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Autore: Lady Stark    29/05/2015    4 recensioni
«In sei giorni, a partire da domani, ciascuno di noi tenterà di conquistare il cuore dell'umana.» il pollice del ragazzo si rivolse verso l'alto, in direzione dell'appetitoso battito cardiaco.
«Chi di noi prima riuscirà a farla innamorare, avrà il diritto di tenerla con sé per l'eternità.»
Sei giorni, sei vampiri ed una ragazza al centro di una sfida allettante in cui sguardi lusinghieri si sostituiranno ad emozioni pericolose.
Tutti desiderano vincere.
Tutti desiderano conquistare il cuore di Yui.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Day III : Subaru 
 

Yui si guardò attorno con fare guardingo, calcandosi sulla fronte il capellino che suo padre le aveva regalato tanto tempo fa. Il profumo dei ricordi le accarezzò il viso e facendo ben attenzione a non produrre alcun rumore, la ragazza sgusciò fuori dal portone della villa per raggiungere il giardino di rose bianche. Quella mattina una strana, meravigliosa quiete aveva cristallizzato il tempo, intrappolando i sei sadici vampiri in chissà quali misteriose ed interessanti occupazioni.

Con la felicità dipinta nelle iridi, Yui cominciò a correre sul terreno sdrucciolevole per raggiungere in fretta il labirintico groviglio di aiuole verdi.

Il giardino di casa Sakamaki era probabilmente una delle cose più belle che la giovane avesse mai avuto il piacere di ammirare.

Metri e metri di prato tappezzavano il suolo, sostituendosi allo ciottoloso terriccio. Aiuole alte quasi quanto la ragazza ospitavano centinaia di delicati steli vegetali, culminanti in gemme di ogni dimensione e colore.

Aromi e tinte si mescolavano in una fragranza pericolosamente dolce, donando alla giovane l'impressione d'essersi inoltrata in un idillico paradiso artificiale.

Eppure, quello spettacolo di fiori primaverili non faceva parte della rara collezione di rose di Subaru. Difficilmente, nel corso della sua permanenza nella villa, era riuscita a concedersi un minuto di pace nella stretta candida di quelle germogli.

Dalla lontana finestra della sua stanza aveva osservato l'ondeggiare impercettibile dei loro gambi ricoperti di spine, bramando di potersi avvicinare per catturarne l'odore.

Percorrendo con sicurezza il frondoso labirinto, una domanda cominciò a punzecchiare l'anticamera del cervello di Yui.

Come poteva un vampiro, rude come Subaru, interessarsi al delicato compito di curare la vita di una moltitudine così vasta di fiori?

La giovane cercò di immaginarsi il ragazzo inginocchiato nella terra con un paio di spessi guanti da giardinaggio a fasciargli le mani; potava con cura materna le foglie morte delle sue rose bianche. L'immagine si delineò nella sua fantasia con contorni sfocati ed imprecisi; l'amabile sorriso di un Subaru tramutatosi in un allegro giardiniere le balenò di fronte. Incuriosita e divertita, Yui socchiuse gli occhi nella speranza d'afferrare l'immagine sfuggente che, forse per colpa della sua pressante insistenza, si frantumò in scivolose schegge.

Quando la mente della ragazza approdò nuovamente sulle salde sponde della realtà, i suo sensi vennero catturati da un nuovo profumo.

Gli aurei cancelli del paradiso sembrarono spalancarsi di fronte agli occhi della ragazza che, colpita da uno spettacolo di così profonda bellezza, si sentì prossima alla soglia del pianto.

Un mare di petali color neve le diede il benvenuto nel giardino più bello esistente sulla faccia della terra. I rigogliosi roseti si dispiegavano in due corridoi paralleli per almeno tre metri, conducendo lo sguardo della giovane verso il fondo della strada. Lì, un'affusolata torre coperta d'edera si innalzava verso il firmamento, ferendo il ventre delle nuvole che osavano avvicinarsi agli albini capi delle rose.

Tutto era perfettamente curato: non una sola foglia presentava segni di negligenza; i petali erano gonfi ed umidi d'acqua, segno che qualcuno era passato da poco per dar loro da bere.

Yui si spose verso il primo, bellissimo esemplare che ondeggiava il proprio capo al ritmo del vento che spirava da Nord. Un'ape dalle ali trasparenti sporse il proprio capo dal pistillo, intimorita dalla presenza della ragazza umana. Con un mezzo sorriso, si allontanò per permettere all'animaletto di continuare quello che stava facendo.

La ragazza alzò il mento verso il vento, permettendo alla brezza di soffiarle in viso l'allegria della primavera. La torre, cupa e silente protettrice del parco, fissò la giovane durante tutto il corso della sua passeggiata, rovesciandole sulla schiena una manciata di brividi.

Yui non poté far a meno di chiedersi come mai la dinastia Sakamaki l'avesse costruita così lontana dal resto della struttura familiare. Mentre si chinava verso un'altra rosa, sui cui petali si rincorrevano sfumature azzurre, un ringhio furibondo frantumò il silenzio.

«Che cosa diamine stai facendo qui, umana?!» la voce roca di Subaru la raggiunse alle spalle come un pugno, facendola sobbalzare. La ragazza si girò di scatto, nella speranza di spiegare al vampiro che stava solo ammirando le rose del giardino.

Nel farlo però perse l'equilibrio, scivolando indietro verso il rigoglioso roseto.

Prima ancora che i suoi pensieri potessero elaborare cosa stesse succedendo e le sue labbra articolare anche il più fievole suono d'allarme, Subaru le afferrò il polso strattonandola in avanti. Il suo braccio destro le circondò la vita, stringendola tanto forte da sentire le dita affondare nel fianco e nella veste nera. I loro petti aderirono l'uno all'altro; il fiato caldo del vampiro si riversò sul viso della ragazza, scostandole i capelli dalla fronte.

Il cuore di Yui perse un battito, troncandole il respiro.

Le gambe cominciarono a tremare sotto la potenza delle emozioni che le mugghiavano nel cuore.

Un'ondata di rossore le invase le guance quando gli occhi rosa del vampiro si specchiarono in quelli della giovane umana.

«Possibile che tu sia così maldestra?»

Yui si morse le labbra, sperando di imbrigliare quelle emozioni devastanti. Il cuore le pulsava in gola con la stessa frequenza di un martello pneumatico; i suoi pensieri si accartocciavano su sé stessi, impedendole di formulare una minima frase coerente.

«Mi dispiace, Subaru.»

A quel punto, il vampiro le lasciò il polso senza però abbandonare la presa sulla sua schiena. La sua mano si allargò sulla sua spina dorsale, carezzando le vertebre con una calma molto simile all'indifferenza.

«E se le tue scuse non dovessero bastarmi?» la voce del vampiro si abbassò di colpo, mentre l'intensità del suo sguardo le faceva accapponare la pelle.

«Io..»

Il vampiro appoggiò dunque un dito sulle labbra della ragazza, lasciandola andare. Il profumo delle rose sembrò sommarsi a quello più virile di Subaru, martellando i sensi euforici della compagna.

«Lascia stare. È sufficiente che non ti sia fatta male.»

«Mi dispiace. Non pensavo che ti saresti arrabbiato nel trovarmi qui.»

Il vampiro si grattò il collo; poi si chinò in ginocchio, al fianco di un bocciolo particolarmente piccolo, nascosto nel protettivo abbraccio delle sue sorelle. Il sole scivolò sui suoi petali, mettendo in evidenza delle deliziosi sfumature rosee che ne contornavano i bordi esterni.

Con fare quasi paterno, l'uomo controllò le foglie per accertarsi che la sua crescita procedesse senza problemi o fastidiose complicazioni.

Yui fissò in silenzio il comportamento di Subaru, ritrovando in quel tocco la delicatezza di un uomo che accarezza la guancia della sua sposa.

Per quanto potesse apparire assurdo, le rose sembravano chinare i loro morbidi capi ogni qual volta le dita del vampiro si allungavano verso di loro.

«Posso chiederti una cosa?» la richiesta le sfuggì dalle labbra prima che il cervello potesse frenare l'azione sconsiderata della lingua.

Subaru alzò il capo, facendo un cenno indifferente con le spalle fasciate dalla maglietta sdrucita.

«Fai come vuoi.»

«Cosa ti lega così intensamente a questo giardino?»

Il vampiro a quel punto si alzò, appoggiando una mano sul fianco snello. Le sue sopracciglia erano aggrottate e disegnavano una piccola ruga sul viso eternamente giovane.

Yui credette d'averlo fatto arrabbiare e, per un attimo, tremò.

«Cosa ti fa credere che degli stupidi fiori possano interessarmi?»

«È un giardino decisamente curato. E fino a prova contraria voi non avete un giardiniere.»

Subaru alzò nuovamente le spalle, puntando il proprio sguardo lontano sull'affusolata fisionomia della torre.

«Non mi importa niente di questi fiori. Sono banali.»

«Perché devi mentire, Subaru? Credi forse che potrei prendermi gioco di te?» gli occhi del vampiro le si appuntarono addosso, pungendole la pelle come una spilla. Eppure, malgrado il disagio le stesse serpeggiando lungo la schiena, la giovane umana fronteggiò con decisione lo sguardo dell'uomo.

Un lungo momento di stallo si frappose tra i due interlocutori, lasciando che fosse solo il soffio del vento a fratturare il silenzio.

«No, non tu.» un abbozzato sorriso osò affacciarsi sulle labbra perennemente corrucciate, disegnando sulle sue gote due adorabili fossette.

«Tu non faresti mai una cosa tanto abbietta. Sei delicata come le rose sbocciate in primavera.»

Subaru si avvicinò al roseto, tuffando una mano nella foresta di spine e petali.

Yui trattenne il fiato nell'udire il fragile rumore di uno stelo che si spezzava, accompagnato dal frusciare impercettibile delle foglie.

Un bocciolo ormai del tutto fiorito emerse da quel pericoloso agglomerato di spine, prostrando il proprio capo in direzione della ragazza.

«Subaru..»

«Queste rose sono l'ultimo ricordo che mi lega a mia madre, Yui. L'unica, evanescente linea che mi permette di rammentare il suono della sua voce, lo sfavillio triste nei suoi occhi imprigionati.» la voce di Subaru sorpassò quella della giovane umana mentre, avvicinandosi, sbriciolava le pericolose spine costellanti il gambo affusolato.

«Ciascuna di queste rose mi permette di ricordare, giorno per giorno, che lei esistette nella mia vita. A differenza dei miei fratelli, io voglio che mia madre permanga nei miei pensieri assieme all'unico insegnamento da lei veicolatomi.»
Subaru catturò la mano di Yui, avvicinandola al nudo stelo della rosa che ora li divideva.

«E qual'era questo insegnamento?» il cuore della ragazza tornò a pulsare nel momento in cui gli occhi di Subaru si tuffarono nei suoi. La mano del vampiro si chiuse con più forza attorno a quella della ragazza, serrando di conseguenza anche le sue dita sul gambo.

Un pizzicore diffuso invase la mano di dell'umana, accompagnato dal rimbombare freddo delle sue parole.

«Lei mi insegnò che l'amore è come una rosa» Subaru si avvicinò di un altro passo, riducendo la distanza che separava i loro corpi.

« I suoi petali inebriano i sensi, stordiscono un uomo sino a fargli perdere il senno. In questo alone di confusione, inevitabile è stringere più forte il frutto del proprio desiderio.» Il braccio di Subaru catturò nuovamente la vita di Yui, trascinandola ad un centimetro dal suo corpo.

«Ed in quel momento, le spine infide dell'amore penetrano nella carne dello stolto che ha osato troppo.» Il vampiro percorse con un dito la sua flessuosa spina dorsale prima di allontanarsi ed incastonare tra i suoi capelli il prezioso fiore.

«L'amore viene meramente attribuito all'affetto. Ma nessuno ricorda mai che l'amore può farci sanguinare.»

Una goccia scarlatta scivolò lungo il polso della ragazza, tracciandone il profilo con lenta, suadente bellezza. 

   
 
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