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Autore: howdyboys    01/06/2015    0 recensioni
One shots fra il lettore e i personaggi del mondo di Supernatural. Siete liberi di lasciare recensioni!
Potete anche mandarmi un messaggio facendo richiesta per una storia, vi risponderò il prima possibile e se la vostra idea mi piace potrei scriverci qualcosa!
Grazie e buona lettura!
Istruzioni:
(T/N) = tuo nome
(C/T/C) = colore dei tuoi capelli
(C/T/O) = colore dei tuoi occhi
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Immagina di incontrare per la prima volta Castiel quando ti trovi in pericolo.
Parole: 2825
Appunti: /
_______________________________
 
Metti lentamente a fuoco il luogo dove ti trovi: una stanza umida dalle pareti grigie e il pavimento di mattonelle rovinate, dello stesso colore. Da una vecchia lampadina pendente dal soffitto viene una luce bassa che ti permette di vedere tanto quanto basta per orientarti. L'odore di chiuso attraversa le tue narici mentre respiri dal naso affannosamente.
Il tuo corpo è disteso lungo una superficie inclinata di ferro liscio e gelido. Hai le braccia aperte ai lati della tua testa, i polsi stretti in dei lacci di cuoio che ti impediscono ogni tipo di movimento. Le tue gambe sono divaricate e alle caviglie è stato applicato lo stesso trattamento della parte superiore del tuo corpo: anch'esse sono legate da due cinghie spesse che strisciano contro la tua pelle nuda.
Gli unici capi d'abbigliamento a coprirti in questo momento sono la biancheria intima e una canottiera bianca. Per terra, a qualche metro da te, intravedi i tuoi pantaloni. Un brivido ti percorre la spina dorsale mentre alle tue gambe viene la pelle d'oca.
Una striscia di nastro adesivo ti copre la bocca completamente.
"Hhhm! Hhhng!" cerchi di chiamare Sam e Dean mentre una fitta di dolore ti trapana le tempie, ma tutto ciò che risuona nella stanza è l'eco di due mugolii disperati quasi inaudibili.
Quasi, appunto.
"Buon risveglio."
Il demone che tu e i ragazzi stavate cacciando, lo stesso che si è rivelato più forte di quanto vi aspettavate e lo stesso che ti ha rinchiuso qui dentro, sbuca da una porta dietro di te, e lo senti camminare a grandi passi per la stanza.
Senti un rumore metallico alle tue spalle. Vedi un carrello venire spinto vicino a te— senza nessuno che lo sposti fisicamente. Si muove da solo, controllato dai poteri del demone. Sul ripiano ci sono siringhe, coltelli, provette di vetro, cesoie e altri strumenti che non riesci bene ad identificare.
Oh, quel figlio di puttana.
E' ora in piedi davanti a te: il suo tramite è un uomo sui trent'anni, dai capelli corti, scuri e spettinati, la pelle coperta di cicatrici e lividi.
Un sorriso aspro si intravede sotto alla sua barba fitta e sporca.
La voce roca del demone rompe il silenzio. "Bene, bene, bene. Che abbiamo qui? Una graziosa fanciulla che ha fallito il suo misero tentativo di incastrare uno come me. Oh, (T/N)," scuote la testa, socchiudendo gli occhi. "Ho conosciuto tante persone, ma poche avevano il tuo coraggio."
Cerchi di ribattere qualcosa, ma anche queste parole sono soffocate dal nastro adesivo sulla tua bocca.
Il demone ride, con un sorriso di scherno. "Sta' tranquilla, ragazza. Avrai modo di parlare in un attimo. Ma prima..."
Le sue parole rimangono sospese nell'aria, e la tua pelle sembra assorbirle quando i corti peli delle tue braccia si rizzano con un brivido.
Si volta verso il carrello alle sue spalle.
"...devo scegliere con quale bel giochetto iniziare. Guarda quanta scelta, ci divertiremo un sacco."
Dopo aver analizzato con attenzione tutti gli strumenti sul piano, torna a guardare te, facendo qualche passo avanti.
Si avvicina al tuo corpo e allunga un braccio davanti al tuo viso, prendendo fra le sue dita un'estremità del nastro adesivo attaccato alla tua guancia.
Respiri dal naso ad un ritmo decisamente troppo veloce, ma cerchi di mantenere la calma. Deglutisci un paio di volte e chiudi gli occhi.
Il demone non aspetta un secondo di più e tira via lo scotch con uno strattone secco del suo braccio. Ansimi e ruggisci per il bruciore in faccia.
"Prima di iniziare, hai qualcosa che volevi dire?"
"S-sì..." la tua voce trema, ma sai quello che devi fare.
Rimane in attesa.
"Exorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis sata—
La tua voce si interrompe, come se venisse mangiata da qualcosa.
"Omnis sa—" riprovi, ma il risultato è lo stesso.
"Exorcizam—" niente.
"Che cazzo è 'sta roba?!" il tuo tono è un misto di rabbia e panico.
Il demone ride, soddisfatto. "Ti piace, bellezza? Ecco come funziona: le mie orecchie sentono solo quando parli nella tua lingua madre. In altre parole, niente latino. Molto utile come trucchetto, no? L'ho imparato da una vecchia strega con cui ho collaborato tempo fa. Pace all'anima sua, quella donna mi ha insegnato tanto. Certo, prima che le estirpassi i bulbi oculari come un'erbaccia da giardino..."
Un mugolio disperato ti esce dalla bocca alle sue ultime parole.
"Che c'è? Era una spia! Lavorava per conto di alcuni cacciatori, in realtà. Ho dovuto farlo," scuote le spalle con indifferenza mente torna a concentrarsi sugli attrezzi appoggiati al ripiano del carrello.
"E a proposito di cacciatori, (T/N). Come stanno i tuoi amichetti? Sam e Dean, sì. Saranno disperati, poveri loro! Dobbiamo aiutare (T/N)! Facciamo qualcosa!" prende in giro, sprezzante, mentre si rigira fra le mani un enorme coltello dalla lama liscia di color argento. "Sempre a salvarti il culo, quei due. Ma..." scuote la testa. "Mi dispiace per te, cara. Questa volta nessuno di loro verrà a salvarti. Li ho già conciati troppo male per combattere. Sono vivi, non preoccuparti, ma—ops, non sanno dove ti trovi. Che peccato."
Un'espressione indecifrabile ti attraversa il volto. Sam e Dean stanno bene; ma se questa fosse davvero la volta in cui non vengono a salvarti?
"Devo riconoscere che quei due son dei bei gran fusti, (T/N). Oh sì, davvero attraenti. Non ho alcun dubbio che ti piaccia almeno uno dei due," continua a parlare, guardando verso il basso mentre affila il suo coltello. "Tu puoi dirmelo, sai. Li so tenere i segreti. Chi preferisci, (T/N)? Sam - quello alto, passionale e intelligente - o Dean - affascinante, divertente, che ci sa fare come pochi, con le donne?"
Dalla tua bocca non esce risposta. Il demone alza lo sguardo e strizza gli occhi, guardandoti. Poi si illumina. Prende a camminare verso di te con aria curiosa, lo stesso coltello di prima stretto in mano.
"Oh...lo vedo, ora."
Lo guardi a fatica, con il naso arricciato dal disgusto di tutta questa situazione.
"Non si tratta di Sam e Dean," sorride, guardando a terra. "Castiel! Quell'impacciato di un angelo che non combina altro che guai! Non avrei mai immaginato che saresti scesa a tale livello, (T/N). E invece no, tu hai sentito tanto parlare di lui dai Winchester. Sì, ma non hai mai avuto modo di vederlo di persona, dico bene? Povera ragazza. Sono sicuro che le saresti piaciuta."
"Ma ci stai un po' zitto o no, per l'amor di Dio?"
"Silenzio! L'unico momento in cui puoi aprire bocca è per urlare di dolore!" sibila in un sussurro.
"Fottiti."
Un ultimo sorriso maligno gli attraversa la bocca prima che il suo braccio scatti in alto, brandendo il coltello. Fa scorrere la lama lungo tutta la parte inferiore del tuo avambraccio sinistro, partendo dal polso, premendo contro la pelle. Dal lungo taglio inizia a uscire del sangue e il dolore prende il sopravvento. E' come se tutto stesse andando a fuoco; il tuo grido lacera la quiete della stanza e riecheggia contro le pareti.
"Vediamo se hai ancora voglia di parlare."
Con un gesto della mano attrae a sé il carrello e posa la sua arma, per prendere immediatamente un altro coltello più piccolo.
Si getta sul tuo braccio sinistro e inizia ad incidere con la lama altri segni, indifferente alle tue urla disperate.
Rigira il coltello in tutti i versi possibili, sembra quasi scrivere qualcosa nella tua pelle - qualcosa per la quale al momento non hai abbastanza forza di decifrare.
"La tua pelle è così liscia e pulita, (T/N). Mi divertirò un mondo."
_______________________________
 
Non sai dire da quanto tempo tu sia in questo stato, ma un'ora sarà passata di sicuro dal momento in cui il demone ha iniziato a torturarti.
Non si è limitato ai coltelli.
Il tuo corpo è pieno di ferite, buchi, tagli e addirittura bruciature.
Probabilmente il sangue che ti è rimasto nelle vene è il minimo indispensabile a tenerti in vita; non ti sorprenderebbe che il demone abbia calcolato tutto a posta per farti soffrire fino all'ultimo.
La tua testa gira, la tua vista è appannata e a malapena ci senti.
Il tuo viso è bagnato dalle continue calde lacrime che attraversano le tue guance ad ogni nuovo tipo di dolore che sei costretta a provare.
"Non sarò contento finché non avrò prosciugato anche l'ultima goccia di liquido dentro al tuo corpo, (T/N)," dice il demone. Il suo tono è rimasto spietato per tutto il tempo.
Quando si appresta a infilarti una siringa nel tuo braccio già dolorante per prelevare altro sangue, succede qualcosa che accende una scintilla di speranza, dentro di te.
Senti un rumore provenire a qualche metro da te, sul pavimento. Lo riconosci immediatamente: è la vibrazione del tuo telefono, dentro alla tasca dei tuoi pantaloni.
Il demone interrompe quello che era pronto a fare, e ti lancia un'occhiataccia.
Percorre la stanza a grandi passi, si china sul pavimento e prende il cellulare fra le sue mani.
"Dean. Che ne dici se facciamo una bella chiaccherata, (T/N)? Dai, mettiamo il vivavoce."
Senza aspettare una tua risposta, accetta la chiamata. "Prooooonto?"
Attendi con ansia.
"Dove sei, figlio di puttana?" sentire la voce di Dean non è mai stato bello come in questo momento.
"Come se te lo volessi dire, Winchester. Io e la vostra sgualdrina ce la stiamo spassando alla grande, non vorrai mica venire e rovinare la festa."
"(T/N)? (T/N), sei lì?"
"D-DEAN!" urli con tutta l'aria che riesci a tirar fuori. "I-io...aiuto..."
Sei stremata. Non hai più forze e ti senti impotente.
"E' qui, è qui. Puoi star tranquillo. Almeno finché non la uccido definitivamente."
Dean non lo ascolta. "(T/N), stammi bene a sentire. Non rimarrai in quella stanza per più di un altro minuto. So che non ce la fai più, ma reggi ancora un attimo, okay? Fallo per me e Sam. Per i tuoi fratelloni, va bene? Non preoccuparti. Starai bene, ma devi resistere. Ce la fai, (T/N)."
Annuisci. Dean non può vederti, ma ti conosce fin troppo bene. "Brava ragazza. So che lo farai. Oh, e, Sam sta bene. Ti farei parlare anche con lui, ma è...impegnato, al momento."
"Ah, sì? E cosa starebbe facendo? Si sta mettendo del ghiaccio sui lividi che gli ho lasciato? O forse sta troppo male per riuscirci?" il demone non perde l'opportunità di farsi una risata.
"Oh, no, sta solo rintracciando il luogo dove siete usando il GPS di questo cellulare. Grazie per aver risposto, coglione."
La linea si interrompe. Il demone sembra capire; lancia il telefono contro al muro mandando lo schermo il frantumi.
"Era nuovo, stronzo!" nonostante il tuo malessere, non riesci a trattenere il senso di sollievo esplodere dentro di te dopo quella telefonata.
"Mi son stancato."
Torna ad impugnare il coltello, impregnato del tuo sangue, e si avvicina a grandi passi verso di te.
Prima che possa toccarti un'altra volta, vedi il suo stomaco venir trafitto da una lunga lama argentea; il corpo del demone si accascia a terra con un tonfo dopo aver lasciato un urlo rauco uscire dalla sua bocca.
E' in quel momento che lo vedi. Per la prima volta in tutta la tua vita, dopo averne sempre solo sentito parlare.
Castiel.
"Sono qui, (T/N). Sono...venuto ad aiutarti."
Tiri un lungo sospiro.
L'angelo ti libera braccia e gambe dalle cinghie di cuoio che ti tenevano immobile al piano di metallo dov'eri appoggiata. E' un sollievo muoverle nuovamente dopo quel lasso di tempo che è sembrato un'eternità, ma non canti vittoria. Un senso di debolezza ti pervade ossa e muscoli. Il demone ha lasciato segni su di te che non andranno via facilmente. Percorri con lo sguardo le tue braccia e noti più sangue che pelle sana, pulita.
La nausea ti rivolta lo stomaco e perdi i sensi all'improvviso.
_______________________________
 
"(T/N)? (T/N), mi senti?"
Sbatti le palpebre diverse volte prima di aprire bocca.
"Castiel?"
Ti trovi sul tuo letto, nella camera del motel dove tu e i Winchester stavate alloggiando per la caccia. Appoggi le spalle allo schienale del letto, aiutandoti con i gomiti a stare su. Castiel è in piedi, a lato del letto, e ti guarda con aria un po' preoccupata.
"Puoi chiamarmi anche solo Cas, (T/N). Sam e Dean hanno adottato questo nominativo da tanto tempo. Non so se sia un fatto di comodità o è perché non gradiscono il mio nome intero, ma lascio a te la libertà di imitarli, se preferisci."
La sua voce è profonda, con una punta di incertezza, e sembra quasi meccanica, solo più fluida.
Ti prendi un momento per guardarlo con attenzione.
E' alto - quasi quanto Dean. Capelli corti, scuri, piuttosto ordinati. E i suoi occhi— il blu dei suoi occhi ti fa dimenticare perché sei qui.
Indossa un completo elegante coperto da un trench coat color sabbia e una lunga cravatta completa il suo abbigliamento.
"Okay—ehm...ciao, Cas."
"Sì, uhm, ciao, (T/N). Finalmente ci incontriamo di persona," abbassa il capo socchiudendo gli occhi. "Ammetto che non è stato il migliore dei modi per conoscerci, ma..."
"Mi hai salvato la vita."
Sorride timidamente. "Ho solo risposto agli ordini di Sam e Dean. E' comunque merito loro. Hanno rintracciato le coordinate della stanza dov'eri intrappolata, io—"
"Tu hai ucciso il demone. Mi basta questo. Grazie."
"...non c'è di che."
Non puoi fare a meno di notare quel suo tono leggero, piatto e non impulsivo, che ti tranquillizza come un calmante.
"Dopo che sei svenuta ti ho telestrasportata qui, (T/N). Rimarrò con te. Sam e Dean hanno detto che ci raggiungeranno in qualche ora. Dovevano finire un paio di cose per conto loro."
Annuisci lentamente.
"Le tue ferite...mi sono permesso di curarle con i miei poteri. O almeno la maggior parte. Alcune avranno bisogno di più tempo per andare via del tutto. Io...ho fatto quel che potevo."
Dai uno sguardo veloce alle tue braccia, al tuo stomaco, alle gambe e al resto del corpo. Ogni taglio è cicatrizzato, se non quasi del tutto invisibile.
"Grazie ancora."
"Un'altra cosa," sembra a disagio, incerto.
"Sì?"
"Come avrai notato, (T/N), ho anche ripulito la tua pelle dal sangue e provveduto a metterti dei capi puliti. Per fare ciò, mi son trovato costretto a sfilarti i tuoi vecchi vestiti, e penso che tu abbia il diritto di sapere che ho avuto l'occasione di vederti nella tua completa nudità—"
"Cosa?" lo guardi dritto negli occhi mentre senti le tue orecchie arrossire.
"Non avere timore, è stata una visione che ho davvero apprezzato e che ha giovato i miei occhi— e un'altra parte del mio corpo, della quale non specificherò il nome, in quanto potrebbe farti sentire in imbarazzo."
"Oh, Cas," scuoti la testa guardando verso il basso, e nascondi il tuo viso paonazzo.
"Noto che ti ha già fatto sentire in imbarazzo. Chiedo scusa, (T/N)," afferma.
"Lascia perdere," cambi argomento. "Fa freddo, qui dentro."
"Oh. Aspetta."
Castiel si sfila il suo impermeabile di dosso, rimanendo solo nel suo completo nero con cravatta.
"Alza la schiena un attimo, per favore."
Fai quello che ti dice; Cas ti posiziona il trench sulle spalle e tu infili le braccia nelle maniche, poi te lo avvolgi bene attorno al corpo. Il tessuto è così caldo.
Torni ad appoggiarti allo schienale del letto e annuisci timidamente all'angelo per ringraziarlo di nuovo.
"Ti serve qualcos'altro?"
"No, ho solo bisogno di dormire, per ora."
"Certo," ti rivolge uno dei sorrisi più belli che tu abbia mai sognato di ricevere da qualcuno. Quel sorriso puro, vero, e buono che forse solo gli angeli hanno.
"Ti ringrazio per il complimento, (T/N), ma no, in realtà è solo un mio normale sorriso. Però ho notato una differenza: di solito devo un po' costringermi a sorridere, in presenza di altri umani. Ma guardando te viene— così spontaneo. E' una cosa buona, no?"
"Aspetta. Tu..."
"Sì. Posso leggere i tuoi pensieri. Mi limiterò a farlo, se è una cosa che non gradisci."
"Wow. Quante cose ho imparato oggi," sospiri.
"Condivido questo pensiero. Nelle ultime ore ho provato - e sto tutt'ora provando - nuove sensazioni...piacevoli. Come quando ero umano ed ero in grado di assaporare veramente burro d'arachidi e marmellata invece di sentire le loro molecole e basta," si perde nel suo discorso. "Oh, amavo burro d'arachidi e marmellata."
Ridacchi un po'.
Cas si siede sul letto, affianco a te. "Che c'è?"
"Non lo so. Sam e Dean mi hanno sempre raccontato molto di te. Ora che ti conosco di persona...Sei buffo, Castiel."
"E' una cosa buona?"
"Certo che sì," rispondi, tranquilla.
"In tal caso, grazie. Sono grato che io ti piaccia."
Lo guardi, ridendo. "Non l'ho mai detto!"
"Quindi non ti piaccio? Devo considerare il nostro rapporto come non-stabile?"
"No, Cas. Certo che è stabile. Mi piaci. Sei simpatico."
"Bene. Mi piaci anche tu, (T/N)."
Arrossisci di nuovo.
"Percepisco una tensione, in questo momento. Ti sto mettendo a disagio, (T/N)?" inclina la testa, strizzando gli occhi.
"Solo un po', Cas. E' timidezza."
"Oh, capisco. Brutta o buona?" chiede dopo un attimo, sempre più curioso.
"Un po' entrambe le cose," gli sorridi e ti rannicchi nel suo trench socchiudendo gli occhi, sentendoti rilassata e davvero al sicuro con lui al tuo fianco.
"(T/N), l'ultima cosa."
"Dimmi, Cas."
"Sei al sicuro con me. Non ti accadrà nulla di male.
Non lo permetterò."
  
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