Anime & Manga > Lupin III
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Autore: ThiefOfVoid    29/05/2015    2 recensioni
"Cinque giorni di coma e due arresti cardiaci più tardi mi risvegliai e il mio caro zio, arrivato alla velocità della luce da Tokyo per starmi vicino, mi convinse in qualche strana maniera a lasciare la mia brillante carriera da diagnosta per arruolarmi nell’Interpol. Tre mesi dopo essere stata dimessa lasciai il camice bianco per una divisa. [...] Ho le idee chiare, devo e voglio lasciare l'Interpol"
Un'hacker alle prese con la sua prima missione sotto copertura per conto dell'ICPO. Saprà rimanere distaccata o si lascerà trasportare?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le 5 del mattino. Lupin è venuto a svegliarmi per qualche ignota ragione informatica. Mi alzo cercando di non far rumore e raggiungo Lupin, ancora addormentata.

“Prenditi pure un caffè, non credo che risolveremo la cosa a breve”

“Aspetta solo un momento” prendo un foglietto casuale e scrivo una veloce nota per Jigen, che lascio sul mio cuscino, così, giusto che non abbia preoccupazioni già la mattina appena sveglio. Mi preparo un espresso e torno in soggiorno “Come mai hai dovuto svegliarmi a quest’ora?”

“Ho finito di decriptare e interpretare il secondo testo, e ho unito le conclusioni che ho tratto dal primo in un unico file. Ma ho alcuni problemi con le mappe. In entrambe le memory card ci sono frammenti di mappe, ma non riesco a metterle in relazione, l’immagine è poco nitida e in più ci sono delle coordinate che dovrebbero facilitarmi la vita, e invece la complicano ancora di più. Ho pensato che forse conosci quale mezzo particolare per rendere tutto più chiaro”

Do un’occhiata a tutto il materiale e apro il programma di identificazione. Inserisco le ‘coordinate guida’ e importo i file “Le immagini sono pessime e un po’ troppo piccole, ci vorrà un po’ prima che il programma possa rendere migliore la qualità dei file e poi unirli in unica mappa. Il lato positivo è che se ci sono indicazioni particolari esse verranno mantenute, dando un senso logico a tutto”

Mentre il programma elabora controllo i testi decriptati e le soluzioni agli enigmi presenti in essi, e trovo subito qualcosa di sospetto “Anche tu non sei convinta dal contenuto dei testi non è vero?”

“Più che insospettita. Dovrebbe essere un testo antico, come può essere nominata San Francisco? Insomma, questa roba dovrebbe risalire a prima del 1492, e anche se fosse di quell’epoca la città non esisteva ancora”

“E’ quello che ho pensato anche io, è strano”

“Quindi che vuoi fare? Ci buttiamo comunque a capofitto nell’impresa o lasciamo perdere?”

“Hai mai sentito dire che Lupin III si sia arreso solo perché aveva davanti a se dei file sospetti?”

Sorrido, leggermente divertita “Lo prendo come un ‘andiamo avanti ad ogni costo’. Voi uomini fate particolarmente fatica a gestire l’orgoglio, siete incorreggibili”

“Già, ma tu hai trovato l’eccezione che conferma la regola, vero Alexis?” dice sorridendomi maliziosamente, dandomi una leggera gomitata, tipica di chi insinua. E’ ovvio che si riferisce a Jigen

“Dovresti riposare invece di fare lo spiritoso, non hai chiuso occhio, e quando l’elaborazione sarà finita devi essere cosciente per poter organizzare il colpo. Qui finisco io”

Dopo alcuni minuti di solitudine e di attesa improduttiva mi infiltro nei sistemi dell’Interpol, alla ricerca di file che riguardino le mie dimissioni respinte. Quello che leggo e apprendo mi fa salire la rabbia alle stelle

L’ICPO rifiuta di accettare le dimissioni dell’Ispettrice Alexis Zenigata, respingendo le obiezioni dell’Ispettore Koichi Zenigata e accogliendo invece il suggerimento del Commissario James Smith. Quest’ultimo ha evidenziato quanto la missione che l’Ispettrice sta portando a termine come infiltrata nella banda del famoso ladro Lupin III sia importante per l’Interpol e che quindi non può essere ancora interrotta. L’ICPO si permette inoltre di chiedere alla più volte citata Ispettrice di fare rapporto all’Ispettore Zenigata, responsabile della missione, riguardo all’andamento della suddetta, in quanto non si ricevono informazioni da circa due mesi.
 
Mi lascio scappare alcune imprecazioni, richiamando l’attenzione di Goemon, l’unico sveglio oltre me in questo momento. Torno un secondo nella stanza che divido con Jigen e mi cambio, portando con me il pc, con la relazione ancora aperta e accendo il cellulare per poi andare a sistemarmi sul balcone. Appoggio il portatile sul tavolino e utilizzo un vecchio trucco per rendere il mio numero non rintracciabile e anonimo. Cerco di mettermi in contatto con il mio capo, James Smith. Aspetto per svariato minuti che qualcuno mi risponda, insisto per poter parlare con lui di persona per fissare un colloquio, ma la mia richiesta viene rifiutata a causa del fatto che sarà a San Francisco fino alle 22 di oggi. Aspetto fino alle sette prima di svegliare Jigen. So che non mi lascerebbe andare al commissariato da sola, e siccome voglio arrivarci prima che lo faccia il mio ex capo ci conviene muoverci il prima possibile. Il caso vuole che sia anche stato completato il processo di composizione della mappa. Cerco di svegliarlo dolcemente, scuotendogli leggermente la spalla, anche per non dare fastidio a Lupin che non ha chiuso occhio.

“Hey, buon giorno” il suo tono di voce cambia, diventando più preoccupato vedendo che sono già pronta e che la mia espressione non è esattamente delle migliori “Che succede?”

Gli lascio un momento per svegliarsi completamente mentre scrivo un post it per Lupin, così da avvisarlo della nostra assenza. Passo il computer a Jigen “E’ la risposta alla mia richiesta di dimissioni, l’ho hackerizzata circa un’ora fa. Dacci un’occhiata”

“Zazà ha davvero cercato di fare in modo che tu potessi lasciare l’Interpol!?”

“Sì, è così, se devo essere sincera me l’aspettavo da lui. Mi chiedono di fare rapporto, ti rendi conto della loro ipocrisia? Mio dio, che faccia tosta. Ho saputo che il mio capo, il caro commissario che ha fatto in modo che le mie dimissioni venissero respinte, è in città fino alle 22” addolcisco un po’ il mio tono di voce, per non sembrare prepotente nei suoi confronti “Ho pensato che avresti voluto venire con me per ‘dialogare’ con lui, e poi non mi sembrava giusto andarmene senza informarti”

Mi dà un bacio sulla fronte “Il tempo di prepararmi e se vuoi partiamo subito”

Gli sorrido dolcemente, grata di quello che sta facendo per me e, inconsciamente, anche per tutto quello che ha fatto in questi due mesi “Grazie”

Salvo il risultato della composizione delle mappe, mi assicuro di avere la pistola carica e di avere anche abbastanza munizioni con me. Quando stiamo per andarcene lascio il post it dove sono sicura che Lupin possa vederlo e ci dirigiamo verso il commissariato di San Francisco. Decidiamo di entrare dal retro, l’entrata principale è troppo rischiosa. Jigen suggerisce di sfruttare la mia presenza nell’Interpol per entrare senza dare sospetti. Suggerisce di far credere che sono riuscita ad arrestarlo e che sto raggiungendo mio zio per l’interrogatorio. Prende un paio di manette da un armadietto, chiedendomi poi di mettergliele. Rimango pietrificata senza fare niente per un istante. Non riesco a fare qualcosa del genere, nemmeno per finzione, non a lui.

Si volta verso di me, appoggia la sua fronte alla mia e mi accarezza una guancia, capendo la mia difficoltà “lo so che è difficile, me è la cosa più credibile al momento. E poi è finzione, è un inganno per raggiungere il nostro scopo…va tutto bene”

Gli metto le manette, percependo una spiacevole sensazione anche se non le stringo “E’…orrendo”

“Devi stringere un po’ di più, rischiamo di non essere credibili” anche se controvoglia ascolto il suo consiglio “Forse dovresti anche toglierti il cappello, potrebbero vederlo come un ‘collegamento’ fra noi, senza sbagliarsi fra l’altro”

“Così mi chiedi troppo”

Ci addentriamo nel cuore del commissariato, recitando perfettamente la nostra parte. Quando incrociamo il mio ex che mi chiede cosa ci faccio qui e gli dico che devo farmi trovare in ufficio da mio zio per l’interrogatorio. Si congratula con me per il buon andamento della missione e si augura di poter rimettere insieme i pezzi con la sottoscritta. Il mio ‘contaci’ è molto aspro e ironico. In tutto questo tempo ho dovuto aumentare un po’ la stretta sul braccio di Jigen per darmi la forza di controllare la mia rabbia. Siamo soli in ascensore, così mi lascio scappare alcuni insulti per quel bastardo. Sorride leggermente, soddisfatto “Sono lieto che tutta tua questa rabbia scaturisca dal fato che abbia cercato di separarci. Ho un ennesimo aspetto positivo da esporre a mio padre…se fosse ancora vivo”

Arrossisco di botto “Sto cercando di recitare la parte dell’agente impassibile e severa, lasciami calare nella vecchia me”

Si avvicina di più al mio viso, rivolgendosi a me con un tono di voce attraente, aggiungendo enfasi al mio grado “Mi scusi Ispettrice”

Rendendomi conto che l’ascensore sta per fermarsi e aprirsi cerco di ricompormi e calo il cappello, cercando di nascondermi un po’ con la tesa. Fortunatamente non incrociamo nessuno in corridoio. Entriamo in ufficio senza dare nell’occhio e gli tolgo subito le manette, lasciandole in un angolo casuale della scrivania “E ora?”

Davvero non hai mai fatto niente del genere?” gli rispondo negativamente con un innocente cenno del capo “Bhe, in questi casi fa molto effetto sedersi dando le spalle alla porta, mostrandosi solo quando il proprio obiettivo si è chiuso la porta alle spalle”

“Ma…abbiamo una sola sedia”

“Bhe, non vedo dove sia il problema” si accomoda sulla poltrona da ufficio, mi prende per i fianchi e mi fa sedere sulle sue ginocchia, con le gambe penzoloni sul bracciolo dal ginocchio in giù

“A-aspetta, non possiamo…”

Fa girare la sedia, così che ora diamo entrambi le spalle alla porta “Perché no? Rende immediato il nostro messaggio” da quando abbiamo risolto le cose fra noi usa più spesso quel suo tono di voce attraente, che mi fa perdere la testa ogni volta, quasi volesse viziarmi. O forse gli piace tirar fuori da me le mie solite reazioni. In ogni caso la cosa non mi dispiace affatto. Dovrei ricollegarmi con la parte di me piena di rabbia e rancore, ma non ci riesco, quasi come se fossi ipnotizzata. Lascio che mi baci abbastanza appassionatamente. Questo gli basta per convincermi ad usare la sua strategia. O forse è solo voglia di avermi estremamente vicina a lui? Forse entrambe le cose sono giuste.

Pochi minuti dopo riconosco la voce del ‘caro’ commissario Smith, e non riesco a trattenere un sorriso diabolico. Lo lasciamo entrare come stabilito, ma mi lascia stupita il fatto che non sia nemmeno un po’ nervoso o intimorito “Chi siete?” la sua voce è calma e impassibile ci voltiamo, e anche la sua espressione è troppo tranquilla per i miei gusti “Cosa ci fate qui?”

“Due parole: dimissioni respinte” dico con freddezza, cercando di essere più bastarda che posso

“Credeva veramente che avremmo lasciato andare uno dei nostri migliori agenti in un momento così delicato?”

“Lo sa, è proprio l’atteggiamento di persone come lei che uccide agenti sotto copertura, si dà precedenza alla missione e non a chi la sta svolgendo. Mi ricorda tanto il caso di mio padre” ho scoperto che poco prima di morire ha cercato ripetutamente di fare richiesta per interrompere la missione. Aveva sicuramente già capito che stava rischiando la vita

“Fatto sta che non può andarsene”

Jigen impugna la magnum, togliendo la sicura “Io invece credo che può andarsene eccome”

“Come se non avessi pensato a tutto questo” ha una specie di sorriso stampato in faccia, che mi fa raggelare il sangue

Sono vagamente confusa in questo momento, e improvvisamente mi sento poco tranquilla, come se stesse per accadere qualcosa di davvero terribile“Questo cosa?”

“Questo stupido tentativo di ribellione”

“Crede veramente che non darò un motivo all’Interpol per essere cacciata? Ho molti mezzi per farlo”

“Patetico”

“Trovo molto più patetico il fatto che l’ICPO faccia di tutto per tenersi un’agente che ormai è non solo un intralcio, ma una nemica”

“Lei crede?” All’improvviso entrano parecchi agenti, ma per noi non sono un gran problema, abbiamo affrontato cose peggiori

Si forma un sorriso bastardo e strafottente sul volto di Jigen, simile a quello che sto trattenendo a causa di questo mio brutto presentimento “Ci sta sottovalutando”

“Questo è ancora da vedere” si accende lo schermo del computer fisso dell’ufficio, ed è questo che causava la mia inquietudine. Sono inquadrati Lupin e Goemon, entrambi ammanettati, all’interno di quella che sembrerebbe essere una cella di Alcatraz della zona attualmente non aperta al pubblico per ragioni a me sconosciute al momento “Vi conviene arrendervi”

“Non può essere, Lupin e Goemon non si farebbero mai catturare così facilmente, non entrambi” dico io, un po’ perché lo penso e un po’ per auto rassicurarmi

Smith sorride leggermente, rendendomi sempre più nervosa “Sparate al samurai” mi rendo conto solo ora che ha un auricolare. Prima che io possa dire qualsiasi cosa mi rendo conto che quest’incubo è completamente vero. Gli sparano ad una gamba, il proiettile lo colpisce pericolosamente vicino all’arteria femorale. Impallidisco, spaventata per quello che potrebbero fare ai ragazzi “Oh, forse preferiva vedere come la sua spada avrebbe potuto mandarlo all’altro mondo” 

“Smettila!” questa volta non riesco a trattenere la mia ansia, è davvero una situazione critica, mi hanno raccontato molte cose degli anni passati, dei vari colpi e delle varie difficoltà, ma questo è uno dei momenti più critici nella loro storia, oserei dire. La risata di quello che era, e che in realtà è ancora, il mio capo mi fa raggelare il sangue…tanto quanto quella di Riez. Tengo la voce bassissima, così che possa sentirmi solo Jigen a malapena“C-che facciamo?” mi rendo conto che sto tremando, e chissà da quanto vado avanti così

Lascia la magnum con aria abbattuta, e so già cosa aspettarmi da lui “Ci arrendiamo”

Sto odiando con tutta me stessa quel sorrisetto che continua a fare Smith, mi sa di prepotenza e mi sa di sconfitta “Quello che volevo sentire”

Veniamo disarmati, ammanettati e portati fuori dal commissariato dall’uscita sul retro dove siamo entrati. Durante il tragitto ho visto mio zio, e lui ha visto me. Aveva un’aria poco tranquilla, e forse non ha tutti i torti. Credo che sappia qualcosa su Smith che io non so. Saliamo in macchina e dopo poco tempo ci spostiamo su una moto vedetta della polizia di San Francisco. Vivo il tragitto in mare con molta ansia, osservando Alcatraz, o La Rocca, che si fa sempre più vicina. Francamente avrei preferito recarmi su quell’isola o nella prigione per motivi molto diversi da questo, ma credo che si fosse capito senza problemi. Il fatto che ancora non sia arrivata l’ora di apertura del penitenziario per i turisti rende il luogo abbastanza inquietante, e la zona peggiore è proprio quello in cui si trovano Lupin e Goemon, dove fra poco arriveremo anche noi. Quando ci avviciniamo alla cella la prima cosa che nono è la pessima fasciatura che hanno fatto a Goemon, farla o non farla sarebbe stata la stessa identica cosa o quasi. Ne farei io una decente, ma ci lasciano le manette, ogni movimento delle braccia mi è impossibile. Rimango per le mie, convinta che tutto questo non sarebbe mai successo se solo io e il mio nervosismo non fossimo così prevedibili. Mi guardo intorno cercando qualcosa che possa esserci utile, una falla nel sistema, ma niente sembra essere a nostro favore, e poi è rimasto un’agente (a questo punto siamo sicuri che sia un vero agente?) a sorvegliarci, in piedi vicino alle sbarre, dandoci le spalle. E’ una posizione abbastanza rischiosa per sorvegliare qualcuno. Dev’essere la stessa cosa che ha pensato Jigen, perché dopo alcuni minuti, non chiedetemi come, riesce a liberarsi delle manette senza farsi scoprire, prende le chiavi della cella e tramortisce quel tizio. Cerca le chiavi delle manette, ne trova solo tre. Una apriva le sue, le altre due aprono quelle di Lupin e Goemon. Trova anche la sua magnum, la mia e il mio cellulare. Ricordo di avere una forcina con me prima che sia troppo tardi, sapete, per le emergenze. Lupin riesce a liberarmi dalle manette e dopo aver risistemato ogni cosa al suo posto esorto i ragazzi ad andarsene, dicendo che penserò io a risolvere tutto questo, facendo da diversivo. Si capisce senza difficoltà che mi sento responsabile dell’accaduto, così Lupin mi racconta tutto dal principio. Dopo che ce ne siamo andati Smith e i suoi hanno fatto irruzione nel nostro nascondiglio, individuato chissà come. Lupin non si era ancora svegliato e, strano ma vero, sono riusciti a neutralizzare Goemon. Per essere chiari e coincisi: era da tempo che progettava di catturarci tutti. E’ solo grazie al post it che avevo lasciato, e anche un po’ al suo istinto, se ha saputo dove trovare me e Jigen. Ergo non ho nessuna colpa. In ogni caso esorto Lupin e Goemon ad andarsene, mentre io e Jigen ci assicuriamo che non vengano ostacolati durante la fuga, e a dire il vero, già che ci siamo, vogliamo assicurarci che Smith non dia più problemi in tempi brevi. All’improvviso ci ritroviamo Smith e i suoi che bloccano il tragitto verso l’uscita, e dopo un momento si vede anche Riez, come se non fosse tutto già abbastanza problematico. Anche se riuscissimo ad affrontare gli agenti avremmo sempre quei due simpaticoni da contrastare, le cose non si mettono bene. Contrastiamo alcuni colpi, poi all’improvviso Jigen mi prende per un polso, esortandomi a correre esattamente dalla parte opposta.

“Ma così ci addentriamo ancora di più nella prigione…”

“Bhe, forse non esiste una seconda uscita, ma c’è un modo alternativo per raggiungere l’uscita. Non tutti lo conoscono, ma fortunatamente sono uno dei pochi che ne è a conoscenza”
Rimango in silenzio per un istante “Non smetti mai di stupirmi lo sai?”

Sorride leggermente, soddisfatto e lusingato. Effettivamente riusciamo ad uscire pochi istanti dopo. La prima cosa che vedo è una motovedetta dell’Interpol, su cui si trova mio zio. Allora è per questo che aveva quell’aria preoccupata? E’ venuto qui per Smith e gli altri o per noi? Poi sposto lo sguardo, e su quella motovedetta vedo anche Lupin e Goemon, che ora ha una fasciatura che si possa chiamare tale, e lì capisco che siamo veramente al sicuro. Smith e i suoi ‘agenti’ ci stanno quasi raggiungendo, ma mio zio, con la squadra che è riuscito ad organizzare e le sue buone maniere, riesce ad arrestare quello che era il mio capo e i suoi tirapiedi. In questo lasso di tempo anche io e Jigen siamo saliti sulla motovedetta. Quando mio zio torna vengo a sapere dettagli ancora più interessanti su tutta questa faccenda. Mio zio e altri ispettori dell’ICPO stavano indagando da tempo su Smith, l’indagine era segretissima, solo il capo dell’ICPO ne era a conoscenza oltre loro. Smith è un corrotto, uno dei peggiori, ormai da molto tempo, se non da sempre. All’inizio si credeva solo che fosse un tipo dai modi di fare violenti, come a volte anche la polizia americana. Ma in realtà era molto più di questo. Era uno dei più grandi soci in affari di Riez. Gli lasciava il campo libero, e a volte lo aiutava nei suoi omicidi, costringendo la vittima ad arrivare in un determinato luogo scappano dalle sue volanti, soprattutto se l’obbiettivo era un ricercato. Molti agenti di New York hanno preso parte alle sue missioni, ignari di quello che ci fosse sotto in realtà, mentre molti altri ne erano più che a conoscenza, anzi, molti non erano nemmeno veri agenti, come questi d’altronde. Sono tutti uomini di Gavez in realtà. Erano mesi che Smith e Riez progettavano di uccidere prima Lupin, Jigen e Goemon e poi me. Il fatto che io mi sia unita a loro non ha fatto altro che agevolarli. Molte persone arrestate dal ‘commissario’ erano innocenti, semplicemente lo avevano ostacolato e falsificando qualche prova aveva fatto in modo che venissero condannate. Quelli che sono sopravvissuti a questi suoi giochetti, dove veniva sfruttata la giustizia Americana, verranno risarciti profumatamente. Già, perché alcuni dei malcapitati sono stati condannati a morte in tribunale. Una persona che poteva essere un potenziale problema per noi è stata fermata insieme a tutti i suoi collaboratori, ma sfortunatamente Riez è riuscito a scappare, non si sa bene come.

All’improvviso mio zio mi guarda dritto negli occhi, con un’espressione molto seria “Alexis, credo che tu sappia che il fatto che Smith e i suoi affari loschi siano stati scoperti comporta il fatto che molte delle sue azioni e decisioni recenti sono state annullate o comunque riparate”

“Bhe, sì, è naturale”

“Ecco, è da molto tempo che si ha già una nomina per il sostituto di Smith, visto che le prove che avevamo erano già abbastanza per arrestarlo, quest’episodio non ha fatto altro che darci una buona occasione…poco prima di lasciare il commissariato ho fatto richiesta al nuovo commissario di New York di ripescare le tue dimissioni. La decisione di quel bastardo riguardo ad esse è stata annullata, il nuovo Commissario ha compilato il nuovo documento”

Ti prego non tenermi sulle spine”

“Mancano soltanto due firme: la mia sul documento di dimissioni…e la tua sul documento in cui si certifica che la tua magnum non è più una pistola d’ordinanza. Congratulazioni Ispettrice Zenigata, ha ufficialmente lasciato l’Interpol, e ora è ufficialmente una delle donne più ricercate al mondo”

Non riesco a fare altro se non abbracciare mio zio così forte da togliergli il respiro “Grazie mille paparino!” dico, incapace di contenere il mio entusiasmo.

Dopo aver lasciato mio zio abbraccio Jigen con così tanta euforia da rischiare di far cadere entrambi. Firmo il documento e prendo la mia copia del documento di dimissioni, che custodirò con molta cura come un piacevole ricordo. In un momento di distrazione di mio zio saltiamo giù dalla motovedetta per prenderne un’altra e scappare. Lo sappiamo bene tutti che tanto avrebbe cercato di arrestarci. Cerca di raggiungerci, ma gli rendo la cosa impossibile, sparando al motore della motovedetta. Ci sta maledicendo come al solito, ma in realtà so che è felice del fatto che io sia felice, e so che in qualche modo è fiero di me, nonostante io sia ora parte veramente integrante della banda di Lupin, nonostante io sia anche la ragazza di una delle persone che da tanti anni lo ostacola. Mi ha sempre detto, come mio padre e i miei nonni, di combattere per ciò in cui credo, di combattere per i miei sogni e di mettere in primo piano le persone che si meritano la mia attenzione e i miei sacrifici. E’ esattamente quello che ho fatto. Infondo so che paparino vuole bene a questi tre matti, ognuno per la sua parte. Hanno, anzi abbiamo, un rapporto di amore-odio, da nemici-amici che mai niente e nessuno potrà contrastare. Vuole arrestarci ad ogni costo, ma allo stesso tempo non vuole perché la cosa lo demoralizza. E posso percepire tutto questo nello sguardo che ha in questo momento, che sta indirizzando in modo particolare a me, la nipote che per lui è da sempre come una figlia. Gli devo tutto: la mia vita, la mia sanità mentale da 15 anni a questa parte, e gli devo anche tutto questo. Se non fosse stato per lui ora non avrei due amici che in realtà considero come i fratelli maggiori che non ho mai avuto…e non avrei nemmeno incontrato la mia persona. Non importa cos’accadrà, non importa se cercherà di arrestarmi per questo, ma se mai dovesse presentarsi un’occasione in cui mio zio rischierà la vita non mi tirerò indietro dal salvargliela. E’ il minimo che io possa fare.
Tornati al rifugio apprendiamo che dovremo andare in Grecia, più precisamente ad Atene, e colpire nel museo di Olimpia per poter trovare l’ultimo indizio di questo grande dilemma. Qualcosa mi dice che Riez non tenterà di seguirci fino in Grecia. Spero solo di aver ragione in merito. 

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Angolo autrice

Non chiedetemi come ho avuto quest'idea perché non lo so nemmeno io. E'...nata e basta. Nonostante tutto sono stata abbastanza puntuale. Maggio è stato un massacro, verifiche dal nulla, interrogazioni e chi più ne ha più ne metta. Per un momento la mia ispirazione ha avuto una forte crisi, credevo che non sarei stata capace di aggiornare in tempo. Parlando di ritardi...non so come andrà a finire il mese prossimo. Il 16 di giugno, se non mi sbaglio, parto, e sto via due settimane al mare, come l'anno scorso in poche parole. Ora non ricordo bene il giorno in cui dovrei tornare, ma ho paura che sia tipo il 30. Questo significa che aggiornerò con un ritarlo considerevole. Porteremo un portatile, ma non è il mio, quindi significa che non avrò il file con me. Cercherò di scrivere comunque, a mano da qualche parte, e quando tornerò copierò il tutto su pc. Il lato positivo è che forse potrei riuscire a pubblicare due capitoli in luglio, per compensare il mio ritardo in qualche modo, magari il secondo, che sarà pubblicato entro (si spera) il 29 di luglio però potrebbe essere un po' più breve. A dire il vero non so come gestire la cosa, dannazione. A meno che io non riesco ad aggiornare prima di partire, ma la vedo grigia.
Si hem, ho scritto un mezzo poema e devo assolutamente andare, mi sto addormentando sulla tastiera.
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, e alla prossima c:
  
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