Titolo:
P.S.
Titolo
capitolo: Edmund…
Personaggi:
Edmund Pevensie, Lucy
Pevensie, Susan Pevensie
Paring:
Nessuno. Forse lievi
accenni di Susan/Peter ma non nel senso di coppia. Questa volta il loro
sarà un
rapporto pienamente fraterno.
Note:
Questa fiction è
ambientata dopo “Il Principe Caspian” e parla della
scelta di Peter, che anziché
tornare in una Londra che ormai gli sta troppo stretta, decide di
rimanere per
sempre a Narnia ad aiutare Caspian nel governare giustamente il regno
in
qualità di Re Supremo.
Questi tre capitoli, uno per ogni restante fratello Pevensie, sono
strutturati a forma di lettera che ognuno scrive al fratello dal
proprio punto
di vista. Il P.S. finale racchiude il succo di ogni lettera, il vero
messaggio
che o Ed, o Lucy o Susan vorrebbero far arrivare a Peter, sebbene sia
così lontano.
I personaggi non sono miei, ma
appartengo a C.S.Lewis. Ogni mia fan fiction è scritta per
puro diletto
personale dell’autrice.
Sapevo
che l’dea ti solleticava già da un po’,
ma alla fine, il
pensiero che tu la concretizzassi non mi aveva mai
minimamente sfiorato.
No,
nemmeno una volta.
Perché
a sentire le tue parole, oh
sì…le tue belle parole, tu non ci
avresti mai abbandonato.
Perché
ci volevi bene.
Perché
eravamo la tua famiglia.
E
invece l’hai fatto.
Sorprendendo
un po’ tutti, devo dire. Perfino me.
La
tua decisione di rimanere per sempre
a Narnia ed aiutare Caspian a governare sul regno anziché
tornare a casa con noi, nella nostra monotona
Londra, ci lasciò tutti senza parole.
Ma
con il passare del tempo, quelle parole silenziose vennero
riempite da qualcos’altro, solo che tu eri troppo lontano per
sentirne anche
solo un debole eco.
Forse
Peter, tu non ti sei mai accorto dell’effetto che fai sulla
gente.
Del
potere che avevi su di me, su Lucy e soprattutto su Susan.
Dato
che i loro silenzi ben preso esplosero in pianti disperati.
E
dire che avevi promesso che non le avresti mai fatte
piangere…
Sei
proprio un bastardo, Peter.
Perché
al tuo posto, a consolarle e ad ascoltarle, ora ci sono io.
E
come ben sai, io non sono abituato a fare la tua parte.
Anche
se in passato avevo desiderato ardentemente ricoprire quel
ruolo all’interno della nostra piccola famiglia, quando le
cose andavano male,
ero ben felice di poter andare a sfogarmi con Lucy e di farmi consolare
da
Susan.
Perfino
farmi rimproverare da te era meglio che assorbire il loro
dolore.
Perciò
rimango tutt’ora sorpreso dalla tua decisione.
Sorpreso,
eppure nemmeno tanto.
Perché
nel profondo sei sempre stato orgoglioso del tuo essere Re.
E
stufo della vita a Londra, così poco emozionante in
confronto
alle nostre avventure a Narnia.
Scommetto
che l’idea di rimanere Re per sempre e di essere
riconosciuto come tale, acclamato e benvoluto dalle folle,
anziché tornare sui
polverosi banchi di scuola, circondato da gente che ti conosce
unicamente con
il nome di Peter Pevensie ha preso il sopravvento.
E
ti capisco.
Se
solo avessi avuto il tuo stesso coraggio, probabilmente avrei
fatto lo stesso.
L’unica
cosa che mi chiedo è perché non ne hai parlato
prima con
Susan, anziché sputarle in faccia la tua decisione senza un
minimo di
preavviso.
Non
so se ti ricordi la sua faccia Peter.
Hai
mai visto una persona alla quale è stato strappato un pezzo
di
cuore?
Fin
a quando non siamo ritornati a casa non ha mai smesso di
piangere.
Finché
mamma non ha chiesto nulla
di te.
Probabilmente
Aslan ha fatto si che non fossi mai esistito nella
vita di mamma e papà, così come in quella delle
persone che ti circondano per
alleviare il loro dolore.
Da
quel momento Susan si è chiusa in una sorta di mutismo
personale, come se quello stato di calma apparente le facesse meno male
che
ricordare che tu non ci sei più.
Eppure
io l’ho vista piangere diverse volte, stringendo al petto
una nostra foto dalla quale tu eri stato magicamente cancellato.
E
nemmeno se mi mettessi a scrivere in modo dettagliato su questo
foglio di carta e ti raccontassi il modo il cui Su piangeva potresti
capire il
suo dolore.
Era
come se oltre suo fratello e il suo migliore amico avesse
perso il suo grande amore.
Perché
Susan ti amava.
No…non
di quell’amore con il quale veniamo quotidianamente a
contatto, ma un amore tutto suo, strettamente personale, che
comprendeva il
solo restarti accanto e brillare della tua immensa luce.
Se
tu non fossi stato così cieco, forse l’avresti
capito anche tu.
E
Lucy…beh…anche lei piange.
Meno
di Susan e in modo più razionale. Ma lei sa che ha a
disposizione un altro viaggio a Narnia nel quale potrà
vederti di nuovo, mentre
Susan no.
Forse
anche lei piangerà come Susan alla fine di esso, ma ora
è
abbastanza tranquilla.
Anche
se le manchi tanto.
Me
lo ha detto lei, mentre andavamo a scuola, avvicinandosi di
soppiatto e tirandomi per la manica. I suoi dolci occhi era lucidi e io
non
potei non abbracciarla.
Sai
Peter…io invece non riesco ad essere arrabbiato con te.
Non
riesco a pensare che tu te ne sia andato, lasciandoci soli.
Lasciandomi
il tuo posto.
Eppure
ora che il tuo posto è finalmente libero, mi rendo conto che
sarebbe un errore occuparlo.
Perché
tu sei ancora lì. Non fisicamente forse, ma ci sei ancora.
Nei
nostri ricordi.
Nelle
lacrime di Susan e Lucy.
E
sarebbe uno sbaglio tentare di spodestarti dai loro cuori, dove
sebbene tu stai creando sofferenza e dolore, vivrei eternamente da
secondo a
causa del tuo ricordo.
P.S.
Io te l’ho sempre detto Peter: non hai minimamente idea
del
potere che hai sulle persone.
Edmund
Note
Autrice
Ta-daaaaaaaaaaaaa!
Eccomi nuovamente ad intasare la sezione
dedicata alle “Cronache di Narnia” con
un’altra delle mie fan fiction.
O
deliri personali, decidete voi.
Ma
sapete com’è…quando senti
l’ispirazione non puoi far altro che
accendere il computer e metterti a scrivere, in attesa di scoprire cosa
ne
penserà il mondo delle tue idee.
Infatti,
molto probabilmente, aggiungerò il secondo capitolo e
probabilmente anche il terzo entro questa sera, impegni permettendo,
perché ho
tutta la storia nella mia testa.
E
se non scrivo almeno una bozza comincio a pensarci e a
ripensarci così tanto che finisco per allontanarmi
dall’idea iniziale.
E
sì…sono fatta così xD
Grazie.
T.G