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Autore: RDeutch    29/05/2015    1 recensioni
[Vampire Academy][Vampire Academy] Questa storia nasce dal mio profondo amore per i Romitri. La storia mi è venuta in mente grazie ad un dubbio: e se Rose fosse una moroi e Dimitri il suo guardiano?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Cap 28

Dopo aver pregato Adrian per più di un’ora di dirmi che destinazione aveva scelto, lasciai perdere.


-Almeno dimmi cosa devo mettere nella valigia. - gli dissi io.

-Te lo dirò quando sarà il momento, e poi non ti devi preoccupare per i vestiti, te li comprerò io se c’è ne sarà bisogno. - disse lui versandosi qualcosa nel bicchiere.

Ero sul punto di andare nella mia stanza ma mi sfiorò un pensiero per la testa.

-Pensi che possono venire anche Lissa e Christian? - gli chiesi io.

-Certo! Mi farebbe piacere. - rispose lui con un sorriso. -Aspetta, ti ho comprato qualcosa. - disse lui porgendomi una scatoletta.

La presi e dentro c’era una collana… era molto bella.

-Ti piace? - chiese lui con uno sguardo da bambino.

-Si ma non posso accettarla. - dissi io porgendogli la scatoletta.

-Tienila, considerala come un regalo in anticipo per il tuo compleanno. - disse lui con voce delusa.

-Grazie per il regalo in anticipo di compleanno. - dissi io.     

Lasciai la stanza dopo averlo salutato e    

improvvisamente sentì un forte bisogno di mangiare. Tirai dallo zaino il panino che mi era rimasto e lo divorai, ma niente. Non lontano da lì c’era l’ospedale della scuola; sentivo un profumo invitante che subito identificai come l’odore del sangue, stranamente non mi faceva venire la nausea come sempre ma mi rifiutai comunque di andare in quel posto a bere sangue.  

Mi diressi verso la mia stanza ma sembrava che quel posto mi attirasse sempre di più. Mi accasciai contro la porta mentre la voglia si faceva sempre più forte, non volevo avere ancora un legame con questo mondo di pazzi vampiri o come cavolo si fanno chiamare, bere sangue questa volta avrebbe significato che non sarei più riuscita a smettere e sarebbe diventato il mio unico pasto o, ancora peggio,  avrei potuto non fermarmi e trasformarmi in uno strigoi…

Cercai di fare respiri più rari sperando così di poter concentrarmi e mandare via la mia improvvisa voglia di bere sangue… solo pensare a quella cosa mi faceva venire i brividi, ma allo stesso tempo bramavo così tanto quel liquido rosso che alla fine cedetti.

-Merda! Dai, non credo sarà così male dopo tutto… - dissi io a me stessa mentre cambiavo strada e mi dirigevo verso l’ospedale.

“Dovrei fare in fretta. Dimitri potrebbe venire a farmi visita e darà di matto se non ci sono a quest’ora.” pensai.

Entrai nell’edificio e non c’era anima viva.

“Penso di poter fare da sola.”

Mi diressi verso una delle mini stanze sperando che ci sia dentro ancora qualche donatore.

Non feci nemmeno un passo che vengo interrotta da un rumore nella stanzetta in fondo, per curiosità andai a vedere dato che la tenda non era tirata. L’immagine che mi si presentò davanti era a dir poco spaventosa: Damon che beveva con avidità da un donatore.

Terrorizzata cercai di allontanarmi da quel posto ma la paura mi aveva bloccata e ben presto, la mia paura si trasformò in stupore: Damon quindi non era un dhampir, ma un moroi e questo significa che si sarebbe trasformato presto in strigoi dato che aveva lasciato a terra morto il povero uomo. Guardai l’uomo disteso sul pavimento, con gli occhi spalancati a guardare verso il vuoto. Per quanto cercai di sentirmi dispiaciuta per quel poveretto non riuscivo a provare altro che stupore intrecciato con paura perchè da un momento all’altro Damon si sarebbe trasformato in un orribile creatura.

Non fu così, Damon si pulì la bocca con un fazzoletto e si diresse verso la porta, feci un passo indietro per cominciare ad uscire da lì ma feci cascare delle scatole di medicinali che era su una specie di carello, mi aveva sicuramente sentita ma non feci in tempo di scappare che mi ritrovai sbattuta contro il muro da Damon.

-Curiosa, eh? - disse lui con una voce che mi fece attraversare il corpo da brividi di paura. I suoi occhi erano rossi e intorno ad essi la pelle si era… spaccata se si può dire così. Non riuscivo a  pensare a nessun modo per scappare. -Potrei farti fare la stessa fine di quello là. - disse lui indicandomi l’uomo disteso a terra senza vita. -Ma Liz mi sta simpatica e quindi ti lascerò vivere la tua misera vita. - disse lui.

Lasciò la presa ed io mi massaggiai il collo dolorante. Come avevo fatto a non pensarci prima: i miei poteri! Cercai di bruciarlo ma in quel momento ero troppo terrorizzata per fare qualcosa. E se Liz non sapeva di tutto questo? Forse era in pericolo o sapeva benissimo chi erano i fratelli Salvatore.

-Cosa sei tu? - dissi io riprendendo un po’ di forza.

-Un vampiro. - rispose lui.

-Non può essere, non puoi essere un moroi, ti saresti trasformato in strigoi per quello che ne so io. - dissi io.

-Non sprecherò più il mio tempo con te. - e mi bloccò di nuovo al muro e mi guardò direttamente negli occhi. -Ti scorderai tutto quello che hai appena visto.

Lascio la presa e non esitai dando fuoco al suo braccio come se fosse una candela. Scappai a gambe levate mentre sentivo il suo grido in lontananza.

Arrivai alla stanza di Liz e bussai con tutte le mie forze.

Liz aprì la porta ed io entrai subito dentro chiudendo la porta alle mie spalle.

-Ma che ti è successo? Sembri terrorizzata. - disse lei guardandomi sorpresa.

-Oh si, questa è la parola giusta. Se in due secondi non mi dici che minchiata hai combinato passerai i guai. - disse io furiosa.

-Di che stai parlando? - chiese lei ancora più stupita.

-Cominciamo con il fatto che il tuo amico Damon non è un dhampir e neanche un moroi! - dissi io.

-Tu… come lo sai? - disse lei sedendosi sul letto guardando intorno senza mai posare lo sguardo su qualcosa.

-Avevo bisogno di uno spuntino notturno e sono andata alla sala dei donatori dove ho visto il tuo amico bere tutto il sangue di un poveretto e poi lo ha lasciato morire per terra! - dissi io furiosa. -Poi mi ha detto di scordarmi tutti come se lo facessi… - dissi io sbuffando.

-Ti ha guardata negli occhi? - chiese lei.

-Si. Perché lo chiedi? - chiesi io.

-Niente, lascia perdere e faresti bene a scordarti tutto. - disse lei.

-Vuoi davvero tenermi fuori da questa faccenda? - chiesi io offesa.

-Neanche io volevo essere coinvolta ma a quanto pare, il destino non ha solo deciso di farmi avere una madre assassina ma altri guai a cui pensare. - disse lei diventando improvvisamente seria. -Per favore, non lo dire a nessuno. - mi chiese lei con uno sguardo ferito.

-Ormai non sono più affari miei, a quanto pare non è più un mio diritto preoccuparmi che la mia amica stia bene. Vedo che te la cavi da sola. - dissi io facendo per uscire quando Damon entrò nella stanza e mi sbatte contro il muro.

-Mi dispiace porre fine a questo bel collo ma te la sei cercata. - disse lui su tutte le furie.

-Damon, lasciala! - gridò Liz spaventata.

In quel momento entrò Stefan nelle stanza e vedendo la scena, tirò suo fratello fuori dalla stanza ed in un nano secondo sparendo entrambi.

-Che cosa gli hai fatto per farlo incavolare così. Il fatto che tu lo abbia beccato a bere sangue non mi pare abbastanza. - chiese Liz.

-Il suo braccio è diventato una bella candela. - dissi io fiera di me.

-Stai lontana da lui. - disse lei più seria che mai. -Siamo fortunate se non uccide Stefan e poi verrà a cercare te.

-E di Elena che mi dici? - chiesi io.

-Sei peggio dell’FBI! - disse lei con un mezzo sorriso.

-E Katherine? - chiesi io ancora.

-Mi sono promessa di tenerti fuori da questa cosa se mai ne saresti venuta a conoscenza. - disse lei.

-Io non ho più parole. - dissi io lasciando la stanza.

Andai in fretta e furia verso la mia stanza e una volta arrivata buttai lo zaino chissà dove ed entrai nella doccia. Ero talmente nervosa e arrabbiata con Liz che non mi accorsi che l’acqua era troppo bollente.

-Direi che ora sono pulita. - dissi io tra me e me.

Mi misi sotto le coperte ma ero troppo agitata e arrabbiata con Liz: arrabbiata perchè non mi aveva detto niente, perchè non si è degnata di cercarmi per più di due volte, per avermi completamente lasciata fuori dalla sua vita.

Pensai che ero rimasta troppo a lungo senza Dimitri così decisi di fare un piccolo viaggio fino alla sua stanza, avevo proprio bisogno di una distrazione.

Cercai di aprire lentamente la porta e per mia fortuna era aperta.

Trovai Dimitri con accesa la lampadina mentre leggeva e con le cuffie, penso stava ascoltando musica.

Feci solo un passo ma lui alzò lo sguardo e disse:

-Pensavo già dormissi. - disse Dimitri e si levò le cuffie, posando il libro sul comodino.

Si avvicinò a me e con una dolce carezza mi spostò un capello che mi stava solleticando la fronte.

-Vieni, ti devo far vedere una cosa. - disse lui con un leggero sorriso, prendendomi la mano e invitandomi a seguirlo.

Da una busta tirò fuori quella che sembrava una foto incorniciata ma quando la guardai meglio vidi che era il disegno che gli avevo regalato per Natale.

-Che te ne pare? - chiese lui sorridendo.

-Mi piace. - risposi io girandomi verso di lui con un sorriso e posando la foto.

-Posso rimanere da te? - chiesi io a lui.

-Certo. - disse lui.

S’infilò prima lui sotto le coperte dopo di che gli feci pure io compagnia, sprofondando nel suo caldo e amorevole abbraccio.

Fui pervasa da un’enorme sollievo mentre sentivo il suo profumo ed il suo respiro che mi avvolgevano in una beatitudine raramente provata.

Restammo a parlare fino a tardi e più volte mi domandava cosa c’era che non andava  ma io gli rispondevo sempre nello stesso modo: la scuola, Lissa e altre cose a cui speravo credesse.

Quella notte sognai di nuovo mia madre.

-Mamma! - dissi correndole in contro.

-Stai attenta piccola mia. - disse lei per poi svegliarmi con il sole che penetrava attraverso le finestre.
  
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