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Autore: AngelWing99    01/06/2015    2 recensioni
Juliet sembra una ragazza come le altre, ma è più problematica di quanto non dia a vedere.
Andrè il solito badboy della scuola: bello e affascinante; ma in verità è anche molto altro.
I due si odiano da quando le loro vite si sono incrociate per caso a scuola. Presto si ritroveranno a stare insieme, a dipendere l'uno dall'altro e cosa succederà se uno dei due si dovesse innamorare dell'altro?
Genere: Drammatico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Passarono a farsi altri scherzi per altri tre mesi.
 
Era inizio novembre, Juliet e Andrè avevo in quinta ora ginnastica e lei ne approfittò per fargli uno scherzo, l'ultima volta lui le aveva messo una mentos dentro la bottiglietta della Coca-Cola così che quando l'aveva aperta la maglietta le era diventata a chiazza bianche e marroni -aveva una maglietta maglietta bianca con una farfalla gigante, fatta con tutte linee sinuose che intrecciavano tra loro e dietro la farfalla era come se ci fosse stata un esplosione di colori - così ora stava per fare la sua contromossa. A metà lezione di ginnastica andò agli spogliatoi maschili, con la scusa di andare in bagno -tanto la strada spogliatoio-bagno era uguale- dove stava lo zaino con sopra i vestiti puliti di Andrè, li prese e li mise dentro uno sgabuzzino del bidello che probabilmente non sarebbe stato aperto fino a quel pomeriggio; nessuno fece caso a lei così poté agire indisturbata. Anche se non sembrava Andrè era un ragazzo che quasi adorava l'igiene personale. Quando finì la lezione tornò in classe come se nulla fosse, preparandosi a gustarsi la scenette che sarebbe avvenuta dopo. Erano in sesta ora con il professore di italiano, un uomo che di per se era molto affascinante, i capelli corti neri, occhi verdi chiari che avevano la capacità di ipnotizzare chiunque, muscoloso al punto giusto e alto, si vestiva sempre con un paio di jeans e una maglietta aderente che risaltava il suo fisico. Juliet tremò leggermente vendendo il professore che subito puntò gli occhi su di lei, ma la vista di Andrè, la fece ridere di gusto, aveva addosso gli stessi vestiti che aveva usato per la partita di calcetto: pantaloncini corti bianchi con una striscia blue ai lati e una maglietta bianca molto sudata. Appena Andrè la vide la guardò con odio, gli occhi le sembrarono, di nuovo, che per un momento fossero diventati rossi sangue, si avvicinò velocemente a Juliet e le arrivò ad un nulla dal suo viso
< < Dove cazzo hai messo la mia roba > > ringhiò più arrabbiato che mai
< < Non so di che stai parlando > > disse lei cercando di nascondere la paura che stava provando con un sorriso divertito
< < Io invece scommetto che dietro tutto questo ci sei tu, dimmi dove sta la mia roba maledetta puttana > > disse avvicinandosi ancora di più, ora Juliet stava tremando di paura, tanto che non aveva neanche fatto caso all'ultima parola che le aveva detto
< < Signorino Andrè, si vuole mettere al suo posto o no? > > chiese seccato il professore di italiano e per la prima volta Juliet ringraziò di tutto cuore che ci fosse il qualcuno in classe, Andrè ringhiò si avvicinò ancora
< < Ci vediamo dopo stronza > > disse e si allontanò ringhiando, Juliet sospirò e si rilassò addosso la sedia. Passò l'intera ora con il professore che interrogò Juliet, quando suonò la campanella il professore le fece l'ultima domanda e mentre tutti uscivano lei rimase lì a rispondere. Ci volle qualche minuto perché finisse e andasse a preparare lo zaino, mentre buttava dentro tutto quello che aveva sul banco il professore diceva qualcosa sul fatto che era indeciso se darle sei e mezzo o sette, ma alla fine decise per il sette
< < Va bene, arrivederci prof > > disse lei e fece per andarsene, ma una presa sul polso la fermò
< < Aspetta, noi due abbiamo un discorso in sospeso > > disse la voce del professore vicino al suo orecchio, Juliet rimase pietrificata incapace di fare qualsiasi cosa, riuscì a malapena a deglutire
< < Non so di che cosa sta parlando > > disse lei cercando di essere più distaccata possibile, non riusciva a muovere nessun muscolo e la paura la invase in un istante
< < Lo sai benissimo > > disse lui facendo scivolare le sue braccia intorno alla sua vita e stringendola a se 
< < Mi lasci > > disse divincolandosi e fece per andare verso la porta, ma fu di nuovo bloccata e sbattuta contro il muro con il polsi bloccati ai lati della testa
< < Non fare tanto la preziosa, tanto lo so che non lo sei > > disse con voce rauca
< < Lasciami > > tentò di nuovo ed iniziò ad agitarsi per liberarsi
< < Non credo proprio > > disse con voce rauca iniziando a baciarle il collo, Juliet strabuzzò gli occhi e urlò più forte che poté, si agitò di più < < stai ferma > > si lamentò lui dandole un pugno sullo stomaco, le uscirono due lacrime per il dolore, ma questo almeno non riuscì a fermarla. Lei riuscì a dargli uno spintone che lo mandò a qualche centimetro di distanza e subito dopo gli diede un calcio nelle parti basse e scappò via uscendo di corsa dalla classe, senza far caso a delle figure che stavano fuori dalla porta e corse verso i bagni della scuola e si chiuse dentro uno. 
Inspirò a fondo per calmarsi, si portò due dita sulle ghiandole lacrimali per trattenere le lacrime. Si mise seduta sulla tavoletta del gabinetto portandosi le ginocchia al petto ed ispirò nuovamente a fondo e affondò il viso nelle ginocchia; sperò che nessuno l'avesse vista entrare di corsa nel bagno e che nessuno avesse visto la scena in classe. Sentì davanti a lei un leggero bussare, alzò di scatto la testa verso la porta come se avesse paura che quella scomparisse all'improvviso dalla sua vista
< < Juliet, sono Andrè, fammi entrare > > disse una voce dietro la porta, Juliet rimase immobile, era irrigidita, non riusciva a muovere neanche un muscolo < < Juliet... Per favore > > ripeté leggermente spazientito, ma lei non riusciva a muoversi, era sorpresa che lui stesse ancora là < < Juliet queste porta sono facilmente apribili anche da fuori, quindi o mi fai entrare di tua spontanea volontà o lo faccio io > > minacciò, alla fine lei sospirò si sporse leggermente ed aprì la porta
< < Entra e chiudi > > disse solo, Andrè fece come gli aveva chiesto e chiuse subito < < cosa vuoi? > > chiese sospirando, non aveva voglia dei suoi stupidi scherzi ora, aveva solo bisogno di calmarsi, non lo guardò, abbassò solo lo sguardo
< < Ti ho vista prima > > disse appoggiandosi alla porta con la schiena, aveva i muscoli facciali leggermente contratti, sembrava arrabbiato e il colore degli occhi era leggermente cambiato, sembrava più scuro
< < Che intendi? > > chiese con il cuore in gola, alzò la testa verso di lui puntando lo sguardo sui suoi occhi; tutte le sue speranze stavano in bilico, non voleva che qualcuno sapesse cosa provava a fare il professore con lei ... soprattutto lui
< < Ti ho vista da quando il prof ti ha praticamente sbattuta contro il muro fino a quando sei corsa qui > > disse passandosi una mano fra i capelli neri, tutte le speranze della ragazza andarono in frantumi, iniziò a tremare come una foglia e abbassò lo sguardo a terra con le lacrime che iniziano a rigarle il viso < < quanto va avanti questa storia? > > chiese piegando sulle ginocchia così da vederla negli occhi
< < Da metà del primo anno > > sussurrò a malapena cercando di non guardare i suoi magnetici occhi azzurri cielo, lo vide mentre si passò nuovamente una mano fra i capelli chiaramente irritato
< < Lo sa qualcuno? Oltre a me? > > chiese quasi dolcemente, lei si limitò a scuotere la testa e si spinse di più le ginocchia al petto < < perché non l'hai detto a nessuno? > > chiese istintivamente, avvicinandosi a lei, ma lei non rispose e rimase in silenzio < < d'accordo non importa... Vieni qua > > disse avvolgendola nelle sue lunghe braccia muscolose, lei rimase per un momento paralizzata, incapace, come prima, di fare qualsiasi cosa, ma dopo qualche istante avvolse le sue piccole braccia intorno al collo di lui e iniziò a singhiozzare
< < Perché? > > chiese lei tremando
< < Perché cosa? > > chiese dolcemente e allo stesso tempo confuso
< < Perché mi stai abbracciando e perché sei venuto qua > > 
< < Sinceramente non lo so... Volevo solo vedere come stavi > > disse stringendola di più a se < < sai di albicocca > > disse ispirando a fondo
< < Veramente è pesca > > disse lei tirando un sorriso divertito
< < È comunque buono > > disse ispirando nuovamente a fondo, non sapeva perché, ma le piaceva il fatto che lui l'odorasse come se fosse un cane, ed era strano il fatto che fra le sue braccia di sentisse abbastanza al sicuro da farle scordare qualsiasi cosa, tanto da farla smettere di tremare. Rimasero così per alcuni minuti, fino a quando a Juliet non le sembrò di sentire la voce del prof. provenire dal corridoio e ricominciò a tremare e si strinsi di più ad Andrè e le lacrime ricominciarono a scendere più velocemente 
< < Tranquilla, non ti farà nulla, non glielo permetterò, d'accordo? > > disse dolcemente, accarezzandole la schiena e i capelli per tranquillizzarla, Juliet annuii anche se continuava a sentire l'ansia e la paura che la opprimevano nella loro morsa che si serrava in torno a lei sempre di più, il cuore le batteva a mille, ma lentamente- con le braccia di Andrè che la stringevano forte come se lui avesse paura di perderla da un momento all'altro- la paura si affievolì sentendosi sempre di più al sicuro tra le sue braccia 
< < Perché fai questo? > > chiese con la voce che le tremò leggermente 
< < È solo il momento... Prendimi come se fossi il tuo migliore amico in questo momento > > disse lui tranquillamente, in un attimo Juliet si staccò e gli diede un sonoro schiaffo sul viso. Aveva gli occhi velati di lacrime, tutto quello che stava facendo lui era solo per pietismo e lei non aveva bisogno della pietà di nessuno; per un attimo si era illusa che per lui lei contasse qualcosa, ma invece si sbagliava. 
Andrè rimase per alcuni secondi immobile con il viso voltato verso il muro, poi realizzò quello che era successo, sentì la collera crescere in lui, ed emise un basso ringhio, neanche sua madre si era mai permessa di dargli uno schiaffo, e ora lei, una stupida ragazzina, si era permessa di dargliene uno senza motivo
< < Si può sapere per quale cazzo di motivo mi hai dato uno schiaffo? > > ringhiò alzandosi in piedi di scatto
< < Perché sei venuto qua solo per pietismo e non voglio il tuo stupido pietismo, razza di idiota > > gli urlò lei ancora con le lacrime agli occhi vedeva tutto offuscato e per questo non riuscì a vedere il repentino scambio di colore degli occhi del ragazzo 
< < Che cazzo stai dicendo? > > gli disse lui chiaramente confuso e arrabbiato 
< < Sto dicendo la verità > > disse con una lacrima che iniziava a rigarle il viso
< < No. Io sono venuto qua perché ero preoccupato, volevo semplicemente essere in questo momento una spalla su cui sfogarsi > > gli disse più calmo che poteva
< < E questo si chiama pietismo e io... > >
< < Non è pietismo razza di idiota che non sei altro. Ero solo preoccupato. Non l'ho fatto per pietismo, okay? Sono veramente preoccupato per te > > disse più dolcemente
< < Beh, allora potevi risparmiarti la frase:" è solo per il momento" > > borbottò guardando nuovamente a terra
< < Senti che ne dici di fare un patto? > > chiese piegandosi nuovamente sulle ginocchia per guardarla negli occhi
< < Che tipo di patto? > > chiese trattenendo, senza successo, le altre lacrime
< < Che io in momenti come questi divento la tua spalla, mi puoi chiamare quando vuoi e io prometto di venire sempre, okay? > > disse asciugandole le lacrime con i pollici prima che potessero scenderle lungo la guancia 
< < E tu in cambio che ricevi? > > chiese affogando nei suoi occhi cielo che la guardavo con dolcezza
< < Non lo so, ci devo ancora pensare, però intanto è così, okay? Per questa volta mi basta che mi dice dove hai messo la mia roba? > > disse nuovo dolcemente, Juliet ci pensò un secondo e poi annuii e lo abbracciò nuovamente
< < Ho messo la tua roba nello sgabuzzino del bidello > > disse lei mordendosi il labbro inferiore per non scoppiare a ridere, ma lui scoppiò a ridere
< < Alcune volte sei genio lo sai? > > disse sorridendo divertito
< < Si lo so. Ora usciamo di qua? Che mi mette depressione > > chiese lei dopo qualche minuto
< < D'accordo, dove vuoi andare? > > chiese prendendole lo zaino e mettendolo in spalla
< < Boh... Mi accompagni a casa? > > chiese lei aprendo la porta
< < Va bene > > disse ed uscirono insieme, fuori dal bagno l'aspettavo i due migliori amici di lui Derek e Lucas, entrambi bei ragazzi il primo era moro con gli occhi marroni come il cioccolato, alto e muscoloso, mentre l'altro era biondo con gli occhi verdi muschio, alto e abbastanza muscoloso. Presero la roba di Andrè e poi andarono verso l'uscita della scuola. Iniziarono fin da subito a ridere a scherzare e parlando del più e del meno. Appena varcarono la porta d'ingresso della scuola una voce li richiamò tutti e quattro
< < Signorina Fino e tutti gli altri vi ricordo che siete tutti in punizione > > disse le professore di italiano, appena Juliet sentì la sua voce si irrigidì appena, ma si rilassò immediatamente
< < Sta dicendo sul serio? > > chiese lei sconcertata, girandosi verso il professore
< < Mai stato più serio di così > > disse quello incrociando le braccia al petto
< < Ah si? E per cosa siamo messi in punizione? > > chiese con la rabbia che iniziare a crescere sempre di più 
< < I suoi amici per aver dato fuoco ai compiti in classe e lei per aver alzato le mani su di me senza motivo > > disse serio. Quella mattina Derek e Lucas visto che andavano in una classe diversa da quella di Andrè e Juliet avevano dato fuoco ai compiti in classe di matematica, tanto tutti erano andati male e il professore sarebbe stato costretto ad annullarlo a tutti
< < Senza motivo? > > sussurrò lei ancora di più irritata, abbassò lo sguardo a terra, sentì la rabbia sottomettere la ragione, le mani si strinsero incoscientemente a pugno e iniziò a camminare verso di lui con l'intenzione di prenderlo seriamente a pugni, ma due mani la bloccarono per le spalle
< < Ferma, non fare cazzate di cui poi potresti pentirtene > > disse la voce di Andrè vicino al mio orecchio, Juliet cercava di calmarsi anche se era abbastanza difficile < < ora andiamo a questa stupida punizione e poi ti accompagno a casa okay? > > disse con la voce leggermente tesa, forse rodeva anche a lui il fatto di dover rimanere là un'altra ora
< < D'accordo > > disse lei espirando, si costrinse a rilassare tutti i muscoli anche se la rabbia non accennava a diminuire neanche un pochino, tutti e quattro si mossero verso l'edificio, il professore si fece da parte aspettando che tutti passarono. Quando passò Juliet le diede una pacca sul fondoschiena, il primo istinto della ragazza fu quello di saltargli addosso a staccargli la testa a furia di morsi, ma Andrè la trattenne abbracciandola da dietro e trascinandola verso la classe dove avrebbero scontento l'ora di punizione
< < Io lo uccido quel porco schifoso > > ringhiò lei quando furono abbastanza lontani dal professore, Andrè la teneva ancora stretta a se
< < Non vale la pena di finire in prigione per quello... Lascia fare a me > > disse lui sorridendo divertito, forse stava già progettando un piano per fargliela pagare
< < Che cosa hai in mente? Voglio far parte anch'io del piano > > disse lei girandosi a guardarlo
< < Per ora pensa a come uscire da qui senza fare la punizione > > disse continuando a sorride divertito
< < Ho già in mente qualche scherzetto per il professore > > disse lei sorridendo malefica
< < Per questa volta ci coalizziamo? > > chiese sciogliendo l'abbraccio e porgendogli la mano
< < D'accordo > > disse lei stringendogli la mano
< < Bene, poi nemici come prima > >
< < Certo > > 
< < Dì il piano > > disse richiamando i due amici che corsero da loro, Juliet espose il piano che aveva in mente nei minimi dettagli
< < Il poverino sarà così spaventato che sarà costretto a dirci di tornare a casa > > disse lei con un sorriso maligno
< < Mi piace, è crudele... Ma chi fa la parte? > > chiese Andrè
< < Io non posso, mi riconoscerebbe visto che sono l'unica femmina in punizione > > disse Juliet scrollando le spalle
< < La posso fare io > > si propose Derek < < mi manca solo il coltellino > > disse scrollando le spalle
< < Già è vero, dove lo prendiamo? > > chiese Andrè sistemandosi meglio lo zaino sulla spalla
< < Dammi lo zaino > > disse Juliet, Andrè la guardò confuso e poi glielo passo; dalla tasca davanti dello zaino ne tirò fuori un coltellino e lo diede a Derek < < rovinamelo e giuro che ti uccido > > disse seria
< < Perché hai un coltellino? > > chiese Andrè sollevando un sopracciglio
< < Non sono affari tuoi > > disse lei fulminandolo con lo sguardo
< < D'accordo a dopo > > disse Derek che prese il coltellino e se ne andò mentre gli altri tre andarono verso la classe. 
 
~Angolo dell'autrice~
Salve a tutti!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.... Non so... Non mi riesco bene questi angolo dell'autrice, anzi diciamo che non so farli che è meglio... Comunque, ringrazio le persone che già mi hanno messo tra le preferite, ricordate e seguite.
Recensiti per favore, perché altri non so che pensare, se vi piace o no.
Baci ❤️💜
  
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