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Autore: CarolOlly    27/05/2015    1 recensioni
[Silver - La Trilogia dei Sogni]
Nel mondo dei sogni tutto è possibile, soprattutto quando si è nuovamente tra le braccia del ragazzo che si ama, immersi in un'atmosfera da favola... ma cosa succede quando il sogno in cui ci si rifugia non è il proprio?
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-E se Amy ci vedesse??- bisbigliai a Henry nervosamente.
-Liv, non si ricorderà nemmeno di aver sognato; vieni qui!- e mi trascinò per il braccio dietro al fantastico albero di mele e arance.
Che non provassero a dire che Olivia Silver si era fatta convincere così facilmente: piantai i piedi ben saldi a terra (per quanto saldi possano essere i movimenti fatti in sogno) e fulminai Henry con lo sguardo. 
–Solo perché è una bimba di quattro anni, non significa che sia così… così… sbadata!- conclusi –Io me li ricordo i sogni fatti alla sua età!-

Il ragazzo davanti a me fece un verso a metà tra uno sbuffo spazientito e una risata, ma non disse nulla; si limitò a sedersi ai piedi dell’albero, su un prato il cui colore aveva virato dal verde ad un innaturale rosa Barbie.
-Potremmo andare nel mio, di sogno… e immaginare una rilassante spiaggia assolata e deserta!- proposi allora, avvicinandomi cauta. –Magari riusciremmo anche ad abbronzarci un po’!-
-A che serve, quando non puoi sfoggiare l’abbronzatura nella realtà?- e sorrise.

Mi fermai un attimo a studiarlo bene. Quella notte indossava dei chinos chiari e una camicia di jeans azzurra. Aveva rivoltato le maniche appena sotto al gomito e, non so perché, quel particolare mi piaceva parecchio, tanto che quando perdevo un po’ di concentrazione, mi ritrovavo a fissargli le braccia.
Tonta, tonta, tonta di una Liv!

Henry riprese a parlare, riportando la mia attenzione sul suo volto. –Comunque non ci tengo a uscire da qui… il corridoio è fin troppo frequentato, per i miei gusti!-
A malincuore (non avrei mai voluto turbare i deliziosi sogni infantili di Amy), mi accorsi che aveva ragione: da quando era iniziata quell’assurda avventura onirica, la situazione si era complicata, ed ora nel corridoio capitava di incontrare perfino Emily, oltre alla coppia-che-scoppia più pazza di sempre, Anabel e Arthur!

Mi avvicinai a Mr. “Ho Sempre Ragione Io” e mi sedetti accanto a lui sotto al melarancio (???), mantenendo qualche centimetro di distanza
–Quindi, come mai tutta questa voglia di startene qui con una come me? Voglio dire, potresti benissimo infilarti nella porta di B e divertirti in maniera molto più… adulta!- e indicai l’atmosfera del sogno della piccola Amy.
Stavo facendo un discreto sforzo per non indicare me stessa, dal momento che, messa a confronto con la panterona amante del padre di Henry, sembravo anch’io una quattrenne.

Cercavo di non pensare a quanto avevo visto settimane prima nel sogno di B, sogno in cui il mio ragazzo si era intrufolato con il chiarissimo intento di sedurla e dopo il quale avevamo chiuso la nostra relazione. Ma non pensarci si era rivelato piuttosto difficile, perciò in realtà, da quando ci eravamo rimessi insieme, ne parlavamo qualche volta e facevo il possibile per assumere sempre un tono scherzoso.

Henry assunse un’espressione sofferta giusto per un secondo, ma la scacciò iniziando a disegnare con il dito delle figure astratte sulla mia camicia da notte di gusto vittoriano. –Un giorno mi sentirò pronto a spiegarti tutto ciò che meriti di sapere su di me e la mia famiglia. So che non ci credi…- e alzò i suoi occhi grigi fino ai miei -… ma quello sarà il giorno più bello della mia vita, perché saprò di poter finalmente accettare che qualcuno possa compatirmi.-

Gli credevo, altroché. Ad essere del tutto onesta, quando mi guardava così, se la sarebbe potuta cavare pur avendo appena commesso il peggior delitto.
Stavo per ribattere, quando le sue labbra si posarono sulle mie e mi ritrovai in mezzo a quelle braccia che poco prima mi avevano ossessionata.

Era inutile, avrei dovuto rinunciare ai miei buoni propositi di non impressionare Amy, ora che lo spazio tra me e lui si era azzerato e che il nostro bacio stava diventando così eccitante.
-Mmmmf… Hen… Henry!!- provai debolmente ad arrabbiarmi, ma più che una protesta, la mia sembrava una supplica ad andare avanti.
Mi lasciai trasportare sopra le sue gambe e mi sistemai a cavalcioni, senza mai staccarmi dalla sua bocca, facendo leva con le mani contro il suo petto. Non so se fosse il mio subconscio o il suo, ma l’erba sotto di noi stava sfumando verso un rosso fragola dal chiaro significato.
-Liv, te l’ho mai detto che ti trovo stupenda?- sussurrò Henry contro il mio collo, interrompendo la calda scia di baci che era cominciata sulle mie labbra e la cui fine mi era ignota.
Cacciai il pensiero di B versione sirena nella Jacuzzi in un angolino del cervello e risposi con un filo di voce
–Qualche volta…-
Ok, decisamente Mia non avrebbe approvato tutto questo miele.
-Allora meglio che ribadisca il concetto- e con una rapida mossa, invertì le nostre posizioni. Rimasi stupita nel vedere quanto mi desiderasse nonostante fossi piuttosto goffa e come il suo respiro si fosse fatto più affannoso… e in ultimo, mi stupii di quanto fossi scema a concentrarmi su questi pensieri in certi momenti!


Non so dove trovai il coraggio, ma le mani che ancora si appoggiavano su di lui, quelle mie stesse mani, presero l’iniziativa e corsero a sbottonare la camicia; forse pensavo che a quel punto si sarebbe fermato, spiacevolmente sconvolto dalla mia azione, oppure che in quel momento mi sarei svegliata, rovinando tutto, ma incredibilmente Henry copiò il mio gesto, andando ad alzare con una lentezza esasperante l’orlo della mia camicia da notte, centimetro di pizzo dopo centimetro.

Poi si fermò di colpo. Non feci nemmeno in tempo a pensare dove avevo sbagliato che sentii qualcosa (qualcuno…) che tirava la sua camicia azzurra nel verso opposto al mio.

-Henry, che fai??- chiese candidamente una vocina di bimba.
-Io… eeehmmm… stavo giocando a fare la lotta con questo… con questo orso gigante!- e si voltò imbarazzato verso di me, supplicandomi con lo sguardo di trasformarmi velocemente.
-Ringrazia che c’è Amy, altrimenti te lo darei io, l’orso gigante.- ringhiai sottovoce mentre mi sforzavo di diventare un plantigrado peloso di 3 metri.
-Ma non ti fai male?- domandò di nuovo la sorellina, sinceramente preoccupata per l’incolumità di quel deficiente di suo fratello. Questo, guardandomi e sforzandosi di non ridere alla vista di una Liv-orso, rispose –Ma no, vedi che muso gentile che ha?-

Mi morsi la lingua per non ruggirgli in faccia  (e vi assicuro che con i denti di un orso fa un discreto male) e assunsi l’aria più pacifica, amichevole e pelucheosa del mondo… Non avrei traumatizzato la piccola, dolce mini-Harper!
Allora Amy si voltò, incamminandosi verso un’altalena piena di fiori e uccellini colorati -Ah, ok! Allora posso stare tranquilla. Non fatevi male, però, eh!-

Ma se si fosse voltata, avrebbe visto il proprio fratello maggiore tentare vanamente di non scoppiare a ridere, mentre l’orso più carino del mondo dei sogni si apprestava a ingaggiare una lite furibonda con lui.



_Spazio Autrice_
Ooook, questa è la mia prima ff... curiosamente non sono partita da Harry Potter, libro che considero praticamente come un Vangelo, ma da questa opera di Kerstin Gier ancora incompiuta. Che dire, spero che vi piaccia questo piccolo momento romantico tra Liv & Henry! Sono curiosa di leggere i commenti, spero che ce ne siano (tanti!). 

Carol
  
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