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Autore: roby_lia    27/05/2015    1 recensioni
Breve raccolta di OS a tema Nagron ovviamente
Il primo bacio lo colse di sorpresa.
Il secondo lo aspettava con più impazienza di quanto lui stesso volesse ammetterlo.
Il terzo decise lui di prenderselo.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agron, Nasir
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Take my arms that I might reach you

 
Kisses
 
Il primo bacio lo colse di sorpresa.
La bocca di Agron era leggera contro la sua, come il tocco di una farfalla, ed altrettanto velocemente si allontanò, lasciandolo solo con quella sensazione impalpabile sulle labbra ma che al solo ripensarci sembrava mandargliele improvvisamente a fuoco, mentre il respiro gli si bloccava in gola.
Quel dolore straziante di dover restare a guardare mentre gli altri partivano, era ancora più lancinante della ferita che ancora gli deturpava il fianco.
 
 
Il secondo lo aspettava con più impazienza di quanto lui stesso volesse ammetterlo.
Con inquietudine e tensione, pregando gli dei che la loro missione suicida avesse successo. Quando lo rivide per un istante fu preso dall’incertezza, dopotutto non erano state pronunciate altre parole tra loro, non si erano scambiati promesse o impegni.
Ma il modo in cui il suo cuore perse un colpo, per poi ricominciare a battere finalmente alleggerito dalla paura, sembrava dissentire. E il sorriso troppo grande di Agron, il modo in cui lo cercava, gli fece sperare che forse non era stato solo il suo di cuore a donarsi senza pretese.
“Non sei stato ferito?”
“Gli dei mi hanno favorito piccoletto”
“Chiamami di nuovo così e non lo faranno ancora per molto”
E poi finalmente poté risentire le sue labbra contro le proprie, poté sentire le sue mani di nuovo su di sé, poté risentire il suo cuore battere.
 
 
Il terzo decise lui di prenderselo.
Era nato come una sfida all’ennesimo commento pungente sulla sua altezza.
E lui l’aveva accetta volentieri, incurante di quelli che potevano vederli in quel momento, mentre consumavano il pasto serale tutti insieme.
Afferrò il lacciò che Agron portava attorno al collo e lo tirò in basso, verso di sé, e questa volta il loro bacio aveva un gusto diverso, più ricco di sfida che l’esitante dolcezza delle volte prima.
 
 
Il quarto bacio fu seguito da talmente tanti altri da perderne il conto, mentre si esploravano a vicenda, labbra che cercano labbra, mani che toccano ovunque e sangue che ribolle sotto la pelle.
All’inizio era stato esitante. Nonostante tutto, nonostante ciò che era stato, non aveva mai toccato qualcuno per propria volontà. Gli venivano dati degli ordini e lui doveva obbedire senza nemmeno pensare. Ma con Agron era diverso. Con Agron doveva essere diverso, o niente di tutto ciò per cui stavano lottando avrebbe avuto senso.
E Nasir si bloccò, il dovere e il potere che si scontravano nella sua mente mandandolo in confusione, mentre la voce di un ragazzo che non sarebbe mai dovuto nascere gli urlava di smettere di toccarlo, non gli era permesso, doveva solo chiudere gli occhi e aspettare che l’altro si prendesse ciò che voleva. Ma dall’altro lato la sua di voce, la stessa che aveva inconsciamente rinchiuso per tanti anni diceva di non dargli ascolto, di stringerlo di più con le gambe, di piantare le unghie nella sua pelle per assaggiarne il sangue e il sudore, e rideva, rideva finalmente libero.
Agron dovette avvertire qualcosa, perché si fermò, il respiro ancora rubato per i continui baci e la mani che tremavano dal desiderio di toccare di più, di assaggiare di più.
Eppure si era fermato.
“Non sei obbligato a far nulla Nasir. Se non vuoi posso andarmene- disse nonostante la voglia negli occhi e la voce roca- essere libero vuol dire non dover più fare ciò che non vuoi”
E Nasir lo guardò, rendendosi conto che l’assenza del suo tocco era ancora più dolorosa della sua presenza.
Lo guardò e Tiberius, quell’ombra di bambino nato per pura sopravvivenza, finalmente poté svanire, poté trovare la pace che si era meritato. Gli aveva permesso di arrivare fino a quel momento, gli aveva permesso d’incontrare Agron, e questo non lo dimenticherà mai. Non rinnegherà ciò che era stato se gli aveva permesso di arrivare vivo fino alle braccia di quell’uomo e forse, trovare un posto da poter davvero chiamare casa.
“Libertà non è anche fare ciò che io voglio?”
Perché con Agron era un donarsi a vicenda, uno scambio alla pari di cuori e vita.
Perché lui aveva scelto Agron, l’aveva scelto per i suoi occhi verdi e il sorriso grande, per le mani calde e grandi, ma gentili, per la premura e il coraggio.
L’aveva scelto, e non avrebbe permesso a chi gli aveva tolto la libertà per tanti anni di togliergli anche lui.
 



 

 
Il primo bacio decise lui di prenderselo
Aveva bisogno di un modo di farsi perdonare da Nasir per la menzogna che l’aveva costretto a mantenere, perché l’aveva lasciato andare alla miniere senza di lui, perché non l’aveva protetto, perché non c’era stato quando aveva avuto bisogno di lui.
E aveva bisogno di un modo per promettergli che non sarebbe successo mai più.
Aveva cercato di trasmettergli tutto con quel semplice tocco di labbra, leggero come un fiocco di neve, lasciando all’altro la libertà di decisione.
Avrebbe potuto farlo attecchire al suo cuore, e allora tutto sarebbe diventato bianco e immacolato come gli inverni in quella casa lontana da cui era stato strappato da troppo tempo. Oppure avrebbe potuto far finta di niente, e quel fiocco di neve sarebbe diventata una lacrima salata da scacciare via velocemente, da coprire con il sangue di quei fottuti romani.
 
 
Il secondo lo aspettava con più impazienza di quanto lui stesso volesse ammettere.
Il suo cuore batteva forte per la vittoria appena ottenuta ma, se possibile, quando finalmente i suoi occhi si posarono su di lui, gli martellò ancora di più nel petto, rimbombandogli nelle orecchie e facendogli quasi mancare il fiato.
Poi lo sentì finalmente tra le sue braccia, e nulla poteva avere più importanza che saperlo al sicuro, che sapere che la sua proposta era stata accettata.
Lui non gli aveva donato il suo cuore. Era stato Nasir stesso a strappargli dal petto quel poco che gli era restato, istante dopo istante, con il suo sguardo fiero nonostante tutto, con il suo coraggio e la sua testardaggine. Con la sua gentilezza e il suo dannato senso di giustizia.
Gli aveva strappato il cuore, sì, e l’aveva riparato almeno un di po’ dallo squarcio causato dalla perdita di Duro.
Poi, invece che tornarglielo, se l’era messo nel suo di petto, dove sarebbe stato al sicuro, per sempre.
 
 
Il terzo lo colse di sorpresa.
Stavano festeggiando la loro vittoria, bevendo e scherzando, respirando a pieni polmoni quell’aria di libertà ed euforia.
Poi aveva fatto l’ennesimo commento sbagliato sulla sua altezza e per una volta Nasir aveva reagito in modo diverso dalle parole.
Si era a malapena accorto del tocco leggero di Nasir sul suo petto, prima che il siriano stringesse il pugno attorno ai suoi ciondoli e lo tirasse verso il basso.
Rischiò quasi di cadere per l’improvviso cambio d’equilibrio ma prima che riuscisse anche solo a rendersene conto ritrovò l’appoggio contro le spalle di Nasir, testardamente immobile e teso mentre lo baciava, rubandogli il respiro.  
Avrebbe potuto sollevarlo come niente, giusto per dimostrargli che in fondo lui era davvero un piccoletto e non era che abbassarlo alla sua altezza cambiasse tanto le cose, ma la sua bocca era così perfetta contro la sua, affamata e dispettosa, ed era così bello passare la mani su quella pelle ambrata e morbida, risalendo il profilo delle sue spalle attraverso quella cortina di capelli scuri come il mare di notte, che il pensiero gli svanì dalla mente.
 
 
Il quarto bacio fu seguito da talmente tanti altri da perderne il conto, con tutto il mondo che lentamente svaniva intorno a loro, perché l’unica cosa importante era la pelle di Nasir sotto le sue mani ruvide, il suono della sua voce e dei suoi respiri spezzati e i loro cuori che battevano insieme.
Quando l’aveva sentito bloccarsi, quando i suoi muscoli si sono improvvisamente tesi per il motivo sbagliato, Agron aveva capito, e si era fermato. Si era fermato perché non voleva essere associato a qualcosa del suo passato, voleva essere il suo futuro, il suo motivo per cui continuare a combattere ed essere libero.
Dopo qualche istante Nasir aveva riaperto gli occhi, aveva sorriso e il suo corpo si era ammorbidito mentre gli avvolge la vita con le gambe e lo tirava a sé, di nuovo.
 
Nasir aveva bisogno di tempo per accettare che le cose cambiassero, se n’era accorto, proprio come un cagnolino randagio che non capisce se quello è davvero il suo posto
Aveva avuto bisogno di tempo per apprezzare la libertà e ora sarebbe morto prima di farne di nuovo a meno, glielo leggeva nei suoi occhi.
Aveva avuto bisogno di tempo per imparare a combattere ma ora che ne aveva assaggiato il sangue sarebbe stato difficile fermarlo, lo avvertiva nel suo sorriso di sfida.
Avrebbe avuto bisogno di tempo anche per accettare di amare qualcuno per il proprio volere, non per ordini o mera soddisfazione sessuale, lo sentiva nel suo cuore.
E nel modo, la mattina dopo, si era di nuovo ritratto al suo tocco per qualche istante. Ma poi l’aveva sentito espirare appena più rumorosamente del normale, e gli aveva passato una mano tra i capelli, scorrendo dal collo alla sommità del capo, spettinandoglieli al contrario, ma senza chiedergli il permesso o scusarsi quando lui socchiuse gli occhi fissandolo smaliziato.
E Nasir gli aveva risposto con un sorriso sincero, libero e vivo come non mai. 









Note
Il titolo della raccolta è preso dall canzone "Suond of Silence" di Samuel & Garfunkel 
https://www.youtube.com/watch?v=4IjawyE9YII
è la prima volta che provo a scrivere su questi magnifici personaggi, spero di averli resi degnamente :)
Ringrazio chiunque legga, ogni commento o critica è ben accetto u.u


Ciao ciao
roby_lia

 
  
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