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Autore: gleebrittanastories    27/05/2015    5 recensioni
Argentina-1979
Dal testo: "Avete presente nei film, quando il protagonista va a sbattere contro una donna bellissima che puntualmente ha seimila cose in mano che si spargono nei cinque metri circostanti? E, nel mentre raccolgono il tutto, hanno il tempo di parlare e di innamorarsi e tutto sembra così facile e bello e destinato ad essere facile e bello per sempre? Beh, per me e Santana non è stato neanche lontanamente così. Nella nostra storia d'amore non c'è stato tempo per l'amore anche se è quello che ci ha fatto andare avanti."
Genere: Azione, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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"Cosa ci fai qua sul terrazzo Britt?" sentii ma non mi girai.

Silenzio per alcuni minuti, avevo gli occhi lucidi senza un valido motivo. Dopo un po' sentii qualcosa avvolgermi, prima una coperta e poi un paio di braccia intorno ai fianchi. Una sensazione di calore mi pervase, ci sono momenti in cui hai solo bisogno di sentirti amata.

Santana aspettò in silenzio.

Più provavo a parlare più mi veniva da piangere finché non riuscii più a trattenermi e scoppiai in un pianto liberatorio.

"Oh Britt" mi sussurrò e mi strinse più forte.

La crisi di pianto mi passò solo dopo qualche minuto, solo grazie a lei e sentii una mano che prendeva la mia, per poi trascinarmi dolcemente dentro casa.

La seguii docilmente ancora con gli occhi appannati finché non scontrai con la superficie morbida del letto e mi ci inginocchiai sopra. Sempre in silenzio Santana mi guidò con un braccio a sdraiarmi insieme a lei e ci coprì entrambe con la coperta di flanella.

Stretta a lei mi tornò piano piano la lucidità.

"Ancora un brutto sogno amore?" mi chiese a bassa voce, quasi non volendo spaventarmi.

Annuii a contatto con il suo collo.

Negli ultimi tempi mi succedeva spesso di avere degli incubi molto vividi, tanto da mozzarmi il fiato svegliandomi terrorizzata. Tutto era cominciato quando avevamo cominciato a ricevere lettere minatorie, o meglio Santana aveva cominciato a riceverle.

Erano passati parecchi anni dalle nostre avventure in Argentina, ora vi ci recavamo circa una volta l'anno per rivedere i nostri amici e salutare Buenos Aires. Ormai nessuno frequentava più il vecchio ospedale, non ce n'era più bisogno. Anzi Puck ci aveva detto che si parlava di abbatterlo e per quanto fossi dispiaciuta ero anche contenta che la città si stesse ricostruendo.

L'argentino e Quinn abitavano in una viuzza del centro, nella zona residenziale con le scuole migliori. E Beth cresceva, ormai non era più una bambina e questo ricordava a me e a Santana di aver passato la quarantina.

Comunque tornando alle lettere erano cominciate quando Santana era andata a ritirare un premio assegnato ai genitori dispersi per l'opposizione politica. Con l'avvento della pace erano state tirate le somme, detto volgarmente.

Certificati di morte e varie onorificenze.

E qualche folle aveva cominciato ad attaccare psicologicamente tutti i superstiti della resistenza. Tra cui Santana e i suoi compagni, sia quelli rimasti in Argentina che quelli sparsi per il mondo.

"Brittbritt non ci pensare, non ci faranno del male" apparentemente San non era rimasta scossa dalle minacce come me.

Forse aveva ragione. Non dovevo fare il loro gioco, erano solo dei vigliacchi.

Piano piano sentii i muscoli rilassarsi e lo stress cedere.

"Domani è domenica, giorno di telefonate" mi ricordò, probabilmente per distrarmi.

Da quando avevamo fatto mettere il telefono fisso in casa potevamo finalmente sentirci spesso con le persone più care. E poi amavo il telefono, non potevo ancora credere dopo tutti quei anni di poter sentire in tempo reale le voci di Tina e Mike in Massachusetts, quelle di Mercedes e Sam a Broadway, quelle di Kurt e Blaine a Toronto, quelle dei miei a New York e quelle di Quinn e Puck a Buenos Aires. L'invenzione migliore di tutti i tempi. Beh anche il gelato non era male.

Comunque era irrazionale preoccuparsi, per quanto avessi il terrore che qualcosa potesse dividermi da Santana.

"Hai ragione San, non ho più paura"

"Ora dormiamo che domani mattina devi essere carica per il giro di telefonate" ridacchiò, mi prendeva sempre un po' in giro per quanto ci tenevo.

"Scema" ribattei, cercando le sue labbra.

E come sempre eccole, lì ad aspettarmi.

Alla fine cosa era cambiato in tutti quei anni? Nulla. Cioè tutto tranne me e Santana.

Eravamo due donne mature in carriera, io tra conferenze e notti passate a scrivere lei con orari improponibili in tribunale come interprete.

Ma alla fine io ero sempre la ragazza ingenua e guidata dal bisogno di conoscere, lei la ragazza forte ma allo stesso tempo fragile.

Vivevamo in un attico sul mare della California, va bene, ma quando eravamo come in quel momento abbracciate al buio cose era cambiato? Nulla.


/ Sono consapevole che probabilmente la storia avrebbe potuto offrire ancora molto ma l'ispirazione è già andata in vacanza. Io no e la scuola mi sta prosciugando l'ultima linfa vitale. Detto ciò odio lasciare qualcosa incompleto quindi ecco la fine, corta e abbastanza insignificante ma conclusiva. Chiedo scusa e grazie a tutti quelli che l'hanno letta e sono arrivati fin qua, spero in ogni caso che non sia stata una completa perdita di tempo. Se vi va di dirmi qualsiasi cosa fatelo, mi farà piacere. Detto questo vi auguro una buona giornata/estate/vita /

  
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