Titolo
capitolo:
Lucy…
Personaggi:
Lucy Pevensie, Edmund
Pevensie e Susan Pevensie
Paring:
Nessuno. Forse lievi
accenni di Susan/Peter ma non nel senso di coppia. Questa volta il loro
sarà un
rapporto pienamente fraterno.
Note:
La seconda lettera
per Peter, questa volta da parte della piccola Lucy. I personaggi non mi appartengono ma sono di
proprietà di C.S.Lewis. Questa fiction è scritta
per il puro divertimento dell’autrice
stessa, che dato che non ha nulla da fare (che ragazza impegnata
vero?), e ha
deciso di condividere le sue pazzie con altri.
Caro fratellone,
scusami
se sto venendo meno alla nostra
promessa.
Ti
avevo giurato che sarei stata forte; che sebbene fossi la
più
piccola non avrei versato nemmeno una lacrima al momento
dell’addio e una volta
ritornati a Londra, ma mi sto accorgendo di aver rispettato il nostro
accordo
solo per metà.
Perché
sebbene io sia riuscita a trattenere le lacrime durante il
tuo addio, una volta arrivati a casa, non
la nostra vera casa, si intende, quella è dove ti trovi tu
ora, vedendo che
tu non c’eri, non ho potuto continuare a fermarle.
Che
poi, tu sai quanto io odi piangere.
Cercai
conforto in Susan, me vedendola piangere e singhiozzare il
doppio più forte di me, decisi di restare con Ed
giù in salotto – ehi, ti
ricordi ancora dov’è vero? – e di
aspettare che la pesante atmosfera che aveva
accompagnato il nostro ritorno a casa svanisse.
In
tutta sincerità, invece, credo ci sia ancora.
Perché
Susan, sebbene abbia smesso di piangere, non parla mai con
nessuno e non sorride più come una volta.
Credo
che nemmeno si ricordi più com’è fatto
un sorriso dopo tutto
questo tempo.
Mentre
per quanto riguarda Ed…non saprei cosa dire.
Non
c’è gioia nei suoi occhi, ma nemmeno tristezza.
Sembra
arrabbiato, per la verità.
Arrabbiato
e parecchio amareggiato.
Ma
sai com’è fatto: lui non sopporta di dover essere
secondo a
nessuno, perfino di un ricordo.
E
poi ci sono io.
Che
ogni tanto piango, torno a sorridere e poi inspiegabilmente
torno a piangere.
E
lo sai perché?
Piango
perché tu non ci sei, ma tuttavia sorrido perché
so che a
Narnia stai bene, e poi irrimediabilmente piango perché il
pensiero che tu non
ti trovassi più bene con noi frantuma il mio cuore.
È
che mi manchi tanto Peter.
Davvero,
davvero tanto.
Il
pensiero che tu non possa più uscire dalla tua stanza,
guardarmi ancora mezza addormentata uscire dalla camera che divido con
Susan e
ridere sulla buffa forma che hanno assunto i miei capelli rossi quella
mattina
mi rende inevitabilmente triste.
Ma
è soprattutto l’idea di aver perso il mio
fratellone, la mia
guida, il mio esempio da seguire, a rendermi infelice.
E
sebbene il mio sia un pensiero egoistico, ora vorrei averti esattamente
al mio fianco.
Anche
se qualche volta non mi ha creduto, il rancore che serbavo
per te svaniva in un attimo, compensato dalla gioia di un tuo sorriso.
Poi,
qui a Londra, nessuno sembra ricordarsi di te.
Perfino
nelle foto scattate insieme ormai gli unici volti sorridenti
sono il mio, quello di Ed e quello Susan; a differenza del tuo, che
è se ne
semplicemente andato. Come te.
Edmund
mi ha spiegato che Aslan ha preferito rimuoverti dalla
mente delle persone e dagli oggetti per alleviare il loro dolore, ma io
non ne
sono del tutto convinta: se non posso ricordare una persona a cosa
serve averla
conosciuta?
Fortunatamente
io ti conservo all’interno della mia testa con
grande cura, fratellone mio…
Oggi
poi ho visto Susan cercare in camera tua e di Ed la foto che
abbiamo scattato insieme al parco.
L’ha
presa, l’ha guardata un attimo e poi se
l’è strinta al petto,
cominciando a piangere.
Sapevo
bene che fossi importante per Susan ma non pensavo così
tanto.
Provai
a consolarla, dicendogli che tu non eri affatto triste a
Narnia, e lei, rivolgendomi un sorriso amaro, mi ha detto che eri un
egoista,
lasciandomi senza parole.
Sinceramente
non credo di aver pienamente compreso il discorso di
Susan, ma non ebbi nemmeno il tempo di chiederle spiegazioni che lei
era già
sparita, portando con se la fotografia e lasciando dentro di me un
vuoto
inspiegabile.
Sai
Peter…a volte, prima di addormentarmi, ho paura.
E
allora mia alzo, apro la porta della stanza di Ed e dormo
assieme a lui nel suo letto, con la speranza che la sua presenza riesca
a
scacciare i cattivi pensieri e gli incubi.
Ma
più ci provo e poi fallisco: ormai non sono più
una bambina
alla quale basta stringersi al fratello maggiore per non fare
più brutti sogni.
Devo
imparare a sconfiggerli da sola, i miei mostri notturni che
tu mettevi a tacere con un semplice bacio sulla fronte.
P.S.
Cominciare a camminare da sola non è mai stato
così difficile
dopo che tu mi hai sempre tenuto la mano…
Lucy
Note
Autrice:
Ecco…lo
sapevo che non riuscivo a trattenermi!
Comunque
sono felice di aver aggiornato perché Lucy continuava
impazzita a girare per la mia testa e vederla finalmente su carta
(ops!...su computer
xD) mi solleva.
Ringrazio
tanto sole a
mezzanotte e rubarubina
per aver
messo P.S. tra i preferiti e
nuovamente
sole a mezzanotte per aver inserito Il mio futuro tra i preferiti.
Sarei
felice anche di sapere il perché della vostra scelta, ma
questo mi basta.
Dopotutto,
non posso obbligarvi a recensire.
Perciò
grazie di cuore ugualmente.