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Autore: The Galway Girl    28/05/2015    1 recensioni
Gabrielle vive nella Parigi del fine 1800, è una ragazza semplice con un grande sogno: ballare al mitico Moulin Rouge. Un sogno impossibile, finché una scoperta (e un piccolo ricatto) la aiuterà a realizzarlo. Sarà così bello come se lo è sempre immaginato?
Genere: Commedia, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tredici


Mi lascia lì sbigottita a chiedermi perché sia scappato così quando capisco, la musica riparte, è il momento della seconda coreografia e lui doveva tornare a suonare.

Decido che è ora di tornare a casa, lancio un'ultima occhiata nostalgica ai vestiti ed esco.

Mi imbatto nel signor Ziedler, sperando che non mi abbia notata mi defilo verso l'uscita ma sento che mi chiama.

< < Gabrielle, aspetta! > >

Potrei far finta di non averlo sentito, ma mi ha regalato le settimane più intense della mia vita, il minimo che io possa fare è rimanere qui a subirmi la sua lavata di capo.

Mi volto verso di lui e gli rivolgo un sorriso nervoso.

< < Cos'è successo? > > mi chiede preoccupato.

< < Non ballo > > dico.

Lui lancia delle occhiate nervose alle persone che stanno visitando il Mulino e prendendomi per un polso mi porta nel suo ufficio.

Si sistema sulla sua sedia e mi fa subito cenno di sedermi.

< < Perché non ti sei presentata? Ci ho messo la faccia assumendoti > > dice nervoso.

< < Lo so e mi creda, l'avrebbe persa se io avessi ballato. L'altro giorno mi ha detto che andavo bene, ma sappiamo entrambi che mentiva, io non sono portata per la danza, avrei fatto una figuraccia e lei avrebbe perso la sua credibilità > > confesso.

Si liscia i baffi nervoso e io capisco il motivo del suo disagio.

< < Senta, non si deve preoccupare, anche se ho deciso di non ballare non dirò a nessuno che sono sua figlia > > gli spiego cercando di risultare risoluta.

< < E' questo che pensi? > > mi chiede dopo qualche minuto < < Credi che io sia preoccupato che tu lo racconti a tutti? > >

Non capisco, non gli importa?

< < Si, per questo mi ha assunta. > >

< < Gabrielle, quando ti sei presentata nel mio ufficio con quella specie di assurdo ricatto non ho accettato perché avevo paura che tu dicessi la verità > > nota che non capisco così continua < < Sapevo che prima o poi saresti saltata fuori, non avrei mai immaginato che l'avresti fatto in circostanze del genere, ma sono stato contento di incontrarti e ho accettato perché volevo stare un po' con te > > dice evitando il mio sguardo.

< < Con me? > > chiedo stupita.

< < Volevo conoscerti, vedere come ti ha cresciuta Marie > > ammette.

< < Una pazza che ricatta la gente > > riassumo io.

< < Non sei pazza > > dice lui divertito < < Anzi, credo che tu abbia avuto un bel coraggio e un bella faccia tosta per fare quello che hai fatto, sei molto simile a tua madre. > >

< < Non lo dica troppo forte, lei potrebbe rimanerci male. > >

< < Sono sicuro che è molto orgogliosa di te > > dice lui fiero.

Si, lo è perché ha creduto che per una volta tanto avrei combinato qualcosa di buono e invece ho gettato la spugna.

< < Ho fatto il tifo per te sai, Gabrielle > > continua lui < < Ho veramente voluto che tu riuscissi a ballare bene, per questo ti ho mandato Louise. > >

L'ultima frase mi colpisce in pieno petto come un calcio.

< < L'ha mandata lei? > > chiedo con voce strozzata.

< < Si, le ho chiesto di darti una mano > > risponde lui tranquillo.

Perfetto, l'unica amica che credevo di aver trovato è in realtà stata mandata da mio padre, di bene in meglio.

< < Ti ha aiutata, vero? > > si assicura lui.

< < Si, ogni pomeriggio > > dico io.

Rimaniamo un po' in silenzio, lui non mi congeda e io non so come andarmene.

< < Ho davvero amato tua madre, lo sai questo? > > mi chiede sincero all'improvviso.

Non mi aspettavo una tale domanda.

< < In realtà no > > ammetto < < Lei non ha mai voluto parlarmi di lei, mai una parola. > >

Lui non sembra ferito o deluso.

< < Non mi stupisce. > >

< < Perché non è rimasto? > > chiedo senza riuscire più a tenermi dentro questa domanda.

Lui rimane spiazzato per un attimo e poi risponde.

< < Ero incastrato in un fidanzamento combinato dalla mia famiglia, sai, io ero ricco, lei anche… > >

< < E mia madre era povera > > lo interrompo io.

< < Non mi è mai importato della ricchezza, ho scoperto di essere promesso a Lucille quando già frequentavo tua madre, è stata lei a lasciarmi quando ha saputo del fidanzamento. > >

< < Sapeva di me? > > chiedo.

< < Lo sospettavo, ma quando l'ho chiesto a Marie lei ha negato, è molto testarda > > dice con una risatina nostalgica.

< < Abbiamo avuto una vita orribile, lo sa questo? > > gli chiedo con il preciso intento di farlo sentire in colpa.

< < Lo so > > dice con sguardo colpevole < < Mi offrii di darle del denaro ma si rifiutò > >

< < E con questo non intendo dire che cercai di comprarla per il suo silenzio > > aggiunge lui in fretta per evitare che io possa fraintendere.

< < Lo so, da quel poco che la conosco so che non è il tipo > > ammetto.

< < Ci rivedremo? > > mi chiede lui mentre mi alzo per andarmene.

< < Si, credo di si > > dico io convinta.





Torno a casa e trovo la mamma che armeggia con lo scialle.

< < Oh Gabrielle, scusa, non ho fatto in tempo, mi hanno chiesto di lavorare di più all'auberge e non ho potuto rifiutare, poi la vicina si è rifiutata di badare a Coralie e io non sapevo cosa fare> > dice prima di rendersi conto che sono tornata troppo presto.

< < Perché sei già a casa? > > mi chiede anche lei preoccupata.

< < Non ho ballato > > dico io.

< < Cosa? Perché? > >

Mentre camminavo fin qua ho deciso che le dirò tutto quindi mi preparo per la mia confessione.

< < Mamma, c'è una cosa che devo dirti, ma ti prego, mentre la racconto tu non devi arrabbiarti e non devi commentare, altrimenti temo che non ce la farò a spiegarti tutto > > mi assicuro io facendola sedere su una sedia.

Ignorando il suo sguardo perplesso comincio.

< < Il proprietario del Moulin Rouge si chiama Charles Ziedler > > al suono di questo nome l'espressione della mamma si trasforma in puro sgomento < < La zia Clementine mi ha confessato che lui è mio padre, così io mi sono presentata lì e gli ho chiesto di essere assunta, e che in cambio avrei mantenuto il segreto. Lui ha accettato e io ho cominciato a provare con le ballerine, e il pomeriggio con Louise, ma ho capito di essere negata per la danza, così stasera ho deciso di non ballare > > riassumo aspettando nervosa la sua reazione.

Lei guarda nel vuoto e io capisco che sta unendo tutti i punti.

Alza lo sguardo, mi guarda e poi torna a fissare il pavimento.

A un certo punto scoppia in una risata che mi lascia del tutto sbigottita.

E' una risata nervosa, quasi isterica.

< < Ehm, mamma, ti senti bene? Devo andare a prendere l'unguento? > > chiedo, non vorrei che le venisse un esaurimento.

< < Mon Dieu, Gabi, per anni ti ho tenuta segreta l'identità di Charles perché avevo paura che tu potessi rivoltarti e dare vita ad uno scandalo > > dice scossa dalle risate.

Io la guardo incredula, cosa c'è di così divertente?

< < Poi tu lo scopri e lo ricatti per diventare ballerina > > continua sempre ridendo.

< < Sei arrabbiata? > > chiedo cauta.

< < No! Sono stupita > > dice pensandoci un attimo.

< < Da cosa? > >

< < Tu sei impulsiva, fai le cose senza riflettere > > dice smettendo di ridere < < Pensavo che avresti reagito in uno dei tuoi modi stravaganti, che avresti smosso mari e monti per rovinargli la vita e ci avresti messo nei guai. Invece hai usato quest'informazione per realizzare qualcosa a cui tenevi, hai sfruttato la situazione a tuo vantaggio, hai usato l'ingegno. Sei stata astuta > > conclude ammirata.

< < Quindi non sei arrabbiata che lo abbia ricattato? > > chiedo per essere sicura.

< < No > > conferma lei.

Tiro un sospiro di sollievo e crollo anch'io su una sedia.

< < Quindi lo hai incontrato? > > mi chiede all'improvviso seria.

< < Si, è gentile > > ammetto io.

< < Ha detto che siamo uguali > > aggiungo per stuzzicarla.

< < E' vero > > concorda lei.

< < Perché non l'hai mai detto a nessuno? Di me, di voi? > > chiedo.

< < Lasciarlo andare mi ha spezzato il cuore. Ho pensato che se non lo raccontavo a nessuno sarebbe stato come se non fosse mai successo > > racconta lei con gli occhi lucidi.

< < Quando abbiamo cominciato a frequentarci la mia famiglia era così felice, avrei potuto avere una vita comoda, di agi, ma una volta scoperto del suo fidanzamento ho capito. Non avrei mai avuto quella vita, non avevo nessuna chance, io la figlia di un pescivendolo non potevo competere con una ragazza ricca > >

Mentre mi racconta la storia provo un infinito affetto per la mamma e realizzo che molto probabilmente il suo perenne malumore deriva dall'aver perso l'amore della sua vita.

In silenzio faccio il voto solenne di non lamentarmi mai più del suo caratteraccio.




  
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