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Autore: TheAntlers    25/05/2015    2 recensioni
"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" gli chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.
Lui la imitò, salendo a cavallo, col volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.
"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perché.
"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.
Naoise ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non aveva ben in mente uno schema ben preciso sul da farsi. In realtà, non aveva la più che minima idea del come agire. Non le era stato spiegato come ritornare, ma ripensando alle precedenti conversazioni con Naoise, iniziò a riflettere. 
Il cavallo è di nostra proprietà, aveva detto il ragazzo. 
Sharon potrebbe essere una sorte di tramite. D'altronde, mi sarà stato dato per un qualche motivo. Sono entrata ed uscita grazie a lui, fino ad ora.
Le sorgeva un unico grande problema: come raggiungere l'animale. 
Forse è rimasto intorno al bosco... ma è alquanto improbabile, sarà ritornato alle stalle, pensò con rammarico.
Non voleva dirigersi verso le stalle, ma se fosse stato necessario, l'avrebbe fatto. 
Arrivata al bosco, riuscirei ad accorgermi di un presumibile pedinamento, si convinse, mentre era già in cammino verso la meta. 
Camminava con passi svelti, voltandosi frequentemente. Nessuno la stava seguendo, secondo le sue osservazioni. Nonostante ciò, un nodo allo stomaco le si formava non appena occhi indiscreti di gente sconosciuta le si puntavano addosso. Ed ogni volta, credeva di poter riconoscere in loro quelli di Bress. Ma ciò non accadde. Lui infatti sembrava come essersi dissolto nell'aria. Winter non riusciva a gioire per ciò. Di certo, era consapevole del fatto d'esser stata davvero fortunata, per non essersi fatta trovare. Ma, forse, fin troppo fortunata, per essere vero. 
È davvero un bene che non mi abbia trovata, ma è così dannatamente strano ed insensato. Con tutte quelle cose che riesce a fare... o sono davvero io troppo fortunata, o a lui non interessa ritrovarmi, iniziò a sorgerle tale pensiero. 
Sospirò, mentre i suoi passi diventavano sempre più svelti. Lo sguardo abbassato, rivolto all'asfalto, cercava di nascondere incertezza. 
Si chiedeva se fosse davvero la giusta soluzione, se fosse l'unica percorribile.
Portò una mano al collo, toccando lievemente il ciondolo che le era stato regalato. Fu un'azione involontaria.
Lo aveva ancora appeso al collo. Per sua fortuna, aveva dimenticato di slacciare e riporre la collana; l'aveva completamente dimenticata, facendosi la doccia con essa, invece di togliersela.
Ringraziò la sua mente per tale distrazione. In caso avesse tolto il prezioso ciondolo, infatti, sarebbe dovuta tornare a casa per riprenderlo.
Strinse in piccolo oggetto tra le dita, girando il volto ancora dietro le sue spalle, con fare insicuro. Era ormai quasi arrivata al punto in cui Sharon era fuggito via, lasciandola sola, in balia del ragazzo.
Si bloccò, osservandosi intorno, mentre iniziava a fischiare, in un tentativo di richiamare l'animale.
Provò e riprovò, non dandosi per vinta, girando su se stessa, sperando di avvistare un qualsiasi movimento che potesse riguardare il suo cavallo.
"Dai, Sharon" sussurrò, pensando ad alta voce. 
Mentre continuava disperatamente a fischiare, iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli, segno inconfutabile della sua agitazione.
Coraggio, Sharon, pensò, quasi cercasse di evocarlo con la mente.
Proprio quando stava per chiudere i battenti, il suo fischio venne seppellito dal suono di un nitrito. 
Istintivamente avanzò di un passo, con le orecchie attente ad ogni suono, cercava di individuare la posizione del cavallo. 
Sorrise con sollievo, nel vedersi giungere contro, al galoppo, un bellissimo esemplare. Sharon. 
Oh, Dio, grazie, pensò, mentre sentiva lo stomaco alleggerirsi da tale macigno. 
Nel frattempo che il cavallo diminuiva lo spazio tra di loro, la ragazza sentiva il peso del dover prendere una scelta, ed alla svelta. Non doveva perdere tempo, doveva decidersi in fretta. 
Potrò tornare qui quando vorrò, pensò, cercando di motivarsi. Nessuno potrà impedirmi o impormi nulla. 
Accarezzò la ruvida criniera dell'animale, appena esso arrivò, sollevandosi sugli arti posteriori, prima di piazzarsi al suo fianco. 
Montò a cavallo con estrema velocità, maledicendosi per non essersi fatta spiegare come ritornare. 
Infatti, una volta in sella, non aveva idea di come comportarsi. 
Il cavallo, immobile, attento ad ogni stimolo, attendeva. 
Bene, ed ora?, si domandò la giovane, corrugando la fronte. 
Si sentiva una stupida, e lo sembrava pure. Con le redini molle alla mano, lo sguardo sperduto, sembrava attendere il nulla. Effettivamente, stava attendendo il nulla. 
"Va bene" mormorò, socchiudendo gli occhi, mentre accorciava le redini. 
Forse ho capito, pensò, schiarendosi la voce, mentre cercava di far mente locale.
Strizzò gli occhi per istanti indefiniti, prima di decidersi a parlare, con voce tremante ed insicura. Sapeva di star per prendere una decisione molto azzardata. 
Si piegò verso la testa di Sharon. "Torniamo da Naoise, Sharon." 
Si strinse alla sella, percependo l'animale irrigidirsi e tendere le orecchie. Lo sentiva respirare con affanno, liberando striduli nitriti. L'animale aveva capito, ma non sembrava volersi muovere. Qualcosa non andava, in quel comportamento.
Lei cercò di incitarlo, ma in risposta l'animale iniziò a scavare il suolo con uno zoccolo, energicamente, abbassando e rialzando il collo con violenza. 

"Non ti sembra tutto un po azzardato?" 

La ragazza si voltò di scatto, sentendosi quasi trafitta da quelle parole. Sgranò gli occhi, incrociando quelli di Bress, mentre l'animale tornava ad una calma quasi innaturale. 

Maledizione.

Lui, fermo a pochi metri da lei, teneva ben stretto il porta arco della ragazza, insieme alla sua felpa, ancora ben inzuppa d'acqua. Il suo volto non accennava irritazione, o rabbia. Al contrario, sfoggiava un suo tipico ed annebbiante sorriso. Pareva divertito da quella situazione.
"Vuoi già tornare?" domandò lui, con tono che voleva prevedere una risposta affermativa. 

"Smettila di manipolare il mio cavallo" rispose semplicemente lei, scandendo ogni parola. 

Bress inclinò il capo, sollevando un angolo della bocca. Poi abbassò lo sguardo, decidendo di ignorare la sua affermazione, avvicinandosi a lei, con passi lenti. 

La ragazza cercò di far muovere l'animale, ma questo non accennava ad alcun movimento. Si irrigidì, mostrandole irrequietezza.
Iniziò a proiettarsi nella sua mente l'opzione di smontare da cavallo. Ma prima che potesse far qualcosa, Bress era già al fianco dell'animale, e sembrava accarezzarlo.

"Mi scoccia tener il capo alzato per guardarti negli occhi. A furia di star così mi verrà un torcicollo. Smonta da cavallo" le ordinò con tono imparziale, continuando ad accarezzare l'Andaluso, non degnandola di uno sguardo. 

"Smettila di manipolare il mio cavallo" ripeté nuovamente lei, stando attenta a scandire nettamente ogni parola. 

Il ragazzo sorrise nervosamente. "Suvvia, Winter. Smonta. Non voglio far imbizzarrire il tuo splendido cavallo" le disse, accarezzando ancora l'animale, in modo alquanto interessato.

Lei iniziò a fissarlo con insistenza, sistemandosi, nel frattempo, sulla sella dell'Andaluso, come cercando di provocare il ragazzo, esprimendo la propria indiscutibile decisione. Non sarebbe scesa. L'animale era l'unico suo punto a favore, non se lo sarebbe fatto sfuggire un'ennesima volta. 
Non si sarebbe fatta disarcionare, sapeva bene come evitarlo. In oltre, qualcosa le suggeriva che il ragazzo non avrebbe osato molto. Non voleva la sua morte, sembrava intendesse solo rallentarla. 

"Perchè mi hai lasciata arrivare fin qui?", si fece scappare questa domanda, rendendo gli occhi a due fessure. 

Bress accolse il suo interrogativo con stupore ed allegria. Rise, mentre abbassava nuovamente lo sguardo, ancora divertito dall'inusuale domanda. 
"In realtà, ero solo curioso." 

"Curioso?", evidenziò lei la parola, inarcando un sopracciglio. 

"Si, curioso. Insomma... fuggire da una finestra? Da te mi sarei aspettato qualcosa di più architettato" mormorò con tono che imitava scontentezza. "Ma un punto a tuo favore per aver scelto il bagno maschile" annotò lui infine, liberando una lieve risatina. 

Winter sbuffò, scuotendo il capo. 
"Per te è tutto un gioco?", domandò con sdegno, pizzicandolo con lo sguardo. 

"Potremmo anche metterla così, si. Un gioco che prendo molto seriamente", parlò con pura serietà, questa volta, tralasciando un po di incoerenza. 

"Non mi sembra proprio", negò infatti la ragazza, determinata.

"Cerco solo di sdrammatizzare la situazione."

Sdrammatizzare?, pensò lei, inclinando leggermente il capo. Era confusa. Le risposte del giovane sembravano fuori luogo.
Insomma, cosa vuole mai? La mia confusione? O cos'altro?
Abbandonata tra i pensieri, abbassò lo sguardo. Notò, questa volta, un filo di tranquillità, negli atteggiamenti di Sharon. Bress aveva forse diminuito la sua manipolazione? 
Ma non appena essa rivolse lo sguardo -pur sempre basso- al ragazzo, sentì l'animale respirare con affanno. Lui ne aveva nuovamente preso possesso. 
La ragazza alzò lievemente il capo, storcendo le labbra, non appena le arrivò in mente una considerevole soluzione. Doveva distrarlo.

Ma prima che potesse aprir bocca, il ragazzo la precedette. Si schiarì la voce, richiedendo la sua attenzione, prima di parlare. "Curioso quel ciondolo che hai appeso al collo" le disse, indicando l'oggetto in questione con un dito. "Come l'hai ricevuto?" chiese poi, con interesse, avvicinando le sopracciglia, mentre osservava con insistenza il collo della ragazza.

Parla, Winter. Inventa, se è necessario, le suggerì la mente.
Deglutì. Non pareva più eccellere nell'inventarsi menzogne. Almeno, non in situazione simili a quelle. 
"Perchè mai dovrebbe interessarti?", decise di chiedere infine, con sgarbo.

Bress si lasciò sfuggire un ghigno, mentre elaborava il tono utilizzato dalla ragazza. 
"Non è carino rispondere ad una domanda formulandone un'ennesima" le fece notare, sorridendo lievemente.

Winter abbassò lo sguardo, nascondendo un sorriso, mentre storceva le labbra in una smorfia. 
Era forse la prima volta che si concedeva una risata -o qualcosa che, comunque, comprendeva storcere le labbra in un sorriso-, sotto la presenza del ragazzo. 
"Oh, potrei elencarti una lunga serie di cose non carine che ben ti riguardano."

"Oh, potrei fare altrettanto" rispose lui di rimando.

La teoria della ragazza pareva essere giusta. Parlare, infatti, sembrava rivelarsi una distrazione, per Bress. La sua manipolazione diminuiva. Volontariamente o involontariamente, essa sembrava indebolirsi pian piano. Svanirà, di questo passo, ne osservò la giovane. 
"Oh, non credo affatto" negò la precedente affermazione di Bress, socchiudendo gli occhi. 

Lo vide sorridere, mentre liberava un sospiro. Incrociando le mani dietro la schiena e chinando il capo, sembrava intento a cambiare discorso. "Perciò, vorresti tornare nell'altro mondo?"

La ragazza annuì. "Sarà ciò che farò."

"Perchè?" 

Alzò il mento, a tale domanda. Non si spiegava il perchè di tanta curiosità. Si costrinse a dare una qualsiasi risposta. La manipolazione era quasi nulla, ormai. Percepiva l'animale ansioso di comandi.
"Perchè... potrei ottenere risposte."

Il ragazzo corrugò la fronte, liberando un'espressione seria. 
"Risposte?"

"Si, risposte" ripeté pacata lei, schiarendosi la voce.

Bress rifletté per alcuni secondi, tenendo ancora la fronte corrugata. Poi annuì, lasciando intendere di aver capito.

"Potresti ricevere risposte anche in questo mondo. Potresti riceverle da me." La sua voce, ad un tratto, sembrava essersi raddolcita. Il tono utilizzato era caldo e -oserei dire- comprensivo.

Perchè mai dovrebbe?, si chiese mentalmente la ragazza, con stupore. Non capiva proprio. Ciò non aveva senso. Il suo tono, non aveva senso. Il suo atteggiamento, non aveva alcun senso. 
Quel ragazzo è mio rivale. Perchè si comporta così? 
Sentiva il suo corpo irrigidirsi, in modo innaturale, alla presenza di Bress. Un timore innato ed ingestibile. 
Lui, non doveva provare un medesimo sentimento? Timore, odio, rabbia?
"Risposte sincere", si costrinse ad annotare allora lei, torturando i suoi interni guancia per la sviluppata agitazione.

Vide sul volto di Bress crearsi un leggere sorriso, accompagnato da un sonoro sbuffo. Chinò il capo, mentre mormorava qualcosa di inaudibile. 
"Risposte sincere, certo" mormorò poi, sicuro di farsi sentire. Alzò il capo, curiosa di osservare Winter.

Quest'ultima aggrottò la fronte, non riuscendo a capire cosa il ragazzo volesse far intendere con tali parole. 
"Arriva al punto, Bress."

Il ragazzo inclinò il capo, trattenendo un'espressione sorpresa. 
Bress. Aveva pronunciato il suo nome, per la prima volta. Credeva ormai che non sarebbe mai riuscito ad udirlo, provenire dalla sua bocca. 
Abbassò lo sguardo, mentre si schiariva la voce, cercando di riprendere l'argomento in sospeso.

"In realtà, l'argomento in questione, è alquanto divertente, sai?" Sprigionò una debole risata, faticando mentre cercava di riapparire serio.

Winter aggrottò nuovamente la frote, stanca del dover ricevere banali ed inconcludenti risposte. 
Sospirò, mentre era ormai sicura dell'aver nuovamente possesso del suo animale. Il cavallo, già pronto a riprendere il precedente ordine da lei ordinatogli, attendeva. Ma, ormai, la ragazza, era diventata schiava della curiosità. 
"Parla" mormorò tra un sospiro.

Lui la scrutò con ritegno. In quel momento, la ragazza, avrebbe voluto saper intendere ciò che di nascosto Bress stava pensando. Pensieri contorti ed inusuali. Infine, quest'ultimo, scrollò la testa, sembrando essersi pentito di ciò che -sul serio- avrebbe voluto dire. 
"Non esiste alcuna sincerità, a riguardo, Winter. La sincerità è soggettiva, è il risultato della convenienza. Ogni individuo è pronto a dare una risposta differente, alla tua singola domanda. Con quale criterio sarai disposta a credere solamente ad una delle tante conclusioni che ti creeresti?"
  
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