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Autore: Black Nana    25/05/2015    1 recensioni
La mia prima long fiction dopo secoli e soprattutto la prima che pubblico su questo fandom. Con questa storia ho voluto dare spazio ad una delle mie coppie preferite del manga. E'molto probabilmente una ship impopolare ma io li ho amati da subito. I protagonisti di questa particolare storia d'amore e risse sono Adelheid Suzuki ed Hibari Kyoya che sono tra i miei preferiti. Spero possa piacervi e coinvolgervi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Our Time Is Running Out.


Capitolo 1 ---> Il peso dell'inverno.


Aprì gli occhi delicatamente ritrovandosi ad osservare i particolari di quella stanza quasi sconosciuta, anche se lì risiedeva qualcuno che conosceva fin troppo bene. Spostò delicatamente il sottile lenzuolo che le celava il corpo scoperto. Sul suo viso si dipinse un sorriso appena accennato, quando le tornarono alla mente i ricordi di quella notte appena trascorsa. Nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere da una donna come lei, eppure a lei non interessava. Ciò che stava facendo era comunemente etichettato come sbagliato, ma per gente come lei il concetto di giusto o sbagliato era molto variabile. Stare con un uomo che non conosceva granché bene ed era il suo più grande rivale, nonché capo del comitato disciplinare, non era una situazione socialmente accettabile e né tantomeno lo scenario ideale affinché nascesse qualcosa, eppure per la diretta interessata ciò non pareva costituire un grosso problema. Nonostante tutto però le restava la consapevolezza, nel profondo del suo cuore di ghiaccio, che invece avrebbe dovuto considerare quella "relazione" altamente problematica. Ripreso il controllo dei suoi pensieri, si alzò dal letto lasciando cadere completamente quel lenzuolo da lei spostato poco prima rivelando le forme generose, celate fino a quel momento. Raccolse i suoi indumenti e si diresse in bagno. Entrata in doccia lasciò che l'acqua scendesse leggera sul corpo, affinché lavasse via ciò che restava su di sé della notte di passione appena trascorsa. Non riusciva a trovare delle parole che fossero adatte a descrivere quanto era avvenuto.

Le lunghe dita sottili, dalle lunghe unghie perfettamente curate e laccate di nero, attraversarono con un tocco lievemente glaciale i punti che testimoniavano il passaggio del ragazzo senza tralasciarne nessuno. Quei segni non sembravano affatto descrivere un atto di piacere, quanto più la battaglia tra due demoni in perpetua lotta fra di loro. Infondo era quella la loro natura, lei una belva feroce che congelava chiunque si trovasse sul suo cammino, mentre lui era il demone per eccellenza, un vampiro che con le sue zanne colpiva a morte tutto e tutti senza distinzioni. Quella figura gli calzava decisamente a pennello vista la sua fissa per il mordere a morte, peccato che con lei non funzionasse perché puntualmente la loro lotta ricominciava. Adelheid adorava, anzi forse addirittura amava, trascorrere quei momenti così intensi accanto a lui. Ad ogni bacio, ad ogni carezza, ad ogni tocco che si concedevano si sentiva più leggera e forse anche lui provava quello stesso senso di piena libertà. Tra di loro non c'erano discorsi vuoti o sentimentalismi inutili che potessero complicare le cose, poiché la loro era una partita a scacchi segnata da mosse ben precise e meticolosamente studiate. Sull'algido volto della Regina dei Ghiacci di Namimori comparve nuovamente un accenno di sorriso, poiché sentiva dentro di sé che quei momenti, ormai parte di una routine ben definita, le davano un senso di completezza. Quella sensazione non l'avrebbe mai potuta provare con Julie, semplicemente perché lui non era capace di darle ciò che cercava. Invece in quel frangente si sentiva la donna più potente di tutte, nonostante colui con il quale aveva intrecciato quella storia bizzarra, non mostrasse alcuna emozione nei suoi riguardi. Neppure lei però mostrava di possedere un qualsiasi tipo di sentimento per il ragazzo, infondo non era affatto casuale che la sua fiamma della terra fosse quella del ghiaccio. Lei era la più fredda tra i membri della Famiglia Simon.

Una volta terminata la doccia, si asciugò e si rivestì con estrema cura. Nonostante fosse iscritta all'ultimo anno del liceo di Namimori, indossava sempre la divisa nera della Simon così come tutto il resto della famiglia, con la sola aggiunta della fascia del comitato disciplinare, in cui tra l'altro, risultava essere la sola donna presente. Quella sua condizione aveva provocato lo scalpore degli studenti che temevano fortemente la diabolica alleanza tra lei ed il presidente. Fortunatamente nessuno immaginava che tra di loro ci fosse una tresca ed era necessario, visti i loro ruoli, che nessuno nutrisse sospetti sul loro rapporto. Una volta pronta lasciò la camera da letto per dirigersi in cucina. Scese con grazia ed eleganza le scale che collegavano il piano superiore con quello inferiore, dove si trovava la cucina. Non appena vi giunse trovò ad aspettarla un biglietto lasciato sul bancone. Raramente Adelheid aveva potuto ammirare la curvilinea ed elegante scrittura del ragazzo, che l'avvisava della presenza di un caffè e di un croissant pronti per lei. Era abbastanza certa che loro non fossero assolutamente tipi da prendere un caffè insieme al mattino, poiché difficilmente le avrebbe dimostrato una qualunque emozione. Tuttavia si era premurato di lasciarle un biglietto e questo denotava che si fosse interessato a lei, seppure nel suo modo alquanto contorto. Probabilmente era stato un semplice atto di cortesia, nulla di così eclatante.

La bruna fece il suo solito ingresso a scuola sotto gli occhi di tutto il corpo studentesco, che la osservava con ammirazione e timore. I tacchi a stiletto scandivano il passo deciso ed elegante della giovane rendendo i suoi movimenti simili a quelli di una pantera nera. Una volta giunta davanti all'ufficio del Demone di Namimori, aprì la porta in modo tutt'altro che gentile. "Sei in ritardo."  La voce fredda e noncurante del suo interlocutore non la scalfiva affatto, visto quello che c'era tra loro. Lei glaciale come sempre appoggiò una pila di documenti sulla scrivania, per poi voltarsi verso il ragazzo rivolgendogli uno sguardo che avrebbe fatto gelare il sangue di chiunque, ma forse non quello del demone dinnanzi a lei. "Se il mio ritardo ti arreca tutto questo disturbo potresti tranquillamente prenderti la briga di svegliarmi. Non ho altro da riferirti, perciò prendi questo e trascorri una buona giornata. Il pacchetto è per ringraziarti della serata. Ultimo appunto non azzardarti a pensare che io possa provare del rimorso per quanto c'è stato, perché non è così." Fredda e provocatrice, come solo lei sapeva essere, colpì nel segno il suo avversario che non poté ribattere. Uscì dall'ufficio senza voltarsi indietro, ben consapevole dello sguardo di lui che la seguiva.

Sapeva che a breve sarebbe cominciata la prima lezione del mattino e decise di non prendervi parte. I ragazzi del comitato disciplinare non sarebbero stati in giro, pertanto valeva la pena cogliere l'occasione. Si recò sul tetto della scuola e si accomodò in un angolo nascosto sotto il sole. Si soffermò ad osservare il cielo limpido nel quale risplendeva un sole caldo e gentile. In un angolino vi era una nuvola solitaria che vagava. Osservò per qualche minuto il vuoto che la circondava ed ebbe la sensazione che persino quello potesse essere più completo di lei. Si era autoconvinta che quella tresca le desse un senso di completezza, ma in realtà non era così. Probabilmente persino quella piccola nuvola solitaria era più amata di lei. Chi mai avrebbe potuto amare la Regina dei ghiacci? Credere nella remota probabilità in cui qualche stolto potesse provare qualcosa per lei equivaleva alla possibilità, praticamente inesistente, che Hibari si umiliasse pubblicamente. Sospirò debolmente cercando di allontanare dalla mente quei pensieri fastidiosi.

Inevitabilmente l'occhio cadde sul suo anello dalla pietra color ghiaccio, che sotto la luce del sole risplendeva come un diamante. Non avrebbe mai immaginato che un giorno quell'anello sarebbe stato gravato dal peso di un'alleanza tra la sua famiglia e quella che ne aveva causato la distruzione anni orsono. Volente o nolente Daemon Spade faceva parte dei Vongola ed era l'uomo che l'aveva ingannata sfruttando le sue debolezze. Quell'anello portava anche il peso del ruolo che si era affibbiata. La Regina dei ghiacci dal cuore freddo ed incapace di provare emozioni. Neppure quando tentava di flirtare, cosa impensabile per una come lei, era capace di mostrare qualcosa di differente dalla sua caratteristica freddezza. A volte era decisamente frustrante essere sé stessa. Resasi conto dell'ora si recò verso la propria aula giusto in tempo per il suono della campana che annunciava l'inizio della seconda ora.

   
 
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