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Autore: deborahdonato4    26/05/2015    2 recensioni
Dopo la battaglia tra semidei greci e romani, e la sconfitta della Madre Terra Gea, i ragazzi del Campo Mezzosangue godono di un periodo di pace.
Nico di Angelo deve mantenere una promessa strappata dal figlio di Apollo Will Solace, che intende assicurarsi il mantenimento.
Tra i due sorgerà amicizia o gli atteggiamenti contrastanti dei due semidei li faranno tenere a distanza?
Ps: Contiene spoiler dal Sangue dell'Olimpo
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Nico osservò Will tirare una freccia dopo l'altra sui bersagli. Non osò disturbarlo, poiché era troppo indaffarato a pensare ad altro.
Will gli aveva aperto il suo cuore. Gli aveva confessato i suoi sentimenti, e gli aveva parlato di due relazioni passate che avevano inciso in modo molto profondo nella sua vita amorosa.
Nico non aveva storie d'amore da confessare. E sospettava che Will conoscesse già della sua mostruosa cotta per Percy Jackson. Doveva averlo capito, altrimenti non si spiegava la gelosia che il figlio di Apollo provava per il discendente di Poseidone.
Mentre lo osservava tirare frecce una dopo l'altra contro i bersagli immobili, Nico sospirò. Forse non aveva storie d'amore da ricordare, ma c'era altro della sua vita che Will doveva conoscere, se voleva essere sincero con lui come lui aveva appena fatto.
«Sono nato nel 1924.» disse Nico, gli occhi puntati sulle spalle di Will. «E dieci anni dopo, io e mia sorella Bianca siamo stati rinchiusi nel Casinò Lotus fino a quando, quasi cinque anni fa, qualcuno non ci ha liberati. Pensavo volessi saperlo.»
Will continuò a scoccare frecce contro i bersagli. Non sembrava nemmeno che lo avesse sentito.
Nico rimase in attesa, osservandolo, e arrossendo. Non ne aveva mai parlato con nessuno. Di solito gli altri ne parlavano tra di loro, e lui non se ne preoccupava. L'unico che l'aveva capito davvero era stata Hazel, nata pochi anni dopo di lui, morta negli anni '40, e trovata l'anno prima negli Inferi.
Dopo un altro lungo minuto di silenzio, Will abbassò il braccio.
«Stai scherzando?» gli domandò, senza voltarsi.
«No.» rispose Nico, continuando a guardarlo. Si era alzato un leggero venticello, che gli scuoteva i capelli. «Non sto scherzando.»
Will si voltò a guardarlo negli occhi. Erano di un azzurro più intenso del solito. Nico deglutì.
«1924.» ripeté Will. «Sul serio?»
«Sul serio.»
«E Hazel?»
«Lei è nata quattro anni dopo di me, da un'altra donna, da un'altra parte. Ma lei è morta, e io no.»
«Be', certo, sei di fronte a me. Quindi sei veramente un vampiro?»
Nico sospirò. «Non sono un vampiro. Sono solo...»
«Sei solo rimasto dentro il casinò Lotus per circa settant'anni, dico bene?» sorrise Will, scrutandolo. «È quello che stavi dicendo.»
«Ed è vero. Avevo ancora dieci quando ho lasciato il casinò.»
Will lo guardò con attenzione. «E hai iniziato a crescere dopo aver lasciato il casinò?»
«Sì.»
«Forte.» fu il commento di Will, da vero figlio di Apollo.
«Forte?» ripeté Nico, perplesso. «Davvero?»
«Sì.»
«Ti ho appena detto di essere nato negli anni Venti...»
«E allora? Non hai veramente ottant'anni. Ne hai solo quattordici.»
«Magari ho conosciuto i tuoi nonni...»
«No, penso sia improbabile. Sei di origini italiane, giusto? Io ho origini francesi. I miei nonni materni sono francesi. Non penso tu li abbia conosciuti.»
«Come fai a dire che sono di origini italiane?»
Will si trattenne a stento dall'alzare gli occhi al cielo. «Nico di Angelo.» ripeté, sorridendo.
Nico arrossì leggermente. Will la stava prendendo molto meglio del previsto.
«Noi figli di Apollo possediamo il dono della profezia.» mormorò Will, senza guardarlo. «E quando sei arrivato al Campo anni fa, ho capito che non eri come gli altri. Il tuo passato era diverso, oscurato da qualcosa. Dal casinò, molto probabilmente. Quando Percy, Annabeth e Grover sono tornati dalla loro prima missione, hanno parlato anche del casinò Lotus. Un luogo davvero interessante.»
Nico lo scrutò, sospettoso. Will stava facendo sul serio? Era così tranquillo...
«Non mi interessa.» riprese Will, avvicinandosi a lui di un paio di passi. «Cosa mi importa sapere il tuo anno di nascita? La tua età si è congelata nel casinò, e tu hai esattamente quattordici anni. Sarà uno spasso presentarti alla mia famiglia con la tua vera carta di identità, ma non credo tu la possieda ancora.»
Nico scosse la testa e chiese, con voce strozzata: «Stai già pensando di portarmi a conoscere i tuoi genitori?»
«Ne abbiamo parlato questa mattina.»
«Credevo tu stessi scherzando.»
Will scosse la testa. «No, non scherzavo. Ai miei genitori piacerai di sicuro... cioè, almeno a mio padre Logan piacerai di sicuro. E credo anche alla maggior parte dei miei fratelli. Ma non dovrai preoccuparti di loro fino a quando non ti sentirai veramente pronto per conoscerli. Il che succederà... tra due, tre settimane?»
Nico lo guardò sospettoso. «D'accordo. Ma tu, tra due o tre settimane, ti sentirai pronto a conoscere mio padre?»
Will scosse la testa. «Prima i miei genitori umani, poi ci occupiamo dei genitori divini.»
Nico annuì, divertito, e accettò il suo abbraccio, per un solo, lunghissimo minuto, poi si liberò della sua stretta.
«Che stavi combinando con Jason?» gli domandò.
«Mmh? Di che parli?» chiese Will, sorridendo, con tono angelico.
«Lo sai benissimo di cosa parlo. Sembravi... sul punto di picchiarlo.»
Will si lasciò andare ad una risata cristallina. «Sul serio?»
«Sì.»
«Scusami, ma... so che non dovrei... che ne abbiamo già discusso... ma sono un tipo geloso. Soprattutto quando si parla di te.»
«Non devi essere geloso. Jason e Percy hanno le loro ragazze... e non sono ancora pronto a far sapere a tutto il campo che frequento un ragazzo geloso.»
Will lo osservò curioso. «E domani saresti pronto a farlo sapere a tutto il campo?»
«No.»
«Dopodomani?»
«Non credo.»
Will si mordicchiò il labbro e sospirò. «D'accordo.» annuì. «Ti concederò una tregua. Una settimana.»
«Come? Cosa intendi con una tregua?»
Will sorrise, commosso dalla reazione del figlio di Ade. «Intendo che ti lascerò una settimana di tempo per abituarti all'idea di me e te insieme. Poi sguinzaglierò Angel.»
«Sguinzaglierai Angel?» domandò confuso Nico.
«Angel è il modo più veloce per far sapere a tutto il campo un segreto. Quando sarai pronto, dirò ad Angel di spargere la voce. Non voglio dargli troppe credenziali, ma Angel è la fonte migliore per scoprire vari pettegolezzi. Lui sa sempre tutto di tutti. E lui sa anche essere nel posto giusto al momento giusto. Ad esempio, era fuori dall'infermeria quando ti ho baciato. E sono quasi certo che ora sia nascosto dietro ad uno di questi alberi, in attesa che smettiamo di parlare per filarsela in cabina.»
Nico si guardò attorno con attenzione. Angel era veramente lì? E perché non se n'era accorto? Will emise un lieve fischio, e Nico notò il figlio di Apollo nascondersi meglio dietro un cespuglio.
«Come fa?» borbottò Nico, imbarazzato. Doveva averlo sentito parlare della sua data di nascita.
«Sua madre è una giornalista. Quando ha conosciuto Apollo, era una modella, e durante la gravidanza ha trovato un'altra occupazione che non ha mai lasciato. Angel è cresciuto tra pettegolezzi vari, ha imparato ad origliare le conversazioni prima di usare il vasino... sai, cose del genere.»
Nico iniziò a ridere.
«Angel!» gridò Will, facendogli un cenno con la mano. «Vieni qui!»
Angel rotolò via dal cespuglio e si avvicinò al fratello maggiore a capo chino. Aveva le guance in fiamme, delle foglie incastrate tra i capelli, e non distolse lo sguardo dalle infradito del fratello.
«Quanto hai udito della nostra conversazione segreta?» domandò Will, calmo.
«Abbastanza.» borbottò Angel.
«Abbastanza?»
«Sì, ma... Will, fratello, sai che non dirò niente a nessuno!»
Will annuì, dandogli una leggera pacca sulla spalla. «Lo so.» disse. «So che posso fidarmi di te. E so anche che tieni alla tua lingua.»
Angel annuì e scappò via prima che il fratello potesse minacciarlo con qualcosa di nuovo.
«Come facevi a sapere che era dietro l'albero?» domandò Nico, mentre Will recuperava le spade da allenamento.
«Ho notato i suoi capelli quando ti ho abbracciato. Credo mi abbia seguito per chiedermi qualcosa dell'infermeria, ma a quanto pare se lo è scordato. Ci vediamo più tardi?»
«Nella mia cabina? O a cena?»
«A cena.»
«Okay, a dopo allora.»
Will lo baciò teneramente per un minuto, prima di lasciarlo da solo. Nico lo guardò allontanarsi e sorrise tra sé.
   
 
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