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Autore: _IcePotter    30/05/2015    5 recensioni
Kendall Schmidt e Logan Henderson si detestano praticamente da sempre. Il migliore amico di Kendall, ovvero James e il migliore amico di Logan, Carlos, sono invece follemente innamorati l'uno dell'altro. Cosa succede se ti allei con il tuo peggior nemico per far mettere insieme una coppia che scoppia?
***
E, alla veneranda età di diciassette anni le sue certezze si contavano sulle dita di una mano. [...] La seconda certezza era che le ragazze fossero un universo oscuro e misterioso dalla quale era meglio tenersi a distanza il più possibile, non importava quanto potessero apparire appetibili. La terza, si era detto mentre imboccavano un corridoio lungo e stretto e il suo migliore amico andava a sbattere contro una figura alta e slanciata arrossendo all’inverosimile, era che Carlos Pena era ridicolmente e follemente innamorato di James Maslow, che altrettanto ridicolmente e follemente ricambiava i suoi sentimenti. E l’ultima, ma non meno importante aveva riflettuto infine mentre dava una mano a Carlos per rialzarsi mentre una familiare figura bionda faceva lo stesso con James, era che odiava Kendall Schmidt con ogni fibra del suo essere.
***
[Kogan, Slash][Accenni Jarlos][Long-fic a capitoli][Fluff a mai finire]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Carlos, James, Kendall, Logan, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Does He Know?
Erano passate due settimane dal suo litigio con Kendall, ma Logan era sempre più convinto che chiunque dicesse che il tempo aggiusta tutto fosse soltanto un idiota. Nel suo caso, non solo il tempo non stava migliorando le case, per certi versi le stava addirittura peggiorando. Ormai Carlos aveva praticamente smesso di parlargli e aveva iniziato a passare tutto il suo tempo con il biondino, così il moro si era ritrovato di riflesso a passere sempre più tempo insieme a James. Non che si lamentasse, aveva trovato in lui un amico sincero e con il quale ci si poteva confidare, semplicemente gli mancava il suo migliore amico. Ma non si trattava soltanto di quello. Gli dava fastidio vedere il latino sempre attaccato a Kendall, perché sentiva di provare una sorta di morbosa ed ingiustificata gelosia nei suoi confronti. Nelle ultime due settimane aveva persino preso l’abitudine di seguire ogni sua mossa quando erano insieme e qualche volta si era anche ritrovato ad andargli dietro mentre si dirigeva insieme a Carlos alla lezione successiva, non gli importava di avere un’altra materia. Iniziava a sentirsi un vero e proprio stalker, ma non riusciva a farne a meno. Comportandosi in questo modo gli sembrava di conoscere Kendall, di poter capire cosa gli piaceva e cosa no, di poter dimostrare che lui lo conosceva anche se l’altro sembrava non volerlo.
In quel momento si trovava a scuola, nel parcheggio, in attesa dell’amico. In quelle due settimane erano diventati praticamente inseparabili e la gente a scuola non si stupiva neppure più nel vederli passare tutto quel tempo insieme. Soltanto sua madre continuava a tempestarlo di domande sull’improvvisa sparizione di Carlos e sul suo essere diventato improvvisamente tanto schivo e taciturno. Lui si rifiutava di rispondere, limitandosi a dirle che il latino in quel periodo era parecchio impegnato con la sua scuola e che non aveva tempo per nient’altro. Vedeva dalle occhiate che la donna gli rivolgeva che non credeva neppure un po’ alla sua versione, ma comunque lei non aveva mai dato segni di voler approfondire la questione e Logan, dal canto suo, non era proprio interessato a prendere l’argomento.
Stranamente, aveva scoperto di avere molte cose in comune con James. Tanto per cominciare ad entrambi piacevano gli stessi tipi di libri e avevano scoperto perfino di avere gli stessi personaggi preferiti. Poi aveva scoperto che il più alto odiava Katy Perry con ogni fibra del suo essere e da quel momento in poi non avevano fatto che discutere di chi fosse meglio tra lei e Lady Gaga, che era la cantante preferita dall’altro. Con il passare dei giorni avevano iniziato ad aspettarsi davanti al parcheggio, a pranzare insieme e a salutarsi per tornare  a casa soltanto per poi rivedersi dopo qualche ora, magari in un bar o anche a casa di uno dei due. Avevano addirittura scoperto di avere una passione per gli stessi videogiochi e il moro era felice di aver trovato qualcun altro con cui condividere i propri interessi. Pensava ancora che ci fosse un posto vuoto nella sua vita, ma non riusciva proprio ad impedirselo. Cercava di ignorare quel pensiero ogni volta che si presentava, anche quando diventava difficile non ricordare di tutti i bei ricordi passati con Carlos e quei pochi momenti in cui gli era sembrato di vedere il vero Kendall. Si era convinto di esserci riuscito bene, almeno fino a quel momento.
Poi era arrivato James e, scendendo dalla sua fuoriserie dal prezzo improponibile che il padre gli aveva regalato al suo ultimo compleanno vestito in un modo che come al solito avrebbe fatto scendere la bava alla bocca alle loro compagne, aveva pronunciato le peggior parole di sempre:
-Logan, dobbiamo parlare-
***
Logan era sempre stato convinto che nella parole “Dobbiamo parlare” ci fosse un che di oscuro e malvagio, che risucchiava chiunque le sentisse nel vortice dell’incertezza e della preoccupazione. Beh, almeno per lui era così.
Alla parole dell’altro aveva annuito rapidamente e in quel momento lo stava seguendo mentre camminava rapido tra i corridoi gremiti di gente, evitando abilmente le ragazzine con la bava che guardavano entrambi. Logan invece aveva i pensieri confusi e non badava neppure più di tanto a dove stavano andando. Sperava non nel posto dove l’aveva portato l’ultima volta Kendall, perché se fosse tornato lì riuscire a tenere  a bada i ricordi sarebbe diventato un po’ troppo difficile. Già di tanto era complicato non lasciarsi andare al pensiero delle parole che il biondino gli aveva praticamente sputato addosso l’ultima volta che si erano visti, ma non era certo che sarebbe riuscito a sopportare di tornare in quel posto.
Alla fine il posto dove James voleva portarlo si era rivelata essere una vecchia l’aula, apparentemente inutilizzata. Si trovava nello stesso corridoio della loro classe di matematica, quindi Logan iniziava a domandarsi come mai non l’aveva mai notata dopo tutto quel tempo. Le pareti della stanza erano state dipinte di verde probabilmente parecchi anni prima, perché il colore era ormai sbiadito. Del normale arredamento scolastico non era rimasto che qualche sedia e un paio di banchi accatastati contro una parete. Il resto della stanza era vuoto, fatta eccezione per una lavagna a gessi –ne avevano ancora alcune a scuola?- e una cattedra in legno ormai marcio, che dava l’impressione di essere sul punto di cadere a pezzi. C’era anche un armadio scassato messo in angolo, ma qualche studente doveva aver avuto la brillante idea di controllare che cosa ci fosse dentro, dato che un’anta pendeva quasi totalmente staccata e l’altra non c’era proprio. Con la porta aperta si sentiva ancora il chiacchiero animato degli studenti, segno che la campanella non sarebbe suonata prima di qualche minuto e che quindi loro due avevano tutto il tempo per parlare senza essere disturbati da nessuno. L’ ansia era tornata quando il castano aveva chiuso la porta alle loro spalle, sedendosi poi a cavalcioni di una delle vecchie sedie. Logan per un attimo aveva valutato l’idea di correre via a gambe levate, ma si era limitato a scuotere la testa sconsolato e sedersi sul vecchio pavimento scricchiolante e polveroso, infischiandosene per una buona volta dei suoi nuovi jeans. L’agitazione era troppa e lui, per cercare di trattenerla, aveva iniziato a giocare con una gomma finita lì chissà come, ma che aveva l’aria vecchia e sporca come tutto quello che si trovava lì. Toc-toc è il momento della verità.
***
-So qual è il tuo piano- gli aveva detto semplicemente, dopo lunghi sitanti di silenzio che li separavano sempre più, nonostante sembrassero carichi di parole non dette. Logan aveva trattenuto a stento un sobbalzo, mentre qualcosa dentro di lui si agitava. James aveva già scoperto che lui e… uhm… la piattola avevano progettato di farlo mettere insieme a Carlos? E come diamine aveva fatto a scoprirlo? Possibile che si fosse reso conto che l’incontro casuale al cinema non era poi tanto casuale? –So che stai cercando di usarmi per far ingelosire Kendall. Mi dispiace, ma non… non voglio… capisci?- Ovvio, non voleva aiutarlo a… Aspetta, che cosa?! Il moro si era voltato a guardare l’amico, sbigottito.
-Aspetta, ma di che diavolo stai parlando?- gli aveva chiesto, quasi urlando. D’accordo, forse era giunto il  momento di darsi una calmata. Un respiro profondo e via, no?
-Ho capito che vuoi far ingelosire Kendall, ho capito che c’è qualcosa tra di voi, davvero. Ma non voglio essere messo in mezzo, risolvetela tra di voi se proprio dovete, okay? L’unica cosa che voglio è che mi lasciate fuori da questa storia. Non ho nulla contro di te, anzi! Penso che tu sia un ragazzo davvero dolce e simpatico, ma anche carino dai!, soltanto che io sono innamorato di Carlos capisci? E nel rispetto di ciò che provo nei suoi confronti non credo che sia giusto fingere di averlo dimenticato dopo due settimane scarse. Mi manca davvero tantissimo e non riesco a credere di essere stato talmente tanto idiota da rovinare in una manciata di minuti tutto quello che avevamo, non dopo tutta la fatica che avevamo fatto per ottenerlo. Comunque sia, l’unica cosa che voglio adesso è cercare di recuperare il mio rapporto con lui, costi quel che costi. Perché sono innamorato, innamorato davvero questa volta. E non mi lascerò sfuggire la possibilità di essere felice, non questa volta. Scusami.- e così dicendo si era alzato, lasciandolo solo in quello spazio angusto, accompagnato dal pensiero che gli sarebbe piaciuto davvero tanto di qualcuno in maniera così bella e profonda da non riuscire neppure a pensare alla possibilità di fare del male all’altro. Si chiedeva se sarebbe mai arrivato il suo turno di essere innamorato in quel modo e si chiedeva quando sarebbe successo. Si domandava anche se James fosse arrabbiato con lui, come Carlos, Kendall e una lista infinita di persone… la domanda che faceva più male di tutte era perché era destinato a far arrabbiare le persone anche quando era armato delle migliori intenzioni. E l’unica cosa che riusciva a farlo stare peggio era che non aveva i mezzi per rispondersi.
***
Quando nel pomeriggio era tornato a casa, era corso direttamente nella sua stanza, ignorando sua madre e sua sorella che avevano cercato più di una volta di bloccarlo. Si era tolto le scarpe e la camicia e ancora a petto nudo si era buttato sul letto, incrociando le mani dietro la testa e respirando profondamente. Riassunto veloce della giornata: giornata di merda. Lati positivi: la pasta della mensa era stranamente mangiabile. Lati negativi: non farei in tempo ad elencarli. La piccola discussione avuta con James lo aveva scosso più del previsto. Lo aveva visto all’uscita e anziché fare la strada verso casa a piedi si erano soltanto salutati con un cenno della mano e prima ancora che il moro riuscisse a rendersene conto, l’altro era sparito. All’uscita aveva intravisto di sfuggita anche Kendall e Carlos, ma erano così presi a guardarsi in maniera smielata negli occhi che lui aveva preferito fare dietro-front non appena aveva visto che si stavano muovendo nella sua direzione. Inoltre aveva preso una B- nell’ultimo compito di algebra e la professoressa gli aveva detto che se avesse continuato in quel modo avrebbe messo a rischio la sua media di A. Per concludere, una giornata orribile. L’unica cosa che chiedeva mentre si trovava in classe era di arrivare a casa e farsi una dormita per dimenticare tutto, mentre in quel momento la sola idea di dormire gli sembrava lontana anni luce. Sbuffando, aveva tirato fuori i quaderni e aveva inutilmente cercato di concentrarsi sui suoi compiti di grammatica. Dopo mezz’ora di tentavi andati a vuoto aveva lasciato da parte i libri per infilarsi sotto la doccia e aveva volutamente ignorato i richiami della madre, che si era preoccupata non vedendolo scendere per cena. In quel momento si trovava sdraiato su un fianco, cercando di ricordare tutti i ragazzi che aveva baciato dal primo anno di superiori fino a quel momento. Erano tanti, lo sapeva bene anche lui, ma il peggio era che la maggior parte di loro non aveva neppure fatto coming-out a scuola. Quindi tutti si erano convinti che Logan fosse il ragazzo buono per sperimentare cose nuove, nonostante lui stesso non si fosse mai spinto entro un certo limite. Al moro non dispiaceva uscire con gente nuova, ma di certo non gli andava propriamente a genio il fatto che sembrava che tutti lo trattassero come un fazzoletto: usato una volta e poi gettato via. Gli sembrava di starsi sprecando per un branco di idioti, ma quello era l’unico modo che aveva di fare esperienze. E lui voleva godersi la sua adolescenza finché durava, voleva vivere senza pensare a niente, senza controllo. Era quello che faceva infatti, ma alcune volte si sentiva dannatamente sbagliato. Sentiva che erano sbagliate anche le sue azioni, ma non faceva mai nulla per cambiare, forse per paura che un cambiamento avrebbe sconvolto il suo equilibrio già latente.  Alcune volte si sentiva inadatto, ma alla fin fine era convinto di star bene così. Un professionista probabilmente lo avrebbe definito come un comportamento autodistruttivo, sebbene a lui non importasse poi così tanto.
Gli dispiaceva comunque da morire il fatto che il suo comportamento lo avesse messo nei guai con James. Si era affezionato in maniera meravigliosa a quel ragazzo e non voleva che anche lui prendesse ad ignorarlo. Dopo tanta indecisione e tanti pensieri negativi, si era quindi deciso a scrivergli un messaggio. Non aveva ben chiaro cosa avrebbe dovuto scrivere, ogni cosa che digitava gli sembrava banale oppure scontata. Alla fine, rassegnandosi all’idea che in un modo o nell’altro sarebbe finito con l’essere scontato comunque, aveva scritto una sola parola, che sintetizzava tutto quello che sentiva:
Scusami.
Il punto fermo era una sua aggiunta, il suo modo per dire all’altro che avrebbe anche potuto non rispondere e che lui avrebbe capito comunque, che non doveva farsi problemi. Stranamente invece, la risposta era arrivata quasi immediatamente.
Non devi scusarti, sono io che ho sbagliato a comportarmi in maniera così fredda con te. Scusami tu, lo sai che in genere la delicatezza non so neppure dove stia di casa ;)
Logan aveva ridacchiato, mentre pigiava velocemente i tasti sul suo touch-screen per rispondergli.
Anche io diciamo che in quanto a delicatezza non sono proprio il massimo, ma diciamo che forse stiamo bene come amici anche per questo, no?
Si chiedeva se non stava iniziando a diventare un po’ tropo sentimentalista in quel periodo, ma sapeva che con James era una cosa che poteva permettersi senza farsi poi tanti problemi.
Certo che lo siamo! Adesso ti lascio perché temo che i miei esercizi di francese non decideranno improvvisamente di farsi da soli –magari lo facessero- Notte Henderson! Xx
Il moro era scoppiato a ridere ignorando il fatto che in quel momento somigliava tremendamente ad uno psicopatico e dopo essersi infilato il pigiama aveva risposto all’amico.
‘Notte anche a te Jamie, a domani! Xx
Si era poi infilato sotto le coperte sperando intanto che la sua prof dimenticasse di aver assegnato degli esercizi e poi che i suoi sogni non si popolassero di testoline bionde e spettinate un po’ troppo familiari che baciavano visi anch’essi troppo familiari. Oppure Kendall che gli urlava contro tutto il suo disprezzo, facendolo sentire piccolo e tremendamente inutile.
***
James era una delle persone più schiette che Logan conoscesse. Negli anni non aveva approfondito la conoscenza con lui, ma dalle descrizioni di Carlos e da quel poco che lui stesso era riuscito ad osservare in quei giorni che li avevano fatti avvicinare, era sempre più convinto della cosa. Non aveva paura di dire ciò che pensava e, sebbene fosse un po’ troppo ossessionato dai prodotti per i capelli, era davvero molto intelligente –e qui Logan era rimasto un po’ sorpreso, perché aveva sempre pensato che l’altro fosse un po’ stupido.- In ogni caso, stava avendo modo di rendersene conto anche in quel momento, mentre entrambi stavano sorseggiando la loro cioccolata calda all’interno di uno dei locali più graziosi della città, il Lima Bean. Il più alto lo osservava apertamente da sopra la sua tazza ancora fumante, segno che aveva qualcosa da dirgli. Avevano deciso di vedersi lì poco dopo la scuola, “Soltanto come amici” aveva precisato James, come se ce ne fosse bisogno. Non avevano più parlato di Carlos o di Kendall dal giorno della loro piccola discussione e per certi versi era meglio così. Quando era insieme all’altro Logan riusciva a dimenticare almeno per un po’ l’incasinata situazione sua e del suo migliore amico, che ormai non si parlavano da giorni.
-Ti posso chiedere una cosa?- aveva sbottato infine il più piccolo, evidentemente resosi conto che l’altro aveva notato che gli stava facendo una radiografia. Logan aveva annuito, continuando a bere la sua cioccolata. Era squisita e ancora perfettamente calda.
-Lui lo sa?- gli aveva chiesto. L’altro lo aveva guardato per infiniti, lunghi istanti con un sopracciglio inarcato, chiedendosi chi doveva sapere cosa. Di botto gli occhi furbi di James si erano spalancati per lo stupore e il castano si era ritrovato a sbattere le ciglia ripetutamente, fino a quando dalle sue labbra non era sfuggito un piccolo sospiro carico di quella che sembrava rassegnazione. Probabilmente, si era detto il moro, si era reso conto che lui non aveva la più pallida idea di che cosa stesse parlando.
-Davvero non capisci di cosa parlo?- Logan aveva scosso la testa, negando. Il modo di fare dell’amico stava davvero iniziando a confonderlo. Dopo la sua risposta infatti, l’altro si era preso la testa tra le mani e aveva iniziato a massaggiarsi le tempie, come se lo avesse colto un improvviso mal di testa. –Cavoli, è strano che io dica una cosa del genere a qualcun altro, dato che in genere sono io la persona alla quale dicono queste cose. Logan, sto parlando di Kendall.- a quel nome lo stomaco del ragazzo si era contratto involontariamente- Sa che sei innamorato di lui?
Il cuore di Logan aveva perso un battito a quelle parole. Sa che sei innamorato di lui? Innamorato di lui? Di lui? Le parole dell’altro continuavano a rimbalzargli nella testa, quasi come se si trovassero su un tappeto elastico. Andiamo, era una teoria ridicola. Lui non era…  insomma, non poteva essere… non riusciva neppure a pensarlo. Calma e sangue freddo, Logie. Tu non sei innamorato di Kendall. Cercando di convincersi della veridicità delle sue parole, aveva sollevato la testa che non si era neppure reso conto di aver chinato, verso l’altro, ridacchiando. A quella sua reazione James aveva spalancato gli occhi nuovamente, improvvisamente confuso.
-Ma si può sapere come ti è saltata in mente una teoria così strampalata, Jamie?- gli aveva chiesto e, non riuscendo più a trattenersi, era scoppiato a ridergli in faccia. Dopo qualche secondo, complice l’occhiata assassina che il castano gli stava rivolgendo, aveva smesso. Una mano era in automatico andata a scompigliare il ciuffo, segno che era nervoso per qualche motivo.
-Lo trovi divertente, Henderson?- aveva domandato l’altro- Beh, dico solo la verità, non sto inventando nulla.  Ho visto come vi siete guardati per le due settimane successive al cinema e ogni volta che cercavo di prendere l’argomento lui cambiava argomento e sono praticamente certo che era quello che facevi anche tu. So che tra voi due lì dentro è successo qualcosa, anche se non sono ancora riuscito a capire che cosa. Vedo come lo guardi ogni volta che vi incrociate per i corridoi e come ogni volta che lo vedi con- aveva deglutito a disagio, prima di riuscire a pronunciare quel nome che gli causava tanta sofferenza- Carlos speri sempre che il suo sguardo si posi su di te. Vedo anche come lo osservi di nascosto a lezione, quando pensi che nessuno se ne accorga. E tutte queste cose non fanno che confermare la mia teoria: che l’idea ti piaccia o meno, sei innamorato di lui. Perdutamente, oserei aggiungere.- Logan aveva aperto e richiuso la bocca più volte, senza sapere che cosa dire. Poi aveva scosso la testa, mentre pensieri diversi e talvolta contrastanti tra di loro gli affollavano la mente. Non poteva essere innamorato di lui, non dopo tutto quello che gli aveva fatto. Non dopo tutte le parole che gli aveva rivolto l’ultima volta che si erano parlati, no.
-Scordatelo, amico. Io non sono innamorato di lui, ma nemmeno per scherzo.
-Oh sì che lo sei.- aveva ribattuto immediatamente l’altro. Ormai era diventata una vera e propria sfida tra di loro. Ciascuno era determinato a dimostrare all’altro di avere ragione e nessuno dei due a quel punto si sarebbe tirato indietro. –Ti do giusto un paio di prove. Ieri, in mensa.- Logan ricordava bene quello che era successo. Si era girato per guardare Kendall e Carlos che ormai non facevano altro che ridere e scherzare insieme e aveva finito con il rovesciarsi addosso l’immangiabile purè che le cuoche si ostinavano a servirgli a mensa –Ti sei girato a guardarlo e ti sei buttato il purè addosso, è innegabile.
-Non è andata così- aveva detto rapidamente il moro, abbassando gli occhi in un vago tentativo di non rendere così evidente all’altro che stava mentendo- è colpa di Glenda, che senza occhiali non riesce nemmeno a capire di essere lei quando si guarda allo specchio. Era semplicemente convinta di avermelo messo in mano, quando aveva mandato il piatto direttamente sul pavimento- aveva pronunciato quelle parole con tono di sfida, dicendogli di provare a contraddirlo, se ne aveva il coraggio.
-Non è vero e tu lo sai. Ma comunque…- aveva fatto un gesto con la mano, come a dirgli di lasciar perdere quella storia- Sei innamorato di lui, perché continuare a negare la realtà? Altrimenti, e qui sta la prova schiacciante, non mi avresti chiesto di fingere che uscissimo insieme soltanto per farlo ingelosire- gli aveva esposto con tono gongolante. Il più basso si era mosso sulla poltrona, improvvisamente a disagio. Non sapeva come ribattere alle parole di James, perché sotto sotto sapeva che erano vere, almeno in parte.
-Non è così che stanno le cose… io cercavo semplicemente di impedire che trattasse Carlos come ha tratto me, dato che sembra che il tuo amico soffra di qualche turba mentale, anche piuttosto evidente a parer mio.
James aveva sbuffato, come a voler prendere in giro quel suo negare nonostante l’evidenza.
-D’accordo, come vuoi. Tanto lo so che sei innamorato di lui, si vede lontano un miglio. E sono certo che tu te ne sia reso conto. Liberissimo di continuare a negare, comunque, non posso di certo costringerti ad ammetterlo.- gli aveva detto, facendo spallucce- Comunque io devo scappare, se non sono a casa entro un quarto d’ora mia madre sguinzaglia la polizia- aveva esalato, afferrando rapidamente la giacca e il giubbotto. Aveva gettato una manciata di monetine sul legno rovinato del tavolo e si era diretto verso l’uscita, non prima di avergli rivolto un sorrisetto complice.
Poi si era voltato all’improvviso, come se un pensiero particolare lo avesse colpito solo in quel momento.
-Ah!- aveva esclamato, avvicinandosi nuovamente a lui –Quasi dimenticavo: alcuni amici danno una festa per Capodanno e mi hanno invitato. Hanno detto che potevo portare chi volevo, quindi verrai anche tu! E no, niente obiezioni… A domani!- aveva detto, correndo verso l’uscita e ignorando volutamente Logan che aveva aperto la bocca per ribattere. Lui odiava le feste. Specie quelle dove si beveva. E quelle piene di gente che non si rendeva conto di quello che faceva per via della musica troppo alta e dei sensi annebbiati dal fumo e dall’alcool. La sua solita fortuna, quella festa rispondeva ad entrambe le caratteristiche. Ci si sarebbe stato proprio da divertirsi.
***
Dato che sua madre non lo aspettava a casa per almeno un’altra ora, aveva deciso di fare un giro per la città. Con i suoi fedeli auricolari e la musica che gli dava una strana scarica di adrenalina, aveva preso il suo fedele skate e, dopo aver pagato le due cioccolate bevute soltanto a metà e ormai fredde, era uscito dal locale. Si era tirato sulla testa il cappuccio della testa e aveva iniziato a percorrere velocemente le strade, sperando che le parole di James, che gli si stavano pian piano insinuando fin sotto la pelle, sparissero dalla sua testa. Non riusciva comunque a smettere di pensarci. Esisteva davvero una possibilità che fosse innamorato di Kendall? No, affatto. Insomma… non era possibile, no. E quelle di cui parlava James erano pure e semplici coincidenze, non significavano nulla, giusto? Diamine, gli scoppiava la testa. Era pur vero che ormai non faceva che rendersi conto della presenza del biondo ovunque, come se avesse avuto un “Kendall radar” incorporato da qualche parte e che cercava sempre il suo sguardo, che l’altro non faceva altro che evitare. Possibile che si vergognasse di quello che gli aveva detto? E in quel caso perché non andava a parlargli? Beh, la risposta a quella domanda era piuttosto ovvia. Anche se il biondo si era pentito delle sue parole, neppure lui si era comportato in maniera troppo gentile. In realtà si era proprio comportato da stronzo, inutile negarlo. E cos’erano quei sensi di colpa che non riuscivano a lasciarlo in pace? Ed era soltanto la voglia di proteggere Carlos che lo aveva spinto a cercare di far ingelosire Kendall? Oppure voleva farlo ingelosire perché era geloso a sua volta? Era sempre più confuso, e le domande anziché diminuire, aumentavano.
Aveva svoltato un angolo, sfiorando abilmente due vecchie signore con le buste della spesa in mano e facendo slalom tra alcuni bambini che giocavano a campana, prima di vederli. Poco distanti da lui c’erano Carlos e Kendall, che camminavano vicini, con le mani che si toccavano e due identici sorrisi dipinti sui volti. Il latino doveva aver fatto una battuta, perché il biondo era scoppiato a ridere, passandosi una mano sul ciuffo spettinato, in un vano tentativo di trattenere le risate. Improvvisamente Logan si era conto di essersi fermato, quando alcune signore abbastanza giovani con dei passeggini lo avevano urtato, intimandogli in tono poco gentile di muoversi. Il moro aveva battuto le sopracciglia, prima di ripartire alla velocità della luce. I due erano davanti a lui, adesso riusciva a vederli in maniera sempre più nitida. Si guardavano negli occhi e si sorridevano in una maniera così intima che a Logan erano salite improvvisamente le lacrime agli occhi. Si era fermato e li aveva osservati fino a quando non avevano girato l’angolo, continuando a parlottare a bassa voce. Poi era sceso dallo skateboard e se lo era messo sotto braccio, mentre le note di “Don’t Stop Believin’” gli risuonavano nelle orecchie e si era messo a correre. Aveva continuato per un tempo che gli era sembrato infinito, fino a quando i muscoli non avevano iniziato a fargli troppo male e i polmoni avevano minacciato di uscire fuori dalla bocca. Si era ritrovato in un parco che non aveva mai visto prima, a quell’ora deserto. Si era lasciato cadere sulle ginocchia, ansate ed incurante del dolore che sentiva in ogni parte del corpo. Una lacrima ribelle gli era scivolata lungo la guancia, infrangendosi contro l’erba verde. Aveva poggiato i palmi a terra, facendo dei respiri profondi nella speranza di calmarsi. Alla fine aveva dato un pugno alla terra dura, urlando con quanto fiato aveva in gola.
Sì, era innamorato di Kendall. E faceva fottutamente male, più male di quanto pensava di poter provarne.
 
N.d.A. (Non datele ascolto!)
Ciao ragazzi! :D
Come state? Vi chiedo scusa per il colossale ritardo e anche per il fatto che non ho ancora risposto alle recensioni, ma è stata una settimana d'Inferno, nel vero senso della parola. In questo capitolo Logan si rende finalmente conto che i suoi sentimenti per il biondino vanno ben al di là della semplice attrazione fisica e per far questo ha bisogno di...? James! Che nella storia ho reso molto simile a Logan, per cercare di farli andare più d'accordo possibile. Nel prossimo capitolo vedremo il grande ritorno di Kendall e Carlos come personaggi principali e beh, vi dico soltanto che i Kogan ne vedranno delle belle... Bene, se riesco a scrivere un intero capitolo aggiorno domani, al massimo lunedì. Grazie mille ad ale e Dark per le loro recensioni e un grazie speciale a kendall che non mi molla un attimo e che mi sprona a non mollare e a Hoon che ha recensito quasi tutte le mie storie. Vi adoro!
Un bacio,
-Ice (:


   
 
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