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Autore: Classicboy    30/05/2015    2 recensioni
AU! Modern, AU! Mistery, AU! Fantasy
Nel villaggio tra le montagne di Cover Village tutto sembra scorrere nella più assoluta tranquillità.
Ma allora perché Hazel ha la sensazione che ci sia qualcosa che non va? Perché suo fratello si comporta in maniera così paranoica? Perché lui ed il padre non le hanno mai parlato del fatto che, prima di farla vivere con loro, vivevano lì? E soprattutto chi è la misteriosa figura di cui tutti parlano ma di cui nessuno fa cenno quando lei è presente?
Verità e fantasia a volte si confondono, rischiando di diventare un incubo senza vie d'uscita.
C'è un motivo se un tempo le persone avevano paura del buio...
ATTENZIONE: STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA, CI SCUSIAMO PROFONDAMENTE PER IL DISAGIO!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAP.8: RIFLESSIONI

 

 

Disperata, non si accorse della figura che le si stava avvicinando.

“Hazel?” chiese una voce femminile, mentre una mano le si appoggiava sulla spalla facendola trasalire.

Lei alzò spaventata la testa, trovandosi a fissare dentro a due occhi color cioccolato.

“Calipso” disse sorpresa “Ciao”

“Che ci fai qui?” chiese la ragazza che si era accovacciata affianco a lei. Non erano compagne di classe, né amiche. Erano più delle conoscenti tramite terzi, ovvero Percy e Leo.

“Beh, ecco io...” rispose lei asciugandosi gli occhi dagli ultimi residui di lacrime. Si sentiva svuotata, come se con le lacrime se ne fosse andata via anche la sua energia vitale.

Calipso notò quel semplice gesto e le sorrise. Si alzò e le porse la mano: “Vieni con me”

La castana era sorpresa, ma la seguì, tanto non aveva la forza per protestare.

Camminarono per un quarto d'ora buono, poi, tutt'a un tratto, arrivarono in un piccolo prato, e ad Hazel mancò il fiato.

“È bellissimo” mormorò lei. Il bosco era scomparso e al centro se ne stava un vero e proprio giardino. Spiazzi di terra disposti a raggiera e intervallati da piccole striscie d'erba ospitavano fiori di ogni genere e colore: azalee, rose, orchidee, tulipani, giacinti, narcisi, nontiscordardime, e piante del genere. In mezzo a questo spettacolo se ne stava un gazebo intorno alle quali colonne si avviluppavano tralci di edera e caprifoglio.

“Sembra il giardino descritto dai miti” mormorò Hazel “Come quello delle Esperidi greche”

Calipso sorrise: “Era proprio questa l'idea che avevo quando l'ho piantato. Mi ci sono voluti un bel po di anni per arrivare ad ottenere questo risultato. Io la chiamo Ogigia, la mia piccola isola felice”

“Perché mi hai portato qui?” chiese l'altra dubbiosa.

Lei le sorrise e le porse un piccolo vaso nel quale era piantato un delicato fiore dai toni rosati: “Mi aiuteresti a piantarlo?”
“Mi piacerebbe, ma non ho esattamente quello che si dice il pollice verde”

Lei scrollò le spalle: “Non esiste il pollice verde, esistono solo l'impegno e la cura con cui le piante vengono allevate. Su andiamo” e la trascinò.

Rimasero lì a lavorare in silenzio per circa mezz'ora, ed Hazel si sentì felice, per la prima volta in tutta la giornata. Tutti i ricordi delle cose brutte che aveva detto e sentito le erano passati di mente.

“Ti va di riposare?” disse ad un certo punto Calipso, e lei si trovò d'accordo.

Si misero sotto al gazebo.

“È fatto proprio bene” disse la minore fissando ammirata il mosaico geometrico posto sul pavimento che ritareva un giardino stupendo al tramonto con un albero di mele d'oro.

La ragazza arossì: “Grazie, è stato un lavoro duro, ma sono molto contenta del risultato”

“Hai fatto tutto tu?” era colpita.

“Sì. A casa sono sempre sola, quindi ho creato questo giardino con lo scopo di distrarmi un po”

“E non hai paura che degli animali feroci possano attaccarti?”
Scosse la testa: “No, io sono sempre stata buona col bosco, e sono certa che lui se ne ricorderà per sempre” disse misteriosa.

Rimasero in silenzio. Hazel fissò un'ape che si posava placidamente su di un fiore: “Grazie” sussurrò ad un tratto.

“Per cosa?” chiese l'altra.

“So che hai visto cosa è successo oggi a scuola, e pertanto immagino che tu mi abbia invitato qui perché io mi potessi distrarre col lavoro”

“Può essere” rispose Calipso enigmatica prendendo un sorso d'acqua da una bottiglietta che si era portata dietro “Ma sembravi già agitata prima di arrabbiarti con Frank, è successo qualcos'altro?”

“Nico” ammise mormorando “Il fatto è che ho scoperto una cosa che mi aveva tenuto nascosta e quindi mi sono sentita tradita e allora...” non riuscì a continuare per via delle lacrime che tornavano prepotentemente.

Calipso la fissò per qualche attimo: “Comunque dovresti avere più fiducia nei tuoi amici e in tuo fratello. Se ti nascondono qualcosa, forse lo fanno per il tuo bene”

Lei strinse con forza l'orlo della maglia: “È che Nico non mi ha mai tenuto nascosto niente in vita mia, ed ora...” soffocò un singhiozzo.

La ragazza le posò una mano sulla spalla: “Nessun segreto è eterno. Quando riterranno opportuno dirtelo lo faranno, e se non te lo dicono ora forse dimostrano più forza i quanta tu possa immaginare”

“Che intendi dire?”

“A volte il compito più arduo che abbiamo è quello di tenere nascosto qualcosa alle persone a cui vogliamo più bene”

Hazel riflettè su quelle parole e intravide uno spiraglio. Allora Nico in realtà voleva proteggerla! E forse anche Frank!

La maggiore sorrise vedendo l'espressione di felicità che andava dipingendosi sul volto della giovane: “Adesso andiamo, si sta facendo tardi” e tornarono al villaggio.

 

Hazel respirò a fondo. Si trovava di fronte alla porta di casa sua e stava cercando di trovare il coraggio di entrare e scusarsi con Nico.

“Non fare la codarda” e aprì.

Subito lo vide arrivare trafelato per vedere chi era entrato. Non appena la vide il suo sguardo si illuminò: “Hazel!”

Prima che l'italiano potesse dire qualcosa, lei gli si fiondò addosso e lo abbracciò: “Scusami, scusami tanto Nico” momrmorò tra le lacrime “Scusami per ciò che ti ho detto, scusami per aver origliato le tue conversazioni, scusami per essermi comportata da ragazzina viziata. Ti prego se puoi perdonami. Tu sei mio fratello maggiore, ogni singola cosa che fai la fai per proteggermi e perché sai che è meglio per me. Perdonami”

Lui le accarezzò i capelli sorridendole dolcemente: “Tranquilla, tranquilla. Scusami anche tu per ciò che ti ho detto, ero in preda al rancore, non stavo ragionando su ciò che stavo dicendo” la guardò negli occhi “Facciamo come se quelle cose non ce le fossimo mai dette, ok?”

Lei singhiozzò un attimo e si pulì gli occhi prima di rispondere con un debole sorriso: “Ok”

Si diressero verso la cucina per preparare la tavola.

“A proposito” chiese ad un tratta la sorella “Perché mi stavi aspettando così in ansia?”

Nico si bloccò e la osservò un attimo: “Beh, ecco, è difficile da dire, ma...” respirò a fondo e la gurdò con espressione seria “C'è stata un'altra vittima, un essere umano stavolta. La Creatura ha attaccato di nuovo”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ed eccomi qui, più allegro che mai in vista della fine della scuola e più depresso che mai perché i compiti mi stanno uccidendo! Yeeehhh!

Tornando alla storia: in questo capitolo non accade granché perché svolge piu che altro la funzione di capitolo di passaggio (a parte forse la frase finale di Nico).

Spero di aver delineato bene Calipso e scusatemi se Hazel con i suoi piagnistei risulta OOC, ma ripeto che più avanti vedrete quanto riuscirà a farsi valere.

Ed ora: Nico sta nascondendo qualcosa per il bene di Hazel, ma che cosa? E Frank si starà anche comportando in questa maniera? E poi la Creatura cosa è in realtà?

Lo scoprirete la prossima settimana con un capitolo con il quale ci sarà poco da scherzare: “Agguato”

Bye!!!!!!!



P.S: ho cambiato Nickname perché ero stanco di essere scambiato per una ragazza (non accuso nessuno!) ma continuerò nelle recensioni a firmarmi Charles.
   
 
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