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Autore: LittleSusie    26/05/2015    1 recensioni
"Allontanai lo sguardo dal noioso soffitto e lo portai in basso, corrucciato ma divertito, e ben presto il mio viso prese una piega decisamente dolce. Sentii il sorriso espandersi sulle mie gote, sollevando gli zigomi come pomelli, mentre guardavo un biondo, fitto ammasso di capelli ricoprirmi disordinatamente la parte inferiore del busto."
Nella camera di chissà quale albergo, volutamente lontani da ogni altro pensiero e legame, due voci complementari godono della loro presenza reciproca, cullandosi in ciò che di più prezioso possiedono.
Non è la prima volta, non è l'ultima. Ma ciò che parla abbastanza per chiarire ogni dubbio è il vivere all'unisono un momento sospeso nel tempo, qual è il chiarore di una mattina come quella; quieta come non sono Sebastian ed Axl nella maniera del tutto personale che hanno di consumare il loro amore esasperante.
Il pairing è Sebastian Bach/Axl Rose, o come preferiamo chiamarlo: Sebaxl.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Who's watching me?

 
Aprii gli occhi e li rivolsi al soffitto, nel debole tentativo di ritrovare almeno parte della mia cognizione spazio-temporale. L’azzurrino del mattino presto, tipico dei momenti subito dopo l’alba, mi circondava, misto alla luce calda e soffocante di un’abat-jour rimasta accesa tutta la notte.  La spensi alla cieca, sbattendo la mano un po’ ovunque tra il muro e il comodino, ma la prima cosa di cui mi resi davvero conto era che, per fortuna, non ero rimasto solo. Me ne accorsi poiché un peso tutt’altro che fastidioso gravava sulle mie cosce e sul mio stomaco impedendomi il benché minimo movimento.

Allontanai lo sguardo dal noioso soffitto e lo portai in basso, corrucciato ma divertito, e ben presto il mio viso prese una piega decisamente dolce. Sentii il sorriso espandersi sulle mie gote, sollevando gli zigomi come pomelli, mentre guardavo un biondo, fitto ammasso di capelli ricoprirmi disordinatamente la parte inferiore del busto. Portai la mia mano sinistra, in un tintinnio di bracciali, a scostare parte di quella chioma, rivelando dapprima una fronte spaziosa, sporgente, caratterizzata da un’arcata sopraccigliare marcata ma quasi priva di colore. Sotto ad essa, campeggiavano due occhi tondeggianti e solitamente enormi, ma adesso chiusi placidamente. Per concludere, una delle visioni più belle che io abbia mai avuto il piacere di far mie: in una curva  imbronciata, facevano capolino due labbra caratterizzate dalla loro piccola e gonfia forma di cuore e da un colorito tanto ricco da sembrare quasi dipinte di rosa scuro. Le avevo torturate tutta la notte in ogni modo possibile a me e alla mia debolissima carne.

Non resistetti nemmeno in quel momento, infatti la mia mano ancora ferma dietro la sua testa scivolò dalla nuca alla sommità del suo capo –scompigliandogli i capelli- , fino al viso. Arrivai con il dovuto fremito alla bocca, che nascosi gelosamente sotto le mie dita, le quali cominciarono ad accarezzarla con una lentezza che ne seguiva e solleticava i contorni per poi riempirne la morbidezza. A quel punto, finalmente vidi il suo sguardo riprendere vita, seppur a fatica, mentre sbatteva le palpebre rivolgendo gli occhi all’intorno. «Bambino.»
Così lo salutai, senza smettere di sorridere -soprattutto perché finalmente poteva vedermelo fare- e mi puntellai sui gomiti, osservando ogni suo lento movimento mentre alzava piano la testa per permettermi di sollevarmi. Le sue braccia ancora mi circondavano i fianchi, distese alla portata delle mie mani che, infatti, ne afferrarono subito l’avambraccio. Lo tirai di più verso di me per trattenerlo lì dov’era,  tornando a stendermi.
 «Ehi, fai piano.»
Biascicò, guadagnandosi una mia risata sfottente diretta ad accompagnare le mie parole:
«Non mi sembra tu l’abbia fatto, stanotte.»
Inarcai le sopracciglia, ridacchiando gutturalmente.
 «Non mi sembra ti sia dispiaciuto.»
Rispose pronto, nello stesso momento in cui una mia mano, la destra, tornava ad appropriarsi del suo viso spigoloso. Per un attimo esitai, fermando la mia carezza e trasformandola subito in una debole presa attorno al suo mento, ma poi sbuffai, volgendo lo sguardo altrove con fare disinteressato.
«Difficile che possa dispiacermi, non credi? Ma dopotutto, non sono io quello che si è addormentato subito dopo aver fatto un pompino…».
Il mio sguardo ancora vagava per la camera, come niente fosse, diventando sempre più ridente, almeno fino a quando non sentii il suo peso mancare. Voleva giocarmi un brutto tiro per il puro, e a me familiare, piacere di farlo. Perciò, mi sollevai e in fretta afferrai di nuovo le sue spalle, facendolo ricadere su di me. Risi forte, forse sguaiatamente, e spinsi il suo lunghissimo corpo a riprendere la stessa posizione di prima. Stavolta, però, lo serrai con le mie cosce muscolose nel tentativo d’immobilizzarlo.
«Ora stai buono e fammi accendere una fottuta sigaretta.»
Dissi a fior di labbra, sporgendomi lateralmente verso il comodino per raggiungere il pacchetto. Immaginavo che non sarei mai arrivato a prenderlo e che sarei stato braccato e torturato dall’altro molto prima, perciò ben prima di toccare il legno del comodino mi bloccai automaticamente, restando come congelato quando mi accorsi che non stava succedendo nulla. Sorpreso, quindi, mi ricredetti, poiché il biondo sembrava, già a guardarlo in viso, troppo intorpidito per fare qualunque sforzo che andasse oltre il dirmi cazzate.

Quando accesi la sigaretta e la portai alle labbra, pensai quasi che quell’idiota si fosse addormentato di nuovo. Allora, tirai la prima boccata completamente sovrappensiero, così come feci anche con le poche seguenti. Pensavo alla maniera in cui la nostra amicizia fatta di ammirazione, priva di qualsivoglia interesse esterno, si fosse gradualmente trasformata quasi per caso, capovolgendo un po’ ogni schema delle nostre vite con la stessa violenza con la quale questa evoluzione era avvenuta. Osservarci in quella stanza, nascosti ma non troppo dagli occhi di chiunque altro, era il terreno più fecondo per far sì che certe riflessioni attecchissero in maniera automatica, lasciandomi in uno stato di soddisfazione ed incertezza miste. Esso sfumava come il fumo mentre lasciavo che le ginocchia ondeggiassero pigre ai due lati del suo busto e che i miei occhi si appesantissero e chiudessero come i suoi...
Ormai avvolto nel fumo, mi sembrò di aver qualcosa conficcata all’altezza dello stomaco. Guardando verso quella vivida sensazione, capii di essermi perso talmente tanto da essermi convinto di qualcosa che avevo solo creduto. Due occhi nocciola, cangianti, –in quel momento grandi e fissi come li conoscevo io- mi stavano guardando da chissà quanto tempo, senza battere ciglio quasi nel vero senso della frase. Il dolore che sentivo non scaturiva da altro se non dal suo mento affondato nella mia carne, subito seguito dal calore delle sue mani una sull’altra sul mio ombelico. Scostando la sigaretta lateralmente, mi godetti quella piena visione, ricambiando lo sguardo e, nella stessa maniera curiosa, inclinai il capo verso una spalla. Poi, distesi le gambe, interrompendo definitivamente quel moto oscillatorio, e gliela portai di fronte alle labbra, fumata solo per metà –o forse nemmeno. 
«Puntavi per caso a questa, Sebastian?»

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NdA: È la prima fanfiction che riesco a pubblicare, tra l'altro nella maniera più soddisfacente che riuscissi a trovare, data la coppia. L' "idea" (per quanto una coppia possa considerarsi tale) è scaturita da una situazione in roleplaying nata tra me ed un'amica. Oltre al fatto che, finalmente, ci voleva qualcosa in più su di loro, in giro per la rete! Che altro posso dire? Mh.. come già detto nell'introduzione, la loro relazione è già consolidata, o quasi, ma questa one-shot è qualcosa di molto libero, in quanto inizialmente immaginata come un disegno (irrealizzabile, ahimè, per mancanza di talento da parte mia), ma poi dovuta "dipingere" a parole.

Be', non aggiungo altro se non la speranza di poter ottenere un riscontro (quindi, di poter ancora condividere la mia infinita ispirazione non più solo in role) e la richiesta di recensioni sia negative che -magari!- positive.
Grazie per aver letto fino a qui.
   
 
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