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Autore: Mad_hatter_96    31/05/2015    0 recensioni
Solo gli specchi mostrano come siamo davvero e la realtà è dura da capire. Non eravamo nient'altro che un gruppo di sei ragazzi e tre ragazze a cui piaceva divertirsi con quel poco che potevamo rimediare in un piccolo paese come il nostro, d'estate al mare e d'inverno in un vecchio casolare abbandonato in un villaggio diroccato contornato da una splendida foresta. Un quadro perfetto che cercava di nascondere una grossa crepa nel muro.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La mia è una storia come tutte le altre mi sono diplomato, laureato, ho sposato una bellissima donna e ho avuto due stupende bambine (che adesso sono due stupende donne ). Quando la gente mi chiede del mio passato è così che rispondo, ma in realtà a chi voglio darla a bere. È vero ho fatto tutte queste cose ma è tutto il resto quello che conta nella mia storia. La mia vecchia nonna diceva che era meglio non guardarsi indietro o qualche spirito del passato sarebbe potuto tornare e per questo che ho taciuto per tutto questo tempo, ma è quando il tempo scorre sotto i tuoi piedi senza poter correre insieme a lui capisci che è quello il momento giusto per ricordare. Siamo fatti di carne che invecchia e marcisce ma la nostra anima può restare giovane per milleni, ed quando ha voglia di divorare ancora la vita che resta intrappolata sulla terra. Nel nostro vecchio paese non c'era molto da fare per divertirsi si andava al mare si pranzava dagli amici. Ma quell'inverno era così noioso che sembrava che non passare mai, io e la mia ragazza Diana passavamo molto tempo insieme, eravamo entrambi alle prime armi e una volta mentre eravamo nel capanno proprio mentre ero sul punto di farmi fare una sega ecco che il padre e il nonno entrarono di soppiatto io e Diana senza far rumore scomparimmo dietro delle balle di fieno. Suo padre ripeteva di non aver mai visto una cosa del genere e suo nonno blaterava qualcosa su un angelo della morte o qualcosa del genere che girava nella foresta. Avevo già sentito parlare di una cosa del genere era una leggenda per far mangiare i bambini, una specie di favola sull'uomo nero, che raccontava di un bambino che dopo aver disubidito ai genitori si inoltro nella foresta e al suo ritorno era diventato un mostro dagli occhi insanguinati e con la bocca traboccante di vermi che banchettavano con i suoi denti... La storia era più o meno quella ma nulla di reale io e i miei amici giocavamo sempre in quella foresta e avevamo ristaurato una casa del vecchio villaggio dove divertirci e stare tutti insieme. Li avevo perso la mia verginità ma non con Diana, il mio amico Mike e io eravamo entrambi sbronzi e eccittati dalle ragazze che da poco se ne erano andate e in quello momento quell'efebo biondo di Mike con i suoi baci e la sue mani così delicate erano meglio di qualsiasi cosa che potessi fare da solo e così fra una sua carezza e il suo profumo al giglio bianco mi lasciai andare. Al nostro risveglio decidemmo di cancellare dalle nostre menti tutto quello che era successo la sera prima. Era passato più di un mese da quando sia io che Diana non mettevamo piede nella foresta. Ma con l'arrivo del compleanno di Franz avremmo fatto presto ritorno. Le storie del nonno di Diana erano arrivato al suo orecchio tanto che talmente impaurita non faceva altro che ripetermi "Stammi vicino".
   
 
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