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Autore: AngelWing99    30/05/2015    2 recensioni
Juliet sembra una ragazza come le altre, ma è più problematica di quanto non dia a vedere.
Andrè il solito badboy della scuola: bello e affascinante; ma in verità è anche molto altro.
I due si odiano da quando le loro vite si sono incrociate per caso a scuola. Presto si ritroveranno a stare insieme, a dipendere l'uno dall'altro e cosa succederà se uno dei due si dovesse innamorare dell'altro?
Genere: Drammatico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il sole era appena spuntato nel cielo, illuminando la città ancora avvolta nelle dolci braccia di Morfeo. Da subito un irritante raggio di sole penetrò tra le persiane di una finestra atterrando, per puro caso, sulle palpebre ancora chiuse di una ragazza dai lunghi capelli castani. Quella si agitò leggermente, si svegliò aprendo lentamente gli occhi, ma il raggio del sole non le permise di aprire più di tanto gli occhi, così si girò dall'altra parte nella speranza di tornare nelle braccia di Morfeo, ma era del tutto inutile, ogni sforzo che faceva era inutile. La ragazza apri nuovamente gli occhi rivelando grandi occhi azzurri come zaffiri, diede un occhiata alla sveglia messa sopra al comodino accanto al letto, erano le sei e un quarto e tra meno di un quarto d'ora sua madre sarebbe venuta per buttarla giù dal letto. La ragazza iniziò a imprecare rifugiando la testa sotto il caldo piumino che la copriva, ancora nella speranza che Morfeo la riprendesse tra le sue braccia, ma come prima, era del tutto impossibile. Si mise a sedere e si guardò intorno, come se non ricordasse dove fosse. Gli occhi erano ancora pieni di sonno e quasi si chiudevano da soli, ma il suo cervello era già sveglio e non accennava al fatto di far chiudere e gli occhi e riposare ancora un po'. La ragazza si trascinò fin davanti all'armadio e prese un paio di jeans blue stretti che abbinò ad un paio di converse nere e una maglietta nera che scendeva scoprendo una spalla, facendo vedere la spallina della canottiera bianca. Andò in bagno e provò a pettinarsi i capelli mossi, che tendevano al biondo; si truccò con un po' di matita e mascara neri, il fondotinta, la cipria e un po' di fard. Aveva appena fino quando sentì la madre entrare in camera iniziando ad urlare le solite parole che ripeteva da sette anni
< < Avanti sveglia, che fai tardi > > ma il tono squillante andava ad abbassarsi lentamente vedendo la figlia già pronta < < Wow Juliet, mi sorprendi, capisco che oggi è il primo giorno di scuola e che non vedi l'ora di vedere le tue amiche, ma non credevo di trovarti già sveglia > > disse sorridendo raggiante
< < Mamma, non farti illusioni, è per colpa della solita insonnia se sono già sveglia > > disse lei acida mentre preparava lo zaino a tracolla blu elettrico, con sopra disegnato un teschio nero che sembrava ridere divertito
< < Ti sei svegliata con la luna storta? > > chiese la madre mettendosi le mani sopra i fianchi, senza levare il sorriso dal viso
< < No, sei tu e il tuo urlare di prima mattina che me la fate diventare > > rispose prontamente la ragazza sempre più acida
< < D'accordo, ho capito, oggi non ti si può parlare > > disse la madre alzando le braccia al cielo in segno di arresa < < di sotto la colazione è già pronta > > disse prima di andarsene.
< < Quante volte te lo devo dire che io colazione non la faccio? > > chiese sospirando irritata, si mise lo zaino in spalla, prese dalla sedia della scrivania un giacca nera di pelle ed uscì di casa. Appena fuori di casa Juliet inspirò a fondo per calmarsi, non riusciva proprio ad andare d'accordo con la madre, erano come il sole e la luna non potevano avere la stessa idea su qualcosa, era impossibile. Prese il cellulare con le cuffie e si incamminò verso scuola con la musica degli Skillet, che lei tanto adorava, ma che nessuno conosceva, a tutto volume nelle orecchie. 
Appena arrivò davanti ad una struttura grande come un castello si fermò ad osservarla, era un edifico che sembrava in stile ottocento che però era stata ristrutturato molto volte, quindi, con il passare del tempo, aveva perso la sua bellezza antica e ora davanti agli occhi della ragazza sembrava solo una prigione in cui doveva restare per sei ore della sua vita per cinque volte alla settimana, escludendo le attività pomeridiane
< < JULY > > urlò qualcuno così forte da sovrastare la musica altissima che stava sentendo, lei si girò, ma non fece in tempo a vedere chi era che due figure le saltarono letteralmente addosso allacciandosi al suo collo- la ragazza per quasi non caddi a terra
< < Ciao tesori > > disse lei sorridendo felice, abbracciò calorosamente le due figure che le saltate addosso e quando si staccarono sorrisero tutte insieme, una era riccia i capelli corti e biondi, gli occhi verdi bottiglia, i lineamenti perfetti per una ragazza di diciassette anni e molto alta; l'altra era tutto il contrario, mora con i capelli lunghi e lisci, occhi marroni come il cioccolato e bassa. Risero ancora tutte e tre divertite 
< < Allora Tati, dicci come è stato il viaggio per il mondo con i tuoi zii > > disse Juliet rivolta alla ragazza bionda
< < Semplicemente la cosa più divertente del mondo > > urlò quella entusiasta
< < Dove sei andata? > > chiese la ragazza mora sorridendo
< < Prima un po' in giro per l'Italia, poi in Norvegia, in America, Canada, Inghilterra, Egitto... Poi non mi ricordo > > disse la bionda alzando gli occhi al cielo per cercare l'ultima tappa che aveva visitato con gli zii
< < E per tutto il tempo non ci hai nemmeno chiamate o invitate a venire con te i miei complimenti > > disse Juliet fingendosi offesa
< < Beh scusate, ma pensavo a divertimi > > disse la ragazza facendo l'occhialino alle altre due
< < Te Bea, dove sei stata? > > chiese Juliet sorridendo verso la ragazza bassa
< < A differenza di questa tizia qua sono andata solo in Spagna > > disse quella incrociando le braccia al petto < < tu invece? > > 
< < Nulla di che, con mio padre in Scozia e con mia madre in Grecia > > disse scrollando le spalle 
< < Mi dici poco > > disse Bea
< < Fidati, con due arpie anche il posto più bello diventa un inferno > > disse Juliet  ricordando la terribile vacanza a cui era stata costretta ad andare
< < Dai non sarà andato così male > > provò a consolarla Tati
< < Beh il posto non era male > > disse Juliet sorridendo un po' tristemente. 
Continuarono a parlare del più e del meno fino a quando non le interruppe il suono della prima campanella, le tre sospirarono sconfitte
< < Pronte per la nuova tortura? > > chiese Juliet verso le amiche
< < Dai su andiamo > > disse Tati prendendo le amiche sotto braccio e si avviarono.
Arrivate davanti alla classe entrarono e si misero immediatamente agli ultimi banchi e iniziarono a parlare, come prima, del più e del meno, fino a quando non entrò il professore della prima ora. Appena entrò nella classe scese un silenzio inquietante, era il professore di latino non che il docente più severo della scuola, neanche mise apposto la roba che si mise subito a fare l'appello. Aveva quasi finito l'appello quando la porta si aprì rivelando un ragazzo dai capelli neri un po' spettinati, gli occhi azzurri chiari come un cielo sereno in piena estate, alto, con una maglietta grigia aderente che esaltava i suoi muscoli da dio greco
< < Signorino stiamo solo al primo giorno e già ritarda? > > chiese il professore guardando storto
< < Mi scusi, ma ho avuto contrattempo > > disse tranquillamente il ragazzo andando verso l'unico posto libero in fondo all'aula; Juliet si avvicinò a Tati che si era messa vicino a lei
< < Secondo me ha avuto qualche problema con il suo amico > > disse e Tati scoppiò a ridere rumorosamente peggio di una matta
< < Che avete da ridere tanto? > > chiese il professore guardandole male
< < Niente, è solo che Tamara è un po fuori di testa > > disse subito Juliet prima che l'amica potesse dire qualcos'altro
< < Io non credo, avanti Fino, dì quello che le hai detto. Non fare la timida, tanto sappiamo entrambi che non lo sei > > disse il ragazzo appena arrivato, sorridendo divertito 
< < Beh se proprio ci tieni... Forse il tuo collega ha fatta cilecca oggi in bagno > > disse Juliet sorridendo divertita mentre tutta la classe scoppiò a ridere ed il ragazzo fulminò con un'occhiata la ragazza, per un momento a Juliet sembrò che il colore degli occhi del ragazzo fosse cambiato in rosso sangue, ma fu solo per un attimo, poi tornò normale come se nulla fosse successo e lei non ci si soffermò molto
< < Ammettilo, ti piacerebbe provare il mio amico > > disse dandosi delle pacche sul basso ventre
< < No grazie, del tuo ne faccio anche meno > > disse lei schifata
< < Su non fare quella faccia, infondo si vede lontano un miglio che mi vuoi > > disse lui sorridendo malizioso
< < Certo l'importante è crederci > > disse lei giusto per accontentarlo
< < Allora lo ammetti > > disse lui sorridendo soddisfatto
< < Visto che insisti tanto a farmi provare il tuo cazzo sto iniziando a credere che tu voglia provare... > > disse lei guardandolo storto
< < Ora basta > > disse il professore sbattendo una mano sulla cattedra facendo sobbalzare tutti nell'aula e interrompendo Juliet < < stiamo solo ad inizio anno e già sono costretto a farvi uscire > > disse guardando male i due ragazzi che non si mossero di un solo millimetro < < FUORI > > urlò rosso in viso, i due si alzarono e senza dire altro uscirono. Appena Juliet fu fuori si trovò schiacciata tra il muro è un corpo molto muscoloso
< < Ti dò solo questa occasione per ritirare ciò che hai detto > > disse il ragazzo vicino al volto di Juliet
< < Se non volessi? Che faresti? > > chiese lei guardandolo con aria di sfida
< < Preparati a rimpiangere il giorno in cui hai deciso di metterti contro di me > > disse lui sorridendo divertito
< < Sto tremando di paura > > disse lei continuando a fissarlo con quell'aria di sfida
< < Dovresti > > disse lui allontanandosi e fece per andarsene
< < Dove vai? > > chiese lei confusa
< < A fumarmi una sigaretta, ma se vuoi possiamo andare in bagno e tu puoi trovare un modo per farti perdonare > > disse lui sorridendo malizioso
< < Noto sempre di più che non vedi l'ora di scoparmi > > dissi lei incrociando le braccia al petto
< < Mi dispiace deludere le tue aspettative, ma mi farebbe troppo schifo > > disse lui sorridendo divertito
< < Non mi sembra visto che non fai altro che alludere a quello con me > > disse lei alzando un sopracciglio
< < Sono tutte tue illusioni mia cara > > disse sorridendo divertito
< < Non dovevi andare a fumare? > > chiese lei seccata
< < Si infatti mi stai facendo solo perdere tempo > > disse e se ne andò. Juliet rimase seduta per terra per un po', alla fine andò a prendersi un caffè espresso. 
Mancavano dieci minuti al suono della campanella quando tornò il ragazzo e Juliet stava bevendo tranquillamente il suo secondo caffè
< < Fino, sai che non dovresti prendere il caffè quando sei stata sbattuta fuori dall'aula? > > chiese il ragazzo divertito
< < Andrè sai che non dovresti fumare in generale? > > chiese lei prendendo un sorso di caffè
< < Questi non sono affari tuoi > > disse lui divertito, si avvicinò a Juliet e gli strappo dalle mani il caffè
< < Ehi, il caffè è mio > > si lamentò lei tentando di riprenderselo, ma il ragazzo lo mise in alto dove lei non ci arrivava
< < Ora non più, mia cara Fino > > disse lui divertito
< < Uno non chiamarmi per cognome, due visto che ti sei fregato il mio caffè, io ti frego queste > > disse lei, con un movimento veloce prese dalla tasca dei pantaloni di lui le sigarette e se le misi nella tasca dietro dei pantaloni
< < Lo so che vorresti mettere le mani più giù > > disse divertito e le fece l'occhiolino mentre si prendeva un sorso di caffè
< < Pervertito > > disse lei schifata
< < Che schifo è senza zucchero > > disse lui arricciando il naso
< < Capita, l'hai voluto? Ora te lo tieni > > disse lei appoggiandosi al muro e incrociando le mani al petto
< < Pensavo che ci fosse lo zucchero > > disse lui facendo per ridarle il caffè
< < No non lo voglio più. Dovessi prendermi qualche malattia > > disse lei girando la testa di lato
< < Beh, io sto bene, quindi non prendi nulla > > disse dandole di nuovo il caffè
< < Ho detto di no, non lo voglio più > > disse senza guardarlo
< < Va beh lo butto > > disse con una scrollata di spalla, lei si girò di scatto verso di lui e lo guardò confusa mentre lo vedeva buttare il caffè
< < L'hai fatto davvero? > > chiese lei confusa
< < Beh non mi andava di rimanere con il tuo caffè in mano. Ora mi dai le sigarette? > > chiese quasi gentilmente
< < Certo ... Che no > > dissi lei rimanendo appoggiata al muro < < ti sei fottuto il mio caffè, non vedo il motivo per cui ti dovrei dare le sigarette > > disse lei con noncuranza
< < Senti un po'... > > disse mettendo una mano accanto alla testa di lei, si avvicinò fino ad arrivare ad un soffio dal viso di lei, la guardò freddamente, ma non fece in tempo a finire la frase che suonò la campanelle
< < Uh, che peccato, dobbiamo rientrare. Prego prima le donne > > disse lei sorridendo divertita e intanto gli indicò la porta della con un gesto plateale delle mani
< < Fino, non ho mai alzato le mani su una donna, ma se continui ad infastidirmi credo che per te farei un eccezione > > minacciò lui guardandola male
< < Tremo di paura > > disse lei prendendolo in giro, la porta si aprì facendo vedere il professore di latino
< < Rientrate, e non dite più niente durante le mie lezione. Se la prossima volta che parlate sarà per offendervi vi mandò dritti dal preside, ci siamo intesi? > > minacciò osservandoli male
< < Sissignore > > dissero all'unisco, rientrarono e Juliet senza farsi vedere da nessuno fece scivolare le sigarette dentro lo zaino. 
Passarono le altre due ore e finalmente la campanella suonò per la ricreazione. Juliet stava per uscire quando si ritrovò bloccata con la schiena contro il muro e con un corpo che la imprigionava, d'istinto aveva chiuso gli occhi e quando li riaprì trovò Andrè che la sovrastava
< < Ridammi le sigarette > > le ringhiò subito
< < Sai che fumare fa male alla salute? > > disse stuzzicandolo e sorridendo divertita
< < Non costringermi ad usare le maniere forti > > ringhiò lui stringendo le mani a pugni
< < Ah si? E quali sarebbero? > > provocò lei, Andrè sorrise divertito e iniziò ad avvicinare il viso alla ragazza 
< < Non ti piacerebbero > > le sussurrò lui vicino al suo orecchio e poi strofinò la punta del naso contro il collo della ragazza che in meno di un secondo si irrigidì del tutto
< < Non mi toccare pervertito > > squittì lei tentando di spingerlo via, ma senza tanti successi; nel tentare di spingerlo via aveva messo le mani sul suo petto e si era avvicinata per usare anche la forza del suo corpo per spostarlo, così ora sentiva sotto i polpastrelli i suoi pettorali scolpiti e stava completamente schiacciata contro di lui
< < Io non posso toccare te, però tu puoi toccare me, interessante > > disse divertito, la circondò con le braccia e la strinse a se, piegò la testa di lato e iniziò a baciarle dolcemente il collo, Juliet strabuzzò gli occhi e iniziò ad agitarsi per liberarsi
< < Lasciami > > disse agitandosi di più
< < Ridammi le sigarette e io ti lascio > > disse lui con voce rauca e sensuale 
< < Mh... No, e ora togliti, ho altro da fare > > disse e provò di nuovo a spingerlo via, ma come prima senza successi
< < Prima, le mie sigarette > > disse stringendola di più contro il muro
< < Non c'è l'ho più > > buttò lì, lui si staccò di poco e la guardò freddamente negli occhi
< < E dove sono? > > chiese quasi ringhiando
< < Non lo so > > disse lei sostenendo il suo sguardo freddo
< < Non dire cazzate > > ringhiò nuovamente
< < Ti sto dicendo la verità, perquisiscimi se vuoi > > provocò lei, il ragazzo fece un sorriso malizioso e iniziò a far scivolare su tutto il suo corpo le mani partendo da appena sotto il reggiseno, quando arrivò al fondoschiena iniziò a stringerlo fino a farle quasi male e dopo un attimo Andrè si ritrovò con la testa girata di lato che fissava il pavimento
< < Non toccare più il mio sedere > > ringhiò lei, lo spinse via e fece per andarsene, ma lui la riprese la sbatté violentemente contro il muro, tanto da farla sbattere dolorosamente la testa < < oh ma sei impazzito? Mi vuoi uccidere? > > gridò lei massaggiandosi il punto colpito
< < Beh non sarebbe una cattiva idea > > disse lui sorridendo divertito
< < Vai a farti fottere, tu e quelle tue cazzo di sigarette > > disse lei ringhiando
< < Andrei molto volentieri, ma tu prima mi dovresti dire dove sono le mie cazzo di sigarette > > disse sorridendo divertito
< < Te l'ho detto non lo so > > ringhiò lei, lui sbuffò e dopo averla guardata male se ne andò
< < Non finisce qua Fino > > gridò lui prima di farle un gestaccio al quale lei rispose allo stesso modo. Era dal primo anno del liceo che facevano così: si facevano scherzi a vicenda, uno iniziava e l'altro rispondeva e così andavano avanti per tutto l'anno, si fermavano per l'estate e poi riprendevano l'anno dopo. Ora erano al quarto anno e ancora non rinunciavano ai loro battibecchi, ogni volta che si incontrano nei corridoi iniziavano a discutere e subito dopo uno dei due faceva uno scherzo all'altro. Non si facevano scherzi null'altro solo quando sapevano che uno dei due stava passando un momento difficile. Una volta, al primo anno, erano stati mesi senza fare nulla perché Juliet stava affrontando il divorzio dei suoi genitore ed inoltre il ragazzo l'aveva lasciata, così Andrè la evitò fino a quando lei non gli andò a parlare dicendogli che almeno a scuola non voleva pensare ai suoi e che preferiva pensare agli scherzi da fargli.
Passarono le altre tre ore in completa tranquillità, Juliet guardava fuori dalla finestra persa tra i suoi pensieri e quando suonò l'ultima campanella quasi non se ne rese conto. Era l'ultima, le sue amiche non l'avevano aspettata, così che ora era sola, mise tutto apposto e andò verso la porta che stranamente era socchiusa, l'apri tranquillamente  e dopo un attimo un secchio d'acqua ghiacciata le si rovesciò in testa. In primo momento non capii cosa fosse successo, poi iniziò ad urlare
< < Andrè > > iniziò ad urlare per tutta scuola; alla fine lo trovò seduto sulla sua motocicletta circondato dai suoi amici che la guardava divertito 
< < Questa me la paghi cara, razza di idiota troglodita > > gli urlò lei guardandolo con le fiamme d'odio che bruciavano negli occhi, mentre lui stava ridendo come un pazzo con i suoi amici
< < Non vedo l'ora mia cara Fino > > le urlò lui continuando a ridere, Juliet lo fulminò sperando che prendesse fuoco all'improvviso, ma ovviamente non successe nulla. La ragazza sbuffò, iniziò a tirare un vento freddo che immediatamente la fece rabbrividire da testa a piedi e si incamminò verso casa tremando di freddo. 
Appena entrò in casa si fece una lunga doccia calda lasciando che l'acqua bollente cacciasse tutto il freddo che sentiva. Finita la doccia si mise sdraiata sul letto con addosso solo un asciugamano legato sul petto e i capelli bagni sciolti che si diramavano come fili d'oro scuro sul cuscino, si mise ad ascoltare la musica, rilassò tutti i muscoli e fece vagare la mente che inevitabilmente andarono a formare un piano per la sua vendetta è quando il piano fu ben definito si addormentò stanca morta. 
 
Si svegliò la sera quando la madre venne a scuoterla per la spalla e a dirle che la cena era pronta, anche se lei non aveva per niente fame, ma scese comunque di sotto. Mangiò solo due cose: un po' di pane, del formaggio e una fetta di prosciutto cotto. Finita la "cena" Juliet ritornò in camera e si mise a disegnare tutto quello che veniva in mente: angeli; demoni; mostri che inventava grazie agli scarabocchi che faceva ecc... Passo tutta la notte così non riusciva a prendere sonno così la mattina dopo si ritrovò con due occhiaia da far paura a chiunque. La mattina passò velocemente Juliet mise in atto il suo piano di vendetta: arrivò presto a scuola e cosparse sia il banco che la sedia di amuchina gel in modo che non si vedesse. Quando si sedetti Andrè, Juliet non poté fare a meno che sorridere soddisfatta e quando si alzò per uscire quasi tutta la classe scoppiò a ridere compresa lei, gli aveva rovinato completamente tutto i pantaloni, ma lui si limitò a fulminarla con un occhiata e poi se ne andò.
 
~Angolo dell'autrice~
 
Salve a tutti!!!
Che ne dite come inizio? Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto 😊 fatemi sapere cosa ne pensate
Baciii 💜❤️
  
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