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Autore: TonyCocchi    29/05/2015    3 recensioni
Preparatevi a tremare di paura! A causa di un tragico errore le nostre adorate nazioni si sono trasformate in un'orda di orrendi, mordaci e pericolosissimi zombi! Sono ben pochi gli scampati a questo disastro! Ci sarà speranza per loro di farsi largo in mezzo a questo incubo e riuscire a salvare i loro amici? Riuscirà un piccolo, disastrato gruppetto di sopravvissuti a trasformarsi negli eroi che salveranno il mondo e non in barcollanti mostri in via di decomposizione? Leggete e scoprite!
Genere: Avventura, Commedia, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, America/Alfred F. Jones, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Nord Italia/Feliciano Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà a tutti, gente! Il primo capitolo, a giudicare dai commenti, si direbbe sia stato alquanto ben accolto, e credo abbia incuriosito parecchi di voi che non vedono l'ora di sapere cosa è successo, ma soprattutto, cosa succederà d'ora in avanti! Avevo progettato di svelarvi l'arcano già adesso, ma siccome ho preso a scrivere e ho tirato fuori più di quanto credessi (che bello tornare ispirati dopo un sacco di tempo! *__*), ho cambiato un po' i miei piani! Quindi riavvolgiamo le lancette dell'orologio, e scopriamo l'impatto del nostro sciagurato gruppetto con questa agghiacciante calamità!

Buona lettura a tutti, non dimenticatevi di commentare, che è pure la mia prima fic horror (un horror molto comico ma vabbé XD)! ^__°




Quella giornata era cominciata simile a tutte le altre.

Era cominciata tardi, con Giappone a staccare faticosamente la testa dal cuscino all'udire di voci familiari che lo chiamavano fuori dalla finestra. Si strofinò gli occhi e controllò l'orario: aveva dormito fin oltre l'ora di pranzo, di certo non faceva onore alla sua fama di nazione laboriosa e puntuale.

“Giappone, ci sei? Va tutto bene?” -lo chiamarono ancora le voci dei suoi amici.

“Si, datemi un po' di tempo per prepararmi.” -rispose loro, correndo a gettarsi un po' d'acqua gelata in faccia.

Se l'era vista brutta, ma dopo una sana e pesante dormita era il momento di chiudere quella parentesi fatta di una lunghissima nottata e dei suoi strascichi, e rituffarsi con prontezza nella routine: una nuova riunione lo aspettava, e lui era pure curioso di sentire le opinioni degli altri su quella certa cosa.

Veloce ma preciso, Giappone in un quarto d'ora era pronto sulla soglia di casa, in completo grigio, cravatta e ventiquattrore: chiuse la porta e raggiunge il gruppetto di nazioni passate a prenderlo, i suoi vecchi amici e quelli nuovi, e, ovviamente, il più invadente di tutti.

“Ehilà!” -lo salutò sbracciandosi America- “Che seratone il nostro, eh?”
“Quale seratone?” -domandò Inghilterra inarcando un sopracciglio.

“Non... parliamone...” -rispose Giappone improvvisamente teso come una corda...

“Ve, come stai? Corea stamattina ci ha detto che non ti sei sentito bene e che non saresti venuto nemmeno oggi... Ci siamo preoccupati!” -gli si avvicinò premuroso Italia.
“Così abbiamo deciso di venire ad assicurarci delle tue condizioni. Se non ti senti bene puoi restare a casa.” -fece Germania, notando in effetti vari dettagli nell'aspetto dell'amico che denotavano una certa stanchezza, per non parlare del fatto che si era svegliato a quell'orario assolutamente inusuale per un tipo come lui.

“Siete stati molto gentili, ma sto bene, tranquilli.”

“Sicuro?”

“Si, possiamo andare: non voglio anche voi vi assentiate troppo per causa mia.”

Gli sarebbe piaciuto sapere cosa fosse successo, ma Kiku d'altro canto non pareva per nulla propenso a parlarne...

“Come hai fatto a ridurre così Giappone?” -domandò sottovoce Russia ad America- “Magari posso usare lo stesso metodo per divertirmi con Lettonia!”

“Eh eh eh, spiacente, segreto tra BFF!” -rise aggiustandosi fieramente gli occhiali.

“Tra che?”

“Sono costernato per essere stato assente alla riunione di ieri! E anche per stamattina!” -si inchinò come un forsennato verso ciascuno di loro, prima che Francia lo fermasse.

“Oh oh, tranquillo, caro mio! Ieri non c'erano punti importanti in programma, ci siamo sbrigati in fretta. Non hai di che preoccuparti!” -il biondo lo scrutò un po' meglio- “Mmm, forse un po' dovresti preoccuparti del tuo aspetto. Magari un piccolo tocco che distragga da quelle brutte borse sotto gli occhi: et voilà!”

“Coff! Coff!” -tossì Giappone dopo che Francia, estratto in un lampo uno sciccoso nebulizzatore di cristallo vecchio stile gli ebbe riversato addosso due vigorose spruzzate di profumo.

“Non c'è bisogno che mi ringrazi!”

“La vuoi piantare con questa tua mania di spruzzare tutto e tutti, rospaccio?” -si imbufalì Inghilterra- “Ci stai facendo accapponare anche i peli nel naso!”

“Tsk, non accetto critiche sui miei profumi da uno che si mette addosso un'acqua di colonia così scadente!”
“Scadente sarai tu! Hai rotto le scatole a tutti, solo che io ho il coraggio di dirtelo!”

A Giappone scappò da sorridere: forse presto il problema sarebbe stato risolto.

Separati da Germania i due contendenti, il gruppetto finalmente si avviò.

“Vi ringrazio ancora per il vostro cortese interessamento.” -esternò Kiku con un altro piccolo inchino.

Russia gli lanciò un sorriso dei suoi: “Oh, in realtà io avevo solo sentito che forse stavi per tirare le cuoia e volevo vedere se era vero!”

“Oh...”
“Ah ah ah, non dargli retta, amicone!” -lo rassicurò America- “Sai, con Corea che da ieri va descrivendoti come più di là che di qua e soprattutto... Te, Giappone, che manchi non a una, ma ben due riunioni di fila! Dai, roba del tipo che sta cascando mondo! Ah ah ah! Ehi, ti immagini se ora scopriamo che il mondo è cascato davvero? Eh eh eh!”
“America, tu quindi non ti sei assentato ieri?”

“No, ero presente.”

Giappone, incredulo di essere stato scavalcato da America nella sua abilità di lavorare fino allo stremo e oltre, trasalì: “Ma-ma come hai fatto dopo quella nottata dell'altro ieri? Voglio dire, non eri esausto?”
America gli si avvicinò all'orecchio: “Mi sono dipinto degli occhi sopra le palpebre e ho dormito tutto il tempo! Ho preso l'idea da un film sui pirati!”

“...... Sei straordinario...”


La passeggiata rischiarò un po' la mente annebbiata di Giappone, e quando arrivarono al Palazzo delle Nazioni si sentiva già molto meglio: era più che pronto ad abbracciare nuovamente la normalità.

“Ma se ti eri appena svegliato significa non hai nemmeno pranzato.”
“Non preoccuparti, Italia, mangerò qualcosa più tardi alla caffetteria... Uh?”

Le porte automatiche diedero su un salone d'ingresso insolitamente vuoto e silenzioso. Eppure mancavano ancora cinque minuti alla ripresa dei lavori, strano non vi fosse qualcuno per di lì intento a chiacchierare, ripassare appunti, o prendere qualcosa al distributore automatico, o altri usciti per la pausa che rientravano trafelati. Neanche dal corridoio o dalle scale proveniva suono, ed era strano per un palazzo sempre così popolato e vitale. L'apparenza ordinata e il rumore dei loro passi circospetti contribuivano a confonderli e tenerli sull'attenti.

“Strano...”
“Dove sono andati tutti?”

“Che abbiano chiuso la riunione senza di noi?” -azzardò Russia.

“Qualcuno ci avrebbe chiamato, no?” -rispose Inghilterra, controllando il proprio cellulare.

“Ve, spero che qualcuno si faccia vedere, è così vuoto... Ehi, forse si sono nascosti per sbucare fuori coi palloncini!”

“Uh, sarebbe grandioso!” -si unì America- “Io adoro i party a sorpresa!”
“Oh, se ne so qualcosa...” -strinse i denti Giappone.

“Non credo si tratti di quello...” -li spense Francia- “Qui sta succedendo qualcosa di strano: ho trovato per terra il cappello di Svizzera vicino a dei bossoli vuoti, e lì sulla parete del corridoio ci sono fori di proiettili...”

“D'accordo, ora inizio a preoccuparmi sul serio!” -sbottò Inghilterra guardandosi intorno da tutti i lati, non sapendo cosa aspettarsi.

Giappone provò a mantenersi razionale: “Però Svizzera ha il grilletto facile, lo sappiamo, e il cappello può averlo semplicemente scordato: andiamo a vedere in sala riunioni, forse sono già tutti lì.”

Il gruppetto rivolse allora lo sguardo all'ampio corridoio di fronte a loro, deserto come l'ingresso: non era mai sembrato così lungo e così sinistro...

“Ehm... allora andiamo?”
“Si... Dopo di te...”

Si avventurarono di qualche passo; spinto da uno spiffero, un foglio mezzo accartocciato strusciò davanti a loro tra due porte lasciate aperte. Forse un opuscolo pubblicitario, forse un avvertimento... Lo stesso spiffero fece battere rumorosamente una delle porte spezzando per un attimo l'insopportabile silenzio.
Germania, provò a prendere in mano la situazione: “Ehi! C'è qualcuno?”

“C'è qualcuno?” -gli domandò a sua volta una voce proveniente dalle loro spalle, insieme a un rumore di passi.

“?!”

Il sollievo di sentire finalmente una voce venne immediatamente cancellato dal tono roco e lugubre della stessa.

“C'è qualcuno qui... di vivo?” -chiese la voce.

Il genere di domande che fanno sgranare gli occhi e perdere un battito...

“Io!” -alzò la mano America.

“......” -a meno di non essere idioti...

“Mi sembra la voce di Spagna...”

In effetti fu proprio lui a presentarsi un attimo dopo, e la sua vista li rassicurò ancora meno della sua voce: una manica della camicia era strappata e il braccio coperto da segni rossi che parevano dei morsi; segni che spiccavano su una carnagione smorta come uno straccio vecchio; i denti, digrignati in una specie di sorriso, sembravano lame affilate ansiose di rendersi utili!

“S-Spagna? Sei tu?” -indietreggiò Italia.

“Cavoli!” -sbroccò America- “Ma che ti è successo? So che non è carino da dire, ma sembri proprio uno...”

“Parbleu! Hai un aspetto orribile!” -fece Francia scandalizzato- “Ti ha investito il camion di un canile per caso?” -estrasse la fida boccetta dalla tasca- “Vieni qui, ti rendo più presentabile...”

“Fermo, idiota! Non avvicinarti! C'è qualcosa di strano!”

“Non essere ridicolo, Inghilterra, non possiamo permettere che il nostro amico partecipi alla riunione in queste condizioni pietose! Non ho una camicia di ricambio, ma un po' di profumo di classe magari distoglierà l'attenzione dal tuo aspetto... Molto profumo...” -aggiunse dopo averlo annusato...

“Profumo? Non c'è qualcosa di più sostanzioso?” -brontolò lo smorto Antonio dopo le spruzzate.

“Ho una crema idratante per la pelle che farebbe al caso tu... UARGH!”

Saltellando su un piede solo, Francia indietreggiò, benedicendo il riflesso che gli aveva fatto schivare l'azzannata!

“Ma sei impazzito?! Non ce l'ho ora con me la crema!”
“Ha... provato a morderlo?” -tresecolò Germania.

America si riassettò gli occhiali: “Sentite, non vi sembra proprio una cosa da...”

Francia si addossò al resto del gruppo, che prese a indietreggiare compatto mentre Spagna si faceva avanti a piccoli passi con le mani protese e leccandosi i baffi: “Il miglior profumo è quello della carne ancora fresca, caro Francia! E la tua ha proprio un bel profumino! Eh eh eh! Però un assaggino anche a voi lo darei volentieri! ”

“S-Spagna... calmati...”
“Che ti è successo?”

“Nulla!” -sghignazzò e poi ringhiò- “Ho solo scoperto ultimamente un nuovo condimento al posto dei pomodori: il sangue! Ha pure lo stesso colore, no? AH AH AH!”


“Ok!” -urlò America- “Non volevo dirlo ma... È UNO ZOMBIIIIIIIIIIIII!!!!!!”

“GRARRRRGH!”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!”


Non ci fu tempo per i come e i perché, spento il cervello e accese le gambe si lanciarono tutti con scatto da centometristi verso quel corridoio fino a poco prima così poco appetibile! Nel disordine però Giappone incespicò nel piede di Francia, e i due capitombolarono a terra restando staccati. Francia reagendo velocemente cercò di rimettere in piedi l'amico, ma poi la fretta sparì quando alzò gli occhi e vide lo zombi-Spagna, si in avvicinamento, ma ancora ben lontano.
“Eh eh! Ma è lentissimo! Di questo passo ci raggiungerà per capodanno!”

“Francia, Giappone, che fate?! Venite via!”

Ma per tutta risposta, Francis si spazzò una delle lunghe ciocche dietro l'orecchio e scrollò le spalle: “Suvvia, possiamo prendercela comoda: perché aver paura di un mostro lento come una lumaca? Abbiamo tutto il tempo di...”

<< CHOMP! >>

“......”

Dopo qualche attimo di indecisione, Francia si decise a girarsi verso il proprio braccio appena morsicato.

“Hola!” -gli sorrise a bocca piena.

“AAAAAARGH! MA COME HAI FATTO?! Gli zombi sono lenti, lo sanno tutti!”

“Io non ho mai detto che quella era la mia velocità massima, sei stato tu a pensarlo!” -spiegò il mostro rosicchiandolo un altro po'.

Inghilterra si sbatté una mano in faccia.

“Sacrebleu! Questo è... è... Uuuuugh...”

In pochi attimi, la carnagione di Francia perse colore e altrettanto velocemente le labbra gli divennero di un viola livido, mentre gli occhi gli si infossavano.

“Giappone! Allontanati!”

Quel grido servì a ridestarlo dalla paralisi in cui aveva ammirato suo malgrado la trasformazione di Francia in tutto il suo orrido splendore.

“Uh uh uh! Oh, mes amis, ma siete meravigliosi! Così rosei, così pieni di vita... Siete così stupendi che credo vi darò un morso... A Inghilterra anche due! Uh uh uh!”

“Francia si è zombificato!”

Con un gesto degno di un atleta olimpico, Italia saltò fin sopra le spalle dell'imponente Germania, avvinghiandosi con le gambe ai suoi fianchi e con le braccia al suo collo: “AIUTO! HO PAURA!”

“Argh! Italia! Levati di dosso!”

“ALLARME ZOMBI!” -ora era ufficiale, e l'uomo d'azione che era America non poteva certo starsene a guardare! Buttata a terra la giacca, corse verso una teca rossa con su scritto << In caso d'emergenza rompere il vetro >>, lo spaccò e vi trovò un giubbotto di pelle da aviatore e una robusta mazza da baseball!

“E pensare che non volevate neanche farmele installare queste! Caricaaaaaaa!”

Scansò Germania che barcollava per tenersi in equilibrio con Italia sopra la testa e tirò una mazzata da fuori campo contro la testa di zombi-Francia, abbattendolo al suolo con la testa girata di 360°!

“Veee! Ma hai appena pestato Francia con una mazza! Come hai potuto?”

“Giusto! Quello è un compito che spettava a me!” -si fece avanti Inghilterra, strappandogliela di mano e prendendo a infierire sul corpo non-morto di Francis, causando una serie di enormi goccioloni dietro la nuca...- “Maledetto rospo idiota! E così erano lenti, vero? E poi chi è che volevi mordere, eh?”

“Inghilterra, attento!” -lo raggiunse il grido di Italia quando, ruggendo, lo zombi-Spagna stava avventandoglisi addosso!

Temette di essere spacciato, finché non sentì un forte rumore metallico e vide una manciata di denti volare contro la parete...

Russia, che di teche d'emergenza non aveva bisogno in quanto il suo tubo di ferro se lo portava ovunque andasse sotto il cappotto, era intervenuto prontamente e con piacere in difesa di Arthur.

“G-grazie...”
“Eh eh! Di nulla!” -disse raccogliendo un incisivo di Spagna per ricordo.

“C-cosa sta succedendo? Come è possibile?” -balbettò Giappone, accorgendosi che lo zombi-Francia si era appena rialzato e rigirato la testa nella posizione corretta.

Un urlo gli si fermò in gola sentendo la vibrazione del suo cellulare.

“Corea?”

Giappone, dove sei? Aiutami, ti prego! Qui è un casino!”

“M-ma che è successo?”

“Giappone, filiamo!” -lo tirò per la spalla America.

Non ne ho idea! Oggi durante la pausa ho acceso quel coso che mi hai dato sul tavolo della sala riunioni, poi sono andato un attimo in bagno e quando sono tornato era un inferno! Tutta gente che mordeva! Morsi dappertutto! Ma io non ho fatto niente, lo giuro, non lo so perché è successo così!”

“Dove sei?” -gli chiese mentre correva.

Mi sono nascosto in un ripostiglio del primo piano! Vienimi a prendere, Giappone, ti pre...”

“Corea?”
“Oh, no...”

<< CRASH! >>

NO! AAAAAAAARGH!”

“C-C-Corea...”

Il telefono si ammutolì insieme a lui...

I suoi compagni, che erano riusciti a sentire l'urlo di Corea, avevano il sangue raggelato, e lo guardavano interrogativi, come se quel piccoletto tremante potesse dare una risposta a quell'assurdità... E, purtroppo, poteva.

“Non... non è possibile...”

“Oh, cavolo...”

L'imprecazione di America non era fuori luogo: si erano fermati alla confluenza di tre corridoi e, istintivamente, si erano subito disposti a cerchio, spalla a spalla, sotto la luce tremolante di un lampadario. Da quello da cui provenivano avanzavano i due zombi malridotti appena affrontati, ma dagli altri due provenivano forze fresche.

“Mein Gott...” -pregò a fior di labbra Germania davanti a lui Svezia e Finlandia.

Il primo, gigantesco, coi vestiti a brandelli e la bava alla bocca.

Il secondo con metà viso ricoperto da sangue incrostato e, tra le braccia, la sua cagnolina Hanatamago, col pelo un tempo candido macchiato di rosso, che non vedeva l'ora di essere liberata per la pappa...

“Possibile che... tutti gli altri siano stati...” -aveva paura di finire Inghilterra, che dal suo lato fronteggiava l'altrettanto colossale Olanda, a cui sembravano mancare un paio di dita, e Danimarca che ripuliva con la lingua il filo della sua enorme ascia.

“Guarda, Olanda!” -rise zombi-Danimarca- “Dita di riserva!”

“Vedo...” -gorgogliò lugubre l'altro, che non aveva rinunciato alla pipa neanche da non-morto!

“Un consiglio gente, tenete le mani in tasca...” -sdrammatizzò America mettendosi in guardia, mazza alla mano.

“Ma se le tengo in tasca come li faccio a pezzi?” -ironizzò Russia roteando con maestria il suo tubo come una lancia.

Giappone si rannicchiò contro la parete vicina: ora capiva cosa era successo.

Mille immagini che gli scorrevano nella mente...


La notte in bianco con America, la sua invenzione, i loro amici trasformati in zombi...


“No... Allora... sono stato io! È successo per quello!”

Intorno a lui infuriò la battaglia.

Italia, ben ancorato sulle spalle di Germania, mulinava a vanvera la sua ventiquattrore tenendo in qualche modo lontani gli avversari, mentre il suo compagno provava a reggerlo e insieme a schivare come poteva.

Inghilterra provò a respingere Francia e Spagna tirandogli ciò che gli capitava a portata di mano: la sua valigetta, il cestino dei rifiuti, le piante in vaso...

America e Russia si erano gettati nella mischia come non aspettassero altro.

E lui, schiacciato da un tremendo peso contro il muro, si strappava i capelli.

Il suo urlo, drammatico, disperato, riecheggiò per tutto il palazzo infestato.



“DOVEVA ESSERE SOLO UN DEODORANTEEEEEEEEEEEEEEEEE!”



America pensò avrebbe potuto gridare qualcosa di molto più figo...




Penso a questo punto siate rimasti tutti un po' spiazzati! XD

A volte si sa, un grande male può avere origini insospettabili, e a quanto pare in questo caso è proprio così! Ma cosa è accaduto di preciso nei giorni precedenti il disastro?

Cosa può aver fatto sì che Giappone, involontariamente, scatenasse un epidemia zombi?

Per scoprirlo vi basta continuare a seguirmi in questa spassosa e insieme terrificante avventura delle nostre brave e coraggiose (chi più e chi meno...) nazioni!

Alla prossima, e buon inizio estate a tutti! ^__^

  
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