porta
oggetti alla ricerca di un pacchetto di fazzolettini.
Non si accorse, però,
che il semaforo era rosso. Fu un attimo.
Aprì leggermente gli
occhi. Intorno a sé solo lamiera accartocciata. Non sentiva nulla dal collo in
giù. Sorrise amaramente, a quanto pare quella sarebbe stata la sua ultima cena
aziendale. Poco male, odiava quelle cazzate. Poi ripensò a Sakura; gli spiaceva
non averla rivista un'ultima volta.
Chiuse gli occhi, e il
suo pensiero volò al dolce sorriso della sua amata. Poi il buio.
E così, Naruto Uzumaki, Re Dei Pagliacci,
intraprese il suo ultimo viaggio.
Vi starete chiedendo: Perchè?
La risposta è: Non lo so!
Sinceramene non so nemmeno io perchè
ho scritto questa cosa... Fatto sta che dopo anni in cui non avevo più sentito questa
canzone, mi torna sottomano una vecchia musicassetta dei miei nonni che sentivo
da piccola e mi son detta "questa canzone pare scritta apposta per Naruto!" e quindi... Eccomi qui!
Spero che vi piaccia, nonostante il finale strappalacrime
(?). Non ho mai scritto una cosa triste, spero di esserci riuscita... Almeno un
pochino xD
Per chi fosse curioso, la canzone è "Il Re Dei
Pagliacci" di Neil Sedaka ;)
Baci❤Lory-Chan