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Autore: monik    06/01/2009    5 recensioni
Non so se a voi sia mai capitato, ma scrivendo il secondo capitolo mi è venuta un'altra idea per proseguire la storia, quindi la trama è cambiata. Almeno, non del tutto! =) Dunque dunque.. Kagome, come detto già, giovane 20enne è costretta a lavorare per mantenere la famiglia, non avendo alcun tempo libero per se stessa e per la sua vita sentimentale. Ma una sera, andando in un pub, incontra un giovane ragazzo. Ebbene si, è il figlio di Izayoi, la migliore amica della defunta madre. Non sa bene perchè, ma ogni volte che vede, pensa o sogna lui, il suo corpo perde sempre colpi. E lui? Bè, si sfideranno per scherzo, per gioco, per vedersi e sentirsi. "Benissimo! Vince il primo che.. vediamo..."|"Il primo che fa cadere ai suoi piedi l'altro" disse lui, sussurandole rocamente all'orecchio, procurandole scosse dal più profondo fino a farle venire la pelle d'oca. Buona lettura!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato
Capitolo II

L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato.


Come aveva immaginato aveva la febbre.
Lei ODIAVA la febbre. E sfortunatamente la temperatura era molto alta, constatò guardando il termometro. Sarebbe dovuta rimanere a casa da lavoro, ma per fortuna c’erano il nonno e il fratellino pestifero Sota a tenerle compagnia.
Sospirò pesantemente lasciandosi ricadere sul letto che l’accolse ancora tiepido. Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Dalla sera precedente, dopo aver conosciuto il meraviglioso cantante, non riusciva più a respirare normalmente. Le aveva scombussolato la mente, inducendola a pensare ed a ripensare nuovamente al suo viso perfetto, a quelle labbra sensuali, a quel corpo suadente, possente e non continuò i pensieri perché, completamente rossa e imbarazzata si coprì il viso con il cuscino. Non riusciva a crederci! Si era trasformata nel suo miglior amico Miroku! Era un incubo!
Quando credette di essersi calmata sufficientemente per fare un po’ di pulizie, tolse il cuscino dal viso riprendendo finalmente a respirare.
Eppure, non riusciva a smettere di pensare alla sera precedente, quando aveva scoperto che la migliore amica della madre aveva un figlio così splendido. Ma ora, ripensando alla figuraccia fatta, si ricordò anche il motivo per cui in quel momento avesse l’influenza. Chiuse ancora gli occhi, sbattendo una mano sulla fronte. Come aveva potuto dimenticare il suo bellissimo ombrello nel pub? E per che motivo poi? Perché era uscita in compagnia di Inuyasha e la madre Izayoi. E dato che i Kami si divertivano a prenderla in giro, la pioggia aveva iniziato a scendere e quando ormai si rese conto che aveva dimenticato l’ombrello, era praticamente fradicia.
Ma perché quel ragazzo le aveva fatto un effetto tale?
“Sicuramente è perché è molto attraente. A me non piace!”
Eppure quegli occhi, quel sorriso sghembo, quel corpo.
“BASTA!”
Con movimenti fulminei si alzò dal letto, facendo cadere per terra il cuscino che teneva fra le mani. Saltellando per la stanza si mise la tuta pesante e comoda che solitamente indossava. Ovviamente non le mancò di cadere rovinosamente a terra, rimanendo in quella posizione per alcuni istanti. Quando poi si alzò, notò il gatto Buyo che la fissava sconcertato, poi, ripresosi dallo stato di trance in cui era caduto, si avvicinò alla padroncina che lo guardava quasi seccata. Infatti, non passò molto che iniziò a fare le fusa e a strusciarsi contro la sua gamba.
- Tu la fai facile, scemo di un gatto!
Improvvisamente il gatto si fermò, guardandola torvo, per poi riprendere a fare il ruffiano, obbligando Kagome a dargli da mangiare. Scuotendo il capo, rassegnata dalla vita melliflua e molle che trascorreva il suo gattone, uscì dalla stanza, richiudendo alle sue spalle la porta, e scese le scale sul finire del corridoio, quando il telefono squillò. Il suono dell’apparecchio risuonava nella casa come una minaccia e, spostando i capelli con una mano, si avvicinò celermente al telefono dal quale sollevò la cornetta e con voce tranquilla chiese chi fosse.
- Buon giorno, sorellona, per prima cosa, oggi sto fuori fino a tardi e secondo, come va ora?
La telefonata e la voce preoccupata del fratello la fecero sorridere. Pensare che quel piccolo diavoletto fosse preoccupato per lei, la metteva di buon umore e sorrise inequivocabilmente al ricordo del suo cambiamento repentino. Stava diventando un uomo.
Dopo che lo rincuorò e gli augurò buona giornata, rimise a posto la cornetta, fermandosi per un istante per pensare, cosa che le capitava molto spesso. Ricordò il sorriso dolce della madre che la rincuorava quando qualcosa non andava, quando la rimproverava per aver fatto tardi e per averla fatta preoccupare, a quando la chiamava spaventata per sapere se stava bene, in caso fosse rimasta a casa per malattia. Sorrise e le scappò una lacrima.
Fuggitiva, fuggevole, come i momenti che si vivevano.
Veloce, tagliente, come una pugnalata.
La lasciò scorrere sulla pelle, assaggiandola quando arrivò alle labbra.
Poi si riprese dallo stato di riflessione in cui si era fermata e si girò per andare in cucina, ma fu fermata ancora una volta dal suono opprimente e quasi spaventoso del telefono. Si girò, e lo guardò alterata, domandandosi per quale motivo così tanta gente avesse  bisogno di lei.
Con una nota leggermente accentuata di irritazione e con un sopracciglio leggermente inarcato, sollevò nuovamente la cornetta.
-Pronto?
- Tesoro!!! Fiorellino mio!!!
Allontanò leggermente la cornetta dall’orecchio, sospirando sconsolata. Quel vecchietto non sarebbe cambiato mai.
- si, nonno?
Le chiese come si sentiva e rispose sinceramente che si sentiva un pochino stanca ma che entro la sera sarebbe guarita.
- Ma scusami, perché mi stai chiamando e soprattutto da dove?
Sentì un silenzio abbastanza lungo dall’altra parte del telefono, così lo chiamò per capire se ci fosse ancora o meno.
-Bè, tesoro, mi sono dimenticato di dirti che partecipo al concorso di ‘miglior custode di forza spirituale.’
In quel momento avrebbe strozzato il nonno. No, non sarebbe cambiato, mai.
Ancora più alterata gli domandò per quando aveva intenzioni di tornare, ricevendo una risposta vispa ed emozionata. Sarebbe tornato solo la sera. Quando assicurò ancora una volta l’altro interlocutore della sua ottima salute, lo salutò rimettendo a posto la cornetta per una seconda volta.
Il suo proposito di aver compagnia per quel giorno andò a farsi benedire. Sarebbe stata sola fino a tarda serata, ma pazienza. Avrebbe avuto più tempo e agevolazione per fare i lavori di casa. Si voltò, per la seconda volta, avviandosi per la cucina, ma per una terza volta il telefono squillò e Kagome, spazientita, arrivò di corsa all’apparecchio telefonico e sollevando con nervosismo la cornetta per la terza volta, parlò con una nota quasi di minaccia.
- SIII!!! CHE C’è ANCORA!
Ci fu per un attimo silenzio e, quasi soddisfatta dell’effetto ottenuto sulla persona dall’altra parte del filo, aspettò la risposta del nonno. Improvvisamente sentì una risatina leggera e si rese conto che la voce era troppo giovanile per essere quella del nonno e ben troppo matura e profonda per essere quella di Sota. Un improvviso dubbio le sorse.
- Buongiorno, Kagome.
Il cuore le si fermò. Non era possibile. Semplicemente impossibile.
- B-buongiorno, I-Inuyasha.
Sentì una leggera risatina proveniente dal ragazzo. Si domandò velocemente per quale motivo, per quale assurdo motivo, la stesse chiamando. Nel giro di una manciata di secondi formulò così tante ipotesi, da farsi invidiare dalle ipotesi della scomparsa dei dinosauri.
- Spero di non disturbare, volevo solo dirti che l’ombrello, il tuo ombrello, l’ho preso io.
Perfetto. Non solo aveva cannato tutte le ipotesi, ma stava facendo la figura della muta e della sbadata. Ma quale ragazza con sentimenti umani non sarebbe rimasta incantata?
- ehm, g-grazie! Sai, sono molto sbadata.
Sentì un’ennesima risatina dall’altro capo del telefono e non riuscì a non pensare a quanto fosse meravigliosa.
- senti, quando te lo potrei riportare? Sarai a casa oggi?
Improvvisamente ringraziò mentalmente il nonno e Sota per aver degli impegni, segnandosi mentalmente di consacrarli con un’enorme cerimonia.
- A dir la verità, ecco...ieri mi sono presa l’influenza quindi sarò a casa per tutto il pomeriggio, ma se per te è un problema ti prego, non disturbarti a venire!
Si morsicò la lingua, ma che cavolo aveva detto? Lei voleva, desiderava, doveva vederlo. Durante quel minimo silenzio pensò stesse ripensando alla sua proposta.
-Assolutamente no! Mi sembra il minimo! Per colpa mia hai dimenticato l’ombrello! Devo farmi perdonare!
Lei rimase sconvolta, con gli occhi sbarrati. Come aveva fatto a capire che lei era rimasta stupita, affascinata, ammagliata da lui?
- P-per colpa tua?
La voce del ragazzo la affascinava, intrigava ogni momento di più. Avrebbe desiderato che pronunciasse il suo nome, solo per sentire l’effetto che avrebbe ottenuto sul suo corpo.
- Certo, ti ho chiesto io di parlarmi un po’ di te, tenendoti occupata. Comunque, Kagome, passerò verso le due e mezza, se per te non è un problema. Mi farebbe piacere rivederti.
Non poteva crederci. L’aveva realmente chiamata per nome e aveva voglia di rivederla. Non si rese nemmeno conto di Inuyasha che cercava di capire se ci fosse ancora o meno e subito gli rispose, esitando apposta, che verso quell’ora sarebbe andato più che bene.
Quando si salutarono, dopo che mise giù la cornetta, si rese improvvisamente conto che non gli aveva dato il suo indirizzo e stava per richiamarlo quando si diede della stupida. Infondo sua madre sapeva perfettamente dove abitava. Respirando a fatica, si avviò con passo leggero e danzante verso la cucina, dove Buyo ormai attendeva ansioso. Quando la ragazza lo vide, lo prese in braccio e lo fece roteare, iniziando a ballare poi con lui, mentre il nostro povero protagonista incompreso si sentì male e rimase immobile, incapace di muoversi. La sua padrona doveva essere impazzita.

Fine secondo capitolo.


Tanto per cominciare vorrei sinceramente ringraziare le due persone che hanno commentato il primo capitolo. Grazie a voi mi è venuta voglia di fare il continuo. =) spero che voi continuerete a seguirmi, lasciandomi sempre qualche consiglio e soprattutto critiche! =) Ora vi lascio, a presto!
Monik
  
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