Contredanse¹.

Il Generale percorreva il suo studio a lunghi passi, come un leone in gabbia.

Il domatore, con un grazioso abito verde a fiorellini bianchi, sedeva pacificamente nella poltroncina di fronte alla severa scrivania in mogano.

- Ma ti sembra il modo di parlare a tuo padre, Josephine? - Ruggì furioso.

- Lungi da me l'idea di mancarvi di rispetto, Padre. Però stiamo discutendo esattamente di questo.

- Josephine!

- E invece sì. Voi continuate a pensare al matrimonio come ad un contratto, all'unione di due fendi, due patrimoni, ad un modo per stringere alleanze!

Gridò la donna alzandosi in piedi con i pugni stretti.

- Ma non é solo questo! E lo so ben io, con quel debosciato di marito che avete appioppato a me! E che ora per fortuna si tiene ben alla larga! E non grazie a Voi, ma grazie all'intervento di mia sorella, che per fortuna quando ci si mette riesce a fare molto bene l'uomo di casa!

Il Generale incassò il colpo. La scelta del marito di Josephine era stato quanto di peggio avesse potuto fare per le proprie figlie, ed ancora se ne rammaricava amaramente.

- Ed ora vorresti renderle il favore.

Josephine non rispose, ma si avvicinò alla finestra, guardando l'ordinato giardino, il prato curato, le siepi potate in modo regolare e coperte da un leggero strato di neve caduta durante il giorno.

- Quello che non capisco - aggiunse pacatamente il Generale, che cominciava ad intendere le ragioni di quel colloquio - é cosa non vada bene nel Maggiore Girodelle. Non è un disgraziato come tuo marito, mi pare un buon partito, riscuote anche un discreto successo tra le dame a Corte, quindi immagino non sia brutto, visto che su questo non posso giudicare io.

- Dimenticate però che ha una notevole fama di libertino, il che non depone certo a suo favore. Avere un "discreto successo" tra le dame, come dite Voi, non è sempre un buon segno.

Il Generale sospirò.

- Ma non è nemmeno questo. Non lo vuole, punto e basta.

L'uomo guardò la figlia, seria e determinata a venire a capo di quella storia.

- Padre, pensateci un attimo. Non state dando in sposa una quindicenne sciocchina, con la testa piena di sogni condivisi con le amiche, che crede ancora che arriverà il principe azzurro, o disposta ad obbedire ad ogni costo. Mia sorella ha trent'anni, lavora più duramente di molti uomini ed ha una testa pensante, a differenza di molte donne e molti uomini che bazzicano a Corte.

Si interruppe un attimo.

- E se poi riusciste in qualche modo, con il ricatto, con le preghiere, drogata, legata a trascinarla davanti ad un prete e fare in modo che acconsenta, ebbene, vi siete chiesto cosa succederà poi?

- Succederà quello che deve succedere.

Il Generale sentiva che Josephine stava per trascinarlo su un terreno sdrucciolevole, e tentò di mantenersi sulla salda roccia.

- Io sono pronta a scommettere di no.

Reiniyer de Jarjayes si voltò di scatto. Quello era un pensiero che non l'aveva mai nemmeno sfiorato.

- L'avete allevata voi. Brava con la spada, se la cava col pugnale, anche a mani nude, se non ricordo male. Credete davvero che un qualsiasi marito che non le aggradi riesca a forzarla a compiere i suoi "doveri coniugali" senza problemi? Non credete che finirebbe in una lotta? Che non diventerebbe un lago di sangue? Ci avete pensato, a questo?

No, il Generale non ci aveva mai davvero posto la mente. Si risedette. Posò i gomiti sulle ginocchia ed il volto sulle mani.

Un disastro. La sua figlia soldato avrebbe reagito ad un marito non desiderato allo stesso modo in cui avrebbe reagito ad un qualsiasi abuso. Con tutta la propria forza, con le armi, se ne avesse avute.

Pensò per la prima volta a cosa avrebbe significato per quello spirito orgoglioso piegarsi ad un simile affronto.

E anche allo scandalo che ne sarebbe derivato, per lei, per loro, per il nome del casato.

Forse, avrebbe potuto lasciare che scegliesse chi le aggradava. In fondo, si era sempre dimostrata un figlio avveduto ed accorto.

- Se lasciassi che Oscar scegliesse da sé...

Josephine lo guardò. Ebbe la sensazione di avercela fatta. Le nozze con Girodelle erano scongiurate.

- Sarebbe un'ottima cosa, Padre. - Disse dolcemente.

- Tu sai qualcosa, Josephine? Sai che potrebbe volere come marito?

La figlia rimase un attimo pensierosa. Cosa dirgli? Che lo sapeva? Che la sorella stava organizzando le cose per rendersi possibile un matrimonio con un roturier? Che se avesse provato ad osservare chi gli stava intorno lo avrebbe capito da sé? O mentire, dicendo di non avere idee?

- Sapete meglio di me che Oscar è una creatura particolare. In fondo l'avete plasmata Voi. Le sue scelte a volte possono essere sorprendenti.

Il Generale comprese che Josephine stava usando una perifrasi per non rispondere. Qualcosa sapeva, e non voleva rivelarglielo. In fondo, se ci fosse stata una preferenza, sarebbe stata la diretta interessata a doverglielo far sapere.

Si ritenne soddisfatto. Se l'avesse lasciata scegliere, avrebbe comunque ottenuto ciò che desiderava, un matrimonio che la mettesse al riparo dagli eventi e un erede per il casato.

Anche questa volta, le cose sarebbero andate secondo suoi desideri, i desideri del Generale Reiniyer de Jarjayes.