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Autore: Sherlock Holmes    26/05/2015    1 recensioni
Qual è l’origine della (forse solo apparente) misoginia di Sherlock Holmes?
Per scoprirlo, bisogna scavare nel suo passato…
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa, Sherlock…-
Mycroft mi indicò la porta della seconda stanza del piano rialzato.
-…sarà la tua camera da letto.
E’ arredata con l’essenziale, mi hanno assicurato…
Ma tu… la potrai personalizzare.-
- Bene.- mormorai, senza alcuna inflessione nella mia voce.
Notando tal particolare, dovuto alla mia mestizia, Mycroft tentò di rinfrancarmi, poggiando la sua mano guantata sulla mia spalla.
- Ce la faremo, Sherly.
Avremo entrambi un… futuro splendido... Vedrai.-
Apprezzai il suo tentativo, e lo premiai con un mio lieve sorriso.
- Io… vado al lavoro.
Sistemati; mi raccomando.- si assicurò Mycroft.
- Lo farò.- gli dissi, fissandolo scendere lentamente (data la sua notevole mole…) le scale.
Un mio lieve sospiro, e, continuando a pensare al mio passato privo di felicità ed al mio futuro apparentemente inesistente, entrai nella stanza che credevo sarebbe stata la mia per anni.

Un letto, un armadio, una scrivania, una sedia, una caraffa con una bacinella al suo fianco.
Null’altro, in camera.
“Davvero essenziale…” considerai amaramente.
Mi sedetti sul materasso, che cigolò sotto il mio peso.
Attratto dalla luce, volsi il mio sguardo all’unica fonte luminosa della stanza: una finestra che affacciava… su un palazzo al nostro quasi adiacente.
“Vista magnifica.” pensai, con sarcasmo.
La raggiunsi, per osservar meglio il panorama…
E fu in quell’istante che la vidi occhieggiare dalla stanza esattamente di fronte alla mia.
Capelli rossi come il fuoco; occhi scuri come la notte… Sorriso dolce.
Che ricambiai.
La ragazza, di circa sedici anni, raggiunse la finestra, su cui poggiò i suoi gomiti sottili, fasciati in un semplice abito di cotone verde.
- Ciao…- mi disse, continuando a sorridermi.
Quel sorriso m’ipnotizzò.
Cercai disperatamente di riprendermi, in modo da pronunciare una parola sensata… e, grazie al cielo, vi riuscii.
- S-Salve.- esalai.
Altro suo sorriso.
- Sei… nuovo, di qui.- notò.
Io annuii, appena.
Mi sentivo… imbarazzato. Per la prima volta in vita mia.
- Io… mi chiamo Eilis. E tu?-
“Eilis… Che nome curioso… Irlandese?”
- Ehm… io… mi chiamo Sherlock. Sherlock Holmes.-
Eilis inclinò la nuca, appena; così facendo, i suoi riccioli sfiorarono il davanzale.
- Mi piace.-
Sentendo quelle due parole, avvampai.
- Il tuo nome, intendo, Sherlock…-
Deglutii.
- Grazie del complimento, Eilis.-
Un nuovo suo sorriso.
- Vivi qui da solo…?- mi chiese.
Io scossi la nuca.
- No. Vivo con mio fratello maggiore.- le risposi.
- Anch’io, sai?- fece.
Voleva far conversazione?
“Sì, decisamente…”
- Oh, davvero…?- incalzai.
 Lei annuì.
- E’ il barista del pub qui all’angolo. E tuo fratello? Lavora?-
- Sì. Al Governo Britannico, ma è in prova.-
Quant’ero stato ingenuo, a rivelarglielo…!
- Oh, wow! Hai un fratello che, presto, diventerà importante, allora!-
Mi strinsi nelle spalle.
- Così sembra…-
Puntellò il gomito sul pianale della finestra, e poggiò la sua rosea gota sul palmo della sua mano.
- E… tu?- mi domandò.
- Io… cosa?-
- Tu… lavori anche al Governo Britannico?-
Scossi la nuca.
- No…
Io… studiavo a Deepdene, fino a pochi giorni fa.
Mi hanno… espulso con l’inganno.- le rivelai.
- Oddio…- fece Eilis, fissandomi – Raccontami…-
  
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