“Ma..ancora
si sta allenando?” si domandò una delle guardie.
Pioveva
forte ed ormai era calata la sera, ma quel bambino continuava a correre
lungo
le scale deserte del Grande Tempio.
“Dicono
che
Shion si aspetti grandi cose da quel ragazzetto..” rispose un
collega.
Entrambi
si
stavano riparando dall’acquazzone sotto il pronao della
deserta quinta casa. L’apprendista
invece continuò a correre. Giungendo fino alla prima casa,
era già pronto a
risalire quando udì un rumore.
“Chi
è là?”
domando, fermandosi.
Completamente
zuppo, strinse i pugni con aria minacciosa.
“Chi
c’è?”
ripeté “Fatti vedere. Non ho paura!”.
Aspettandosi
un nemico, il piccolo si mise sulla difensiva. Poi però, nel
buio, vide
apparire qualcosa di ben più piccolo del previsto. Era un
bambino, avvolto da
un mantello ormai inutile perché grondante d’acqua.
“Ti
sei
perso? Cosa ci fai qui?”.
Non
ricevette risposta. Pensando che forse quel fanciullo sconosciuto non
capisse
il greco, l’apprendista tentò di salutare in
più lingue possibile. Ora capiva
perché Shion ci tenesse tanto a fargli imparare gli idiomi
del Mondo..
“Sono
greco. Capisco quel che dici” finalmente parlò
l’intruso “Questo è il Grande
Tempio?”.
“Non
so se
posso dirtelo..chi sei?”.
“Ho
bisogno
di aiuto. Devo vedere Shion”.
“Shion?
Ma
io..”.
“Per
favore!”.
Solo
in
quell’istante, l’apprendista notò che
fra le braccia quel bambino sconosciuto
stringeva qualcosa
che si agitava.
“Cos’hai
lì? Qualcosa di pericoloso?”.
“Ma
che
stai dicendo?! È il mio fratellino neonato. Abbiamo bisogno
di aiuto..”.
“Capisco.
Vieni con me. Ce la fai a salire le scale? Che cosa ti è
successo?”.
Lo
sconosciuto non rispose e si lasciò guidare lungo le case.
“Vuoi
che
ti dia una mano? Lo tengo io il tuo fratellino, se pesa” si
propose
l’apprendista.
“No.
Ce la
faccio”.
Insieme,
i
due bambini raggiunsero la tredicesima dimora, quella del Gran
Sacerdote.
“Dietro
questa porta c’è Shion..”
spiegò il bambino che aveva interrotto i suoi
allenamenti “..però ti avviso: non aspettarti da
lui grandi gesti d’affetto. E
credo che il pianto disperato del tuo fratellino possa
disturbarlo”.
“Non
importa. Lo devo vedere”.
Aprendo
la
porta della dimora, si udì un cigolio. Shion, come sempre,
era seduto sul trono
ed alzò lo sguardo. Leggeva un libro e si
accigliò leggermente.
“Saga..”
disse “..cosa fai qui? Dovresti essere fuori ad allenarti.
Fra poco dovrai
affrontare la prova per l’armatura d’oro. Non
vorrai mica mostrarti
impreparato..”.
“No.
Ma..”
iniziò il bambino, subito interrotto dal Sacerdote.
“Aiolos!”
lo riconobbe l’uomo, alzandosi.
“Se
vi
piace chiamarmi così..” mormorò il
piccolo, sfinito.
“Come
mai
sei al Tempio? Cosa è successo?”.
“Io..la
mamma..il mio fratellino..” provò a spiegare
l’intruso, ma scoppiò a piangere.
Il
Gran
Sacerdote si avvicinò e si chinò sul piccolo,
abbracciandolo per calmarlo.
“Ora
sorridi. Va tutto bene” parlò Shion “Sei
al sicuro ora. Ed anche il tuo
fratellino”.
Saga,
rimasto immobile e sull’attenti come un soldato, ebbe un
sussulto nel vedere
quella scena. Decise che era meglio congedarsi ed uscì dalla
tredicesima, senza
dire nulla.
“È
successo
qualcosa?” domandò una delle guardie, subito fuori
la dimora del Sacerdote.
“Dove
eravate nascosti voialtri?” alzò un sopracciglio
Saga.
“Noi..”.
“Tornate
al
lavoro. Non dovreste sorvegliare il Tempio?!”.
Gli
uomini
non risposero. Rimasero fermi, osservando quel bambino d’un
tratto impertinente
e riprendeva la sua corsa lungo la scalinata di pietra.
“Raccontami
tutto, piccolo Aiolos” lo incoraggiò Shion
sedendosi in terra, accanto al
bambino,e prendendo
fra le braccia il
neonato.
“Io..ricordo
quando siete venuto a casa nostra. Avevate detto che, se avevamo
bisogno di
aiuto, potevamo in ogni momento venire a cercarvi al Grande
Tempio”.
“Lo
ricordo
bene..”.
“Papà
era
appena stato dato per disperso in mare..”.
“Lo
ricordo. Cosa ti ha portato qui? Con un neonato, poi..”.
“Mamma
non
si è svegliata. La levatrice dice che è morta per
permettere al mio fratellino
di vivere”.
“Morta
di
parto, dunque..è un destino che accomuna molti di
noi..”.
“Noi?”.
“Ricordo
la
prima volta che ti ho visto. Eri un bambino che correva come il
vento”.
“E
mi avete
chiamato Aiolos, in onore del Dio del vento..”.
“Sì.
Usai
proprio quel nome e tuo padre sorrise”.
“Potete
chiamarmi così, se volete. Da quel giorno, mamma mi ha
sempre chiamato con quel
nome..”.
“In
te
percepii un fortissimo cosmo. E lo percepisco ancora, potente e
limpido”.
“Cosmo?
Non
capisco..”.
“Non
te lo
spiego ora. Sei molto stanco. Vieni con me. Hai bisogno di
dormire”.
“Ed
il mio
fratellino?”.
“Me
ne
prenderò cura io. Non avere più alcun
timore..”.
Aiolos
ancora piangeva ma si sentì più tranquillo quando
il Gran Sacerdote sorrise al
neonato.
Aiolos
sospirò. Alzò lo sguardo dal libro su cui era
chinò e si voltò verso Saga.
Appoggiato contro una colonna, il cavaliere dei Gemelli sembrava
davvero
concentrato. Poi però girò gli occhi ed Aiolos
sobbalzò.
“Che
c’è?”
domandò Saga.
“Niente..andiamo
ad allenarci? Voglio anche io l’armatura d’oro.
Aiutami..”.
“Io
ero qui
al tempio da ben prima di te, nulla di strano se io l’ho
ottenuta e tu ancora
no. Non serve avere fretta. Anche perché..tanto non mi
serve! Sono troppo
piccolo e non riesco ad indossarla”.
“Sì
ma è
tua. Ed è così bella..io ti invidio,
sai?”.
“Anch’io..”
ammise Saga, facendosi malinconico.
“Ah
sì? E
perché?”.
“Non
importa.
Andiamo..se no mi sa che Shion ti becca addormentato sul
libro!”.
Il
piccolo
Aiolia stava in braccio a Shion ed entrambi osservavano Aiolos durante
gli
allenamenti. L’aspirante cavaliere stava svolgendo alcuni
esercizi all’arena ed
il Gran Sacerdote suggeriva miglioramenti e posture.
“Devi
concentrarti, Aiolos! Devi sentire quel che trasmette il tuo cosmo. Lui
sa quel
che devi fare per sprigionare al massimo la sua potenza”.
“Ma..come
faccio, maestro? Io mi concentro ma..quel bersaglio mi risulta comunque
difficile da colpire!”.
“Perché
non
hai la giusta motivazione a colpirlo”.
“La
giusta
motivazione? Dove dovrei trovarla?”.
“Fratellone..”
sorrideva Aiolia, correndo fra gli alberi “..è
vero che diventerai un cavaliere
d’oro? E che poi lo diventerò pure io?”.
“Al
momento
non lo sono, ma faccio del mio meglio”.
Aiolos
sospirò. Invidiava profondamente Saga. Era considerato un
cavaliere buono e
forte, tutti lo rispettavano e lo amavano. Lui invece non era ancora
stato
capace di trovare la giusta motivazione per ottenere le vestigia che
tanto
desiderava.
“Dove
corri, Aiolia?” sorrise, vedendo il fratellino nascondersi
fra l’erba alta.
“Non
essere
così serio!” rispose il piccolo “Oggi
non pensare all’armatura! Divertiamoci,
solo io e te”.
I
due
avevano avuto il permesso di allontanarsi dal Tempio per svagarsi un
po’ ed
avevano deciso di trascorrere la giornata in quel boschetto, al fresco.
“Sento
il
rumore dell’acqua, fratello!” corse Aiolia
“Ho una sete..”.
Il
futuro
Leone d’oro affondò le manine nel torrente limpido
e bevve alcuni sorsi. Poi
alzò lo sguardo e si accorse che un uomo vestito in modo
strano lo stava
fissando, con un’aria di rimprovero sul volto.
“Hem..ciao!”
salutò il piccino.
L’uomo
non
rispose ma la sua espressione si fece più minacciosa.
“Che
succede? Aiolia!” si allarmò Aiolos, avvicinandosi.
Non
lo
raggiunse in tempo però, perché l’uomo
aveva già afferrato il piccolo aspirante
Leone.
“Hai
commesso un errore, moccioso” ringhiò
l’uomo.
Aveva
lunghi capelli mori ed era vestito come un antico greco, con solo
alcuni
dettagli in più come un’armatura scura che ne
copriva le spalle e la vita.
“Sei
un
cavaliere?” domandò Aiolia “Anche mio
fratello lo diventerà”.
“Cavaliere?”
si stupì lo sconosciuto, fissando Aiolos
“Sì, è vero. Percepisco in te un
potere notevole. Chi servi? Quale divinità ti
comanda?”.
“Io..sono
un’apprendista cavaliere di Atena”.
“Atena,
eh?
Interessante. Potremmo definirci quasi colleghi..”.
“Perché?
Chi sei?”.
“Mi
chiamo
Dedalo, Angelo di Artemide”.
“Hem..ok..piacere.
Potreste mettere giù mio fratello ora, signor
Dedalo?”.
“Questa
fonte è sacra. Tuo fratello non doveva metterci le
mani”.
“Va
bene.
Chiedo perdono da parte sua. È solo un bambino, cercate di
essere comprensivo!
Andiamo..”.
“Le
regole
sono le regole. Valgono per tutti, cavaliere
d’Atena”.
“Non
sono
un cavaliere e, se proprio dovete punire qualcuno, allora punite
me”.
Dedalo
parve pensarci qualche istante, ma scosse la testa. Afferrò
saldamente Aiolia,
che si lamentò e tentò la fuga, senza successo.
“Sei
energico, marmocchio! Ti dibatti come un’anguilla!”
si stupì l’angelo.
“Lascialo
andare! O sarò costretto a..” Aiolos non
terminò la frase. A fare cosa? Non lo
sapeva bene nemmeno lui.
“Dovrai
purificare con il sangue la sacra fonte di Artemide,
mortale!” minacciò Dedalo,
mettendo le mani attorno al collo di Aiolia.
“Aiutami,
fratellone!” gemette il futuro Leone.
“Lascialo!”.
Aiolos
era nel
panico ma poi una frase balenò nella sua mente: cosa avrebbe
fatto Saga?
“Lascia
mio
fratello” scandì bene l’aspirante
Sagittario e strinse i pugni.
“Altrimenti?”.
“Ti
trapasserò! Non è giusto sacrificare la vita di
un bambino innocente, anche se
ha commesso uno sbaglio. Come potrai definire ancora sacra quella
fonte, se in
essa sgorgherà il sangue di un infante? La tua Dea non
può approvare questo!”.
“La
mia Dea
lo approva eccome! È stata lei ad ordinarmi di eliminare chi
osa profanare
questo luogo. La tua Dea non farebbe lo stesso?”.
“No.
La mia
Dea non permetterebbe mai un simile atto”.
“Mi
sa che
tu non hai capito chi servi, ragazzo. Parliamo di Atena, Dea della
guerra”.
“E
della
saggezza! E ora lascia subito mio fratello!”.
Aiolos
si
mostrava sicuro ma, nella posizione in cui si trovava Aiolia, non era
affatto
sicuro di riuscire a colpire il nemico senza ferire il fratello. Dedalo
però stringeva
il collo del piccolo sempre di più.
“Devo
agire” si disse il fratello maggiore “Ho promesso a
mia madre che lo avrei
protetto e lo proteggerò! Avanti, mio cosmo, dimmi come
agire!”.
Di
colpo,
avvertì una strana forza dentro di sé, che prima
d’ora non era mai riuscito a
percepire così chiaramente. Spalancò gli occhi
è gridò.
“Infinity
Break!”.
Il
cosmo
del Sagittario brillò ed assunse la forma di centinaia di
frecce che
trapassarono il corpo del nemico, senza nemmeno sfiorare il piccolo
Aiolia. Il
futuro Leone corse dal fratellone e l’abbracciò,
ancora spaventato. Aiolos lo
abbracciò, confortandolo.
“Meglio
tornare al Tempio. Di corsa” commentò il maggiore.
“Vi
fate
troppi problemi, signor Aiolos” sorrise una delle guardie.
“Lo
so,
forse hai ragione” sorrise il Sagittario.
Ormai
aveva
ottenuto l’armatura da diversi anni eppure aveva ancora
dubbi, paure.
Soprattutto dopo quanto gli erano stato detto da Shion.
“Saga?”
domandò, entrando alla terza casa “Ti
disturbo?”.
“Aiolos..”.
“So
che
tardi però..non riesco a dormire. Tu?”.
“Veramente
sono un po’ stanco..”.
“Non
sei in
collera con me, vero?”.
“In
collera? Perché dovrei?”.
“Per
quello
che ci ha detto il sommo Shion..”.
“Hei,
non
posso essere arrabbiato. Ha scelto te come suo successore..ok. Non
posso essere
arrabbiato con te. Un po’ deluso, lo ammetto. Ma che vuoi
farci? Lui è il Gran
Sacerdote. Sa di certo meglio di tutti chi deve prendere il suo
posto”.
“Ma
io non
sono come te! Tu sei sempre così sicuro, forte,
serio..”.
“Davvero
mi
vedi così?!”.
“Tu
sei
così!”.
“Se
lo dici
tu..”.
“C’è
gente
che ti crede la reincarnazione di un Dio! Sei il più adatto
a guidare il
Tempio!”.
“A
molti
dei piccoli tu piaci e loro saranno coloro che andranno guidati nella
guerra
santa. Non importa se un gruppo di paesani pensa che io sia una specie
di
divinità!”.
“Sta
di
fatto che io non mi sento affatto pronto”.
“Shion
non
è mica morto. Rilassati..e cerca di dormire! Non ha nemmeno
dato la notizia ufficialmente..”.
“Hai
ragione, come sempre. Forse è meglio che vada”.
Il
Sagittario
si congedò. Saga lo osservò mentre risaliva le
scale del tempio.
“A..Aiolos..”
gemette, accasciandosi
al suolo.
Era
di
nuovo lui! Quel lato di lui che inutilmente aveva tentato di cacciare
in tanti
anni! Stava ormai prendendo il sopravvento e non sapeva che fare per
impedirlo.
Perché? Perché stava accadendo questo?
“Aiolos..”
mormorò “..amico mio..aiutami..”.
Eccoci
qua. Posso dirvelo: il prossimo sarà
Saga (per dover di “intreccio”). Ci sono delle cose
che qui non sono state spiegate
e dovrete attendere il prossimo capitolo. Per il resto..non so, mi
viene facile
descrivere Aiolos come un insicuro e Shion come un tizio che fa
favoritismi..alla prossima!!