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Autore: unika    27/05/2015    1 recensioni
Sofia è sei anni che vive con il padre e la matrigna. Non sa cosa accade nel mondo dei vivi, suo padre non le dice nulla, è la matrigna che rivedendo nella figliastra se stessa per la prima volta è buona con i figli che il marito ha avuto con altre donne.
Persefone ogni volta che torna negli inferi le parla del mondo dei vivi raccontandole di quanto è bella la natura, ma senza mai parlarle degli scontri che ci sono stati negli anni. un giorno il padre le permette di uscire finalmente dagli inferi. alla sua prima uscita tutto le sembrava incredibile, ma mai quanto rivedere dopo così tanti anni il gemello che credeva morto, nonostante non l'avesse mai trovato fra le anime dei morti.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Gli Dèi, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo diciassette

Il campo è deserto. Non vedo e sento nessuno.
-Sofia!!!-
Un grido terrorizzato grida il mio nome.
Sconcertata mi guardo in giro in cerca di capire da dove fosse arrivato quel grido.
Poco dopo sento altre grida, ma non terrorizzate, bensì di dolore.
-fermati... Sofia!!!-
Sempre la stessa voce mi sta chiamando.
Corro verso l'arena ma quando arrivo dentro non sono pronta per ciò  che sta accadendo.
Dentro vi è un caos degno di prendere il nome dal Dio primordiale in assoluto, Caos.
L'arena era fra macerie, corpi privi di sensi, mostri e ragazzi che cercano di tenere a bada strani tentacoli neri provenire da ogni parte.
Il mio sguardo viene catturato da Nathaniel che con diverse ferite sta cercando di difendersi da un guerriero zombie.
-Sofia...- mi chiama.
Ma i suoi occhi non guardano verso di me, bensì verso una figura esile accasciata al suolo.  
Faccio qualche passo verso la figura e mi si ferma il cuore... sono io.
-Harriet!!! Vattene via!!!-
Questa volta gli occhi di Nathaniel si poggiano su di me.
Harriet... io? Scorgo il mio riflesso in una spada ai miei piedi e gli occhi che mi studiano, non sono i miei blu, ma quello nocciola di una ragazzina di circa 10 anni.
Al posto dei miei lunghi capelli mossi e neri ho un caschetto liscio castano ed un cerchietto giallo.
Incrocio di nuovo lo sguardo di Nathaniel che mi guarda implorante.
I suoi occhi si sbarrano terrorizzati.
Torno a guardare la figura rannicchiata al suolo. E mi vedo col capo all'indietro e gli occhi rovesciati totalmente bianchi.
Qualcosa di scuro, rapido e dall'odore soffocante mi circonda il collo.
Presa dall'angoscia, sconvolta da quell'attimo di terrore che mi pervade in tutto il corpo un urlo esce dalla mia bocca.
Un urlo pieno di paura e sofferenza.
 
-aaaaaaahhh!!!!!!-
 
Mi metto a sedere di scatto nel letto col respiro affannato. Madida di sudore mi scosto i capelli e sposto lo sguardo nell'oscurità della casa XIII.
Sono sola... Hazel se ne è andata ieri mattinata per tornare al Campo Giove, mentre Nico è una settimana che non da sue notizie dal suo rassicurami che stava bene e che papà salutava.
Accendo la luce e la visione della stanza totalmente soqquadro mi fa gridare spaventata.
I pochi letti a castello che ci sono, sono coricati sul pavimento.
I mobili ammassati tra il pavimenti e le finestre.
Gli abiti miei e di Nico sparsi per la stanza come se gettati in cerca di qualcosa.
-Sofia!-
La porta della casa si spalanca e vi appare Nathaniel.
Sconcertato dalla cosa si guarda intorno.
Quando mi vede appiattita contro la parete terrorizzata mi si fionda vicino.
-cos'è successo, ho sentito un grido e mi sono svegliato, poi ne ho sentito un altro provenire da qui e mi sono preoccupato-
Mi prende fra le sue braccia e mi stringe a se e con una mano mi accarezza la fronte.
Scuoto il capo incapace di parlare e affondo il viso nel petto di Nathaniel.
Un ondata di tristezza mi invade e scoppio a piangere. Cercai di soffocare i singhiozzi ma fu inutile.
Dopo pochissimo tempo sulla soglia della porta comparve il signor D con un pigiama tigrato e Chirone con i bigodini alla coda.
-diamine spiritello ma che polmoni hai?- biascicò il signor D mezzo addormentato.
Dopo pochissimo si resero conto dello stato della stanza e furono ancora più perplessi.
-Sofia... cos'è successo?-
Mi chiese gentilmente Chirone.
Scuoto il capo con ancora quelle immagini in testa.
-quando sono arrivato, tutto era in disordine e Sofia era appiattita contro la parete che tremava pallidissima-
Spiegò Nathaniel senza lasciarmi.
-va tutto bene ora-
Sussurrò al mio orecchio passandomi una mano fra i capelli.
Col respiro tremante mi stringo a lui cingendogli il collo con le braccia.
-non... non voglio...-
Mormoro intanto che il pianto inizia a placarsi.
-portiamola alla casa grande e contattiamo Nico con messaggio iride-
Decise Chirone con tono un po' preoccupato.
-tu vai a dormire Nathaniel che ce ne occupiamo noi ora, Chirone la porterà alla casa grande-
Aggiunse il signor D.
Nathaniel riluttante stava per  alzarsi, ma lo fermai afferrandolo per il braccio.
-no...- mormoro disorientata.
-non andartene-
La mia voce è assente e faccio fatica a riconoscerla. Non sembra neanche più la mia.
-Nathaniel... vai a chiamare Will Solace e venite alla Casa grande. Io porto Sofia nello studio del signor D-
Alla fine Chirone mi prese in braccio, provò a farmi qualche domanda ma senza risultati.
Quelle immagini continuano a passarmi davanti agli occhi e se c'è una cosa che non voglio fare è ravvivarne il ricordo.
 
NATHANIEL
 
Esco dalla casa di Ade e corro verso la n°  VII.
Per fortuna Chirone e il signor D hanno avvertito le arpie della mia presenza giustificata fuori dalla casa di Demetra.
Arrivo davanti alla porta della casa dei figli di Apollo e busso.
Prima non faccio molto forte per non svegliare tutti, ma non risponde nessuno.
-Will... sono Nathaniel... ho  bisogno di te. Sofia non sta bene, Chirone mi ha mandato a chiamarti-
...silenzio, non risponde nessuno.
-Will Dei svegliati!- lo chiamo più forte.
Da dentro alla casa si sentono voci assonnate.
-Will vai... così la smette- biascicò una voce assonnata.
-mm… si…-
Sento dei passi strisciare sul pavimento all’interno della casa e dopo poco la porta si aprì.
Sulla soglia vi era un Will mezzo addormentato, con solo i pantaloni del pigiama e i capelli tutti scompigliati.
-Dei Nathaniel… sono le 3 di mattina- si lamentò sbadigliando.
-Scusa mi manda Chirone-
Subito Will si fece più serio.
-Cos’è successo? Nico…- iniziò preoccupato.
-no, Nico non è ancora tornato. Si tratta di… Sofia- sussurrai.
Il viso di Will si rilassò appena  nel sapere che non c’era di mezzo il figlio di Ade, ma sentendo il nome della sorella rimase ancora sull’all’erta.
Si Strinse fra le braccia come per proteggersi dal fresco della notte e si allontanò di qualche passo dalla porta.
-cos’è successo a Sofia?- chiese.
-un incubo… ma suppongo sia stato parecchio tosto-
-per noi è normale fare incubi, riguardo ad uno tosto… beh allora non è nulla di buono. Ma cos’ha?-
-Il fatto è che si è svegliata gridando e quando ha acceso la luce si è ritrovata tutti i mobili e i vestiti sparsi nella camera. Così si è spaventata ancora di più- spiegai.
-… un attimo che arrivo- ed entrò nella casa.
Poco dopo uscì con una scatola di pronto soccorso in mano e una canotta nell’altra.
Mi porse la scatola e si mise la canotta.
-andiamo… da quello che hai raccontato deduco sia sotto shock- mi incitò riprendendosi la scatola del pronto soccorso e camminando a passo spedito.
 
Arrivati nell’ufficio del signor D, Sofia era rannicchiata sul divano in un angolo.
Fra le mani aveva una tazza con una bevanda calda che stava bevendo a piccoli sorsi.
Chirone chiese subito a Will di visitare Sofia.
Chirone- lo chiamai.
Il centauro si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla come per rassicurarmi.
-Si è un po’ calmata, ma… sembra aver paura di ciò che ha sognato… e ciò non può che farci preoccupare. I sogni che uno teme sono quelli che più sono pericolosi, perché: o si tratta di qualcosa che è accaduto in quel momento, o…-
-…o avverrà in futuro- conclusi preoccupato.
-ho avvisato suo fratello Nico, ha detto che arriverà oggi nel pomeriggio-
-posso…- chiesi rivolgendo lo sguardo verso Sofia.
Chirone annuì, per poi avvicinarsi alla finestra dove vi era il Signor D.
-Sofia va tutto bene ora- gli aveva detto Will.
Sofia con gli occhi ancora un po’ spaventati stava annuendo lentamente.
-oggi pomeriggio torna Nico- le dissi inginocchiandomi vicino a lei.
Le accarezzai una guancia e lei si rilassò un poco.
-Nathaniel… ti siedi vicino a me?- mormorò raddrizzandosi  appena.
Annuii sollevato nel vederla stare meglio e mi sedetti vicino a lei.
Sofia si rannicchiò vicino a me stringendo la mia mano fra le sue.
Poggio le labbra sulla sua fronte qualche secondo e le stampo un bacio.
-ora va tutto bene- le sussurro.
Lei alza il viso e mi guarda negli occhi.
Rispetto a poco fa è molto più calma, ma riesco a leggere del timore nei suoi meravigliosi occhi blu.
-per te sono un’amica o la tua ragazza?- mormorò.
La sua domanda mi colse alla sprovvista completamente.
-vorrei poter essere la tua ragazza sai… mi farebbe sentire felice e fortunata- continuò diventando leggermente rossa in viso.
-fortunata?- quell’aggettivo mi lasciò un po’ perplesso.
-in che senso fortunata?-
-alcuna ragazze è capitato che ti guardassero ogni tanto e già adesso mi sento  fortunata ad averti qui vicino a me-
Le sorrisi e decisi di risponderle con un’altra domanda.
-e io cosa sono per te? Un amico o il tuo ragazzo?-
Un sorriso affiorò fra le sua labbra.
-opto per il mio ragazzo sempre che non stia dando la risposta sbagliata-
-è la risposta giusta, anche perché vuol dire che tu sei la mia ragazza- risposi con un ampio sorriso.
-stammi vicino per favore- mormorò  sistemandosi sulle mia ginocchia.
Era tornata seria e preoccupata. Quel piccolo momento di spensieratezza dove ci siamo detti "tu sei il mio ragazzo" e "tu sei la mia ragazza" è durato poco, ma l'ha aiutata a distrarsi un po' e a definirci.
Appoggia la testa sulla mia spalla rimanendo silenziosa.
-dovrai pregarmi affinché io me ne vada. Non ho alcuna intenzione di allontanarmi fino a quando non sarò sicuro che tu stia bene- la rassicura.
Restammo nell'ufficio del signor D con Chirone che ci faceva compagnia.
Will era stato congedato e se ne era tornato a dormire. Dopo poco anche il signor D se ne era andato lasciando noi tre nell'ufficio.
Ogni tanto una lacrima rigava il viso di Sofia e io con una carezza ogni volta glie le asciugavo facendola sorridere appena.
Per le quattro Sofia si era addormentata e con lei anche Chirone.
Ero talmente stanco che mi bastò appoggiare la nuca al muro per addormentarmi.




Ciao, ciao!!!
Oggi è un giorno meraviglioso, riesco a pubblicare il mio capitolo preferito, ho affrontato la mia ultima interrogazione anche se devo finire ancora delle tavole, ho tutte le materie sopra e mi si spalancano le porte della quinta superiore! devo addirittura andare ad un corso di recitazione, aiuto sicuramente qualsiasi cosa mi diranno di fare resterò impasibile dalla vergogna.
E anche se con la scuola ho praticamente finito si avvicina il saggio di danza, AIUTO!!!!
spero che questo capitolo vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me scriverlo ;D
By, by Unika :)
   
 
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