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Autore: zaynseyes_    26/05/2015    1 recensioni
Louis distolse lo sguardo dal cielo limpido e lo rivolse ad Harry "Stavo solo pensando. Per quanto possa sembrarti strano, anch'io sono un essere umano e sì, anch'io a volte penso"
 
"Stupido. Intendevo dire a cosa stavi pensando" rispose Harry, alzando gli occhi al cielo e nascondendo un sorriso.
 
"Oh beh, in questo caso stavo pensando di...sai, questo posto è proprio bello. Magari potremmo passare il tempo libero qui, invece che in quelle altalene da due soldi" disse guardandolo intensamente, come se Harry potesse dargli una risposta negativa o come se pensasse che quella fosse una stupida idea.
 
"E pure me lo chiedi?" chiese Harry, alzando le sopracciglia.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Harry, Harry, dai sbrigati!" gridò un piccolo di Louis, di appena dieci anni.

"LouLou, aspettami!" gridò in risposta Harry senza più fiato.

"Sei la persona più lenta che abbia mai conosciuto." Disse lui facendo il broncio "Se non ti sbrighi quei mocciosi ci ruberanno i posti!"

I due bambini stavano correndo verso il parco per occupare i tanti agognati posti sull'altalena. Ogni giorno, allo stesso orario, si dirigevano lì e passavano del tempo insieme. Parlavano, giocavano, ridevano. Tutti sapevano di quella loro piccola abitudine, ma ahimè c'erano dei bambini che proprio non ne volevano sapere di cedere loro il posto.

Infatti, gli altri bambini della zona che riuscivano ad arrivare prima di loro, occupavano i posti sull'altalena e quando questi avevano ottenuto quello che volevano gli facevano addirittura la linguaccia.

E questo, per Louis, era un motivo più che valido per odiarli.

Harry lo raggiunse, poggiando le mani sulle ginocchia e cercando quindi di riprendere fiato.

"Sei proprio una femminuccia, Harry" disse Louis alzando gli occhi al cielo.

Il riccio, di due anni più piccolo, alzò lievemente la testa verso l'amico "Non è colpa mia se uno stupido ha preferito guardare i cartoni fino alla fine. E adesso siamo arrivati al parco. E siamo in ritardo"

Louis sbuffò infastidito "Non è colpa mia, non si può lasciare una puntata dei Pokemon a metà! Adesso andiamo o quei bambini cattivi ci fregano i posti"

Harry non rispose, si limitò semplicemente a raddrizzarsi e incominciare a correre a fianco dell'amico senza aggiungere un'altra parola. Si fidava di Louis. E se lui diceva che quei bambini cattivi volevano rubare i loro posti, allora era così.

Doncaster era una piccola città popolata però da molte persone, e di conseguenza da tanti bambini vogliosi di poter accaparrarsi i posti nell'unico e minuscolo parco giochi della città.

I due entrarono rapidamente nel parco e percorsero il piccolo sentiero che portava all'altrettanto piccolo parco.

Louis intravide un paio di bambini in fondo al sentiero di pietre e, dopo aver adocchiato l'altalena vuota, subito ci si fiondò, non badando nemmeno a occupare un posto per Harry. Quest'ultimo, dopo aver dato un'occhiata in giro, si affrettò a lanciarsi, letteralmente, sul vecchio sedile pieno di ruggine.

Si sorrisero, soddisfatti dell'impresa compiuta e, dopo essersi dati il cinque con la mano, incominciarono a dondolarsi, stanchi ma felici.

Gli altri bambini, arrivati con un paio di secondi di ritardo, gli lanciarono delle occhiatacce furiose e si voltavano indispettiti verso altri giochi con cui poter passare il tempo. Non divertenti quanto il loro, comunque.

Oramai si trattava di una questione di 'marcare il territorio', piuttosto che di riuscire a dondolarsi su uno stupido sedile arrugginito dall'età. Harry e Louis non erano mica idioti, c'era molto di meglio che sedersi su un'altalena centenaria che poteva cadere a pezzi da un momento all'altro, però ormai quella era diventata una loro routine e anche una questione di orgoglio. 

Specialmente per Louis.

                                                         ******

Era una domenica di agosto e Louis, di tredici anni, ed Harry, di undici, decisero di passare la mattinata al parco. Come sempre.

Era una di quelle rare giornate afose e gli abitanti della piccola Doncaster ne approfittarono per godersi quei caldi raggi solari.

Se fosse stato per Harry, se ne sarebbe rimasto a casa ad oziare e riempirsi lo stomaco di gelato fino all'ora di cena. Odiava l'estate e tutto quello che essa provocava: il sudore, l'affaticamento e il caldo. Non riusciva a capire come potesse essere la stagione preferita di qualcuno.

Harry sbuffò infastidito, spostandosi una ciocca di capelli dalla fronte imperlata di sudore "Dannazione Louis, ti odio"

Il moro accanto a lui lo guardò di sottecchi e sorrise "Se fosse vero non saresti venuto"

"Mi chiedo perché ti assecondo sempre in tutto. Dovrei proprio smetterla." Rispose lui. Si mise un dito sul mento con fare pensieroso "Ad incominciare da adesso" affermò infine, voltandosi e tornando indietro diretto verso casa sua.

Louis pigramente si girò e lo afferrò per un braccio, riportandolo indietro e mettendogli un braccio intorno alle spalle.

"Harry, Harry, Harry" lo canzonò Louis scuotendo la testa "lo sai che sei obbligato ad assecondarmi. Abbiamo fatto un patto tanti anni fa, o te lo per caso sei dimenticato? Quello che faccio io, farai anche tu e viceversa. Non essere così cocciuto"

"Ma perché? Non ha senso, Louis." Rispose il più piccolo cercando di liberarsi dalla sua presa "Dannazione a me quando ho deciso di accettare quello stupido patto"

Louis lo strinse più forte a sè, non lasciandolo andare, pensando che il ragazzo sarebbe potuto scappare da un momento all'altro.

"Non essere così crudele con te stesso, eri solo uno stupido bambino che avrebbe accettato di tutto pur di restare per sempre con il suo migliore amico" disse Louis, schernendo il riccio.

Harry lo guardò trucemente "Avevo solo sei anni e ci eravamo appena conosciuti. Ero troppo piccolo per capire veramente quello a cui andavo incontro" disse, svincolandosi dalla presa del moro e mettendosi una fascia nei capelli per evitare che questi gli dessero fastidio.

"Beh, adesso sei troppo grande per pentirtene" sghignazzò lui.

I due arrivarono finalmente davanti l'entrata del parco e subito entrarono, percorrendo il sentiero verso il parco giochi, all'ombra dei maestosi alberi secolari.

Individuarono l'altalena piena di bambini che, nonostante il caldo, continuavano a venire imperterriti nel parco.

Louis alzò gli occhi al cielo "E adesso che facciamo? Questi mocciosi sono più testardi di un mulo"

Questa volta i bambini dei quartieri vicini erano riusciti nel loro intento, anche se era un evento piuttosto raro. In quei giorni i due si annoiavano a morte, non potendo trovare di meglio da fare se non strappare i filetti d'erba dalla terra e sbuffare infastiditi, non osando lanciare occhiate a quei irritanti bambini e le loro fastidiose e fragorose urla di divertimento.

Louis credeva lo facessero apposta.

Harry si guardò intorno pensando a come poter occupare quella mattinata e soprattutto, come riuscire a trovare un posto al fresco.

Vide, vicino al parco giochi, una casetta di legno dipinta con colori vivaci e con una scaletta abbastanza malconcia su cui salire. Si domandò come non l'avesse potuta notare prima.

"LouLou, che ne dici di entrare lì dentro?" disse Harry, facendo un cenno a Louis in direzione della casetta.

Louis la guardò dubbiosa, volgendo lo sguardo dalla casetta all'altalena. Poi sospirò "Tutto è migliore di stare qui al caldo. Non sopporto quei dei bambini impertinenti che mi fanno la linguaccia"

Harry rise brevemente, scuotendo la testa e dirigendosi verso la scaletta.

"Potremmo anche rischiare di cadere da questa scala. È ridotta da schifo" pensò ad alta voce Harry, non più così tanto sicuro della sua proposta.

"Harry," disse lui, con quella sua voce sottile e rassicurante che tanto piaceva al riccio "non credo che sia messa così male. Guarda, adesso salgo e ti faccio vedere che riesce a reggere il mio peso"

Louis perciò incominciò a salire la vecchia scaletta, animato da un spirito avventuriero, non però senza qualche dubbio riguardo la sicurezza della casetta. Alla fine riuscì ad entrare in quel piccolo spazio di legno e sorrise vittorioso ad Harry, alzando il pugno in cielo e urlando un "Vedi, che ti avevo detto? Non fare il solito fifone e muovi quelle chiappe fino a quassù"

Harry lo guardò dal basso e roteò gli occhi "Sì, okay, arrivo. Ma se mi faccio male perché la scaletta crolla sei obbligato a comprarmi ogni giorno un pacco di caramelle, fino alla fine dei tuoi giorni"

"Come vuoi" rispose Louis, agitando una mano nell'aria con noncuranza.

Harry incominciò a salire anche lui sulla scaletta, ancora abbastanza insicuro nonostante le parole dell'amico. Finalmente anche lui riuscì a raggiungere Louis e gli sorrise soddisfatto.

La casetta all'interno era abbastanza piccola, con una piccola finestra di fronte a quella che era l'entrata. Il dentro, a differenza dell'esterno, non era dipinto e il legno dominava le pareti e il pavimento.

Louis piegò gli angoli della bocca verso l'alto, scompigliando i capelli del più piccolo. Harry fece il broncio, allontanando la mano del moro dai suoi capelli e sistemandoseli come meglio poté. Si sedettero poi sul pavimento di legno, uno di fronte all'altro, godendosi l'ombra e il leggero vento che soffiava su di loro. Harry fu il primo a parlare.

"Qui si sta proprio bene" disse, poggiando la testa sulla parete dietro di sé e chiudendo gli occhi.

"Hai ragione" rispose lui dopo un paio di minuti.

Il riccio apri un occhio e sbirciò il viso di Louis, il quale stava osservando fuori dalla piccola finestra con fare stranamente pensieroso.

"Cosa c'è?" chiese Harry.

"Stavo solo pensando." Louis distolse poi lo sguardo dal cielo limpido e lo rivolse ad Harry "Per quanto possa sembrarti strano, anch'io sono un essere umano e sì, anch'io a volte penso"

"Stupido. Intendevo dire a cosa stavi pensando" rispose Harry, alzando gli occhi al cielo e nascondendo un sorriso.

"Oh beh, in questo caso stavo pensando di...sai, questo posto è proprio bello. Magari potremmo passare il tempo libero qui invece che in quelle altalene da due soldi" disse guardandolo intensamente, come se Harry potesse dargli una risposta negativa o come se pensasse che quella fosse una stupida idea.

In fondo avevano passato ben cinque anni in quel parco giochi, su quelle altalene. Era il loro punto d'incontro, il loro posto speciale e per quanto potesse essere stupido, entrambi ci tenevano molto.

Il riccio si guardò intorno: la casetta era piccola ma comunque un buon posto per ripararsi dal caldo estivo e dalle occhiatacce dei bambini. E poi era un luogo tranquillo e abbastanza lontano, metaforicamente parlando, dalle urla dei bambini e dai rumori dei passanti.

"E me lo chiedi pure?" chiese Harry, alzando le sopracciglia.

Louis semplicemente fece spallucce e si voltò nuovamente ad osservare il cielo. Harry chiuse gli occhi e si beò di quel silenzio. Per quanto quelle altalene fossero il loro luogo di ritrovo, non potevano stare per tutta la vita lì, con i bambini che li guardavano furiosi e i genitori che li lanciavano delle occhiate di rimprovero.

"Louis, ho bisogno di un consiglio" disse lui, ancora con gli occhi chiusi. Si sentì gli occhi di Louis addosso e diventò un pò più nervoso.

"Riguarda la scelta della fascia per capelli per il primo giorno di scuola?" lo schernì Louis, ridendo sotto i baffi.

Harry incrociò le braccia al petto e mise il broncio "Ah ah ah, molto divertente, davvero. Non me li metto mica perché mi piacciono. Se avessi anche tu i capelli come i miei, te li saresti rasato a zero" concluse facendogli la linguaccia.

"Certo, come dici tu." Rispose lui, scuotendo leggermente la testa "Quindi, quale consiglio dovrei darti?" disse con una nota di impazienza. Tipico di Louis.

Harry abbassò lo sguardo sulla sua maglietta e prese a giocare con l'elastico dei pantaloni della tuta "Io, beh ecco...c'è tipo una ragazza che-- che mi piace e vorrei chiederle di...non so, uscire? O fare comunque qualcosa insieme. Però sicuramente mi dirà di no perché non perderebbe tempo con uno come me e poi si renderà conto che non ne valgo la pena perché sono più piccolo di lei e-"

Il flusso di parole di Harry venne interrotto dalla leggera risata di Louis "Mi stai chiedendo un consiglio per una ragazza ? Harry, mi sa che hai sbagliato proprio persona" affermò Louis, ridendo ancora un pò.

"Perché?" chiese Harry ingenuamente.

Louis lo guardò stranito del fatto che il piccolo non si fosse accorto del suo non interesse per le ragazze e decise che quello non fosse il momento adatto per parlagliene.

"Un giorno affronteremo questo discorso." Disse Louis agitando una mano con noncuranza "E comunque non farti problemi sul fatto che potresti non piacerle, sei perfetto così come sei e sono sicuro che ti adorerà" aggiunse poi, per evitare che il riccio incominciasse a porgli domande su cosa gli stesse nascondendo.

Harry alzò lo sguardo dai suoi pantaloni e lo rivolse a Louis, arrossendo un pò "Dici davvero? Pensi che io sia...che io sia perfetto? Non me lo stai dicendo solo perché sei mio amico, vero?" chiese a raffica Harry.

Louis gli sorrise affettuosamente, scompigliandogli nuovamente i capelli "Sei perfetto e non devi cambiare per nessuno. Se quella ragazza ti vorrá: bene. Se no, non sa proprio cosa si stia perdendo" concluse facendogli l'occhiolino.

Harry ricambiò il sorriso timidamente. I complimenti erano quelli che più imbarazzavano il piccolo. Non sapeva mai cosa rispondere o cosa fare, e soprattutto non sapeva se fossero davvero sinceri.

Louis lo sapeva, conosceva Harry troppo bene, e proprio per questo gli prese delicatamente il mento con due dita e lo guardò intensamente negli occhi "Harry, sono sincero, nessuna ragazza potrebbe mai rifiutare di uscire con te. Con questi splendidi occhi verdi e questi ricci scompigliati cadranno tutte ai tuoi piedi. E non te lo dico per dire, nè per farti felice. Te lo dico perché è la verità"

Harry spalancò leggermente gli occhi, guardando le iridi azzurre di Louis e provando un senso di smarrimento e inquietudine. Era inerme, non solo per la vicinanza con il moro ma anche per le sue parole dette con una dolcezza che era rara vedere in Louis.

Louis, percependo il suo imbarazzo, lentamente si allontanò. Lo guardò un'ultima volta, l'ombra di un sorriso aleggiava sul suo viso.

Harry, non volendo fargli vedere il rossore sul viso, si voltò verso la finestra ad osservare gli uccelli che cantavano felici e spensierati.

"Okay, allora le chiederò di uscire" affermò Harry spezzando il silenzio.

"Bene" rispose lui, continuandolo a guardarlo.

"Perfetto" disse ancora il riccio, voltandosi e reggendo il suo sguardo.

Si guardarono per un paio di minuti, in completo silenzio, solo Harry e Louis.

Poi il moro parlò e inclinò la testa di lato "Allora questo da adesso sarà il nostro posto"

"Puoi dirlo forte" sorrise Harry osservando ancora una volta la casetta e immaginandosi già le giornate che avrebbero passato insieme in quel posto.



                                                         ******


"Sai che non dovresti fumare, Louis" disse severamente Harry, guardandolo accendere una sigaretta.

Erano nel retro della scuola, in un posto poco frequentato e abbastanza lontano dagli altri studenti.

Louis sobbalzò al suono della voce del riccio e si girò ad osservarlo, con la sigaretta fra le labbra "Sai che dovresti farti i cazzi tuoi, Harry"

Il riccio alzò gli occhi al cielo e gli si avvicinò di qualche passo. In quest'ultimo periodo Louis era più nervoso del solito e non riusciva a capire il perché.

"Mi spieghi perché diavolo hai ripreso a fumare, mh?" chiese cautamente Harry, incrociando le braccia al petto.

Louis ruotò gli occhi e aspirò la nicotina, socchiudendo lievemente gli occhi "Harry, ho diciassette anni, so badare a me stesso. Qualche sigaretta ogni tanto non mi farà male"

"Qualcuna no, ma tre al giorno si." rispose severamente Harry, lanciandogli un'occhiataccia "Lo sai che fumare non risolverà i tuoi problemi, Lou. Che sta succedendo?"

Louis guardò la sigaretta che aveva tra le mani con fare pensieroso "Nulla, Harry. Questo periodo è stato una merda e probabilmente l'avrai capito anche tu, e io voglio solo- ho solo bisogno di fumare un pò okay?"

Harry lo guardò intensamente e sospirò "Okay, come vuoi. Allora io vado, ci vediamo Lou" disse amareggiato, voltandosi e tornando indietro.

Prima che potesse fare solo due passi, si senti strattonare il braccio e l'attimo dopo venne voltato verso Louis. Harry spalancò leggermente gli occhi, non aspettandosi una reazione del genere.

"Non fare così, odio quando fai il freddo con me." disse stizzito" Senti, vediamoci questo pomeriggio alla casetta e ti spiego tutto" concluse il moro, sinceramente dispiaciuto del suo comportamento menefreghista.

Harry lo guardò brevemente e annuì. Louis gli lasciò andate il braccio e buttò per terra la sigaretta, che non era ancora neanche a metà.

Il moro lo guardò un'ultima volta prima di andarsene e lasciare Harry da solo.

~~

Era pomeriggio e Harry, come promesso, salì sulla casetta, ancora vuota. Niente era cambiato da nove anni fa, a parte la scala completamente arrugginita e i colori della facciata della casetta quasi del tutto sbiaditi. Louis ed Harry avevano continuato a incontrarsi lì, sia d'inverno che d'estate. Ovviamente non più così spesso, come quando erano dei bambini, ma comunque neanche così raramente.

Si sedette sul freddo pavimento di legno e incominciò ad osservare il cielo grigio al di fuori della finestra. Non pensava nemmeno alla possibilità che Louis non si presentasse: quando si davano appuntamento alla casetta, non potevano darsi buca. Era l'unico momento in cui potevano stare insieme e parlare di quello che non andava tra loro, tra i loro compagni di classe, tra i loro professori, con il mondo. Semplicemente era una tacita regola che nessuno dei due osava infrangere, a meno che non ci fossero dei gravi problemi ad impedirlo.

"Sei già arrivato" disse Louis, vedendo il riccio assorto nei suoi pensieri.

Harry sobbalzò un pò, non avendo sentito il suono dei suoi passi sul pavimento legnoso.

"A quanto pare" rispose Harry, sorridendogli sinceramente.

"Okay, prima te lo dico e prima mi tolgo questo peso di dosso." affermò Louis sedendosi di fronte a Harry ed ottenendo tutta la sua attenzione.

"Devo preoccuparmi?" chiese Harry alzando un sopracciglio.

"No, no, è solo che-riguarda i miei genitori. In pratica adesso litigano più spesso del solito, anche per cose futili. Ieri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e...e ho sentito mia madre che ha detto che voleva il divorzio" concluse Louis, guardando un punto fisso sul pavimento.

Harry si irrigidì, non sapendo quello che fare o dire. I genitori di Louis sembravano sempre così felici insieme, così amorevoli tra loro. Era stato un shock aver avuto una notizia del genere.

Fece quello che più si sentiva di fare: si alzò e gli si sedette accanto, mettendogli un braccio intorno alle spalle e stringendoselo al petto, accarezzandogli delicatamente il braccio.

Louis si rilassò sotto il suo tocco e appoggiò il capo sul suo petto, socchiudendo gli occhi e concentrarsi solo sui tocchi delicati di Harry. Louis non avrebbe pianto, non si sarebbe dimostrato più debole di quello che fosse.

"Mi dispiace così tanto, LouLou." sussurrò Harry vicino al suo orecchio, continuando ad accarezzarlo e a stringerlo a sè. Era da molto tempo che il riccio non lo chiamava con quel soprannome "Ma può darsi che hai sentito male, o magari- magari è stata una cosa detta sul momento, non voleva dirlo davvero"

Louis scosse la testa "No Harry, ogni giorno li vedo sempre più distanti, non credo che l'abbia detto solo in un momento di rabbia" rispose lui, la voce attutita dal maglione di Harry.

Harry sapeva che ogni parola di conforto sarebbe stata superflua, perciò si limitò a stringerlo più forte a sè e dargli un leggero bacio sui capelli.

"Quindi hai ricominciato a fumare per questo motivo?" chiese cautamente Harry.

Louis aveva iniziato a fumare due anni prima, quando aveva appena quindici anni, più che altro solo per provare. Poi incominciò a fumarne sempre più raramente, fino a quando non smise del tutto.

Il moro tirò su con il naso, allontanandosi definitivamente dal petto di Harry, non guardandolo negli occhi "Si. Insomma, sembrava l'unico modo per rilassarmi e non pensare a nulla"

"Se me l'avessi detto prima, avrei fatto qualcosa per aiutarti o...o qualcosa del genere" rispose Harry.

Lui guardò il riccio "Sai come sono fatto, non sono quel tipo di persona che chiede aiuto agli altri. Ma adesso basta parlare di questo." disse, sorridendo brevemente "Ha da un pò di tempo che io e te non parliamo"

"Beh, ecco, in realtà devo dirti una cosa" disse lui, arrossendo un pò.

"Cosa?" chiese lui curioso.

"Ho scoperto una cosa ma...è una cosa molto personale e in realtà non è niente di che, volevo solo dirtelo perché-perché mi sembrava giusto, visto che tu sei il mio migliore amico e-"

Venne interrotto da Louis che, consapevole della parlantina del riccio nei momenti che riteneva imbarazzanti, rispose confuso "Harry, frena un attimo. Cosa stai cercando di dirmi?"

Lui distolse lo sguardo verso l'uscita della casetta e poco dopo lo incatenò nuovamente al suo "Ho scoperto di essere bisex"
Louis lo guardò e gli sorrise "Aw, il mio piccolo Harry scopre cose nuove sulla sua sessualità" rispose, abbracciandolo.

"Ehi, non trattarmi come un bambino, smettila, mi stai soffocando" quasi strillò Harry, cercando di divincolarsi dal suo abbraccio soffocante.

Louis lo lasciò andare e gli pizzicò le guance "Il mio piccolo Harry sta crescendo"

Harry alzò gli occhi al cielo "Il solito idiota"

"E come hai fatto a capirlo?" chiese ancora una volta Louis, con un sorriso sul viso.

Harry diventò rosso come un peperone. Non poteva mica dirgli che si era eccitato il giorno prima per averlo visto con la maglietta e i pantaloncini da calcio completamente bagnati dalla pioggia e i capelli appiccicati alla fronte.

Quindi rispose solo "Non te lo dirò neanche sotto tortura. Non fare la femminuccia curiosa, Tomlinson"

"Okay, okay, non indagherò oltre" disse infine lui, ridendo un pò e facendogli l'occhiolino.


***********

Louis entrò nel locale, guardandosi intorno un pò ansioso. Dopo aver ispezionato ogni piccolo spazio del bar, vide Harry seduto ad un tavolo mentre fissava il suo cellulare.

Sorrise tra se e se e si avvicinò al suo tavolo. Harry, come percependo la sua presenza, alzò lo sguardo. Sorrise alla vista di Louis, con tanto di fossette in bella mostra, e si alzò per andargli incontro.

"LouLou," sorrise ampiamente Harry con gli occhi che brillavano "da quanto tempo che non ci vediamo"

"Ancora con quel sopranome?" chiese lui alzando un sopracciglio e facendosi abbracciare. Poteva sentire il profumo penetrante e deciso del riccio entrargli nelle narici ed arrivargli fino al cervello, annebbiandogli la vista.

Harry rise, sciogliendo l'abbraccio e allontanandosi un pò "Perchè, ti dà fastidio per caso?" chiese ironicamente.

Louis alzò gli occhi al cielo "Vedo che sei rimasto il solito deficiente di sempre"

"Alcune cose non cambiano mai." Rispose lui, guardandolo intensamente per poi distogliere velocemente lo sguardo "Andiamo a sederci, dai, mi devi raccontare così tante cose"

I due si diressero verso il tavolo, per niente imbarazzati nonostante i due lunghissimi anni in cui non si vedevano.

Avevano rispettivamente ventitrè e ventun'anni e ormai non erano più i due ragazzini di una volta. Si erano persi di vista dopo essere entrati in due Università diverse, distanti tra loro circa ottanta chilometri e, a causa di vari problemi e impegni, si erano potuti sentire solo al cellulare. Fu Louis quello a doversi trasferire mentre Harry restò a Doncaster.

"Allora, come stai? Come va con l'Università? Presumo che tu abbia affittato o comprato una casa lì vicino, o mi sbaglio?" chiese Harry, curioso.

"Woah, frena riccio." Rise Louis, alzando le mani in aria come a frenarlo "Non posso rispondere a così tante domande tutte in una volta"

"Oh giusto," rispose Harry, colpendosi la fronte con una mano "mi ero dimenticato di quanto tu fossi stupido"

"Che stronzo che sei." Affermò lui, scuotendo la testa "Potrei anche non risponderti"

"Lo sai che lo farai" sorrise lui.

"E se invece mi rifiutassi?" rispose, incrociando le braccia al petto.

"Beh, allora ci toccherà stare in silenzio a guardarci negli occhi per dei lunghissimi minuti, senza parlare, senza dire una parola, soltanto a guardar-"

"Okay, okay, ho capito." Rispose infine Louis alzando gli occhi al cielo. Harry sapeva quanto il moro odiasse il silenzio e lo sfruttava sempre a suo favore "Ti risponderò solo perché non mi sono fatto tutta questa strada solo per starmi zitto, in un bar pieno di gente, a guardarti. Cioè, non fraintendermi sei stupendo, specialmente adesso con quel fisico e quella mascella e-- e sto divagando. Voglio dire, ho fatto così tanta strada per vederti e voglio solo parlare con te e-"

"Okay, credo sia abbastanza." Rise il riccio con un leggero rossore a coprirgli il viso "Dai, adesso dimmi che è successo da quanto non ci siamo più visti"

Louis lo guardò divertito "Beh non so da dove iniziare sinceramente," disse pensieroso, distogliendo lo sguardo sul tavolo "Ho, uhm, ho affittato una casa vicino all'università e mi trovo davvero bene in quella città, le persone sono davvero molto gentili. Diciamo che per adesso va tutto alla grande" sorrise sinceramente.

"Sono davvero felice per te Louis," rispose Harry, appoggiando i gomiti sul tavolo "Immagino che tu abbia fatto anche una strage di cuori"

"Per quanto io possa considerarmi estremamente sexy e simpatico, diciamo di essermi limitato solo a brevi rapporti da una botta e via," rispose lui, con la sua solita modestia e sincerità "Ma adesso parlami di te, come va la tua vita? Nuove ragazze in vista? O ragazzi non so" chiese Louis con un sorriso malizioso.

Harry arrossì un pò, come sempre quando si parlava di fidanzamenti o tutto quello che portava "Beh, innanzitutto devo ammettere che anche la mia vita non va per niente male. Le lezioni all'università sono piuttosto difficili ma riesco comunque a superare gli esami con il massimo dei voti. Non vivo più con i miei, ho affittato una casa proprio qui vicino e...niente, tutto il resto è abbastanza monotono e noioso. E se proprio lo vuoi sapere, in tutti questi anni ho avuto solo una storia seria e sì, qualche rapporto occasionale"

Louis spalancò gli occhi "Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere dal mio piccolo Harry. Si vede che sei proprio cresciuto" affermò lui, guardando il riccio dalla testa fino al petto, a causa della presenza del tavolo a bloccargli la vista dal resto.

La loro conversazione venne interrotta (fortunatamente per Harry che stava arrossendo a dismisura) dall'arrivo della cameriera che chiese loro cosa volessero ordinare. I due le diedero le ordinazioni e dopo che la cameriera se ne andò, Harry e Louis ritornarono a fissarsi negli occhi.

"Com'è nata la tua relazione seria? E come mai è finita?" chiese Louis, piuttosto curioso.

Harry si sentiva abbastanza a disagio a parlare di Matias a Louis. Quella era una delle poche conversazioni serie che avevano avuto e per di più l'argomento "fidanzati/e" era una cosa abbastanza imbarazzante per il riccio.

"Lui, mh, si chiamava Matias," incominciò non sapendo dove guardare e decidendo poi di osservare la gente che entrava disinvoltamente nel locale "era un anno più grande di me e veniva nella mia stessa università. Non c'è da dire molto, in verità. Ci siamo conosciuti per caso, tramite amici, ci siamo piaciuti e ci siamo messi insieme. È durata circa un anno. Poi un giorno l'ho visto con un altro ragazzo e- beh, il resto puoi immaginartelo." Rise amaramente Harry, stringendo leggermente i pugni sul tavolo "Dopo di lui non sono stato più con nessun ragazzo. In tutti i sensi" affermò poi.

In realtà se n'era accorto solo adesso di non essersi messo più con un ragazzo dopo Matias, come se fosse un segreto che il suo subconscio aveva tenuto dentro di sé per tanto tempo e adesso voleva a tutti i costi tirarlo fuori.

Louis si mosse nervosamente sulla sedia, guardandolo tra lo stupito e l'incazzato "Cosa? Come- come ha potuto...assurdo. Tu sei un ragazzo fantastico Harry, non meritavi uno stronzo come lui. Forse è stato meglio così" concluse poi, poggiando le mani sulle sue, strette a pugno e accarezzandole leggermente.

Harry lo guardò per la prima volta dalla sua risposta, ancora più a disagio di prima "Già, forse hai ragione" disse con un leggero sorriso.

"Io ho sempre ragione" puntualizzò lui alzando un angolo della bocca.

Improvvisamente la cameriera fece la sua comparsa accanto a loro e, dopo un breve attimo di esitazione, pensando forse di aver interrotto qualcosa, posò sul tavolo le loro ordinazioni. Louis ritrasse la mano e si concentrò sul suo tè caldo. Harry sorrise cordiale alla cameriera per mascherare il loro imbarazzo.

"Quindi, abiti qui vicino?" disse Louis, sorseggiando la sua bevanda.

"Si," rispose Harry, prendendo un sorso della sua cioccolata e annuendo "in pratica il mio appartamento è distante solo cinque minuti da qui." sorrise raggiante, probabilmente fiero di essersi potuto permettere l'affitto di una casa tutta per lui, per di più in centro "Tu per quanto resterai qui?"

Louis temporeggiò, sembrando un pò incerto su cosa rispondere "In realtà non so...avevo intenzione di restare qualche giorno, forse due o tre"

"Forse ?" chiese Harry, aggrottando le sopracciglia.

Louis fece spallucce "Non ho fatto ancora il biglietto di ritorno, ma non potrò stare qui per molto"

Harry scosse la testa "Sei sempre il solito. E dove hai intenzione di restare per la notte?"

"Credo che andrò in qualche hotel qui vicino. Domani mattina devo sbrigare delle cose e poi credo di andare a far visita ai miei genitori"

Harry si fece pensieroso per qualche minuto e poi affermò "Se vuoi...mh, ecco, puoi restare da me. Per me non ci sono problemi, tanto casa mia è abbastanza grande e poi...sei ancora il mio migliore amico, non posso mica lasciare che te ne stia in albergo" rise nervosamente per alleggerire la situazione.

Louis parve sorpreso "Davvero? Sei sicuro che non dià fastidio?" vedendo il riccio annuire e fare spallucce con indifferenza aggiunse "Se per te va bene allora sono proprio obbligato ad accettare" disse poi, sorridendo e prendendo un altro sorso del suo tè, ormai tiepido. Harry scosse la testa divertito e si concentrò sulla sua cioccolata calda.

A Louis sembrò tornare in mente un ricordo e gli si illuminarono gli occhi "Harry, ti ricordi della vecchia casetta di legno? Dio, sembra passata un'eternità"

Harry sorrise ampiamente e abbassò lo sguardo "Puoi dirlo forte. Lì abbiamo passato tutti i nostri momenti migliori, e anche quelli peggiori. Come potrei dimenticarla?"

"La tua prima cotta, il tuo aver scoperto di essere bisex, i miei che divorziavano..." disse l'ultima frase quasi sottovoce, quasi volesse dimenticarsi di quel momento.

"Il tuo lamentarti continuamente su quanto fossero severi i professori e delle note che prendevi perché eri troppo vivace e rumoroso" continuò Harry ridendo un pò per alleggerire la situazione.

"Già, non capisco. Non ero uno studente così male in fondo, giusto?"

"Oh si, hai assolutamente ragione" confermò Harry ironico, sorridendogli sghembo.

Louis abbassò un pò lo sguardo per nascondere il piccolo sorriso che gli stava nascendo, grato che Harry avesse cambiato discorso e non si fosse soffermato su quel piccolo particolare.

Dopo un paio di minuti i due finirono le loro rispettive bibite e Harry decise di fargli vedere l'appartamento in cui viveva e in cui Louis avrebbe passato un paio di giorni.

Pagarono il conto e uscirono dal bar ancora piuttosto affollato. Harry si strinse nel suo cappotto, proteggendosi dalle forti raffiche di vento, mentre Louis cercò di sistemarsi i capelli, anche se sapeva che era fatica sprecata.

Camminarono circa dieci minuti, fino a quando il riccio si fermò davanti a una palazzina. Aprì la porta principale e fece entrare il moro, salendo poi le scale fino al pianerottolo del terzo piano. Mise la chiave nella toppa e aprì la porta.

"E questo è il mio appartamento, anche se non è un granchè. Scusa il disordine, non credevo di invitare qualcuno a casa" rise leggermente, girandosi verso Louis e mostrandogli la casa con una mano.

"E questo lo chiami disordine?" chiese Louis alzando un sopracciglio, osservando con quanto ordine e minuzia erano sistemati i vari oggetti sui mobili "Dovresti vedere casa mia, allora"

Harry sorrise "Oh, ma lo so bene quanto tu sia disordinato" alludendo a tutte le volte che era andato a casa sua, quando ancora erano dei bambini, e a quanto fosse in disordine camera sua, nonostante le urla perforanti della madre che lo obbligavano a fargli pulire la stanza. E Harry invece se la rideva, prendendolo costantemente in giro.

Louis lo guardò torvo "Non me lo ricordare. Quant'è bello essere maggiorenni e non dover dare ascolto ai genitori" borbottò lui, osservando distrattamente il salotto.

"Vieni, ti mostro la casa" affermò Harry, incominciando a percorrere diverse stanze.

"Devo dire che non è proprio niente male" osservò Louis, dopo che Harry gli fece fare il giro della casa.

"Avevo un pò di risparmi messi da parte." Rispose lui alla implicita domanda di Louis, facendo poi spallucce "Se vuoi puoi farti una doccia. Magari posso darti qualcosa di mio come cambio, fino a quando lavo i tuoi vestiti"

Louis lo guardò "Mi hai letto proprio nel pensiero. Non per niente se il mio migliore amico" concluse, con un sorriso un pò tirato.

Harry distolse lo sguardo sul mobile vicino a lui, regalandogli poi un breve sorriso "Io vado a preparare qualcosa per cena, tu--tu beh, sai quello che devi fare" rise nervosamente.

Louis annuì, leggermente in imbarazzo. Non avevano mai raggiunto quel livello di intimità, anche se erano amici da una vita: soli, in una casa che apparteneva ad uno di loro, adulti e responsabili. Era un qualcosa di nuovo nel loro rapporto, qualcosa di diverso. Ma in senso positivo.

Harry si voltò e velocemente si diresse in cucina, sparendo dalla visuale di Louis. Quest'ultimo restò un paio di minuti a guardare il vuoto: che stava succedendo? Loro non erano mai imbarazzati. Il loro incontro sembrava essere partito nei migliori dei modi, con la solita disinvoltura che li caratterizzava, ma adesso c'era qualcosa di diverso nell'aria.

Scacciò questi pensieri dalla mente ed entrò in bagno. Si guardò allo specchio e pensò a quanto fosse cambiato rispetto ad un paio di anni fa, a quanto fosse cambiato Harry. Di certo il riccio non era proprio niente male con quel fisico asciutto e muscoloso, che si intravedeva persino dal maglione, quegli occhi verdi, la mascella definita e i ricci ad incorniciargli il viso adulto. A dire il vero, Harry era sempre stato un ragazzo meraviglioso.

Louis scosse la testa e incominciò a spogliarsi, entrando poi nella doccia.

Ne uscì mezz'ora dopo, completamente rilassato, e si avvolse un asciugamano intorno alla vita, prendendosi poi del tempo per lasciare che la sua pelle venisse a contatto con la temperatura fredda del bagno.

Dopo un paio di minuti prese un altro asciugamano e prese ad asciugarsi i capelli. Sentì bussare leggermente alla porta del bagno e si affrettò a rispondere.

"Harry, puoi entrare"

La porta repentinamente si aprì e gli si presentò davanti il riccio con la testa china verso gli indumenti che aveva in mano. Quando alzò lo sguardo, rallentò un pò il passo, osservando il petto nudo di Louis.

"Oh, ero-ero entrato per darti questi" rispose lui imbarazzato, guardando brevemente il viso di Louis e facendo un cenno verso i suoi vestiti.

"Oh, giusto. Grazie mille" rispose Louis,con un sincero sorriso, prendendo i vestiti che Harry gli stava porgendo.

"Di nulla," fece spallucce Harry "adesso meglio che vada" disse infine, voltandogli le spalle e uscendo frettolosamente dal bagno.

Louis lo guardò, aggrottando le sopracciglia, pensando che tutto questo era una cosa inusuale tra loro due: il disagio, il timore, questo essere così impacciati.

Probabilmente tutti quegli anni separati avevano fatto emergere un velo di imbarazzo tra di loro. Ma in fondo era normale, no?

Louis incominciò a vestirsi, ripensando a cosa fosse cambiato nel loro rapporto negli ultimi anni. Si guardò allo specchio e quasi rise nel vedere quanto gli stessero larghi i vestiti di Harry. Di certo il riccio era più alto e muscoloso di lui.

Si strofinò gli occhi, cercando di scacciare il sonno e la stanchezza dovuti al lungo viaggio della mattinata, e uscì dal bagno. Si diresse in cucina, seguendo lo squisito profumo di cibo nell'aria. Vide Harry ai fornelli, completamente assorto nel girare qualcosa in padella.

Louis gli si avvicinò da dietro, sbirciando da sopra la sua spalla che cosa stesse cucinando, pronunciando poi un "Sembra avere un bell'aspetto, spero per te che sia anche commestibile"

Harry sobbalzò al suono della voce di Louis e istintivamente voltò la testa verso di lui "Dio Louis, mi hai fatto prendere un colpo"

Louis si girò leggermente, fronteggiando il suo sguardo "Chi altro pensavi che fosse? Mi sembra che ci siamo solo io e te in casa" concluse maliziosamente.

Harry scosse la testa e rivolse nuovamente la sua attenzione alla padella per non fargli vedere il leggero rossore sul suo viso.

"Ad ogni modo, sto morendo di fame. Posso assaggiare?" chiese lui avvicinandosi un pò alla sua schiena e, non aspettando nemmeno la sua risposta, gli tolse dalla mano il mestolo e prese un boccone di riso al curry direttamente dalla padella.

Louis gemette di piacere per il gusto sublime della pietanza e repentinamente ne prese un altro boccone "Dio mio, credo che le mie papille gustative stiano per avere un orgasmo"

Harry rise compiaciuto "Mi fa piacere che ti piaccia. In questi anni mi sono dovuto arrangiare come meglio potevo e per evitare di mangiare cibo quasi del tutto bruciato o le solite schifezze dei fast food, ho preso qualche lezione di cucina" disse facendo spallucce.

"La miglior cosa che avresti potuto fare" rispose Louis, mettendosi sulle punte e prendendo un ultimo boccone di riso, schiacciandosi involontariamente contro la schiena di Harry.

Accorgendosi poi di essersi completamente spalmato sul suo corpo, Louis lentamente si allontanò. Harry tornò a respirare regolarmente e continuò a mescolare il curry con il mestolo.

Dopo un paio di minuti il riso fu pronto e due si sedettero a tavola, incominciando a mangiarlo. Si gustarono la pietanza in silenzio, ad eccezione dei mugolii soffocati di Louis e sui suoi continui "dio, è così buono" "non credevo che un essere umano potesse cucinare un cibo così delizioso" e ancora "Harry se vieni a casa mia ti pago per cucinarmi questo fottuto curry ogni giorno" e delle leggeri risate di imbarazzo da parte di Harry.

Finirono di cenare e Louis si offrì di pulire i piatti perché "mi sentirei in colpa a non ricambiare il favore. Le mie papille gustative hanno gradito più del dovuto" facendogli poi uno spudorato occhiolino.

Successivamente si sdraiarono sul divano, decidendo di vedere un film. Louis, neanche dopo mezz'ora, venne sopraffatto dalla stanchezza e si addormentò, poggiando il capo sulla spalla di Harry.

Dopo che il film finì, il riccio cercò di svegliarlo per indicargli quale fosse la sua stanza e farlo dormire sul letto, di certo più comodo e caldo di un divano.

Louis, di controvoglia, strizzò gli occhi e li aprì leggermente, poggiandosi sul braccio di Harry e facendosi guidare completamente da lui verso la sua momentanea stanza.

Harry lo fece sdraiare delicatamente sul letto e gli rimboccò le coperte, dirigendosi poi verso la porta.

"Non te ne andare, odio dormire da solo" pronunciò Louis, con gli occhi socchiusi e la testa leggermente sollevata dal cuscino.

Harry si immobilizzò sull'uscio della porta, decidendo quale fosse l'opzione migliore.

"Per favore, Harry" lo pregò Louis.

Louis non pregava mai nessuno, a meno che non fosse una situazione estremamente grave. O non avesse dormito almeno dodici ore al giorno.

Harry sospirò. Sapeva che l'avrebbe assecondato. L'aveva sempre fatto.

"Okay, Lou. Dammi solo il tempo di mettermi il pigiama e-"

"No, adesso. Vieni subito qui o domani dovrai sopportare un'ora di monologo su quanto tu sia un amico di merda"

"Okay, okay " rispose Harry alzando gli occhi al cielo. Di certo la parlantina non gli mancava mai.

Si sdraiò accanto a lui e si coprì con le pesanti coperte. Subito Louis gli si avvicinò e gli circondò il petto con le braccia, poggiando la testa sulla sua spalla e attorcigliando le gambe con le sue.

"C'è freddo" spiegò semplicemente Louis, chiudendo definitivamente gli occhi e scivolando in fretta nel mondo dei sogni.

Harry rimase rigido per un paio di minuti non sapendo dove mettere le mani. Decise poi di poggiarne una sulla vita di Louis, ovviamente solo per stare più comodo.

Il riccio osservò Louis da più vicino: il viso rilassato, i capelli che gli ricadevano morbidi sulla fronte, le sottili labbra leggermente socchiuse e il piccolo naso alla francese lo rendevano di certo l'uomo più bello che avesse mai visto.

Non sapeva da quanto provava qualcosa per il suo migliore amico, ma rivederlo dopo due anni era stato un'emozione davvero forte per Harry.

Purtroppo non poteva confessarglielo, non doveva. Non aveva idea se Louis ricambiasse i suoi sentimenti, e inoltre non poteva permettersi di perdere l'amico migliore che avesse mai avuto.

Decise perciò che l'indomani, con una certa discrezione, avrebbe fatto di tutto per mostrargli il suo interesse e cercare di capire se anche lui in qualche modo provasse qualcosa. Sarebbe stata la prima e ultima prova finale.

Da quello dipendeva il suo futuro-- il loro.


                                                         ******


Era mattina e Louis aprì lentamente gli occhi, cercando di ricordare tutti gli avvenimenti del giorno prima. La sua mente purtroppo riusciva a ragionare logicamente solo dopo mezzogiorno, e quindi si fece vincere dalla pigrizia e richiuse gli occhi, stringendo il cuscino sotto di sé.

Aggrottò le sopracciglia, confuso, e tastò meglio quello che lui pensava fosse il cuscino, il solido, scolpito, ben definito cuscino.

Riaprì gli occhi repentinamente, ricordando la sua quasi supplica ad Harry. Alzò velocemente lo sguardo per accettarsi che Harry non l'avesse preso sul serio. Perché dai, non lo doveva prendere davvero sul serio.

La prima cosa che vide furono le sue profonde fossette e il suo sorriso divertito. Fece scivolare gli occhi un pò più in alto e riuscì a vedere i suoi profondi occhi verdi che lo fissavano curiosi.

Louis si rese conto che ogni parte del suo corpo era a stretto contatto con il fianco di Harry e perciò si allontanò da lui come se ne fosse quasi scottato.

"Uhm, buongiorno" pronunciò Louis per mascherare il suo imbarazzo, schiarendosi poi la gola.

"Buongiorno Lou" rispose Harry, con la sua voce roca e con gli occhi ancora fissi sul suo viso.

Louis lanciò una breve occhiata ad Harry e "Ieri non dovevi restare per forza. Sicuramente avrai dormito malissimo con me appiccicato addosso, scusa"

Harry gli sorrise maliziosamente "Oh fidati, non ho dormito per niente male" rispose.

Prima che Louis potesse chiedergli il perché di quella risposta, Harry si alzò dal letto e "Vado a preparare la colazione, preferisci qualcosa in particolare?"

"Mh no, grazie, credo che mangerò solo il latte con i cereali, sempre che tu ce l'abbia nella dispensa ovvio"

"Certo. Come potrei vivere senza?" chiese ironicamente Harry alzando un sopracciglio.

Louis alzò gli occhi al cielo, rendendosi conto della presa in giro di Harry "Stronzo" borbottò perciò in risposta.

Harry sorrise e scomparì fuori dalla stanza. Louis si prese un momento per riflettere sulla mezza verità detta la sera prima, che non era necessaria che venisse detta, e per darsi dello stupido.

Dopo un pò si alzò dal letto ed andò in bagno a sistemarsi i capelli scompigliati. Notò dal riflesso dello specchio le sue guance colorate di una leggera tonalità di rosso e, dopo essersi dato dello stupido per la seconda volta, si lavò il viso, sperando che le sue guance tornassero al solito colore pallido di sempre.

Scese in cucina e vide Harry posare sul tavolo una tazza di latte e cereali e delle fette biscottate con la marmellata. La mattina Harry non era solito mangiare tanto, anzi spesso preferiva non fare colazione.

Mangiarono in silenzio, avvolti dal dolce cinguettare degli uccelli e dai rumori della città. Quando finirono, Louis si alzò e sparecchiò la tavola, non facendosi etichettare come un ospite indesiderato e opportunista.

"Grazie, comunque" borbottò Louis, sedendosi nuovamente al piccolo tavolo posto al centro della stanza.

"Per cosa?" chiese Harry, osservandolo curioso e sedendosi di fronte a lui.

"Per avermi ospitato qui. E per essere rimasto con me ieri notte" disse l'ultima frase quasi sottovoce e sperò che Harry lo avesse sentito, perché non aveva il coraggio di ripeterlo una seconda volta.

"Oh," esclamò Harry, sorridendo e abbassando lo sguardo sulle sue scarpe "non devi ringraziarmi, davvero. L'ho fatto perché mi andava," disse lui facendo spallucce "e perchè non avrei sopportato te che mi facevi sentire in colpa per un'ora per essere stato cosi egoista"

"Non l'avrei fatto, lo sai" rispose Louis alzando gli occhi al cielo.

"Oh, si che l'avresti fatto" rispose a sua volta Harry con un un angolo della bocca piegato verso l'alto.

"No invece" continuò imperterrito Louis, deciso a non darla vinta a Harry.

Harry di tutta risposta appoggiò i gomiti sul tavolo e si chinò leggermente ad osservare Louis, estremamente divertito.

"Louis William Tomlinson, ti conosco meglio di mia sorella, non puoi mentire nè a me e nè a te stesso. Confessa" disse.

Louis spalancò gli occhi per l'estrema vicinanza con il riccio. Alternò lo sguardo dalle sue labbra, che adesso Harry stava mordendo leggermente, ai suoi occhi, più intensi e chiari del solito. Restò a bocca aperta per la sua bellezza. Certo, Harry era sempre stato così incredibilmente meraviglioso, ma quel giorno c'era qualcosa di diverso nei suoi occhi, nelle sue espressioni, nei suoi gesti. Era come se lo stesse osservando per la prima volta.

La lingua di Harry svettò fuori ad inumidirgli le labbra. Lo sguardo di Louis si posò per un istante sulla sua bocca per poi riportarlo ai suoi occhi, indeciso sul da farsi.
Quel giorno c'era assolutamente qualcosa di diverso: Louis trovava Harry attraente, più del dovuto. E ne era perfettamente consapevole.

Non era un'attrazione dettata solo dalla sua bellezza, ma da tutte quelle piccole cose che lo riguardavano: il suo modo di guardarlo, profondo e serio; il suo modo di sorridergli con le fossette in bella vista; il modo in cui pronunciava il suo nome; il modo in cui arrossiva dopo avergli fatto un complimento e il modo in cui rideva, abbassando la testa e facendo sì che i suoi ricci gli nascondessero il viso.

Louis si avvicinò lentamente a Harry, chiedendosi che diamine stesse facendo. I due restarono semplicemente a guardarsi, i loro nasi quasi si toccavano.

"Se stai aspettando che ti dia una risposta che ti dia ragione, dovremmo restare così per molto, tanto tempo" rispose Louis, non accennando più nessun movimento verso di lui.

Harry sorrise leggermente "Mi spiace per te, ma a me tutto questo non dispiace per niente" azzardò lui, avvicinandosi impercettibilmente.
Louis spalancò gli occhi. Non sapeva se ammettere ad alta voce che lui aveva ragione o semplicemente baciarlo e soddisfare il bisogno di sentire le sue labbra sulle sue.

"Cosa stai facendo?" chiese soltanto, cercando di capire perché Harry ci stesse provando così spudoratamente con lui ma soprattutto perché proprio adesso.

Harry si trovò in difficoltà e rimase in silenzio per un paio di secondi "Cosa pensi che stia facendo?"

"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, non te l'hanno mai detto?" chiese Louis ironicamente, per smorzare l'aria tesa che si stava creando.

"Non sto facendo assolutamente nulla, Louis. E tu invece cosa stai facendo?" chiese Harry.

Louis si perse in quelle iridi verdi e in quella sua espressione così seria e concentrata. Senza neanche accorgersene gli si avvicinò, ormai i suoi nasi si toccavano e le loro labbra aperte quasi si sfioravano.

"Non ne ho assolutamente idea" rispose, guardandolo un'ultima volta negli occhi e accorciando la breve distanza che li separava.

Louis pressò le sue labbra su quelle di Harry con una lentezza esasperante, quasi a volersi imprimere quel momento nella mente. Si allontanò di pochi centimetri dalle sue morbide e rosse labbra per poi riprenderlo a baciarlo, con più passione.

Le mani di Harry si posarono sulla sua nuca e lo avvicinarono a sè. Louis gli accarezzò il labbro inferiore con la lingua e immediatamente Harry aprì la bocca, consentendogli l'accesso.

Le loro lingue si accarezzarono, lente e instancabili, come a volersi conoscere meglio, senza alcuna fretta.

Si staccarono dopo un paio di minuti, aprendo lentamente gli occhi e guardandosi intensamente.

Neanche due secondi dopo, Harry si sporse ancora di più su Louis, gli afferrò il viso con entrambe le mani e si tuffò nuovamente sulle sue labbra, mordendogliele e assaggiandogliele.

Louis lo lasciò fare portando una mano sulla sua spalla e l'altra sui suoi capelli, tirandoglieli leggermente. Il loro bacio fu talmente passionale e coinvolgente che nessuno dei due sembrava volersi staccare dalla labbra dell'altro.

Sfortunatamente, i due si dovettero allontanare per mancanza di ossigeno. Si guardarono negli occhi, sorpresi di questa loro attrazione nascosta da qualche parte dentro di loro, e confusi mentre cercavano di capire, attraverso gli sguardi che si lanciavano, quale fosse il passo successivo da seguire.

Si allontanarono un pò imbarazzati e distolsero lo sguardo sul tavolo, non sapendo dove guardare.

"Quindi, mh, questo che- voglio dire, cosa faremo, adesso che-" balbettò Louis. Era raro vedere il moro balbettare, ma pomiciare con il suo migliore amico non era di certo un evento da sottovalutare.

"Non ne ho idea, però- però non me ne pento, Louis" borbottò Harry, rosso in viso, abbassando lo sguardo sulle sue mani che, frenetiche, non smettevano di torturarsi tra loro.

"Non so che dire, davvero." disse Louis, quasi sottovoce "Oggi avevo intenzione di andare dai miei genitori, quindi credo che- ci vediamo a pranzo, mh?" affermò Louis, alzandosi e lanciando un altro sguardo a Harry, che velocemente aveva sollevato lo sguardo e puntato gli occhi, pieni di paura e preoccupazione, su quelli del moro.

"O-okay. Anch'io in realtà avevo degli impegni quindi probabilmente non mi troverai a casa" affermò Harry, alzandosi e porgendogli le chiavi di riserva.

"Grazie per la colazione. Adesso è meglio che vada, se ritardassi mia madre mi rimproverebbe per più di un'ora, sai com'è fatta" rise leggermente per ribadire il concetto.

Harry si limitò ad accennare un sorriso, dettato dal nervosismo. E in un attimo, Louis era già uscito da casa sua e il riccio rimase solo, come ogni giorno da quando aveva affittato quella casa in centro. Si prese la testa fra le mani e riflettè su quanto fosse stato stupido a pensare che potesse piacere a Louis e a quanto avesse esagerato quella mattina.

"Bravo Harry, l'hai fatto scappare" mugugnò Harry a se stesso, sospirando rumorosamente.

~~

Era quasi ora di pranzo e Louis, come promesso, ritornò a casa di Harry. Come il riccio gli aveva già annunciato, la casa era vuota.

C'era un silenzio quasi inquietante e Louis si chiedeva se Harry si fosse mai sentito solo in una casa così grande per una sola persona.

Si guardò intorno, osservando quei particolari che prima non aveva notato. C'erano delle fotografie sopra i mobili e appese sul muro. Alcune ritraevano Harry con i suoi genitori, altre con gli amici e una in particolare attirò la sua attenzione: erano lui e il riccio sdraiati sul prato mentre guardavano sorridenti verso la fotocamera. Non ricordava di averla scattata e si ritrovò piacevolmente sorpreso a sapere che Harry l'aveva conservata con sé e non se l'era dimenticata.

Sentì poi il rumore di una chiave nella serratura e sobbalzò leggermente per l'improvvisa interruzione del flusso di pensieri e ricordi che si stavano affollando la testa di Louis.

Louis tornò alla realtà e si rese conto dell'imminente situazione imbarazzante che si stava per creare. Pensò perciò di mettere in chiaro alcune cose, perché non voleva perdere l'unico vero migliore amico che avesse mai avuto.

"Harry, dobbiamo parlar-" incominciò Louis, ma venne interrotto bruscamente dalla voce del riccio.

"Si, anch'io volevo parlarti. Innanzitutto volevo scusarmi per come mi sono comportato stamattina, non- non intendevo metterti a disagio, davvero. E poi quello che è successo è stato solo un momento di...di debolezza, ecco. Non succederà più, lo giuro" disse Harry tutto d'un fiato, agitando le mani in aria per ribadire meglio il concetto.

Ma era davvero quello che voleva Louis? Sapere di aver assaggiato le labbra di Harry e non poterlo più fare, era una grande sfida con se stesso. Lui non voleva perderlo, ma odiava non poterlo toccare e baciare come aveva fatto quella mattina.

Louis semplicemente annuì, indeciso su quello che fosse più giusto fare "Mh si, io- okay. Non scusarti, in fondo neanch'io ti ho fermato. Diciamo che la colpa è di entrambi" sorrise sghembo.

Harry lo guardò brevemente e annuì "Adesso vado a cucinare, tu nel frattempo puoi guardare un pò di televisione in salotto, se vuoi"

"Si, credo che ascolterò il tuo consiglio, per questa volta" rispose Louis, prima che Harry si dirigesse in cucina.

Mezz'ora dopo i due erano a tavola, uno di fronte all'altro, con gli sguardi rivolti verso i rispettivi piatti pieni di cibo, evitando appositamente di incrociare lo sguardo.

Fu un pranzo in completo silenzio e se per Harry era gradevole, per Louis era insopportabile. Odiava il silenzio.

Dopo aver finito di pranzare e aver lavato i piatti (Louis si era offerto volontario per questo sporco lavoro perché in fondo doveva rendersi utile anche lui, in qualche modo), si diressero in salotto a guardare un pò di televisione.

Si sedettero sul piccolo divano di seconda mano e Harry accese la tv, cercando qualche programma che fosse di suo gradimento.

Louis non poteva concentrarsi sullo schermo davanti a sè, perchè troppo occupato a guardare di sottecchi Harry e continuare a ripensare alle sue parole e al fatto che avesse considerato un errore il loro bacio.

Ma poteva considerarsi davvero un errore, anche se era stato stato con così tanta dolcezza e passione che avevano fatto capire a Louis molte cose sul suo rapporto con Harry. Era possibile che ad Harry non avesse trasmesso assolutamente nulla?

Si girò completamente verso di lui e "Pensi davvero che il nostro bacio sia stato un errore?" gli chiese perciò, senza giri di parole.

Harry sobbalzò al suono della voce di Louis e quasi gli cadde il telecomando dalle mani "Cosa?" chiese, un pò perchè non si aspettava che Louis gli parlasse e un pò perchè non si aspettava una simile domanda.

"Hai capito bene, Harry" disse Louis alzando gli occhi al cielo.

Harry continuò a guardare lo schermo della televisione, come se da questa ne dipendesse la sua vita, e a cambiare canale ogni quattro secondi, come se la sua domanda lo avesse lasciato del tutto indifferente.

"Se te l'ho detto, significa che lo penso davvero no?" rispose, non così sicuro.

"Non ti credo" disse l'altro, incrociando le braccia al petto.

"E invece dovresti farlo" rispose neutrale lui.

"Ti sarei grato se mi guardassi in faccia quando parlo" affermò Louis, girando il volto di Harry con due dita.

Harry deglutì e d'istinto gli guardò le labbra per poi portare le sue iridi, il più velocemente possibile, sui suoi occhi azzurri. Si scostò dalla presa di Louis, allontanandosi un pò "Perchè ti interessa così tanto saperlo, Louis?" chiese incrociando le braccia al petto, guardandolo gelido.

Louis restò semplicemente ad osservarlo, scegliendo con cura le parole da dire "Perchè per me non lo è stato. E dubito che tu lo pensi davvero, o almeno non dopo aver visto il tuo comportamento di stamattina"

"Quale comportamento? Non so di cosa tu stia parlando e non interessa saperlo. Siamo solo migliori amici, non roviniamo tutto per uno stupido bac-"

Louis, senza neanche dargli il tempo di finire la frase, gli prese il viso con entrambe le mani e lo baciò con tutta la passione che potè. L'impatto fece quasi cadere Harry all'indietro, e Louis ne approfittò per portare una mano sulla sua schiena e farle appoggiare quest'ultima sul divano.

Continuò a baciarlo, non lasciandogli le labbra neanche per un minuto. Harry, nonostante l'irrigidimento iniziale dovuto allo stupore, si lasciò completamente andare.

Louis lo sovrastava, il suo petto toccava quello del riccio e ogni più piccola parte era a contatto con la sua, poteva perfino sentire i loro cuori battere veloci all'unisono.

Si staccò lentamente e dolcemente dalla labbra di Harry, guardandolo negli occhi "Anche questo pensi che sia stato un errore, un attimo di debolezza? Sappi che per me non lo è stato, per niente. Anzi per dirla tutta, non vedevo l'ora di farlo"

Harry, sotto di lui, cercava di riprendere fiato, mentre lo guardava a metà tra lo stupito e lo stranito "Allora perché sei fuggito via dopo il bacio?"

"Beh, era una situazione abbastanza imbarazzante: baciarsi con il proprio migliore amico e provare certe...cose, non era di certo una cosa che succede quotidianamente.
Avevo bisogno solo un pò di tempo per pensarci su"

"E a che conclusione sei arrivato?" chiese Harry speranzoso.

Lui sorrise malizioso "Credo che sia abbastanza chiaro, no? O forse è meglio che te lo spieghi meglio, più dettagliatamente" concluse, avvicinandosi al suo viso e prendendogli a mordere il labbro.

Harry rise leggermente "Oh si, forse è meglio. Non ho ancora ben capito cosa tu voglia dire"

Louis sorrise sghembo e intrufolò la lingua nella sua bocca, giocando con la sua e muovendosi impercettibilmente sopra di lui.

Si staccarono con gli occhi un pò lucidi e si sorrisero felici.

"Quindi adesso cosa siamo?" chiese Harry, un pò preoccupato. Se gli avesse risposto 'solo scopamici' ci sarebbe rimasto davvero male, ma in fondo Louis era imprevedibile.

Il moro rimase in silenzio per un paio di secondi "Io vorrei provarci. Come fidanzati, intendo. Tu- tu cosa ne pensi?"

"Credo che sia abbastanza chiaro, no? O forse devo spiegartelo meglio, mh?" rispose Harry quasi ridendo, citando le sue stesse parole.

"Oh si, per favore, devo assolutamente sapere la risposta" affermò Louis, guardandolo divertito.

E poi ripresero a baciarsi, questa volta con più sicurezza e complicità, con le mani di Louis a tastare il corpo di Harry e una gamba del riccio incastrata con le sue.

E così, trascorsero tutto il pomeriggio a conoscersi meglio, nonostante i tanti anni di amicizia che li legavano, felici più che mai e ansiosi di scoprire cosa riservava loro il futuro.
 

__________________

Un ciao speciale a te, caro lettore, che sei riuscito ad arrivare fin qui senza conati di vomito o imprecazioni contro di me.

No okay, tornando seri, spero che la mia creazione sia piaciuta e che non sia stata troppo noiosa! Recensite e fatemi vedere se è stato di vostro gradimento ;)

Un bacio♥
  
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