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Autore: Kerri    01/06/2015    5 recensioni
Sono felice di partecipare a questa nuova iniziativa: 12 Months CaptainSwan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai CaptainSwan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: Neve,camino, pattini
Febbraio: Maschera, San Valentino, Super Bowl
Marzo: Donne, risveglio, altalena
Aprile: Scherzo, cioccolato, pigiama
Maggio: Fiori, pick nick, barca
Giugno: Estate, ciliegie, doccia
Luglio : Spiaggia,temporale, gelato
Agosto: Stelle, calore, mare
Settembre: Vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno (Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: Candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VI. Giugno – Sei tu la mia città

 

«Buongiorno raggio di sole!»
Killian mugugnò qualcosa e si girò dall’altro lato del letto, affondando maggiormente la testa nel cuscino. Emma non si arrese, quel giorno si era svegliata stranamente di buon umore. Si diresse verso la finestra e la spalancò, lasciando che la stanza si illuminasse.
«Andiamo tesoro, altri cinque minuti! A che ora siamo andati a dormire ieri? Le tre?»
«Le due e mezza!» precisò Emma. Le guance le si imporporarono leggermente, al ricordo della notte appena trascorsa.
La luce aveva ormai riempito ogni angolo della camera e Killian non poté fare altro che aprire gli occhi. Si massaggiò un po’ le tempie e si stiracchiò. Poi si alzò a sedere, poggiando la schiena sulla spalliera del letto e solo in quel momento, notò l’enorme vassoio poggiato sul comodino. Vi erano due tazze di cioccolata calda, rigorosamente con cannella e delle fette biscottate.
«Ho preparato la colazione!» spiegò Emma, notando la direzione del suo sguardo. Poi la donna si accomodò accanto a lui, poggiandosi il vassoio sulle gambe nude.
«Pensavo l’avessi preparata per me, tesoro!» costatò l’uomo sorridendo.
Emma aveva già agguantato una fetta biscottata alla marmellata e la stava addentando, affamata.
«Infatti è così! Però il tuo animo è così buono e gentile che ti sei offerto di condividerla con me!»
L’uomo alzò un sopracciglio e rise, sistemandosi meglio sui cuscini.
«Scusa Swan, non ricordo proprio di averlo detto!» disse, afferrando a sua volta un biscotto e portandolo alla bocca. Era strano, non aveva mai mangiato niente del genere. Sembrava pane duro e croccante, con sopra una qualche diavoleria del XXI secolo. Una diavoleria piuttosto buona, doveva ammettere.
«Swan!»
«Mmm» disse, ancora con la bocca piena.
«Credo di aver trovato qualcosa che mi piace più del budino!» disse, felice, infilandosi un’altra fetta biscottata in bocca.
Emma non poté fare a meno di ridere.
«Si chiama marmellata Killian! È di ciliegie… esistono le ciliegie nel vostro mondo?» chiese divertita.
L’uomo ci pensò su. Nel frattempo ingurgitò un altro boccone e bevve un po’ del liquido scuro che la sua Emma aveva preparato per lui, scaldandogli non solo la gola ma anche il cuore.
«Credo di sì…» concluse, poi.
«Mi sembra di averle già sentite nominare, ma sono molto rare. Di certo non si possono trovare a Mistheaven!»
Emma lo fissava, rapita. Amava sentirlo parlare dei suoi viaggi, delle terre sconosciute su cui aveva messo piede, delle mille avventure a cui aveva preso parte.
Doveva averne vissute davvero tante, in compagnia della sua ciurma, della Jolly Roger e le costava ammetterlo, anche di Milah. Lei non avrebbe mai potuto accompagnarlo, non si sarebbe mai addormentata cullata dal rumore del mare aperto, non si sarebbe mai svegliata al suono della sua voce che gridava ordini ai marinai, non lo avrebbe mai aiutato a pescare e perché no, anche ad assaltare qualche nave.
«…Sai, se non sbaglio, sono tipiche della terra da cui proviene Marco, il papà del tuo amico di legno!»
«August non è più di legno, Killian!» lo rimproverò Emma, severa, dimenticando il flusso di pensieri che attraversavano la sua mente e la domanda che avrebbe voluto porgli. L’uomo fece un gesto con la mano, come a voler dire che non aveva nessuna importanza. Lei sbuffò, dandogli un leggero pugno sul braccio.
«Ahi!» si lamentò.
Emma rise, appoggiandosi sulla sua spalla. Killian le cinse la vita e restarono così, ognuno perso nei propri pensieri.
Fu Emma a rompere quell’improvviso silenzio.
«Credi che un giorno potresti portarmici?»
Killian la fissò, non capendo a cosa alludesse.
«Dove, Swan?» chiese.
«Nelle terre di cui mi parli, in questa Mistheaven, ad Arandelle, nel paese di Marco, a Tortuga… Voglio andarci, voglio visitare questi mondi di cui tu parli, voglio visitare il mio mondo e voglio farlo con te...» rispose Emma, appoggiandosi di nuovo sulla sua spalla.
Killian la strinse maggiormente a sé. La sua piccola Swan. Quando avrebbe smesso di sorprenderlo? Probabilmente mai. Ogni suo gesto, ogni sua parola continuavano a stupirlo.
Dio, quanto l’amava!
Chissà come doveva sentirsi… Sentir parlare in continuazione della temibile guerra contro gli orchi, di balli, di folletti e non averne mai visto uno. Per quanto si fosse aperta al mondo, per quanto tutte le sue barriere fossero crollate, continuava a sentirsi una bimba sperduta, un’orfana.
E non importava quante volte fosse capitata ormai nella Foresta Incantata perché ogni volta l’aveva fatto contro la sua volontà, cercando in tutti i modi di ritornare indietro o di evitare che qualcosa compromettesse la sua nascita.
Almeno, nel loro ultimo viaggio nel tempo, era riuscita a prendere parte ad un ballo e nonostante tutto, era felice che fosse toccato proprio a lui, il compito di accompagnarla.
«Tortuga non è il posto adatto ad un signora Swan!» biascicò, spostandole una ciocca ribelle con l’uncino e lasciando scoperto il suo collo pallido, sul quale posò un bacio. Voleva solo stuzzicarla. In cuor suo, si era già ripromesso da tempo che, nonostante tutto, lui l’avrebbe fatta sentire a casa, amata.
«Non mi importa! Io voglio andarci!» rispose risoluta la donna, fissandolo negli occhi.
«Durante il nostro ultimo viaggio nella Foresta Incanta, non abbiamo avuto il tempo di, ehm, visitare qualcosa…» spiegò la donna.
L’uomo non riuscì a trattenere un sorriso.
«Ti ricordo tesoro, che eravamo piuttosto occupati a far incontrare i tuoi genitori!»
«Appunto! Mi piacerebbe vedere i luoghi dove tu sei cresciuto, la tua casa, insomma devi pur averla una casa no?» rispose Emma, piuttosto imbarazzata.
Un velo di tristezza si impossessò del Capitano. Distolse lo sguardo e lo puntò verso l’orizzonte, sulla fila di tetti tutti uguali che si scorgevano dalla finestra di Emma.
«I-io non volevo…» disse la donna, accorgendosi del repentino cambiamento negli occhi dell’uomo e carezzandogli una guancia.
«Sì, Swan, ce l’ho una casa. O almeno, ce l’avevo. Dopo la morte di Liam, però, la mia casa è diventata la Jolly Roger e la mia ciurma, per quanto incapaci e testoni fossero, diventò la mia famiglia…»
«Io voglio solo conoscere un po’ del tuo mondo Killian, così come tu stai conoscendo il mio. Se non sei pronto o se non vuoi, lo capisco…»
Killian catturò la sua mano e vi stampò un bacio.
«Certo che voglio, Swan! Sarebbe un onore poter viaggiare assieme a te!» rispose l’uomo.
Non riusciva a descrivere i sentimenti che provava in quel momento. Il suo cuore, riacquistato da poco, scalpitava nel petto, gonfio e felice.  
«Bene! Allora, non appena riusciamo a trovare il modo di riportare indietro la Jolly Roger, partiamo! Penso di farcela per questa estate…» pensò Emma a voce alta.
«Swan, davvero, possiamo trovare un altro vascello, se sei così impaziente! Dubito tu riesca a trovarla…» le rispose l’uomo. La donna riuscì a cogliere un sottile e nascosto velo di tristezza e nostalgia in quelle parole.  
«NO!» rispose «Non se ne parla proprio! Riuscirò a trovare la tua barca e poi ce ne andremo…»
La verità era che sì, si sentiva ancora un po’ in colpa per ciò che il pirata aveva fatto per lei. Aveva venduto la sua casa per ritrovarla, lo aveva ammesso poco fa. E mai, mai nessuno aveva fatto qualcosa di così speciale per lei, per Emma Swan, l’orfana. Ormai era piuttosto sicura che Killian avrebbe dato la vita, per salvare la sua. E la cosa la spaventava, perché non poteva perdere anche lui, non poteva permettergli che anche lui si sacrificasse per il suo bene. Era piuttosto sicura che ormai, il suo “bene” comprendesse anche lui.
L’uomo non resisté più. Attirò maggiormente la donna a sé e unì le labbra alle sue. Vi erano ancora resti di briciole, sapevano di marmellata e cioccolato. Erano la cosa più buona che avesse mai assaggiato.
«Mistheaven» disse, spostandosi sul suo collo e lasciandoci una fila di umidi baci, quasi leggendo nella domanda, la muta domanda di qualche minuto prima.
«Cosa?»
«La Foresta Incantata, si chiama Mistheaven. Partiremo da lì.» spiegò con voce roca.
«Ah. Me lo prometti?» rispose Emma, felice.
«Te lo prometto, Swan.»
 
 
Dove sei, Swan?
Sei scomparsa in quella nube oscura, sacrificandoti ancora una volta per il bene delle persone che ami. E a me non hai pensato?
Quanto è difficile amarti Emma?
Eppure, sei la cosa migliore che mi sia mai capitata.
Sono al porto, la Jolly Roger è proprio di fronte a me, alla fine sono riuscito a riportarla indietro, hai visto? E anche se, apparentemente, l’ho fatto senza il tuo aiuto, tu mi sei sempre stata vicino, perché dare un lieto fine ad Ursula era un modo per diventare un uomo migliore per te, ed espiare un po’ delle tante colpe di cui mi sono macchiato.
Non appena salii sul ponte principale, quel giorno di qualche settimana fa, pensai alla nostra promessa Swan.
Ci credevo davvero, ci credo ancora. Non posso pensare che tu non ci sia più, che non ci sia più la mia Emma, la donna forte, determinata e allo stesso tempo fragile che ho imparato ad amare.
Non posso crederci, semplicemente perché non è così.
Fisso il pugnale tra le mie mani. Traccio con l’uncino il tuo nome che adesso è inciso su di esso, affilato quasi quanto la lama del coltello.
Mi basta pronunciare quattro stupide parole e tu appariresti qui, di fronte a me. È semplice, devo solo dire “Oscuro, io ti invoco”, non Emma, non Swan, non raggio di sole, non tesoro.
Oscuro.                                                                                              
Oscuro, ti amo anch’io.
Mi vien quasi da ridere di fronte all’assurdità di quest’affermazione. Sì, Emma ti amo anch’io e ti amerò per sempre, fino alla fine dei miei giorni e se mi sarà possibile, anche dopo.
Che n’è stato del tuo cuore Emma? Si è riempito di oscurità? No, non posso pensarlo. Non è possibile. Tu sei più forte. Sono convinto che, nonostante l’oscurità circoli nelle tue vene, tu sia sempre la stessa. Non posso perderti un’altra volta Swan, non adesso che ci siamo appena ritrovati, non adesso che saremmo potuti partire e avremmo potuto goderci un po’ di sano riposo, lontani da questa cittadina.
Ti avrei mostrato la mia vecchia casa di legno, i prati dove da bambino mi piaceva correre e ti avrei condotto ovunque tu volessi.  
Dove sei Emma?
Mi deciderò ad invocarti. Dopotutto solo io posso farlo, solo io devo. Perché so che apparirai tu! Tu! Non l’oscuro! Tu, Emma!
Odio doverti comandare, eppure ho bisogno di vederti, di consolarti, di stringerti e rassicurarti perché troverò questo Merlino Swan, a costo di dover girare mezzo mondo e trascinarlo qui con la forza.   
Te lo giuro. Io lotterò per te, fino alla fine.
«Dark One, I summon thee»
Sento le tue braccia stringermi, sento il tuo corpo caldo e le tue lacrime e poi non sento più niente.
Per stasera siamo soltanto io e te, Killian ed Emma. Insieme.








Eccomii qui! :)
Anche Giugno è arrivato, ormai è quasi un mese che la nostra amata serie tv è finita e io, come potete notare, non mi sono ancora ripresa del tutto! xD Complice forse, il finale season di Outlander che ieri mi ha completamente dilaniata! T.T
Comunque avevo scritto la prima parte quando ancora il mio animo era felice e sano (ovvero primo della 4x22-4x23) quindi, come avrete notato, la parte iniziale è piuttosto spensierata, romantica, fluffosa e come sempre, ritorna il tema “Part of my world” che ho già trattato il mese scorso. È ambientata dopo la sconfitta di Ingrid e la partenza di Elsa e Anna, quando a Storybrooke, le cose erano ritornare piuttosto tranquille.
L’ultima parte, invece, è post-finale ahahaha
Spero davvero che vi sia piaciuto e non vedo l’ora di sentire i vostri pareri!! Come sempre ringrazio chi inserisce la raccolta nelle varie categorie, chi spende del tempo per recensire e chi legge silenziosamente!!
Davvero, Grazie!! Non mi stancherò mai di dirlo!!
Presto aggiornerò anche l’altra storia, tranquilli non sono sparita!! :)
Un forte abbraccio a tutti,
Kerri :*



PS: Il titolo è tratto dall'omonima canzone dei Negramaro. Non è poi così adatta ma a me piace! :)
Vi lascio il link se vi va di ascoltarla 
https://www.youtube.com/watch?v=v930FcNYfVc
 
   
 
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