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Autore: Bella88    20/02/2005    0 recensioni
Eccomi! Questa One-Shot che pubblico è un tema che ho fatto per la scuola intitolato "Lo stage" e racconta lo stage formativo che ho fatto per due settimane (in pratica sono andata a lavorare) e quello che mi ha lasciato. Vi prego leggete e recensite.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi è stato chiesto di svolgere un tema sulla mia esperienza alo stage formativo svoltosi nelle due prima settimane di febbraio

Mi è stato chiesto di svolgere un tema sulla mia esperienza alo stage formativo svoltosi nelle due prima settimane di febbraio. In un primo momento sono rimasta bloccata e mi sono chiesta, cosa posso raccontare?

 

Tutto è iniziato in una gelida mattina di febbraio. L’aria era fredda e tagliente e in una villetta n via Giusti come tutte le mattine una ragazza si svegliava. Ma quella mattina era diversa da tutte quelle ordinarie. Non si trattava di svegliarsi, mettersi qualcosa addosso e incamminarsi verso scuola … no! Questa era una storia completamente diversa.

Abiti di prima scelta: pantaloni color salmone, camicia bianca e cravatta in combinata. Capelli ben messi e trucco ben fatto. Bijoux e accessori scelte per l’occasione. Tutto doveva essere perfetto. Perché? … Ma certo! Che sbadata non ve l’ho detto prima? E’ il mio primo giorno di lavoro! Capisco che non si può considerare proprio così, visto il fatto che è più uno stage formativo, ma a me piace pensarlo.

 

Passo sicuro, vento tra i capelli, sguardo fiero … sono io, orgogliosa come non mai in vita mia. Vestita da perfetta donna in carriera, quello che spero di poter diventare un giorno, mi guardo intorno osservando tutti quei poveri ragazzi con lo zaino sulle spalle e lo sguardo abbattuto pronti ad affrontare un’altra giornata di scuola.

 

L’agitazione del sapere del come, dove e perché si fa avanti con il passare dei minuti. Un’esperienza nuova, vissuta con l’adrenalina alle stelle.

 

Eccociin quell’ufficio schierati uno di fianco a l’altro, in attesa del nostro destino. Parole, troppe poche dette con formalità per poi essere spinti fuori solo per far accrescere maggiormente l’agitazione già presente. Poi la paura, quella più grande: l’essere divisi. Vedo la mia migliore amica, passarmi di fronte andare in una direzione e io in quella opposta. Ma sembra che qualcuno là sopra mi ami alla follia e pochi minuti dopo, ecco ricongiungerci.

 

Siamo all’ufficio I.C.I., non poteva capitare posto più azzeccato per una che odia la matematica come me. L’inizio è lento e monotono. Seduti a una scrivania, con un libretto in mano a guardarci intorno. Ma poi la nostra rivalutazione. Emanuela che si alza con decisione e si dirige dalla capoufficio dicendole:”Ci faccia lavorare!”

Finalmente si scende sul campo di battaglia.

 

Ci sono stati affidati lavori di vario tipo, fatti tutti nel miglior modo possibile.

INFASCICOLAZIONE: leggere cognomi e metterli nelle pratiche inerenti e se non ci sono, crearle.

ARCHIVIAZIONE: leggere nomi su nomi, e controllare che siano tutti nell’ordine giusto.

INSERIMENTO DELLE SUCCESSIONI: scoprire i deceduti di tutti gli anni e vedere quanti immobili hanno lasciato e quanti eredi ci sono.

TELEFONARE: sicuramente la parte più interessante. Chiamare vari studi amministrativi e di commercialisti e farsi lasciare le proprie mail, ove c’erano. Una cosa certa che ho scoperto? La gente è veramente strana!

FOTOCOPAIRE: senza alcun dubbio la parte più noiosa. Sedersi davanti a una fotocopiatrice e copiare fogli su fogli, fino a diventare un automa. Che barba!

 

Nel susseguirsi dei minuti, delle ore e dei giorni si è passato da lavori molto interessanti a molto noiosi. Si è conosciute persone molto simpatiche e altre molto antipatiche.

 

Ho scoperto che lavorare è eccitante, molto di più che andare a scuola. Ma è anche molto più stancante. Arrivavo a casa sempre tardi e avevo poco tempo per le mie cose, andavo a dormire presto la sera per la stanchezza e la mattina arrivava troppo presto. Però il lato positivo del lavoro è stato il poco stress, mentre quando invece vado a scuola sembra essere pressante come non mai. Forse non c’entra il lavoro e neanche la scuola è solo un fattore di persone, quelle che ci circondano.

 

Ho capito quanto sia importante il lavoro e il suo ambito, ma mi è servito anche in senso opposto … scoprire quanto è importante la scuola (che ci protegge dal mondo esterno più di quanto noi possiamo immaginare). Andarci non serve solo perché obbligatorio, ma per farci capire … la domanda sorge spontanea, ma ha scoprire cosa?

Crediamo che nell’ambito scolastico ci sia tutto quello per cui vivere. Trovare gli amici, le compagnie giuste, il ragazzo perfetto, la popolarità, l’essere rispettato … ma questo non è tutto! Lo so ora mi chiederete:”Perché mai? In fondo che cosa c’è dopo?”

Volete sapere veramente la mia risposta?

La vita  

  
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