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Autore: sabdoesntcare    31/05/2015    4 recensioni
"Caro John". Sherlock inizia il suo post con queste due parole. E le ripete, quasi bloccandosi su di esse, perché forse racchiudono tutto quello che ha provato da quando ha conosciuto quel piccolo, fragile, fortissimo medico militare. Cerca di andare avanti, di tirare fuori ciò che quelle parole significano, ma è come cercare di togliere una spina dal cuore: è per il tuo bene, ma ti senti morire ogni volta che ci provi.
La storia inizia da qualche giorno dopo il matrimonio di John e Mary, tuttavia lei non è incinta.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Caro John.
Caro John... caro John. 
Non so che altro dire. Forse perché ciò che sto facendo è ridicolo, considerando che questa non è una vera e-mail e non la leggerai mai. E' che questo stupido sito sembra essere l'unico modo per liberarmi di questo problema. Ti ho visto scrivere per mesi su quel tuo blog e mi chiedevo perché quell'idiota della tua psicologa volesse farti scrivere su una diavoleria simile.

Poi però, credo di aver capito.
Vedi John, osservandoti ho notato che da quando hai iniziato a scrivere dei nostri casi è come se ti fossi riacceso.
Quando ti ho conosciuto avevi lo sguardo spento, cosa che insieme a tutto il resto tradiva in maniera imbarazzante quanto tu fossi stato colpito dall'esperienza in guerra, ma quando hai cominciato a raccontare le nostre avventure, 
mio Dio, John Watson io ti ho visto rinascere.
Così, quando sono tornato dal mio "viaggio nell'oltretomba", ho pensato di farne uno come il tuo.
Non per scrivere dei nostri casi ovviamente, credo che grazie a te l'intera Inghilterra ne abbia piene le tasche di ascoltare le avventure del signor Watson e Sherlock Holmes, 
è che come dicevo prima, ho un problema.
Questo può suonare strano ad un idiota qualunque che legga questo scritto, John.
Sherlock Holmes non ha problemi, li risolve. Non c'è niente che non sappia, che non gli sfugga.
Eppure tu sai che non è così. 
Più di una volta ti ho detto che eri un idiota, più di una volta mi hai detto che ero incredibile.
E col tempo ci siamo accorti che avevamo entrambi torto.
Io non sono che un uomo ridicolo, John.
E tu... tu sei il problema.
Non so perché ci ho messo così tanto a scriverlo, ma se non mi fossi obbligato a premere quella sequenza di lettere sulla tastiera, probabilmente sarei stato capace di scrivere un libro girandoci attorno senza mai confessarlo.
Io, Sherlock Holmes, sono un uomo ridicolo e mi odio per questo.
Perché ho sempre creduto di avere più cervello degli altri, per poi scoprire che ho soltanto meno cuore.
Anzi, non credo di aver mai avuto cuore prima di quel giorno.

Il giorno in cui sei entrato per la prima volta da una porta, trovando me dall'altra parte.
Il giorno in cui ho alzato gli occhi dal microscopio e ho visto un uomo segnato, ferito, ma non meno banale degli altri.
E a ripensare a quanta presunzione io abbia avuto di fronte a un uomo così incredibile, ad un essere così unico, John io posso solo criticarti di non avermi mai picchiato abbastanza forte quando la mia stupidità ti faceva perdere ogni freno.
Quando sono tornato con la mia sciocca e infantile entrata in scena, non mi hai colpito con la dovuta forza. Avresti dovuto rompermi le ossa in mille pezzettini.
Perché me lo meritavo. E tremo, nell'accorgermene solo ora.

La stanza non è mai stata così fredda. Vorrei poter dormire, o perdere il sonno su qualche caso interessante, invece sono qui a struggermi per te. Perché non posso alzarmi da questa scrivania per venirti a spiare mentre dormi, non posso prepararti la solita colazione con bulbi oculari nascosti nella tazza, non posso sentirmi mancare il fiato nel guardarti fare la tua solita faccia da nano brontolone quando ti faccio arrabbiare.
Perché ora sei a casa tua, John, non a casa nostra.
Sei con Mary. Sei con la donna che ti ha reso felice dopo che sono andato via, e dovrei ammirarla per questo. E ti giuro, ti giuro su tutto ciò che ho di più caro, cerco di farlo.
Ma è come se non ci riuscissi. Sento che mi ha portato via l'unica cosa che io abbia mai veramente avuto.
Ma mi sbaglio, lo so.
John, se la vita ti regala qualcosa, o qualcuno, e tu non fai di tutto per dimostrare che quel qualcosa ha valore, se dici a quella persona che è un idiota, se metti a dura prova la sua pazienza tutti i giorni e... e non gli fai capire che la ami, allora tu non hai nessun diritto su quella persona o cosa.
Ho torto e lo so, perché tu sei suo di diritto.
E odio avere torto, perché è una sensazione nuova per me.
Così come l'essere turbato, o fragile.
Io non sono mai stato fragile. Non c'è n'è bisogno quando ti muovi per tutta la tua vita nel campo della logica.
Ma qui, in questa strada buia e senza segnale che è il mio cuore, la logica non funziona.

John, per la prima volta, io ho paura.

Postato da: Sherlock Holmes
Ore: 4:57 A.M.
   
 
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