Film > The Avengers
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Autore: SAA89    26/05/2015    3 recensioni
Allora, manca meno di un mese ad Avengers: Age of Ultron, ma abbiamo visto tutti la scena nei titoli di coda del primo film. Sappiamo che il prossimo avversario dei Vendicatori sarà Thanos. E sappiamo anche che non lo metteranno a nanna prima del 2019, e ci vorranno la bellezza di UNDICI FILM!
Quindi, se non vi va di aspettare così tanto, questa è la mia idea su come potrebbe svolgersi la storia. Questa fic inizia dopo Iron Man 3: Loki è sotto chiave ad Asgard, ma il suo fratello adottivo ha già notato che qualcosa in lui è cambiato. Nel frattempo, gli altri Avengers continuano le loro vite a New York. Ma forze oscure cospirano contro i nostri eroi...
(a proposito, Romanogers a partire dal capitolo 2. Perché? Perché sì.)
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Washington D.C., Triskelion

Il direttore Fury se ne stava seduto alla sua scrivania, poco interessato a quello che il suo braccio destro, l’agente Maria Hill, aveva da dire:

< Non credi di stare esagerando? Ieri sera i satelliti hanno rilevato tre firme energetiche compatibili con un ponte Bifrost sopra alla Avengers Tower... che vuoi che sia? Vorrà dire che Thor è tornato... >

< Direttore, tre firme energetiche in un intervallo di meno di due ore non sono un evento ordinario! Secondo me dovremmo investigare > rispose Maria, evidentemente molto più preoccupata di lui.

< Bah. Forse aveva dimenticato il martello a casa ed è tornato a riprenderlo. Che vuoi che ti dica? >

< Io rimango del parere che stia succedendo qualcosa... perché non contattiamo Stark? >

< Davvero, Hill? Pensi che se qualcosa andasse storto, Stark ce lo direbbe? È soltanto un’interurbana sprecata, lascia stare... >

In quel momento, Jasper Sitwell entrò nell’ufficio senza bussare: < Signore, c’è un’emergenza livello 8! L’area 51 è sotto attacco! > disse, trafelato.

Fury saltò in piedi, rovesciando la sua poltrona: < Che cosa? Cosa sappiamo? >

< Poco o niente, signore. L’attacco è ancora in corso... >

< Lo 0-8-4? >

< Crediamo che sia proprio quello l’obiettivo, direttore >

< Certo che lo 0-8-4 è l’obiettivo – si intromise Maria – perché attaccare la base più segreta e impenetrabile di tutto lo SHIELD se non per impossessarsi dello scettro di Loki? >

< Maledizione! Dobbiamo andare, Hill, muoviti! > berciò Fury, avviandosi fuori dalla stanza e verso il tetto dell’edificio, con Hill al seguito.

Mentre salivano a bordo dell’elicottero che li attendeva sul tetto del Triskelion, e che li avrebbe portati sull’helicarrier già in volo verso il Nevada, Hill ricevette una chiamata d’emergenza: < Succede qualcos’altro, direttore... >

< Cos’altro può succedere, Hill? > sbuffò Fury, allacciandosi la cintura e mettendosi le cuffie.

< È stata rilevata una quarta firma energetica, 17 minuti fa... questa volta è nell’Idaho, a 23 miglia dal confine con il Canada... >

A Fury venne subito in mente il rifugio costruito da Stark per contenere Hulk. Si trovava esattamente a 23 miglia dal confine canadese, non poteva essere una coincidenza.

< Contatta gli Avengers > ordinò, mentre l’elicottero si sollevava.

Nevada, Area 51

Brock Rumlow e la sua squadra avevano fatto un lavoretto rapido e molto ben eseguito. All’esterno dell’edificio, nessuno si era accorto di niente finché la squadra STRIKE non era uscita. Poi, gli uomini del commando si erano fatti strada ad armi spianate verso la pista di decollo numero 1, salendo su un Quinjet e volando via un attimo prima che le difese della base li abbattessero. L’Air Force statunitense era stata tempestivamente allertata, ma gli uomini di Rumlow avevano attivato i pannelli retro-riflettenti del Quinjet, rendendosi impossibili da localizzare sia per gli F-22 Raptor dell’Aeronautica americana che per gli aerei e i satelliti dello SHIELD.

< Rollins, il pacco? > chiese Rumlow, rivolto al suo uomo migliore, una volta arrivati a distanza di sicurezza dalla base.

Jack Rollins, un tizio dall’aspetto minaccioso, con i capelli tirati all’indietro e una disgustosa cicatrice sul mento, sorrise malignamente, sfilandosi lo zaino e aprendolo. All’interno, la gemma dello scettro di Loki scintillava sotto i volti compiaciuti dei due uomini. Fu allora che il cellulare di Rumlow iniziò a squillare.

< Ehi, piccola > salutò, rispondendo al telefono.

< Missione compiuta? > chiese una voce femminile dall’altro capo della linea.

< Certo che sì, per chi mi hai preso? >

< Beh, pensavo che lo SHIELD ti potesse creare problemi... > rispose la donna misteriosa, con un tono seducente.

< Piccola, te l’ho detto. Non ti devi preoccupare dello SHIELD. Conosco tutti i loro metodi. Siamo in vantaggio con loro > sghignazzò Rumlow.

< Bene. Il nostro socio sarà soddisfatto. Incontriamoci al punto stabilito, dobbiamo fare quell’altra cosa di cui ti ho parlato... >

< Sei proprio sicura? Così la metteremo sul personale... >

< Per me è già una questione personale, lo sai. Molto personale >

< D’accordo, piccola. Stiamo arrivando > disse infine Rumlow, chiudendo la chiamata.

SHIELD helicarrier 64, da qualche parte sopra il New Jersey

La gigantesca nave volante avrebbe impiegato due ore e mezza a raggiungere l’Area 51. Appena salito a bordo, il direttore Fury aveva ottenuto maggiori informazioni sull’attacco. Le telecamere di sicurezza avevano ripreso Rumlow e la squadra STRIKE che sparavano sugli indifesi scienziati che trafficavano attorno allo scettro, per poi svignarsela a bordo di un Quinjet rubato. Nick non aveva potuto fare altro che constatare di avere un traditore all’interno dello SHIELD.

< Direttore, un altro rilevamento satellitare > disse l’agente Hill, alle spalle di Fury.

< Un’altra firma energetica? Cos’è, gli asgardiani hanno organizzato una crociera sulla Terra? >

< No, signore... un oggetto volante non identificato è appena entrato nell’atmosfera... si dirige verso il rifugio di Stark... >

< Come sarebbe un oggetto volante non identificato? Identificatelo, cazzo! >

< Ci stiamo provando, ma... è grande... >

< Quanto grande? >

Hill alzò lo sguardo dal suo computer, per guardare in faccia il direttore: < Più di questo helicarrier >

Nick sgranò il suo unico occhio buono: < Timoniere, rotta 310, massima velocità. Destinazione Idaho, prigione anti-Hulk > ordinò. L’helicarrier iniziò una rapida virata a sinistra, portandosi sulla nuova rotta.

< Sei riuscita a contattare gli Avengers? > chiese poi Fury a Hill.

< Negativo, signore. Ho chiamato la Avengers Tower, mi ha risposto Pepper Potts. Dice di non sapere dove siano >.

Fury rimase pensieroso per un momento. Indubbiamente stava succedendo qualcosa di grosso. E qualcosa gli diceva che gli Avengers erano già sul campo.

< Chiama la Casa Bianca – disse poi – vediamo se almeno War Machine è disponibile... >

Idaho, prigione anti-Hulk

Lo scontro tra gli Avengers e i quattro guerrieri asgardiani non sembrava destinato a finire tanto presto.

Steve combatteva ancora con Lady Sif. Ricordava di aver letto un libro sulla mitologia norrena, una volta, e di aver trovato qualcosa su di lei. Era descritta come una bellissima ragazza dai capelli biondi e dall’animo gentile. C’era anche scritto che Sif era la moglie di Thor, quindi ovviamente quel libro non era molto accurato, ma di certo Steve non si aspettava di trovarsi davanti la versione asgardiana di Natasha Romanoff.

Ogni più piccolo dettaglio del suo aspetto urlava: “pericolo”, e il suo modo di combattere rendeva pienamente giustizia alle apparenze. C’era un motivo, se la chiamavano “la dea della guerra”.

D’altra parte, però, nemmeno Sif si aspettava di trovarsi davanti la versione terrestre di Thor: Steve le teneva testa egregiamente, rispondendo colpo su colpo. Era incredibile come un’arma prettamente difensiva come uno scudo circolare, nelle mani del super soldato divenisse letale quanto la sua spada a doppia lama.

Tony era ancora occupato a tenere a bada Volstagg. L’asgardiano lo aveva centrato in pieno con la sua gigantesca ascia, e se non avesse avuto l’armatura lo avrebbe sicuramente tagliato in due. Poi però, Iron Man era lentamente passato in vantaggio, riuscendo a disarmare il guerriero con i suoi repulsori. L’ascia di Volstagg era andata in frantumi, ma poi gli altri due asgardiani, Fandral e Hogun, lo avevano preso alle spalle, danneggiando ulteriormente la sua armatura. Tony aveva quindi attaccato Fandral, mentre Hogun si era ritrovato faccia a terra grazia ad un violentissimo calcio nella schiena ad opera di Natasha, che aveva poi provveduto a metterlo definitivamente K.O. con i suoi braccialetti elettrici.

Clint si sentiva inutile: nemmeno le sue frecce esplosive avevano il benché minimo effetto. Sembrava che servissero solo a far incazzare gli asgardiani ancora di più. Era chiaro che lì non poteva fare nulla. Decise che era meglio dare una mano a Bruce, e assicurarsi che Jane, Darcy e Selvig fossero al sicuro.

Thor invece non aveva nemmeno iniziato a combattere.

Loki era rimasto chiuso nella cella anti-Hulk per alcuni minuti, chiedendosi cosa stesse succedendo, prima che la porta si aprisse e Thor facesse il suo ingresso: < Dobbiamo andare – disse il dio del tuono – non lascerò che ti riportino ad Asgard >.

Loki non aveva risposto, lasciandosi trascinare via dal fratello. Appena ritornati in superficie, vide Lady Sif e i Tre Guerrieri che si stavano battendo brutalmente con gli Avengers. Si chiese perché mai a questi terrestri importasse così tanto di lui. Perche non lo avessero immediatamente consegnato, lasciando che Thor se la sbrigasse da solo. Si disse che tutto quello che volevano da lui erano le informazioni. Non credeva che facessero quello che stavano facendo anche per fare un favore a Thor.

Comunque, non ebbe modo di pensarci oltre: Thor stava già roteando il suo martello, pronto a prendere il volo e lasciare il campo di battaglia, quando il cielo sopra di loro si oscurò improvvisamente.

Tutti quanti smisero di combattere all’istante: una gigantesca astronave nera, con un corpo centrale tozzo e due gigantesche ali formate da vari pannelli impilati uno a fianco all’altro, era apparsa dal nulla. Pochi attimi più tardi, una piccola navicella dalla forma oblunga uscì da un boccaporto al di sotto dello scafo, avviandosi lentamente verso il terreno.

Nessuno mosse un muscolo durante la discesa della navicella, e nemmeno quando la suddetta navicella atterrò, e dal suo interno ne uscì uno strano individuo dalla pelle blu, con un cappuccio che ricordava vagamente quello di un guerriero medievale giapponese, e armato con un grosso martello dal manico lungo quasi un metro.

Appena sceso dalla navicella, si rivolse verso Thor e Loki, senza prestare la benché minima attenzione a tutti gli altri.

Loki era spaventato come non mai: < Ronan > mormorò.

L’individuo chiamato Ronan lo squadrò: < Non ci servi più, Loki... > disse soltanto, sollevando il suo martello, e poi girandolo con un rapido movimento del polso, creando una violentissima onda d’urto che scaraventò Thor e Loki a cinquanta metri di distanza.

Quello fu il momento in cui tutti quanti, asgardiani ed Avengers, scattarono all’attacco contro il nuovo, comune nemico. Ma prima che potessero anche soltanto arrivargli vicino, la grossa astronave sopra di loro iniziò ad aprire il fuoco.

Una valanga di raggi fiammeggianti iniziò a distruggere completamente l’intera zona. Erano tutti quanti allo scoperto, e non potevano né ripararsi né contrattaccare.

Quando la casa fu colpita da un raggio sparato dall’astronave, il dottor Banner non riuscì più a controllarsi. Stava già diventando verde mentre mormorava: < Andate nella cella... > rivolto a Jane, Selvig, Darcy e Barton.

Hulk era uscito sfondando il muro ruggendo e sbattendo entrambi i pugni contro il suolo, ma non poteva fare nulla: venne centrato da tali e tanti raggi d’energia da sparire alla vista.

Steve sapeva che c’era un solo modo per scamparla: < Tutti nel rifugio! Presto! > urlò, mentre scorgeva Ronan che camminava tranquillamente verso la sua navicella e ritornava sulla grande astronave.

Miracolosamente, tutti riuscirono ad entrare in casa, scendere nel sotterraneo e rifugiarsi nella cella. Tutti tranne Banner, Loki e Thor.

< Che diavolo succede!? > urlò Darcy in preda al panico, mentre il rumore del disastro che stava succedendo in superficie accompagnava le violente scosse di terremoto che squassavano la cella.





Ebbene sì, Ronan l'Accusatore. Non aspettatevi che introduca i Guardiani della Galassia, è solo che Ronan mi è piaciuto, così ho deciso di "assumerlo"...
Chi sarà la donna misteriosa che parlava al telefono con Rumlow? Quale sarà il suo piano per rendere la questione personale? E come sono collegati tra loro tutti questi personaggi? Le risposte nel prossimo capitolo!
A proposito, sia in questo capitolo che nel capitolo scorso ho inserito un Easter Egg... se riuscite a trovarlo, scrivetelo nelle recensioni! Potreste ricevere un premio!
Alla prossima!
  
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