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Autore: Kim WinterNight    28/05/2015    2 recensioni
«Sono Ambra, ho diciotto anni e sono una persona come tante.
O almeno lo ero, prima di perdere me stessa.»
ATTENZIONE: ogni capitolo porta il titolo di una canzone, che farà da colonna sonora alla lettura, se vi va. Sarà mia premura inserire il link di ogni pezzo all'inizio di ciascun capitolo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'If I'll be...'
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Epilogo: Bent to Fly

( https://www.youtube.com/watch?v=ueRm3WgSNRA )









«Così domani partite.»

Mia madre mi osservava con sguardo triste, mentre insieme preparavamo la cena.

Il tempo trascorso con Diego in Sardegna era stato meraviglioso, ancora stentavo a credere a ciò che era successo. Alla fine la mia famiglia aveva accettato e compreso la mia storia d'amore con lui, specialmente dopo aver appreso la verità sul mio coinvolgimento nella morte di Luca. Sapevano che prima o poi me ne sarei andata, perché stare lì non era quello che volevo. I ricordi del mio amico erano sempre vivi nella mia memoria, forse si trattava di un trauma, anche se non grave come quello capitato a Giada. Lei aveva cercato di andare avanti ma aveva incontrato tante difficoltà, perciò ero contenta di essere tornata e di averle dato una mano.

Ma ormai era tempo di seguire la mia strada, con la persona che amavo e che mi aveva aiutato a superare ciò che nemmeno immaginava mi affliggesse. Soltanto la sua vicinanza mi aveva distolto dal dolore per la perdita di Luca, che pian piano si era trasformato in una dormiente tristezza, che ogni tanto faceva capolino e mi gettava in uno sconforto inspiegabile.

«Non mi sembra vero» ribattei, versando la pasta nella pentola colma d'acqua bollente.

«Neanche a me, Ambra. Non c'è proprio niente che possa farti cambiare idea, vero?» domandò, con la voce venata da una vaga speranza. Sperava forse che le dicessi che sarei rimasta? Non potevo farlo, lei probabilmente lo sapeva ma non riusciva ancora ad accettarlo.

«Mamma...»

«Sì, va bene, lo so! Devi farlo... il tuo futuro...»

«Non me ne sto andando per sempre, ma per ora non posso restare. Non ti devi preoccupare per me, starò bene. Diego si prenderà cura di me, insieme costruiremo una bella vita in Germania, non devi stare in pensiero.»

«Il fatto è che...» sospirò lei, interrompendosi un attimo. Poi cambiò tono e cercò di utilizzarne uno più allegro: «Diego sta spiegando a tuo padre come usare... come si chiama? Sky?».

Scoppiai a ridere.

«Skype, mamma, non lo imparerai mai!»

«Sarò costretta, ora che te ne vai!» esclamò.

Continuando a sorridere, ripresi: «Vedrai, non sentirai poi tanto la mia mancanza. Poi pensa, puoi venire a trovarmi quando vuoi e farai un bel viaggio».

«Tuo padre non sarà d'accordo, non gli piace viaggiare.»

«L'ha fatto per andare in Sicilia e tornare qui, perciò non può dirti di no. E se lui non viene, ospiteremo solo te!» la rassicurai, poi corsi ad abbracciarla. «Anche tu mi mancherai, mamma. Però devo andare, sento che è la cosa giusta per me, questo posto non mi appartiene, non più.»

«Lo so, ma mi sembra così strano... è difficile lasciarti andare, non pensavo che un giorno sarebbe successo. Sei giovane e...»

«Lo so, ma voglio farlo. Se non me la sentissi, rimarrei ancora qui. Il fatto è che questo posto, il paese, i ricordi di Luca... tutto questo mi sta stretto, cerca di capirlo.»

Provai un'immensa tristezza nel pronunciare quelle parole. Il luogo in cui ero nata e cresciuta mi spingeva ad andarmene, lasciando così anche le due persone che amavo e mi amavano di più al mondo. Tuttavia, era giunto il momento di voltare pagina e l'occasione che era capitata a Diego mi aveva dato l'ultima spinta verso una nuova vita e il mio primo, vero volo lontano dal mio caldo, sicuro e confortevole nido.


«Il taxi è arrivato» mormorò mia madre, sbirciando dalla finestra.

Mi mossi lentamente verso l'ingresso e afferrai il mio trolley, mentre Diego e mio padre si occupavano di portar fuori le altre valige. Eravamo pieni di bagagli e sembrava proprio stessimo partendo con un biglietto di sola andata per l'Australia.

Mamma, neanche a dirlo, aveva una faccia da funerale e io non dovevo essere da meno, ne ero quasi certa. Avevo trascorso la notte in bianco, con un terribile senso di ansia ad invadermi il corpo. Ero stata tentata di scendere a controllare se anche Diego fosse sveglio, ma mi ero imposta di restare nel mio letto. Non volevo che i miei genitori pensassero che cercavamo di infrangere le condizioni che avevano posto affinché lui venisse a stare da noi. La convivenza era stata pacifica e tranquilla perché tutti e due avevamo seguito le istruzioni di mio padre e ascoltato i consigli colmi di apprensione della mamma. Diego si era comportato molto bene, ma su di lui non avevo avuto alcun dubbio fin da quando me l'ero trovato di fronte, sulla soglia della cucina.

Durante le ore passate con gli occhi aperti e lo stomaco in subbuglio, mi ero infine alzata e avevo acceso il computer. Il sonno sembrava svanito completamente e il cervello lavorava incessantemente, senza che riuscissi a controllarlo. Avevo così finito per rimanere a navigare su YouTube cercando qualche canzone che potesse conciliarmi il sonno. Bazzicando tra suggerimenti e suggerimenti, avevo trovato un live di Slash insieme alla sua nuova band. Ero rimasta impalata a fissare lo schermo, cuffiette alle orecchie e il cuore colmo di sensazioni indescrivibili. Mi ero resa subito conto che quella canzone parlava di me, mentre la voce di Myles Kennedy graffiava nelle mie orecchie e Slash carezzava con potenza la sua chitarra.


Mama, don't you cry
Don't you worry
I cannot stay here any longer


Mamma mi raggiunse sulla soglia, rivolgendomi un'occhiata triste, colma di apprensione e malinconia. Non pianse neanche una lacrima, ma sicuramente l'avrebbe fatto dopo, chiudendosi in bagno per conto suo, senza che papà la sentisse e si accorgesse di nulla.

«Allora parti davvero?» mi chiese per l'ennesima volta, aggrappandosi con forza alla tenue speranza che decidessi di restare.

Annuii.

«Devo. E voglio.»


The time has come to find
A distant calling
That only seems to get much stronger


«Io voglio che tu sia felice, Ambra. Sei mia figlia, però, è normale che io...»

«Sì, mamma, è difficile anche per me, ma è arrivato davvero il momento.»

Papà e Diego aveva finito di caricare tutti i bagagli e il mio ragazzo mi raggiunse, per poi sottrarmi il trolley e trasportare anche quello all'interno del taxi.

«Già. Non mi sembra vero, sei cresciuta tanto in fretta.»

«Ricordi il momento in cui sei andata a vivere con papà? La nonna com'era?»

Lei scosse il capo, sospirando.

«Tua nonna ha pianto per un mese intero. All'inizio ho temuto non si riprendesse più.»

Ridacchiai, gettandomi tra le sue braccia.

«Ma alla fine l'ha accettato. E ha sempre adorato papà, era contenta che voi due vi foste innamorati, non è vero?»

«Sì, è vero. Spero che anche per te sia così, con Diego. Non mi sono mai pentita di essere andata via da casa di mia madre, perché così facendo ho trovato una bella vita, anche se tutte le storie hanno i loro problemi da superare.»

Ci stringemmo l'una all'altra per un po', senza aggiungere altro.


And I know it's hard
To see the one you come to lean on make his way

Far beyond the womb
But I can't stay


«Abby, andiamo?»

La voce di Diego mi riportò alla realtà e riuscii nuovamente ad udire il motore del taxi che ci attendeva e mi resi conto che stavo piangendo. Avrei voluto riuscire a trattenermicome aveva fatto mamma, ma non ci ero riuscita. In quel momento mio padre venne ad abbracciarmi e mi accarezzò i capelli. La cosa mi sorprese, però in quel momento volevo soltanto quell'abbraccio da parte sua, perché sapevo che mi sarebbe mancato immensamente.

«Odio gli addii» mugugnai, tirando su col naso. Un singhiozzo sfuggì al mio scorso controllo.

Dopo essermi allontanata da papà, mi guardai intorno. Sapevo che lei non sarebbe venuta, ma speravo lo facesse comunque. Giada, colei che avevo temuto di rivedere dopo essere rientrata dalla Sicilia, ora mi mancava. Non potevo prendermela con lei, in quel momento era dallo psicologo, intenta anche lei a ricostruire la sua vita.


I won't stop running
I'm only getting closer
To getting off the ground this time


Tuttavia, non potevo fermarmi, non ora che avevo trovato il coraggio di seguire soltanto il mio cuore e l'istinto.

Così, con gli occhi bassi, mormorai: «Ciao a tutti e due, non preoccupatevi per me. E prendetevi cura l'uno dell'altra, vedrete che le cose andranno bene per tutti».

Un altro singhiozzo mi invase la gola, facendo sì che le ultime due parole fuoriuscissero strozzate dalla mia bocca.

«Arrivederci, vi ringrazio ancora per l'ospitalità. Baderò io ad Ambra, non permetterò che le succeda niente di male» aggiunse Diego.

Detto questo, ci avviammo lentamente verso il taxi, mentre io continuavo a piangere senza limiti.

Proprio in quell'istante, udii la voce di Giada che mi chiamava e sollevai il viso rigato di lacrime, puntando lo sguardo sulla strada di fronte a me: la mia amica correva come una matta, seguita da un trafelato dottor Giovanni Mulas.

Io e lei ci guardammo negli occhi, poi ci stringemmo in un abbraccio intenso e colmo di lacrime.

«Buon viaggio Abby!»

«Ma... ma... allora sei venuta!» biascicai, cercando di non inzupparla di lacrime.

«Non potevo lasciarti partire così. Fatti sentire, scrivimi sempre, mi raccomando.»

«Sì, ci vedremo anche su Skype» continuai a piagnucolare, per poi lasciarla andare.

Giovanni ci raggiunse poco dopo e si premurò di regalare un abbraccio alla mia amica, che stava piangendo a dirotto e non riusciva a tranquillizzarsi.

L'ultima cosa che sentii, prima che Diego chiudesse la portiera del taxi, fu la voce di Giada che gridava: «Non pensavo di poterti perdere di nuovo! Ti voglio bene».

The sky is calling
The wind is at my shoulders
Won't let this chance pass me by
Mama, I'm bent to fly




♥♥♥



NdA


Ciao a tutti, cari lettori.

Ebbene, la storia di Ambra è finita.

Ma no, che avete capito? Si è concluso soltanto il primo capitolo di questa avvincente (?) storia, perciò vi annuncio con piacere che ho deciso di dividere gli avvenimenti e di concludere così “If I'll be Yours” e di cominciare una nuova storia per farla coincidere con la nuova vita della nostra Ambra.

Cosa ne pensate? Vi ho fatto spaventare, eh?

Intanto, non so davvero come ringraziarvi per essere stati tutti presenti, sia nelle recensioni che nelle letture silenti. Non avrei mai creduto che questa storia potesse riscuotere un tale successo, anche se può sembrare poco, per me quello che mi avete regalato con la vostra presenza è davvero tanto e mi ha dato la forza per andare avanti con il racconto, per trovare sempre la canzone adatta ad ogni capitolo e per non arrendermi quando il blocco dello scrittore faceva capolino.

Un ringraziamento speciale va a DreamNini e Marss, le mie affezionate lettrici e commentatrici di fiducia, senza le quali non saprei proprio come andare avanti, ma non solo in questa storia, bensì in generale. GRAZIE ♥

Grazie anche a Shinkari, fatarash, NickyH, cabesa, Sonny_chan, LawrenceYwosomeYime, petalo_di_cristallo, Alessiaforever e Nuriko_sama che hanno lasciato qualche commento e si sono presi la briga di leggere e farmi sapere cosa pensavano di alcuni capitoli di questa follia.

Bene, spero di vedervi numerosi alla prossima storia dedicata ad Ambra.

A presto,


Kim ♥

  
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