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Autore: Jade Tisdale    31/05/2015    1 recensioni
La storia si ambienta dopo l'episodio 46 dell'anime, in cui Pam capisce che la presenza di Mark nella squadra da' molto fastidio a Ryan. Quest'ultimo è confuso, non riesce a capire quali siano i suoi veri sentimenti per Strawberry: all'inizio ne è molto geloso, ma poi, con il tempo, sembra quasi che non gli importi più di lei. E di certo, il fatto che si avvicini a Pam non migliora le cose.
Intanto, Mina fa di tutto per attirare l'attenzione della modella, che si dimostra sempre gentile con tutti meno che con lei. La Mew Blu non capisce se l'amica la odi, o semplicemente non noti i suoi segnali.
Mina e Ryan sono confusi. Entrambi tengono molto alla stessa persona -che, purtroppo, è difficile da capire- e non sanno come comportarsi. Riusciranno a farle comprendere i loro veri sentimenti?
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mint Aizawa/Mina, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dietro un abbraccio si nascondono mille parole

 

 

Strawberry sospirò, iniziando a muovere le braccia sempre più lentamente. Uno strano pensiero le balenava in testa già da un po', e pur dovendo semplicemente spazzare il pavimento, non riusciva a rimanere concentrata sul suo compito.
«Uffa! Non è giusto!»
Le quattro combattenti si voltarono verso la loro leader, che stringeva con rabbia il manico della scopa tra le mani, mentre Ryan, in piedi vicino al bancone, continuò a sfogliare distrattamente il suo giornale, senza rivolgere troppa attenzione alla scena.
«Oneechan, va tutto bene?» trillò Paddy, dirigendosi verso l'amica con dei piccoli saltelli.
«No, per niente! Va tutto malissimo!»
«In effetti ultimamente sei un po' giù di corda. Per caso è successo qualcosa con Mark?»
«Hai centrato il punto Lory» ammise la Mew Neko, sospirando nuovamente. «Ultimamente ci vediamo solo durante le battaglie, e raramente a scuola: è così impegnato che non può nemmeno lavorare al Caffè. Non è che mi tradisce con un'altra?!»
A quell'esclamazione, per la prima volta in vita sua, Ryan non provò alcuna forma di fastidio o gelosia: sul suo viso, al contrario, andò a formarsi un piccolo sorriso divertito. Se prima il solo pensiero di una Strawberry convinta di avere dei problemi di coppia con Mark lo faceva innervosire, adesso trovava la cosa molto esilarante.
«Andiamo Strawberry, Mark non è proprio il tipo! Lui ti vuole troppo bene per tradirti con un'altra!» esclamò la Mew Focena, convinta delle sue parole.
Paddy, al contrario, si massaggiava il mento col pollice e l'indice, e aveva uno sguardo pensieroso: «Credete che sia il caso che io ricominci a fare le predizioni?»
«No, non ce n'è bisogno Paddy» esordì Pam, incrociando poi lo sguardo della Mew Rosa. «Siete praticamente alla fine dell'anno scolastico, ed essendoci numerosi esami, è normale che Mark passi il suo tempo chiuso in casa a studiare. E poi, da quanto ho capito, recentemente si sta allenando duramente per delle gare di kendo, è corretto? Perciò, credo che trovare il tempo per partecipare alle nostre battaglie sia già un enorme sacrificio per lui. Dubito che quel ragazzo ti tradisca: certo, io non lo conosco quanto te, ma nell'ultimo anno non hai parlato male di lui neanche una volta, il che mi fa pensare che sia un ragazzo per bene.»
Strawberry scosse freneticamente la testa, le guance leggermente arrossate.
«Sì, Pam, hai ragione tu. Mark è un ragazzo dolcissimo, è solo che a volte fraintendo ogni cosa! Non so proprio come fai a conoscere risposta ad ogni mio dubbio!»
La modella scoppiò in una risata cristallina, come non se ne erano mai sentite da parte sua: «Quando si è innamorati è normale avere dei dubbi! Bisogna solo aprire gli occhi ed essere certi della mossa da fare» concluse, con un occhiolino.
«Grazie del consiglio, ne farò tesoro!» proseguì la rossa, raggiante.
Un tonfo attirò l'attenzione di tutti i presenti, anche quella dell'americano, che fu il primo a voltarsi in direzione del rumore.
Ai piedi di Mina vi era la sua scopa, che presentava una piccola crepa causata dal colpo ricevuto: la Mew Lorichetto iniziò a respirare in modo irregolare, le mani strette a pugno lungo i fianchi.
«Mina, che hai?» domandò la Mew Gialla, muovendo qualche passo verso di lei.
«Va... tutto bene» disse la blu, la voce spezzata da un'imminente pianto.
«Non mi sembra che vada tutto bene. Perché stai piangendo?» proseguì la leader del gruppo, confusa da quella reazione.
«È tutto a posto... davvero, io sto...»
La ballerina singhiozzò, maledicendosi mentalmente. Scoppiare a piangere davanti a tutti non era di certo il suo più grande desiderio, ma ormai, era diventato difficile controllare le sue emozioni.
«Mina, vai in bagno a darti una rinfrescata.»
Strawberry, dopo aver udito le parole di Ryan, si voltò di scatto verso di lui: che sapesse qualcosa?
La blu annuì lentamente, e con lo sguardo basso, si diresse verso il piano superiore, sotto gli occhi confusi delle presenti.
«Che succede a Mina oneechan?»
La Mew Gatto non rispose al quesito di Paddy: si avvicinò invece all'americano, che la scrutava di sottecchi.
«So che non stai più leggendo da un bel pezzo» esordì la rossa, prendendo il giornale dalle mani di Ryan. «È quello che penso io?»
Il biondo annuì impercettibilmente, incrociando poi gli occhi inespressivi -come sempre, d'altronde- di Pam. Subito dopo, anche Strawberry la osservò con uno sguardo preoccupato, e le restanti due guerriere imitarono il gesto.
La modella strinse le mani intorno al manico della scopa: «Perché guardate tutti me?»
«Perché continui a comportarti così? Perché continui a farla stare male? Perché-» sbottò la leader, ma fu bloccata dalla presa di Ryan sul suo braccio.
«Lascia fare a me» sussurrò, rivolgendosi poi alle altre. «Paddy, Lory, Strawberry, andate a vedere come sta Mina. Pam, vieni con me in cucina, per piacere.»
La diretta interessata fece come le fu chiesto, una smorfia indefinita stampata in viso: seguì il biondo nella stanza adiacente e lo osservò con apparente indifferenza.
«Vuoi farmi il terzo grado, Shirogane?» soffiò la viola, incrociando le braccia.
Il ragazzo socchiuse gli occhi: «Voglio solo farti capire che comportarti così non ti porterà da nessuna parte.»
«Mi comporto come mi pare.»
Il biondo sospirò sonoramente. Pam non parlava quasi mai, ma quando lo faceva, con le sue frecciatine, riusciva a farlo subito innervosire.
Un po' come faccio io con Strawberry, forse?
L'americano scacciò subito quel pensiero dalla testa e rivolse nuovamente la sua attenzione alla ragazza che si trovava davanti.
«Ricordi quello che ti ho detto quella sera a casa tua?»
«Molto spesso parli a vanvera. Soprattutto quella sera.»
«Sai bene cosa intendo.»
La ragazza abbassò lentamente lo sguardo, e inspiegabilmente, iniziò a sentirsi a disagio: «Hai delle amiche che tengono molto a te. Dovresti cominciare a fidarti e ad essere più aperta con loro» sussurrò, incrociando nuovamente lo sguardo di Ryan. «Sono queste le parole che hai usato, giusto?»
Lui annuì lentamente, delineando un sorriso. «Esattamente.»

 

«Ma ci sono anche dei lupi ragionevoli e amici dell'uomo, mica tutti sono feroci!»

 

Le parole di Strawberry riecheggiarono nella sua mente senza che lei se ne accorgesse, e sussultò.
Ryan se ne accorse, ma non fece domande, anzi, proseguì con il suo discorso: «Non posso farci niente se questo è il tuo carattere, ma devi capire che questa storia deve finire. Se non ci sono fiducia e armonia tra di voi, la squadra si scioglierà.»
«Mina si fida di me» disse la Mew Lupo.
Ma l'americano ruotò leggermente la testa di lato, perplesso: «Ne sei sicura?»
Sì, ne era sicura.
Si era fidata di lei quando le aveva detto che tornare a combattere era la cosa giusta da fare. (*)
Si era fidata di lei quando, poche settimane prima, le aveva fatto credere che sarebbe tornata in America, quando invece era tutta una tattica per farle capire che era forte anche senza la sua presenza.
E si sarebbe fidata anche questa volta.
Mina era la ragazza più sveglia che avesse mai conosciuto, e Pam era certa che, presto o tardi, la ballerina avrebbe capito che la sua era una semplice maschera.
O forse no?
«E tu... tu ti fidi di Mina?» proseguì l'americano.
La ragazza non fece in tempo a rispondere: la loro attenzione fu attirata da una terza voce.
«Non riusciamo a trovare Mina.»
I due si voltarono verso la fonte di quella voce: Strawberry se ne stava sulla soglia della cucina, la fronte leggermente sudata, e dietro di lei vi erano anche Lory e Paddy.
«Probabilmente sarà già tornata a casa» ipotizzò Ryan, puntando le sue iridi cerulee in quelle preoccupate della ragazzina. «State tranquille, sono certo che si riprenderà presto» concluse, lanciando poi un'occhiata alla modella.
Quest'ultima provò una strana sensazione, ma senza dire nulla, riprese in mano la scopa e proseguì con il suo lavoro, ignorando gli sguardi angosciati che la stavano fissando.

 

 

Il portone d'ingresso di villa Aizawa si spalancò, e sulla soglia comparve la piccola figura dell'anziana balia di Mina, che rivolse a Pam uno dei suoi sorrisi più raggianti.
«Buonasera, signora.»
«Buonasera a te. Sei una delle amiche di Mina, non è così?»
La diretta interessata annuì: «Oggi è tornata prima dal lavoro perché non si sentiva molto bene. Sono passata per sapere come stava.»
«A dire la verità, Mina non mi ha detto di stare male...» ammise la balia, mostrando i primi segni di preoccupazione. «In effetti questa sera non ha toccato cibo, ma non è la prima volta che succede, perciò non ho fatto domande...»
Pam irrigidì la mascella. «Dov'è lei ora?»
«Ha detto che sarebbe andata a fare una passeggiata, ma ha dimenticato a casa il suo cellulare.» L'anziana si strinse nelle spalle, sospirando. «Ormai si sta facendo buio... manderò una delle cameriere a cercarla. Dirò a Mina che sei passata.»
E, prima che la viola potesse aggiungere altro, il portone si chiuse con uno scricchiolio a dir poco sgradevole.
Pam sospirò: ben presto si sarebbe sicuramente domandata dove fosse andata a cacciarsi quella ragazzina, se solo la risposta non fosse stata sotto ai suoi occhi.
O forse è meglio dire sopra.
«Che cosa ci fai tu qui?»
Una voce rotta dal pianto, una voce carica di malinconia che la modella conosceva bene: alzò lo sguardo al cielo, incrociando gli occhi rossi e stanchi di Mina, che la osservava dal terrazzo della sua camera.
Con un balzo, la Mew Lupo la raggiunse, fermandosi ad un paio di metri di distanza da lei: «Volevo sapere come stavi.»
«Proprio tu, che non ti preoccupi minimamente di me?»
«Sì, io» ribatté secca la modella, osservando severamente la Mew Blu. «Cosa ti fa credere che non mi interessi a te?»
Mina si voltò verso la portafinestra della sua stanza, osservando il proprio riflesso cupo e triste.
«Quando parli con Strawberry, sei sempre così sorridente, e ho cominciato a pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato in me. Quando ti rivolgo la parola, difficilmente mi dai corda, e credo che nell'ultimo anno tu mi abbia sorriso una, forse due volte.»
«Mina... questo non significa nulla.»
«Significa, invece.»
La ballerina strinse le mani a pugno, mentre le lacrime cristalline continuavano ad accarezzarle silenziosamente le guance.
«Non ti importa niente di me, e non fingere il contrario!» esclamò, alzando un po' la voce.
Un attimo dopo, una strana sensazione di calore le pervase la schiena, e Mina, al vedere nella finestra il riflesso di Pam che l'abbracciava da dietro, credette di avere un'allucinazione.
Quando mai, la Mew Lupo, l'aveva abbracciata di sua volontà?
Quella stretta, però, durò solo pochi secondi. Un ricordo si impossessò dell'attenzione di Mina, rovinando subito quel momento unico e irripetibile.

 

«Sai sono molto felice che tu faccia parte della nostra squadra, sei la benvenuta!»
La voce di Pam, così dura e decisa, la fece rabbrividire. «No, ti sbagli.»
Sussultò. «Come?»
«Io preferisco lavorare da sola. Mi dispiace.» Si leggevano chiaramente lo stupore e l'incredulità stampati nel viso delle quattro Mew Mew, in particolare nel volto di Mina. Ma la viola non si voltò nemmeno a guardarle, e proseguì: «Non ho bisogno di una squadra, sono un lupo solitario.»
Gli occhi della Mew Lorichetto cominciarono ad inumidirsi. «Non dire così... finalmente ti abbiamo trovata!» Singhiozzò, lasciando che le sue emozioni la guidassero. «Tu sei una di noi, lo vuoi capire!? Ti prego Pam!»
Ed era corsa verso di lei, verso il suo idolo. L'aveva stretta a sé con forza, come a farle capire che non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare, ma la Mew Viola la fece allontanare con un gesto del braccio.
«Vattene via!»
Mina cadde rovinosamente a terra: umiliazione e disperazione descrivevano appieno le emozioni che provava in quel momento, ma la voce della quinta Mew Mew attirò nuovamente la sua attenzione.
«Lasciatemi in pace, voglio starmene da sola!»
«Ti prego... pensaci bene!» la implorò la blu, cercando in ogni modo di farle cambiare idea.
Ma Pam, dopo averle riservato un'ultima occhiata, se ne andò, uscendo in fretta dalla Chiesa. E Mina rimase a terra, con le lacrime che non volevano smettere di cadere.

 

Le gambe di Mina tremavano, e il battito del suo cuore era accelerato a dismisura.
Non avrebbe voluto compiere quel gesto, anzi, di sicuro era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare, ma la testa le scoppiava, i ricordi erano offuscati, e immaginando di rivivere quel maledetto giorno, scansò Pam così come aveva fatto la modella con lei un anno prima.
La Mew Wolf, fortunatamente, non perse l'equilibrio, ma il colpo della ragazzina le fece indolenzire il polso.
La sua voce si ridusse ad un sussurro, mentre cercava di capire cosa avesse condotto la Mew Blu a compiere quel gesto. «Mina...»
Quest'ultima, al sentir pronunciare il suo nome, ritornò alla realtà. Osservò il polso leggermente arrossato della viola, e si diede della stupida mentalmente.
Che cosa ho fatto?
Alzò lo sguardo, e incrociò gli occhi zaffiro di Pam, più confusi che mai. Per un attimo, le parve quasi come se il suo cuore si stesse contorcendo: come le era saltato in mente un gesto simile?
«M-Mi dispiace...» balbettò, muovendo qualche passo incerto verso il parapetto. «Mi dispiace tanto... io non... io non volevo...»
La ragazza si sporse sulla ringhiera, e dopo aver preso un respiro profondo, balzò a terra, iniziando a correre verso una meta sconosciuta. Superò rapidamente il cancello della villa, e non si preoccupò minimamente della voce di Pam che la chiamava ripetutamente.
Riusciva a sentirla. Percepiva i suoi passi inseguirla, e malgrado una parte di lei avrebbe tanto voluto voltarsi e accogliere nuovamente la Mew Lupo tra le sue braccia, l'altra parte le stava impedendo di fermarsi.
Superò diversi semafori, piazze, fino a doversi stringere in alcuni vicoli. Probabilmente aveva corso per più di un chilometro, e non era ancora riuscita a seminare la viola, che al contrario, l'aveva quasi raggiunta.
Non sapeva nemmeno lei da che cosa stava scappando. Da chi stava scappando.
Da casa sua? Da Pam? Dalla sua vita?
Le gambe cominciarono a farle male, la testa a pulsarle. Per un istante, la vista le si offuscò, e Mina fu costretta a fermarsi.
Poi, davanti a lei, comparve una figura in viola: possibile che la modella fosse riuscita a superarla senza che lei se ne accorgesse?
«Pam, ti prego» esordì, cercando di non ricominciare a piangere «lasciami sola!»
Ma la figura la osservò con indifferenza, e solo allora, dopo aver aperto e chiuso ripetutamente gli occhi un paio di volte, la Mew Bird capì che non si trattava della collega.
«Credo che tu abbia sbagliato persona, Mew Mew.»
La voce di Pie arrivò chiara alle sue orecchie, ma prima che potesse compiere qualsiasi movimento, l'alieno generò un fulmine con il suo ventaglio: Mina osservò con gli occhi sbarrati la scia luminosa dirigersi verso di lei, e subito dopo, si ritrovò pochi metri più indietro.
Pam, trasformata, la mise delicatamente a terra, dopodiché si voltò e scattò verso il nemico. Pie piegò nuovamente in avanti il ventaglio: «Attacco congelante!»
La Mew Lupo schivò appena i dardi di ghiaccio, che andarono ad attaccarsi al terreno, congelandone una piccola parte. La ragazza partì nuovamente all'attacco, utilizzando la sua frusta: Pie schivò prontamente la scia viola, ma Mew Pam non si dette per vinta, e scagliò una serie di numerosi attacchi, facendo volare l'alieno da una parte all'altra. Quest'ultimo evitò i colpi per quasi un minuto, ma ad un certo punto, la sua pazienza si esaurì: «Sono stufo di questo gioco, ragazzina! Adesso ti faccio vedere io: elettro siluro!»
La scarica elettrica neutralizzò la scia viola, e la frusta di Pam fu scagliata lontana dalla ragazza, che si affrettò a recuperarla; Pie generò un enorme chimero. Quest'ultimo fece rabbrividire Mina, che nel mentre, si era alzata in piedi. Si trattava di una sorta di chimero spazzatura, altro un paio di metri, il corpo color legno e le braccia di un verde scuro, con qualche coccio giallo e rosso in varie parti del corpo.
«Buon divertimento, ragazze» furono le ultime parole del viola, prima che si teletrasportasse altrove.
Mew Pam strinse la frusta con forza, osservando schifata il chimero che si trovava davanti: emanava un odore a dir poco sgradevole e di certo il suo fiuto sviluppato non era d'aiuto in quel momento.
Il nemico emise uno strano verso, simile ad un urlo, e subito dopo, alcuni cocci rossi e gialli si sparsero nel vicolo. Mew Pam li schivò con molta difficoltà: erano grossi quanto una mano e molto numerosi. Ad un tratto, un coccio giallo andrò a sbattere contro la sua caviglia, tramutandosi in una gelatina molto potente, simile all'attacco di Mew Paddy: la modella si ritrovò così costretta a muoversi con un solo piede, perché poggiare a terra l'altro avrebbe significato rimanere incollata alla strada.
Un coccio rosso atterrò a pochi centimetri da lei, e l'effetto fu immediato: una piccola esplosione, all'apparenza non pericolosa, che formò un cratere. Di conseguenza, se il coccio fosse entrato a contatto con un essere vivente, gli avrebbe sicuramente provocato delle lesioni gravi.
Mew Pam balzò in aria e puntò la sua arma contro il chimero: «Fiocco d'Energia!»
Il colpo andò a segno, facendo perdere per qualche secondo l'equilibrio al nemico, che non appena si risistemò, osservo minacciosamente l'artefice di quell'attacco. Dalla sua bocca uscì nuovamente quel rumore acuto, dopodiché i cocci si sparsero ancora, mettendo la Mew Viola in seria difficoltà, considerando che non poteva poggiare a terra il piede sinistro.
La sua attenzione, però, fu catturata da Mina, che se ne stava in un angolo a osservare la scena, senza muovere un dito.
La scena di pochi minuti prima si ripeté; Mew Pam le cinse la vita e la salvò appena in tempo, prima che una serie di cocci rossi la colpissero.
«Si può sapere perché non ti trasformi?» sbottò, scrutando la blu. Quest'ultima osservava un punto fisso davanti a sé, e pareva che non avesse udito le parole della modella. La ragazzina si lasciò andare tra le braccia della Mew Wolf, segno che era molto debole: quest'ultima poggiò il dorso della mano sulla fronte di Mina, rendendosi conto che era molto calda.
Ha la febbre intuì, mentre il respiro della collega si faceva sempre più affannoso. Aveva gli occhi lucidi, sofferenti. La fece sedere con la schiena appoggiata al muro, dopodiché, scattò verso il nemico, intenzionata a porre fine a quell'inutile battaglia.
La ragazza attese l'ennesimo attacco del chimero. Solo allora un'idea le balenò in testa, un'idea che richiedeva precisione, velocità e pazienza. Si posizionò esattamente di fronte ad un coccio rosso, e quando esso fu a pochi metri da lei, scagliò il suo attacco, rispedendolo in direzione del legittimo proprietario. Vedendo che una parte del chimero spazzatura si era letteralmente frantumata, la Mew Viola ripeté rapidamente l'azione coi vari frammenti rossi, fino a quando il chimero si sciolse completamente, ritornando al suo stato primario -quello di Para Para-, e in automatico, svanì anche la gelatina sulla sua caviglia.
La Mew Mew tirò un sospiro di sollievo: era stato fin troppo facile sconfiggere quel chimero, ma non se ne preoccupò.
Dedicò nuovamente tutta la sua attenzione a Mina, correndo verso di lei, ancora seduta a terra. Quando Pam la scosse leggermente, però, questa non si mosse: era svenuta.

 

 

Aprì gli occhi con delicatezza, ritrovandosi ad osservare il suo ciondolo Mew, poggiato su un comodino che non riconosceva.
Si guardò intorno, alla ricerca di un punto di riferimento: la stanza era arredata con dei mobili moderni, di vari colori. Vicino alla portafinestra, oltre la quale vi era sicuramente un grande terrazzo, spiccava un tavolino circolare, con sopra un pc portatile e il suo vestito perfettamente piegato. Sul comodino vi erano inoltre un'abat-jour, un paio di occhiali da sole scuri e i copioni di un film.
Non furono tanto i copioni a farle capire che quella era la camera di Pam, quanto il colore della vestaglia che indossava, viola, e gli occhiali, che erano i preferiti della modella.
La ballerina si alzò, e mosse qualche passo incerto a piedi nudi sul freddo pavimento: solo allora si rese conto che, di fronte al letto, vi erano un paio di pantofole celesti. Le indossò: erano comode e morbide e decisamente della sua misura.
Abbassò con cura la maniglia della porta, ritrovandosi in un corridoio largo e lungo. Proprio in quel momento, sulle scale comparve la snella figura di Pam, che la guardò dritta negli occhi per un paio di secondi.
«Cos'è successo?» domandò, con voce tremante. «Voglio dire, mi ricordo di Pie e di quell'orrido chimero, ma poi... non ricordo nulla.»
«Sei svenuta» disse semplicemente la viola, avvicinandosi alla ragazza. Le rivolse un'occhiata severa, e per un secondo, la Mew Bird ebbe paura del suo sguardo. «Avresti dovuto trasformarti. O almeno dirmi che avevi la febbre. Sei stata un'imprudente.»
Seguì un silenzio imbarazzante, che suscitò in Mina una disperata voglia di scoppiare a piangere, o di scappare. Andava bene qualsiasi cosa, ma trascorrere degli interminabili secondi sotto lo sguardo accusatorio di Pam, non era per niente piacevole. Ma compiere uno di quei due atti, avrebbe significato dimostrare per l'ennesima volta a Pam e a sé stessa che era un'immatura.
«Mi dispiace» sussurrò la blu, socchiudendo un poco gli occhi, nel tentativo di reprimere le imminenti lacrime. «Mi dispiace per tutto. Per l'imprudenza, per aver rifiutato l'abbraccio, e per ciò che ho detto. Mi dispiace.»
La Mew Lupo incrociò le braccia, ammiccando un sorriso amaro: «Un fondo di verità nelle parole che mi hai detto c'è.»
«No, non è così. È normale che tu preferisca parlare con Strawberry, lei non ti sta appiccicata come me, non ti assilla ogni momento con delle richieste stupide. Sono solo una ragazzina petulante che non ti lascia in pace un momento.»
«Ti sbagli, Mina. Sei molto più di questo.»
La ragazzina si strinse nelle spalle, confusa. «Io non...»
«Tu sei un'amica. O meglio, la mia unica amica.»
La Mew Lorichetto si sentì pervadere da una strana sensazione: una lacrima attraversò solitaria la sua guancia destra, e subito dopo ne seguirono tante altre, una per ogni parola che uscì dalla bocca di Pam.
«Ti ho fatta piangere, arrabbiare e disperare molte volte, e non ho mai mosso un dito per rimediare. Sono io a doverti chiedere scusa. Non sono brava a dimostrare i miei sentimenti.» Sospirò, nel disperato tentativo di fermarsi, di non dire altro. Doveva reprimere i suoi sentimenti, doveva comportarsi come aveva sempre fatto, o avrebbe sofferto. Ma dover parlare faccia a faccia con Mina, in lacrime, la rese debole. Forse troppo. «Tendo a proteggere le persone a cui voglio bene allontanandole da me. Sono fatta così. Sono inseguita dalla costante paura che, se qualcuno mi resta vicino troppo a lungo, potrebbe capitargli qualcosa di brutto. Ho il terrore di non riuscire a proteggere le persone che amo, e preferisco che imparino ad andare avanti da sole, senza il mio aiuto. Mi da' un senso di sicurezza che non puoi lontanamente immaginare.»
Un brivido attraversò la schiena della ballerina, che moriva dalla voglia di abbracciare Pam. «È per questo che quella volta hai detto a Strawberry di prendersi cura di me?» (**)

 

«Strawberry, prenditi cura di Mina. A volte il futuro ti appare con una lucidità che fa paura, e diventa un fardello pesante da sostenere. Ora soltanto tu puoi aiutare Mina.»

 

Al sentir quelle parole, la modella constatò che la leader della squadra aveva riferito tutto alla diretta interessata. «Sì, è così.»
Mina trattenne con fatica un singhiozzo, ma le sue guance erano ancora umide. «Ultimamente piango troppo.»
Quel pensiero sarebbe dovuto rimanere nella sua testa, ma senza rendersene conto, la Mew Blu lo aveva rivelato, come se fosse stata una cosa normalissima. Si affrettò a portarsi le mani davanti alla bocca, come per far capire alla Mew Wolf che le era sfuggito. Quest'ultima scosse la testa in modo impercettibile, e strinse Mina in un caldo abbraccio. Rimasero in quella posizione a lungo, ognuna immersa nei propri pensieri. Piano piano, le guance della blu, da bagnate, divennero rosse, ma non dall'imbarazzo, bensì a causa della sua temperatura alta.
«Poco fa ho chiamato a casa tua, e ho riferito alla balia che avresti dormito qui.»
La ragazzina alzò lo sguardo, sorpresa: «Dormirò qui?»
La viola abbozzò un sorriso. «Hai la febbre. Credi davvero che ti farò tornare a casa in queste condizioni?»
«Ma se resto qui rischio di far venire la febbre anche a te...»
«Va bene così, Mina. È il minimo che possa fare.»
La Mew Bird ricambiò il sorriso, sentendosi esageratamente felice dopo tanto tempo.

 

 

Il risveglio, la mattina seguente, fu molto tranquillo. La febbre di Mina era completamente passata e la modella l'aveva riaccompagnata a casa verso l'ora di pranzo.
«Ti ringrazio per l'ospitalità» soffiò la blu, mentre le due attraversavano l'enorme cortile di villa Aizawa. «E per la sincerità. Non dev'essere stato facile per te rivelarmi quelle cose.»
La modella abbassò un poco lo sguardo, rimuginando su quanto accaduto. «No, infatti.»
Mina la osservò confusa, ma non aggiunse altro.
«Dirò a Ryan che ti sei presa un giorno libero per riposare. Ci vediamo domani?»
La blu annuì allegramente. «Sì, a domani.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*)= Episodio 21.
(**)= Episodio 42.


 

 

 

 

 

 

Questo capitolo non è esattamente come me lo ero immaginata, ma di sicuro Pam sarebbe stata troppo OOC, quindi ho dovuto limitare alcuni dialoghi.
Mi piace inserire alcuni flashback, anche brevi, nei capitoli. È bello vedere come interagiscono i personaggi ripensando loro passato, o con alcuni fatti già avvenuti che si riflettono sul loro presente.
Si può dire che la "vera" amicizia tra Mina e Pam inizi ora. La modella ha solo rivelato una piccola parte di ciò che pensa a Mina, e d'ora in poi sarà di certo più gentile dei suoi confronti, ma credo che prima di diventare amiche al 100%, dovranno superare molti ostacoli e molte prove. Sempre sperando che la long abbia la stessa conclusione alla quale sto pensando adesso, e che non mi venga qualche altra idea strana col tempo xD

   
 
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