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Autore: SagaFrirry    26/05/2015    3 recensioni
Storia in capitoli auto-conclusivi, ognuno dei quali narra come i gold hanno ottenuto la loro armatura. Saranno di vario tipo e genere, buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gold Saints
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ma..ancora si sta allenando?” si domandò una delle guardie.

Pioveva forte ed ormai era calata la sera, ma quel bambino continuava a correre lungo le scale deserte del Grande Tempio.

“Dicono che Shion si aspetti grandi cose da quel ragazzetto..” rispose un collega.

Entrambi si stavano riparando dall’acquazzone sotto il pronao della deserta quinta casa. L’apprendista invece continuò a correre. Giungendo fino alla prima casa, era già pronto a risalire quando udì un rumore.

“Chi è là?” domando, fermandosi.

Completamente zuppo, strinse i pugni con aria minacciosa.

“Chi c’è?” ripeté “Fatti vedere. Non ho paura!”.

Aspettandosi un nemico, il piccolo si mise sulla difensiva. Poi però, nel buio, vide apparire qualcosa di ben più piccolo del previsto. Era un bambino, avvolto da un mantello ormai inutile perché grondante d’acqua.

“Ti sei perso? Cosa ci fai qui?”.

Non ricevette risposta. Pensando che forse quel fanciullo sconosciuto non capisse il greco, l’apprendista tentò di salutare in più lingue possibile. Ora capiva perché Shion ci tenesse tanto a fargli imparare gli idiomi del Mondo..

“Sono greco. Capisco quel che dici” finalmente parlò l’intruso “Questo è il Grande Tempio?”.

“Non so se posso dirtelo..chi sei?”.

“Ho bisogno di aiuto. Devo vedere Shion”.

“Shion? Ma io..”.

“Per favore!”.

Solo in quell’istante, l’apprendista notò che fra le braccia quel bambino sconosciuto stringeva  qualcosa che si agitava.

“Cos’hai lì? Qualcosa di pericoloso?”.

“Ma che stai dicendo?! È il mio fratellino neonato. Abbiamo bisogno di aiuto..”.

“Capisco. Vieni con me. Ce la fai a salire le scale? Che cosa ti è successo?”.

Lo sconosciuto non rispose e si lasciò guidare lungo le case.

“Vuoi che ti dia una mano? Lo tengo io il tuo fratellino, se pesa” si propose l’apprendista.

“No. Ce la faccio”.

Insieme, i due bambini raggiunsero la tredicesima dimora, quella del Gran Sacerdote.

“Dietro questa porta c’è Shion..” spiegò il bambino che aveva interrotto i suoi allenamenti “..però ti avviso: non aspettarti da lui grandi gesti d’affetto. E credo che il pianto disperato del tuo fratellino possa disturbarlo”.

“Non importa. Lo devo vedere”.

Aprendo la porta della dimora, si udì un cigolio. Shion, come sempre, era seduto sul trono ed alzò lo sguardo. Leggeva un libro e si accigliò leggermente.

“Saga..” disse “..cosa fai qui? Dovresti essere fuori ad allenarti. Fra poco dovrai affrontare la prova per l’armatura d’oro. Non vorrai mica mostrarti impreparato..”.

“No. Ma..” iniziò il bambino, subito interrotto dal Sacerdote.

“Aiolos!” lo riconobbe l’uomo, alzandosi.

“Se vi piace chiamarmi così..” mormorò il piccolo, sfinito.

“Come mai sei al Tempio? Cosa è successo?”.

“Io..la mamma..il mio fratellino..” provò a spiegare l’intruso, ma scoppiò a piangere.

Il Gran Sacerdote si avvicinò e si chinò sul piccolo, abbracciandolo per calmarlo.

“Ora sorridi. Va tutto bene” parlò Shion “Sei al sicuro ora. Ed anche il tuo fratellino”.

Saga, rimasto immobile e sull’attenti come un soldato, ebbe un sussulto nel vedere quella scena. Decise che era meglio congedarsi ed uscì dalla tredicesima, senza dire nulla.

“È successo qualcosa?” domandò una delle guardie, subito fuori la dimora del Sacerdote.

“Dove eravate nascosti voialtri?” alzò un sopracciglio Saga.

“Noi..”.

“Tornate al lavoro. Non dovreste sorvegliare il Tempio?!”.

Gli uomini non risposero. Rimasero fermi, osservando quel bambino d’un tratto impertinente e riprendeva la sua corsa lungo la scalinata di pietra.

 

“Raccontami tutto, piccolo Aiolos” lo incoraggiò Shion sedendosi in terra, accanto al bambino,e  prendendo fra le braccia il neonato.

“Io..ricordo quando siete venuto a casa nostra. Avevate detto che, se avevamo bisogno di aiuto, potevamo in ogni momento venire a cercarvi al Grande Tempio”.

“Lo ricordo bene..”.

“Papà era appena stato dato per disperso in mare..”.

“Lo ricordo. Cosa ti ha portato qui? Con un neonato, poi..”.

“Mamma non si è svegliata. La levatrice dice che è morta per permettere al mio fratellino di vivere”.

“Morta di parto, dunque..è un destino che accomuna molti di noi..”.

“Noi?”.

“Ricordo la prima volta che ti ho visto. Eri un bambino che correva come il vento”.

“E mi avete chiamato Aiolos, in onore del Dio del vento..”.

“Sì. Usai proprio quel nome e tuo padre sorrise”.

“Potete chiamarmi così, se volete. Da quel giorno, mamma mi ha sempre chiamato con quel nome..”.

“In te percepii un fortissimo cosmo. E lo percepisco ancora, potente e limpido”.

“Cosmo? Non capisco..”.

“Non te lo spiego ora. Sei molto stanco. Vieni con me. Hai bisogno di dormire”.

“Ed il mio fratellino?”.

“Me ne prenderò cura io. Non avere più alcun timore..”.

Aiolos ancora piangeva ma si sentì più tranquillo quando il Gran Sacerdote sorrise al neonato.

 

Aiolos sospirò. Alzò lo sguardo dal libro su cui era chinò e si voltò verso Saga. Appoggiato contro una colonna, il cavaliere dei Gemelli sembrava davvero concentrato. Poi però girò gli occhi ed Aiolos sobbalzò.

“Che c’è?” domandò Saga.

“Niente..andiamo ad allenarci? Voglio anche io l’armatura d’oro. Aiutami..”.

“Io ero qui al tempio da ben prima di te, nulla di strano se io l’ho ottenuta e tu ancora no. Non serve avere fretta. Anche perché..tanto non mi serve! Sono troppo piccolo e non riesco ad indossarla”.

“Sì ma è tua. Ed è così bella..io ti invidio, sai?”.

“Anch’io..” ammise Saga, facendosi malinconico.

“Ah sì? E perché?”.

“Non importa. Andiamo..se no mi sa che Shion ti becca addormentato sul libro!”.

 

Il piccolo Aiolia stava in braccio a Shion ed entrambi osservavano Aiolos durante gli allenamenti. L’aspirante cavaliere stava svolgendo alcuni esercizi all’arena ed il Gran Sacerdote suggeriva miglioramenti e posture.

“Devi concentrarti, Aiolos! Devi sentire quel che trasmette il tuo cosmo. Lui sa quel che devi fare per sprigionare al massimo la sua potenza”.

“Ma..come faccio, maestro? Io mi concentro ma..quel bersaglio mi risulta comunque difficile da colpire!”.

“Perché non hai la giusta motivazione a colpirlo”.

“La giusta motivazione? Dove dovrei trovarla?”.

 

“Fratellone..” sorrideva Aiolia, correndo fra gli alberi “..è vero che diventerai un cavaliere d’oro? E che poi lo diventerò pure io?”.

“Al momento non lo sono, ma faccio del mio meglio”.

Aiolos sospirò. Invidiava profondamente Saga. Era considerato un cavaliere buono e forte, tutti lo rispettavano e lo amavano. Lui invece non era ancora stato capace di trovare la giusta motivazione per ottenere le vestigia che tanto desiderava.

“Dove corri, Aiolia?” sorrise, vedendo il fratellino nascondersi fra l’erba alta.

“Non essere così serio!” rispose il piccolo “Oggi non pensare all’armatura! Divertiamoci, solo io e te”.

I due avevano avuto il permesso di allontanarsi dal Tempio per svagarsi un po’ ed avevano deciso di trascorrere la giornata in quel boschetto, al fresco.

“Sento il rumore dell’acqua, fratello!” corse Aiolia “Ho una sete..”.

Il futuro Leone d’oro affondò le manine nel torrente limpido e bevve alcuni sorsi. Poi alzò lo sguardo e si accorse che un uomo vestito in modo strano lo stava fissando, con un’aria di rimprovero sul volto.

“Hem..ciao!” salutò il piccino.

L’uomo non rispose ma la sua espressione si fece più minacciosa.

“Che succede? Aiolia!” si allarmò Aiolos, avvicinandosi.

Non lo raggiunse in tempo però, perché l’uomo aveva già afferrato il piccolo aspirante Leone.

“Hai commesso un errore, moccioso” ringhiò l’uomo.

Aveva lunghi capelli mori ed era vestito come un antico greco, con solo alcuni dettagli in più come un’armatura scura che ne copriva le spalle e la vita.

“Sei un cavaliere?” domandò Aiolia “Anche mio fratello lo diventerà”.

“Cavaliere?” si stupì lo sconosciuto, fissando Aiolos “Sì, è vero. Percepisco in te un potere notevole. Chi servi? Quale divinità ti comanda?”.

“Io..sono un’apprendista cavaliere di Atena”.

“Atena, eh? Interessante. Potremmo definirci quasi colleghi..”.

“Perché? Chi sei?”.

“Mi chiamo Dedalo, Angelo di Artemide”.

“Hem..ok..piacere. Potreste mettere giù mio fratello ora, signor Dedalo?”.

“Questa fonte è sacra. Tuo fratello non doveva metterci le mani”.

“Va bene. Chiedo perdono da parte sua. È solo un bambino, cercate di essere comprensivo! Andiamo..”.

“Le regole sono le regole. Valgono per tutti, cavaliere d’Atena”.

“Non sono un cavaliere e, se proprio dovete punire qualcuno, allora punite me”.

Dedalo parve pensarci qualche istante, ma scosse la testa. Afferrò saldamente Aiolia, che si lamentò e tentò la fuga, senza successo.

“Sei energico, marmocchio! Ti dibatti come un’anguilla!” si stupì l’angelo.

“Lascialo andare! O sarò costretto a..” Aiolos non terminò la frase. A fare cosa? Non lo sapeva bene nemmeno lui.

“Dovrai purificare con il sangue la sacra fonte di Artemide, mortale!” minacciò Dedalo, mettendo le mani attorno al collo di Aiolia.

“Aiutami, fratellone!” gemette il futuro Leone.

“Lascialo!”.

Aiolos era nel panico ma poi una frase balenò nella sua mente: cosa avrebbe fatto Saga?

“Lascia mio fratello” scandì bene l’aspirante Sagittario e strinse i pugni.

“Altrimenti?”.

“Ti trapasserò! Non è giusto sacrificare la vita di un bambino innocente, anche se ha commesso uno sbaglio. Come potrai definire ancora sacra quella fonte, se in essa sgorgherà il sangue di un infante? La tua Dea non può approvare questo!”.

“La mia Dea lo approva eccome! È stata lei ad ordinarmi di eliminare chi osa profanare questo luogo. La tua Dea non farebbe lo stesso?”.

“No. La mia Dea non permetterebbe mai un simile atto”.

“Mi sa che tu non hai capito chi servi, ragazzo. Parliamo di Atena, Dea della guerra”.

“E della saggezza! E ora lascia subito mio fratello!”.

Aiolos si mostrava sicuro ma, nella posizione in cui si trovava Aiolia, non era affatto sicuro di riuscire a colpire il nemico senza ferire il fratello. Dedalo però stringeva il collo del piccolo sempre di più.

“Devo agire” si disse il fratello maggiore “Ho promesso a mia madre che lo avrei protetto e lo proteggerò! Avanti, mio cosmo, dimmi come agire!”.

Di colpo, avvertì una strana forza dentro di sé, che prima d’ora non era mai riuscito a percepire così chiaramente. Spalancò gli occhi è gridò.

“Infinity Break!”.

Il cosmo del Sagittario brillò ed assunse la forma di centinaia di frecce che trapassarono il corpo del nemico, senza nemmeno sfiorare il piccolo Aiolia. Il futuro Leone corse dal fratellone e l’abbracciò, ancora spaventato. Aiolos lo abbracciò, confortandolo.

“Meglio tornare al Tempio. Di corsa” commentò il maggiore.

 

“Vi fate troppi problemi, signor Aiolos” sorrise una delle guardie.

“Lo so, forse hai ragione” sorrise il Sagittario.

Ormai aveva ottenuto l’armatura da diversi anni eppure aveva ancora dubbi, paure. Soprattutto dopo quanto gli erano stato detto da Shion.

“Saga?” domandò, entrando alla terza casa “Ti disturbo?”.

“Aiolos..”.

“So che tardi però..non riesco a dormire. Tu?”.

“Veramente sono un po’ stanco..”.

“Non sei in collera con me, vero?”.

“In collera? Perché dovrei?”.

“Per quello che ci ha detto il sommo Shion..”.

“Hei, non posso essere arrabbiato. Ha scelto te come suo successore..ok. Non posso essere arrabbiato con te. Un po’ deluso, lo ammetto. Ma che vuoi farci? Lui è il Gran Sacerdote. Sa di certo meglio di tutti chi deve prendere il suo posto”.

“Ma io non sono come te! Tu sei sempre così sicuro, forte, serio..”.

“Davvero mi vedi così?!”.

“Tu sei così!”.

“Se lo dici tu..”.

“C’è gente che ti crede la reincarnazione di un Dio! Sei il più adatto a guidare il Tempio!”.

“A molti dei piccoli tu piaci e loro saranno coloro che andranno guidati nella guerra santa. Non importa se un gruppo di paesani pensa che io sia una specie di divinità!”.

“Sta di fatto che io non mi sento affatto pronto”.

“Shion non è mica morto. Rilassati..e cerca di dormire! Non ha nemmeno dato la notizia ufficialmente..”.

“Hai ragione, come sempre. Forse è meglio che vada”.

Il Sagittario si congedò. Saga lo osservò mentre risaliva le scale del tempio.

“A..Aiolos..” gemette,  accasciandosi al suolo.

Era di nuovo lui! Quel lato di lui che inutilmente aveva tentato di cacciare in tanti anni! Stava ormai prendendo il sopravvento e non sapeva che fare per impedirlo. Perché? Perché stava accadendo questo?

“Aiolos..” mormorò “..amico mio..aiutami..”.

 

 

Eccoci qua. Posso dirvelo: il prossimo sarà Saga (per dover di “intreccio”). Ci sono delle cose che qui non sono state spiegate e dovrete attendere il prossimo capitolo. Per il resto..non so, mi viene facile descrivere Aiolos come un insicuro e Shion come un tizio che fa favoritismi..alla prossima!!

   
 
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