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Autore: obstinate    30/05/2015    1 recensioni
Sognava.
Sognava di volare e di poter amare.
Sognava di poter risplendere, come il diamante più luminoso di qualsiasi altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cadde, inciampando su di un ramo, rotolando fino a che non incontrò un tronco che le sbarrò la strada. Si alzò immediatamente, guardandosi intorno. Il pericolo era sfuggito, dunque realizzò di potersi ripulire i vestiti dal terreno. Strofinò le mani contro il suo abito, mentre il terriccio scivolava via. Non seppe mai cosa la stesse inseguendo, ma sapeva soltanto di essersi spaventata come mai in vita sua. Forse aveva solamente le allucinazioni, in seguito al terrore che provava per ciò che era, ma cosa certa era che si fosse ritrovata con un ginocchio dolorante e il viso graffiato. Ripensò ad una canzone udita per le strade dove vivevano gli umani, cantandola sottovoce, come se potesse darle forza. «They told him don't you ever come around here Don't wanna see your face, you better disappear The fire's in the their eyes and the words are really clear So beat it, just beat it. You better run, you better do what you can Don't wanna see no blood, don't be a macho man You wanna be tough, you better do what you can So beat it, but you wanna be bad.» Cantò fino a che il bosco si trasformò in case. Riconobbe la strada principale di quella misera città, che l'avrebbe riportata al castello senza pericoli. Ebbe sollievo nello scoprire che non si fosse perduta tra gli alberi ed il verde. Camminò fino a che il sole fosse tanto forte da bruciarle il sangue e la pelle, fino a che il vento fosse tanto debole da non riuscire nemmeno a trasportare una foglia, fino a quando non giunse la notte, con la sua oscurità ed i suoi misteri. Si sentì chiamare. La paura crebbe in lei come un germoglio di rosa, mentre le spine le trafiggevano lo stomaco. Si voltò, tenendo a mente le parole della canzone che tanto le stava a cuore, raccogliendo quanta forza avesse ancora a disposizione dentro di lei. Scrutò due occhi del colore del cioccolato, che alla luce le apparirono come dorati. Quando lo sconosciuto avanzò nella sua direzione, notò il contorno dei suoi lineamenti. Era un uomo. Un lieve contorno di barba gli ricopriva il volto, la mascella era serrata, i muscoli del viso erano visibili. - Chi sei? - Si era ritrovata contro il muro, con il cuore in gola ed il respiro accellerato. - Non che possa interessarti, tesorino. Ma voglio essere gentile, questa sera. - Poi si calò il cappuccio che gli ricadeva sugli occhi, rivelando due iridi azzurre. - Matthew Turner. Stregone di Prima Classe. La mia Congrega mi manda a prenderti. Per farla breve: o mi segui o ti cercheranno per il resto dei tuoi giorni -, le si avvicinò all'orecchio - detto tra noi, potrebbero anche arrivare all' ucciderti. - Kendra lo allontanò. - Per quale motivo, dovrei venire con te? - Non avere quello sconosciuto così vicino a lei, le permise di avnazare di poco. - Posso mostrarti cose che nessun'altro può farti vedere. O se ti convince di più: posso aiutarti ad accettare ciò che realmente sei. - Il ragazzo si rimandò indietro i capelli corvini con un gesto veloce. Schioccò le dita, ed il lampione che era da tempo fuori uso, illuminò il loro volti. - Non ti avrei mai definita così bella, dolce Kendra. - Le posò una mano sul viso, la quale la ragazza scacciò immediatamente. - Come conosci il mio nome? - Kendra teneva ancora la mano stretta intorno al polso di lui. - Davvero credi che qualcuno, almeno nel mondo magico, non ti conosca? Sei la figlia del Re, la figlia del Re una Strega. Sopravvivi ad ogni uccisione di Streghe solo per questo, e ti domandi il motivo per cui ti conosca? Sei una leggenda. Una bellissima leggenda. Vieni con me. Diventa la mia Regina, la Regina di ciò che sei realmente. - Kendra scoppiò in una risata nata dal nervosismo. - La tua Regina? Non ci conosciamo neppure. - Il ragazzo rise, mostrandole due canini fin troppo affilati. - Ci conosciamo eccome. - Kendra gli prese il mento fra le dita, gli fece ruotare il capo prima a destra, poi a sinistra. - I tuoi canini. Sei un Vampiro? - Allentò la presa, fino a farla svanire del tutto. - Te ne sei accorta? Intuitiva. Sei decisamente adatta a diventare la mia Regina. - La ragazza lo fissò attentamente, poi parlò. - Come puoi essere entrambe le cose? - - Considerami un Ibrido. Allora vieni, piccola Streghetta? - La rossa rimase a fissare un punto indefinito nel cielo; perchè lasciarsi scappare l'occasione di sfuggire alla monotonia del suo essere? - Lasciami avvisare mio padre. - La ragazza avanzò, quando Matthew le circondò il braccio con la sua mano, fermandola. - Tuo padre sa già tutto. - Poi lasciò scivolare la propria mano lungo il braccio di lei, raggiungendole la mano. Con quella libera si riportò il cappuccio a ricoprirgli il capo. Le si avvicinò tanto da avere poca distanza tra le sue labbra e l'orecchio di lei. - Di' addio alla tua casetta. - Ed entrambi sparirono, lasciando al loro posto nient'altro che il vento.
   
 
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