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Autore: deborahdonato4    25/05/2015    1 recensioni
Dopo la battaglia tra semidei greci e romani, e la sconfitta della Madre Terra Gea, i ragazzi del Campo Mezzosangue godono di un periodo di pace.
Nico di Angelo deve mantenere una promessa strappata dal figlio di Apollo Will Solace, che intende assicurarsi il mantenimento.
Tra i due sorgerà amicizia o gli atteggiamenti contrastanti dei due semidei li faranno tenere a distanza?
Ps: Contiene spoiler dal Sangue dell'Olimpo
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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«Allora... tu e il figlio di Ade..?»
Will si sedette su un lettino vuoto e lo osservò. «Ti sei messo ad origliare?»
«E a spiare.» aggiunse Raphael, sorridendo. «Non ho altro da fare, qui.»
«Sì, tra me e Nico c'è qualcosa.» annuì Will, massaggiandosi la fronte.
«Mi è bastato un solo sguardo per capirlo.»
«Ti consiglio di aprire un'attività come investigatore, Raphael, caso mai dovessi tornare a vivere in città.»
«Lo farò, Willy, non ti preoccupare.»
Willy. Era da tanto tempo che nessuno lo chiamava più Willy. Gideon si divertiva tantissimo a chiamarlo Willy Wonka quando erano bambini. Un soprannome che si era vaporizzato quando la loro madre li aveva messi in punizione per aver rubato del cioccolato in un supermercato. La scusa di Gideon era stata: Lui è Willy Wonka, il re del cioccolato. Logan aveva riso per una settimana, ma Cindy si era infuriata.
Gli occhi di Will si posarono su Raphael. I suoi occhi viola cercavano di indovinare i suoi pensieri.
«Ti ho detto che Gideon si è sposato?» gli disse Will.
Raphael sgranò gli occhi. «Gideon? Sul serio?»
«Già. Ho partecipato al matrimonio, qualche giorno fa.»
«Wow, una cosa recente. Lei è incinta?»
«Credo di sì, ma nessuno me lo ha confermato.»
Raphael ridacchiò.
Will e Raphael si conoscevano da dodici anni. Avevano frequentato le stesse scuole, e Raphael aveva la stessa età dei gemelli Jem e Alec. Erano cresciuti insieme, e Will era rimasto piacevolmente sorpreso quando, quasi un anno prima, Raphael si era presentato al Campo Mezzosangue, rivelando di essere figlio di Ecate. Si erano corsi incontro, increduli, e per i due giorni successivi non avevano fatto altro che parlare di Dei e di come fosse tutto ben diverso dalla loro vita prima del Campo.
«Jem mi ha detto che eri finito in un collegio privato per cervelloni.» gli aveva detto Raphael. «E invece sei qui.»
«Sì, ma non dirlo in giro. Sono lo stesso intelligente.» aveva risposto Will, ridendo.
Era stato strano incontrare Raphael proprio lì, al Campo, figlio di una dea minore. In un sogno, Ecate si era presentata a Raphael e gli aveva annunciato di recarsi lì, al Campo Mezzosangue. Lui aveva obbedito alla donna senza troppe domande.
«Tua madre lo sa?»
Will sussultò e puntò gli occhi su Raphael, amico di infanzia, che una volta, il primo giorno di scuola media, lo aveva preso a pugni per conto di Alec e Jem. Loro non potevano sporcarsi le mani.
«Che cosa?» domandò Will, perplesso. «Che Janet è possibilmente incinta?»
«No, che ti stai frequentando con un ragazzo.»
Will scosse le spalle. «Non ne ho idea. Non me ne importa. E credo che sia meno grave di Gideon e Janet che si sposano per nascondere la gravidanza.»
«Tua madre è una donna molto furba.» mormorò Raphael. «Secondo me, lo sa già. Riusciva sempre ad indovinare le malefatte mie e di Jem prima ancora che mettessimo piede in casa.»
«Sì, ma perché spesso chiamavano a casa per avvertire. E mia madre si è sempre divertita a sgridarti prima di tuo padre.»
Raphael fece una smorfia. Mangiucchiò un biscotto. «Quindi non lo sanno?» aggiunse Raphael. «Che ti piacciono i ragazzi?»
«Be'...» mormorò Will, reprimendo un sorriso. «Credo siano a conoscenza delle relazioni amorose del dio Apollo. E sono sicuro che non saranno così tanto scandalizzati nello scoprirlo. Infondo, la storia d'amore tra Apollo e Giacinto è epica, no?»
Raphael annuì e Will si stese sul letto, pensieroso. Non gli era mai importato granché di quello che pensavano i genitori riguardo alle sue relazioni. Anche perché non gliene aveva mai parlato, e anche perché non si era mai trovato in casa in quelle occasioni. E poi... Will doveva ammettere che non era un playboy come invece i suoi fratelli maggiori. Era stato con una sola ragazza, Drew Tanaka, che gli aveva spezzato il cuore. E dopo tre anni, cauto, cercava di aprire un varco nel cuore di Nico di Angelo, cercando di non distruggersi un'altra volta. Ma Nico non mentiva sui sentimenti che credeva di provare nei suoi confronti. Nico era sincero, e non lo baciava per scommessa.
«Alec ti pesterà.» disse Raphael, e Will rise.
«Alec coglie ogni occasione possibile per pestarmi.» gli ricordò. «Al matrimonio di Gideon mi ha tirato un pugno perché mi ha visto sorridere ad una ragazza che mi ha invitato a ballare.»
«E naturalmente quella ragazza ti considerava più carino di Alec.»
«Naturalmente.»
Raphael scosse la testa, divertito. «Sai, mi mancano proprio, i tuoi fratelli.» disse. «Magari torno a casa solo per rivederli.»
«Dovrai fare attenzione. Puzzate di magia, voi figli di Ecate.»
«Tu puzzi di medicine, disinfettante e sudore.»
«Io sono un dottore. E ho passato tutto il giorno a curare te, Raphael Ramirez. Mi merito un po' di comprensione da parte tua.»
«Senz'altro.» Raphael rise divertito. «Ti ricordi i finti giochi che facevamo da bambini?»
Will finse di pensarci su. «Quando tu e Jem mi mentivate dicendo che volevate giocare ai camerieri e clienti, e io ero sempre il cameriere che vi portava da bere e da mangiare?»
«Esatto.»
«Hai sete? Be', la cucina è laggiù. E io ho smesso di fare il cameriere tanto tempo fa.»
Raphael riprese a ridere e Will andò a svegliare suo fratello.
 
Prima delle tre, Will si fece dare il cambio da Angel e corse nella sua cabina. Si fece una doccia frettolosa, e raggiunse la cabina di Ade. Bussò alla porta, e Nico gli aprì un minuto dopo. Aveva lo sguardo spaesato.
«Come stai?» gli chiese Will, entrando.
«Mmh, credo bene. Ho appena finito La ragazza di fuoco
«Oh, capisco. Hai già iniziato quello dopo?»
«Ho bisogno di un po' di tempo per riflettere, prima.»
Will rise. «Ti capisco.»
Si guardò attorno. La cabina di Nico era più in disordine della sua. E nella sua vivevano una dozzina di semidei, maschi e femmine.
Tirò un calcio ad una massa di vestiti sporchi sul pavimento, e si voltò verso Nico. L'unica cosa in ordine di tutta la stanza era il letto. Chissà perché.
Nico si stava torcendo le dita, e Will rimase in attesa di sentirlo parlare.
«Ho un ricordo vago di quello che è successo ieri.» mormorò Nico, lanciandogli una rapida occhiata.
«Te ne parlerò solo se lo vorrai.» rispose Will, con un sorrisetto.
«Mmh, credo di volerlo sapere. Magari non subito.»
«Come preferisci.»
Nico inspirò profondamente. «Ti chiedo scusa.» disse. «Per tutte le cose che ti ho detto in spiaggia. Per il calcio. Per averti insultato.»
«Non mi hai insultato.»
«Meglio così.»
Will lo scrutò. «Sai, credo che sia stata colpa mia.» disse.
«Il calcio?»
«No, non il calcio. Ma il fatto che tu sia stato male. Devi aver preso un colpo di sole, o qualcosa di simile. E sei ancora più pallido di due giorni fa, quindi immagino che tu non riesca ad abbronzarti.»
«A me non dispiace.»
«Avere un'aria malaticcia?»
«Esatto. A te dispiace?»
«Non vincere il premio come Miglior coppia super abbronzata del Campo Mezzosangue? Un po'. Ma posso sopravvivere.»
Nico sbuffò, divertito.
Will spalancò le braccia. «Posso abbracciarti?» chiese. «Senza ripercussioni?»
Nico lo studiò per un secondo, e annuì. «D'accordo.»
Will si avvicinò e lo strinse a sé. Sentire le mani di Nico di Angelo sulla schiena lo fece sospirare di gioia.
Stringendolo forte, Will si domandò quanto ricordasse Nico del giorno prima. Si ricordava di avergli confessato di piacergli? Di essere felice di averlo conosciuto? Di averlo baciato?
Gli diede un tenero bacio sulla fronte, e attese. Attese che capitasse qualcosa di brutto. Era così felice... doveva per forza capitare. Le cose belle non duravano per sempre.
   
 
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