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Autore: Shatzy    06/01/2009    10 recensioni
[Seconda classificata al contest "Non conosci il titolo?!", indetto da Dreaming Ferret]
Gli opposti si attraggono, dicono, ma il simile cerca il simile. E se due caratteri diversi riuscissero a compenetrarsi, imparando l’uno dall’altra, come potrebbe chiamarsi quello che ne nascerebbe?
“E pensare che ti sei lamentato subito dicendo che fosse un’idea assurda.”
“Sono trecento gradini!”
“Che vuoi che siano per un vero ninja?!”
“Abbiamo lavorato tutto il giorno.”
“Infatti questo ci serve per rilassarci”.
“Un tramonto?”
“E’ molto più di un tramonto!”
ShikaTema.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Shatzy

Disclaimer: i personaggi citati non appartengono a me, ma ai legittimi proprietari. Così come la canzone citata all’inizio non è mia, e nemmeno la citazione del titolo XD La storia non è stata scritta a scopo di lucro (perché ci guadagnerei mai qualcosa? O_o).

 

 

 

Dedicata a chi ha visto nascere l’idea di questa fic, a chi l’ha vista crescere,

a chi mi ha sopportato in questi giorni e a chi mi sopporta sempre.

A Vale e Lely in primis, e a tutte le ShikaTema Fans poi.

E a chi l’apprezzerà comunque almeno un pochino ^^

 

 

 

 

Per il mio cuore basta il tuo petto,

per la tua libertà bastano le mie ali

( Para mi corazón basta tu pecho, para tu libertad bastan mis alas )

 

 

 

 

Your arms are my castle, your heart is my sky
They wipe away tears that I cry.
The good and the bad times, we've been through them all
You make me rise when I fall.

 

[ Le tue braccia sono il mio castello, il tuo cuore è il mio cielo
loro asciugano le lacrime che piango.
I bei tempi e quelli brutti, li abbiamo attraversati tutti
mi hai fatto rialzare quando ero caduta.
]

 

(Everytime we touch - Cascada)

 

 

 

 

“Allora, ne è valsa la pena?”

Mh…”

La luce del tramonto si diffondeva su tutta la vallata, abbracciando con un morbido manto arancione l’intera città. Le case, piccole piccole sotto i piedi dei due ragazzi, sembravano arroccate le une sulle altre, come un unico grande edificio, tanto erano vicine; si distingueva la via principale, ora deserta, ma le stradine più strette erano inglobate in quell’ammasso così simile ai dolci caramellati. C’erano tetti, cupole, guglie, in lontananza il grande cancello del villaggio, circondato dalle mura di pietra, e poi la foresta, di quel verde intenso che fa riposare lo sguardo, e oltre…

“Avevo ragione, eh?”

“Come sempre…”

“Non ti lamenti più?” 

“Non ne ho la forza.”

“Che sarà mai qualche gradino?!

“Saranno stati trecento…”

“Esagerato…”

 

Non contraddire mai una donna.

 

Mh. E ora?”

“E ora ci sediamo.”

“E dove…?”

Ma la ragazza aveva già preso il suo posto, accomodandosi per terra, con le gambe lasciate libere, fuori dal muro su cui era seduta. Sotto, i volti dei cinque Hokage scavati nella roccia, e più giù la città.

Temari, mi sembra pericoloso…”

“Hai paura?”

“Lo dico per te.”

“Oh, Shikamaru-kun, ti preoccupi per me allora!”

“Fai come ti pare…”

 

L’aria era fresca, lassù sembrava anche più pulita, libera dalla polvere delle strade e dagli odori dei negozi; si insinuava fredda nel petto, gonfiando i polmoni, pungente.

 

“Vuoi rimanere lì impalato?” chiese la ragazza, continuando a fissare davanti a sé.

Lui sbuffò, avvicinandosi però verso di lei, seppur con passo lento e sguardo annoiato. Si fermò al suo fianco, in piedi, osservando l’orizzonte nella stessa direzione dello sguardo di lei.

“Non ti siedi?”

“Sto bene così.”

“Ma hai paura davvero?” domandò con un sogghigno.

“Ma figurati…” rispose lui con tono fermo, ma arrossendo appena.

“E dai, Shikamaru!” cercò di convincerlo, dandogli una pacca sul braccio e sbilanciandolo volutamente.

Temari, ma sei matta?” urlò, visibilmente scosso per lo spavento preso. In fondo, davanti ai suoi piedi c’era soltanto un precipizio di chissà quanti metri…

“Ora ti siedi?” chiese di nuovo.

“No” affermò, più per ripicca che per altro.

La mano della ragazza però non si era staccata dall’avambraccio di lui, e ora stava scivolando verso il polso. Lentamente, in una carezza – desiderata – velata. Il ragazzo non oppose resistenza quando lei gli sfilò la mano dalla tasca e la prese nella sua, tirandolo appena nella sua direzione. Non servirono parole, quando gli occhi di Shikamaru si posarono sul sorriso di Temari venne istintivo avvicinarsi a lei, sedersi affianco a lei – vicino, ma non troppo – continuare a guardare lei, trascinato da una forza invisibile in un movimento così libero da sembrare quotidiano, anche se le loro dita si erano sciolte, anche se lo sguardo era tornato all’orizzonte, lontano.

 

 

“Questa sì che è divertente!”

“Che ho detto di male?”

“Ragazzino, ma ci vedi bene?”

“Non ci trovo niente da ridere…”

“Senti, di una cosa sono sicuro. Può sbuffare, ghignare, prenderti in giro o  trattarti con superiorità. Ma mia sorella non sorride.”

 

 

“Ti piace?”

“Cosa?”

“Come cosa, questo!” disse lei, disegnando con il braccio un semiarco.

“Uhm, sì.”

Il manto aranciato, la città arroccata, la foresta verde, e oltre…

“E pensare che ti sei lamentato subito dicendo che fosse un’idea assurda.”

“Sono trecento gradini!” si difese lui.

“Che vuoi che siano per un vero ninja?!

“Abbiamo lavorato tutto il giorno” continuò, cercando una scusa qualsiasi.

Infatti questo ci serve per rilassarci” spiegò lei pacata.

“Un tramonto?” chiese scettico.

“E’ molto più di un tramonto!” dichiarò contenta, mentre lui la guardava incerto.

 

E quel bagliore arancione e soffuso che le inondava la pelle del viso e i capelli chiari, con quel colore non umano che tanto ricordava la sabbia bagnata, eppure stranamente bello su di lei …

E la luce diversa che brillava nei suoi occhi, che avevano perso un po’ del loro verde naturale, ma non la loro libertà…

E la virgola di ombra, nata da quel gioco chiaroscurale, appena sopra il labbro, che lo incurvava in un debole sorriso… Un altro.  

 

“Nella direzione in cui tramonta il sole c’è Suna.”

“E’ per questo che vieni quassù quasi ogni giorno?”

“Anche. Mi rilassa.”

“Vedere il giorno che muore ti rilassa?”

“Che pessimismo…” rise. “Mi permette di pensare a cosa ho fatto nella giornata, e se è stata poco proficua c’è sempre la sera per rimediare, no?” spiegò.

“Considerando il tuo lato stacanovista non avrai di questi problemi…” la prese in giro.

“A te invece non basterebbe tutta la notte per metterti in pari con quello che non hai fatto durante il giorno” rispose a tono con un sorriso scaltro. 

“Concordo in pieno.”

E si ritrovarono a ridere entrambi, mentre lei si portava una mano davanti alla bocca – è un errore mostrare le emozioni, le avevano insegnato – e mentre lui, per sbaglio, faceva cadere il suo sguardo su di lei, di nuovo.

Ritrovarono la serietà insieme, lasciando libera la fine di quella risata con un sospiro, mentre riprendevano a fissare davanti – affianco – a loro, lontano.

“E’ esattamente lì.” E con il braccio teso Temari indicò un punto vagamente a sinistra, leggermente più in basso.

“Cosa?”

“Il mio villaggio.”

“Sei in vena di nostalgia oggi?”

“La nostalgia è inutile, ho un lavoro da compiere, qui.”

“Eppure mi sembri più sentimentale oggi. Ti senti male?” la prese in giro.

“E’ vero” constatò lei. “Deve essere colpa tua, mi stai contagiando con il morbo della sensibilità!” ammise fintamente seria.

“Non è male, sembri quasi umana” ribatté.

“Ho imparato da un vero esperto! Mostri così tanto bene le tue emozioni, vero, signor piagnucolone?” ridacchiò, regalandogli quel sorriso sbarazzino che poco si addiceva alla sua età ormai, ma di cui Shikamaru si era reso conto di essere dipendente. Era quel sorriso, solo per lui – sperava, senza riuscire ad ammetterlo nemmeno a se stesso – quello di cui aveva fissato nella mente ogni millimetro, quello che ormai era diventato un sorriso anche suo, stranamente incollato sulle sue labbra (dov’era finito il suo vecchio sorriso?), imitando la sua espressione, muovendo gli stessi muscoli del viso, ricordando lo stesso angolo in cui i suoi occhi chiusi si piegavano. Eppure la prima volta era stato lui a controllare i movimenti di lei, specularmente identici – una vittoria fisica, una sconfitta morale.

Ma la libertà può essere imbrigliata?

 

“Manca ancora un po’ prima del mio ritorno a casa…

“Sono tre settimane che lavoriamo a quegli esami, potresti anche prenderti qualche giorno di vacanza.”

“Mai sentito il detto: prima il dovere e poi il piacere?”

“Io conosco quello che dice: si vive una volta sola.”

Sorrisero, senza guardarsi.

 

 

“E quindi devi cercare di essere un po’ più gentile, non ti lamentare mai di nessuna cosa che ti chiederanno di fare, e sorridi. Sempre. Le ragazze sono creature affascinanti e pericolose, devi saperti comportare con loro; insomma, hai già quindici anni!

“E’ così che hai conquistato Kurenai-sensei?”

C-cosa? C-che c’entra Kurenai?”

Asuma-sensei…”

“Sì?”

“Scacco.”

 

 

“Che stai facendo?!

“Fumo” dichiarò pacato, stringendo la sigaretta tra le labbra e cercando nella tasca dei pantaloni l’accendino.

“Ma così rovini l’atmosfera!” gli fece notare, sconvolta.

“La rovini molto più tu con le tue chiacchiere. Ma non dovevi riflettere su qualcosa?” la contraddisse scherzoso.

La vide mettere su un broncio che trovò stranamente adorabile, tanto che dovette sorriderne, mentre notava come ora lo sguardo di lei fosse fermo a dieci centimetri di distanza dal suo stesso naso, presa com’era dai suoi pensieri. Niente più discorsi malinconici, niente più filosofia, niente occhi puntati verso l’orizzonte, così lontani da lui. E Shikamaru se ne rallegrò.

Aspirò qualche altra boccata, il leggero venticello profumato portava via il fumo, disperso in tante particelle minuscole che svanivano nell’aria esattamente come le fatiche di quella giornata si stavano lentamente dissolvendo. Bastava soffiarle via, bastava far uscire da sé tutto quanto, ogni pensiero, ogni riflessione, battuta, parola. Ma non ogni sentimento. Quello ancora no, o quel vento leggero avrebbe potuto cambiare direzione, sarebbe stato capace di riportare indietro tutto, di far soffocare con lo stesso fumo di cui ci si era liberati. Forse bastava attendere, e un giorno il vento avrebbe girato nella direzione giusta.

“Fammi fare un tiro.”

“Ti sei appena lamentata dell’atmosfera rovinata…

“Ormai è andata, tanto vale approfittarne” decise, protendendo le labbra verso di lui.

La fissò, ancora, con quel corpo così vicino al suo, le spalle che si sfioravano, quegli occhi socchiusi, la bocca semiaperta, in attesa. Poi lui le posò la sigaretta sulle labbra – sfiorando con le dita quella pelle stranamente delicata, per una come lei – lasciandola inspirare con calma.

Le dita di lui si allontanarono – lasciando la sua bocca, piano, e scendendo più giù, appena, soffermandosi a un millimetro dal mento – e riportò l’oggetto sulle labbra – di lei, di lui, il sapore mischiato sul filtro – riprendendo da dove aveva lasciato.

Non fumava più, il motivo per cui aveva iniziato era ormai sepolto sotto cumuli di pietre, dimenticato. Ma una volta provato un vizio non si riesce mai a farne a meno del tutto, e le sigarette del suo maestro erano sempre lì, nella tasca sinistra della sua giacca, nascoste dietro un legame di affetto che lo ancorava al precedente possessore di quel pacchetto squadrato. Ma ora non significavano più un ricordo caro o la necessità di sentire vicino qualcuno. Ora era il bisogno di tenersi occupato, di riempire quel silenzio.

 

“Fa davvero schifo questa marca” commentò lei, dopo aver espirato.

 

 

“Ma mi stai ascoltando?”

“Certo, certo…”

“Tu non mi stai ascoltando!”

Ino, non sono sordo, non urlare.”

“Allora ripeti quello che stavo dicendo!”

“Dicevi qualcosa su Sasuke, e sul fatto che non ti ascolta quando parli…

“Esatto! Ed è una cosa insopportabile! Noi donne amiamo essere ascoltate e stare al centro della vostra attenzione,  non potete semplicemente starvene lì come delle statue di marmo! Ogni tanto qualcosa dovete pur dirla!”

“E quindi che vuoi da me?”

“Togliti quell’aria da svogliato cronico e inizia anche tu a comportarti come si deve! O la mia sfuriata contro il genere maschile prevederà anche un litigio con il mio migliore amico! E ringrazia che ci sia io a darti queste importantissime lezioni di vita!

Mh. Posso andare ora?”

 

 

 

“Quindi ti piacciono i tramonti…” constatò lui.  

“Ascolta…”

“Non sento niente.”

“Appunto. C’è silenzio, nessun rumore, niente di niente. Siamo solo tu ed io, è come se fossimo isolati dal resto del mondo, fuori da tutto, la missione, gli esami, le nostre famiglie… Niente seccature, no?

“E poi si vede Suna.”

“Già.”

E di nuovo quel silenzio che li avvolgeva come in una bolla di sapone, un silenzio pacifico e rilassante in cui le loro presenze non erano un ostacolo alla calma, ma si compenetravano, sfiorando appena sentimenti ancora troppo acerbi per venire alla luce, sotto un cielo terso dove le nuvole rossastre si condensavano all’orizzonte, come l’orlo di un merletto.

“Questo sentimentalismo non mi si addice proprio” si lamentò lei sbuffando.

Mh.”

“Che me ne faccio di queste emozioni quando…” mi basti tu? “nel mio lavoro sono solo un impaccio?” 

“Non puoi decidere a priori anche cosa provare” dichiarò lentamente. Perché non si può scegliere di amare, per quanto devastante e intenso e doloroso sia.

Temari lo guardò di sottecchi, incuriosita, mettendolo lievemente in soggezione.

“Che c’è?” chiese, provando a schermarsi da quegli occhi profondi e verdi.

“Sei cambiato” ridacchiò, dandogli un pugno leggero sulla spalla. “Ora fai discorsi seri” lo prese in giro.

Mh” arrossì d’imbarazzo.

“Sei cresciuto” constatò seria. “E non solo fisicamente. Certo, ora sei più alto di me, ma rimarrai sempre quel ragazzino apatico dell’esame per me” sorrise sicura.

“Ma sentiti, parli come mia madre…” si mise sulla difensiva.

“So che hai avuto qualche missione importante negli ultimi tempi, non più cose da bambini…

Mh, niente di che.”

“E dicono che non sei più così pigro come un tempo! Questa sì che è una novità! Non me lo sarei mai aspettata…” rise.

Shikamaru si limitò ad alzare gli occhi al cielo e mormorare qualcosa sottovoce. “Smettila di prendermi in giro, non capisco cosa ci trovi di così divertente.”

“Ma dico sul serio. So cosa è successo al tuo sensei, e come tu hai reagito.

Ma la nuova espressione sul viso sempre apatico del ragazzo non le piacque per niente, la mascella serrata, lo sguardo indurito, perso in quel tragico ricordo di qualche mese prima, soltanto qualche mese, un ricordo di odio, di sofferenza e di una solitudine immensa e devastante, capace di scavare dentro di lui con gocce acide di dolore, in uno stillicidio che si ostinava a non volersi fermare. Quella morte improvvisa, quella vendetta bramata, rimbalzavano nella sua testa in un’eco infinita.

“E mi hanno riferito che prendi sul serio le tue responsabilità, e che non ti lamenti più degli ordini di Tsunade… Sai anche fumare! La prossima volta che ci vedremo magari sarai diventato un vero uomo!” scherzò ridendo.

“Ti rendi conto che fai discorsi da vecchia?” domandò offeso e imbarazzato, ma con quella punta di sorriso che gli addolcì il viso.

“Era un complimento!” ribatté irritata.

“Ma che vuoi che me ne faccia della libertà, quando” ci sei tu? “sono troppo pigro?” spiegò stancamente.

 

La prima stella era già sorta, era rimasto solo un alone rossastro all’orizzonte, dove poco prima era tramontato il sole, mentre l’oscurità stava lentamente calando sulla città, avvolgendola in un silenzio quasi surreale, da lassù.

Temari si era accorta da tempo che stare insieme a quel ragazzo la stava cambiando. Che fosse un sorriso, uno sbuffo annoiato o un fremito d’impazienza, sapeva che ciò che provava era sempre sincero. Niente più emozioni nascoste dietro un velo opaco di indifferenza e superiorità. Con lui proprio non ci riusciva. All’inizio ne era rimasta spaventata, ma poi il desiderio di essere per una volta se stessa – non la perfetta kunoichi di Suna, non la sorella maggiore con il compito di incollare i cocci di una famiglia devastata – aveva preso il sopravvento. E ora era semplice abitudine.

Quello che non sapeva, era che Shikamaru quando si trovava insieme a lei sentiva un soffio di aria pulita che lo risvegliava, mostrandogli che nella vita c’era ben altro. Le serate con gli amici, gli allenamenti con il suo team, il calore della sua famiglia, il suo prato verde, le sue nuvole… Era tutto sparito, mentre la sua attenzione era focalizzata in un unico senso.

Lei.

Sempre e comunque, era diventata un’ossessione. Lei e il senso di libertà che emanava. Avrebbe voluto somigliarle almeno un po’, provare ad ampliare i suoi orizzonti, lasciarsi andare almeno per una volta.

E quando pensava di esserci riuscito, arrivava lei e gli mostrava con un semplice sorriso che la libertà era ben altro. E l’ammirava, e la detestava. Ma sempre e comunque…

Lei.

 

“E anche nel tuo villaggio guardi i tramonti?”

“A Suna guardo le albe” ammise senza vergogna, fissandolo negli occhi intensamente, con sicurezza.

 

 

“Non credi che stiamo perdendo tempo?”

“Eh?”

“Veniamo ogni giorno qui su questa panca a fissare le nuvole, da quando siamo bambini…

“E’ rilassante.”

“Ma Shikamaru, a volte non hai l’impressione che ci stia sfuggendo di mano la nostra giovinezza?”

Choji, Rock Lee ti ha fatto il lavaggio del cervello?”

“Dico sul serio. Dimmi, non ti piacerebbe usare i pomeriggi per conquistare la ragazza che ti piace?

“Eh?!

“Io vorrei innamorarmi. E non voglio perdere le mie occasioni perché sto qui a guardare le nuvole.

“Sicuro di stare bene?”

Shikamaru, promettimi una cosa! Sei il mio migliore amico e non voglio vederti avere rimpianti!

“Mi stai spaventando…”

“Quando amerai davvero una ragazza non te la lascerai sfuggire.”

C-cosa?”

“La inseguirai anche in capo al mondo, ma non rovinerai tutto.”

“Sono sempre più convinto che ci sia lo zampino di Ino

“Promettimelo!”

“E va bene! Basta con questi discorsi però…”

“D’accordo.”

“…”

“…”

“Passami una patatina, va’.”

 

 

 

“Beh, è ora di andare” affermò Temari, alzandosi in piedi.

“Di già?” si ritrovò a chiedere lui. Quasi le parole gli fossero sfuggite dalla bocca, involontariamente.

“Il sole è tramontato. Non vorrei avere sulla coscienza la tua caduta per le scale non bene illuminate” ghignò prendendolo in giro.

“Coscienza…?!” sussurrò scettico.

“E poi non ti aspettano a casa per cena?” riprese lei.

“Sì” annuì, prendendo a fissare le sue mani mentre si intrecciavano frenetiche.

La ragazza lo guardò per qualche altro profondo secondo, prima di tendere la mano nella sua direzione. Mano che lui non ebbe il coraggio di raccogliere.

“Andiamo?” gli sorrise.

 

 

 “Vecchio, non capisco proprio perché tu abbia sposato quella donna…

“Uhm. Tua madre ha un carattere difficile, ma ci sono giorni in cui ha un sorriso dolce sulle labbra.

 

 

“Perché non sei sempre così?” chiese Shikamaru, accennando al sorriso disegnato sulle labbra di lei.

Temari si limitò a scrollare le spalle con un’espressione pensierosa. “Credo sia per lo stesso motivo per cui tu fingi di essere sempre lo stesso” commentò.

Mh. Non so di che parli…” arrossì.

“Certo” ridacchiò lei. “Vorrà dire che questo sarà il nostro piccolo segreto.”

“E se non lo mantengo mi uccidi?” domandò scherzando, e forse con una punta di agitazione.

“Oh, no. Molto peggio” sorrise mostrando i denti, mentre Shikamaru sbuffava alzando gli occhi al cielo. Ma l’alone di un sorriso rimase ben saldo sulle sue labbra, dietro quella calma apatica di sempre.

Temari gli sorrise un’ultima volta, in quella giornata. “Dai, muoviti.”

Gli voltò le spalle, cominciando ad incamminarsi sulla strada del ritorno.

Il ragazzo rimase a fissarla ancora per un po’, notando come la sua schiena forte, forgiata da innumerevoli ore di allenamento e dal trasporto continuo di quell’arma saldamente ancorata alle sue spalle, si snodasse in una linea sinuosa estremamente femminile. Quasi ipnotica.

Si riscosse quando un brivido di freddo gli attraversò la schiena, rendendosi conto che la ragazza si stava allontanando, e si affrettò a seguirla, portandosi al passo con lei.

 

 “… Solo per questo, papà?!

 

Temari, vieni qui anche domani?”

 

 

Fine

 

 

 

Nota: ho scelto questa frase perché Shikamaru e Temari sono sicuramente molto diversi come caratteri, ma a volte questo non risulta come un ostacolo, anzi. Spesso dicono che gli opposti si attraggono, perché in un carattere opposto al proprio si ritrova qualcosa che a noi manca, e che ci può completare. Ma è anche vero che il simile cerca il simile, e quindi forse scavando sotto una superficie di differenze si ritrova un carattere incompleto in parte uguale al nostro.

Shikamaru riesce di sicuro ad esprimere meglio le sue emozioni, mentre Temari è di certo quella più libera, anche in assonanza al suo elemento. Solo che quando si sta insieme a un’altra persona si finisce per assumere su di sé dei lati del suo carattere, inevitabilmente. E non c’è niente di male se, in questo caso, si ottiene un miglioramento della propria persona. All’inizio dello Shippuuden li ritroviamo insieme e, a mio avviso, diversi. Temari è sicuramente più distesa, e Shikamaru, beh, lui forse è soltanto cresciuto. Ma mi piace credere che ci sia altro sotto, perché sarebbe uno dei casi in cui l’amicizia riesce ad aiutare a migliorarsi.

E ho scelto questa frase anche perché io adoro Neruda, e ci tenevo a scrivere qualcosa su una sua frase. Non ho scritto con il mio solito stile, ma ho voluto provare qualcosa di diverso (cambiare fa bene ^^”), il risultato non mi fa schifo XD, ma spero di essere riuscita a trasmettere qualcosa anche a voi! ^^

 

Ps. Mi sono resa conto che l’ambientazione è simile a quella di un’altra fanfic,  Troublesome Girls Are My Life, di Goldmax, a cui ho chiesto se andava bene (splendida longfic ShikaTema, tra l’altro). E’ tutto diverso, come stile, genere e motivo XD Ma mi sembrava corretto segnalarlo. Questa fic l’avevo già scritta per il contest e non mi sembrava il caso di cancellarla, per cui eccoci qui ^^

PPs. Ho aggiunto le risposte ai commenti a “HungerThis is not a date!”. Oddio che casino stasera XD

 

 

Questa fanfic è arrivata seconda al contest di Dreaming Ferret, “Non conosci il titolo?!. È stato il primo contest a cui mi sono iscritta, ed ero emozionatissima ^^ Ci tenevo parecchio.

Questo è il giudizio:

 

Correttezza morfo-sintattica: 8.5/10
Stile: 9/10
Originalità: 8.75/10
Caratterizzazione dei personaggi: 8.75/10
Attinenza alla traccia: 8.75/10
Totale: 43.75/50
Nonostante la frase non propriamente semplice, sei riuscita a scrivere una fic generalmente attinente: quindi, complimenti. Fic abbastanza scorrevole, anche se in alcuni punti la lettura risulta più difficile a causa di alcune frasi troppo lunghe, che appesantiscono un po' la lettura. Uno stile semplice, arricchito però dall'aggiunta di molti flashback, che danno più brio al dialogo tra i due personaggi. I due protagonisti mi sono sembrati generalmente IC, anche se in alcuni punti Temri mi sembrava un po' troppo dolce. La situazione, di per sè, non ha nulla di originale, ma è il dialogo fra i due che mi è sembrato tale, così come alcuni dei flashback. Insomma, bella fic. Complimenti!

 

E questo è il mio bannerino *___*


 

 

Risposte ai commenti: grazie mille a tutte ^^ e grazie a chi ha messo la mia fanfic nei preferiti ^^

 

Vale: io questa frase di Neruda la amo *-* ma io amo tutto ciò che scrive, quindi non faccio testo XD Lo sai quanto ci ho lavorato su questa fanfic, dato che era “seria”… ma perché sono una buffona di natura? XD La dedica era d’obbligo, dopo tutte le pare mentali che ti sei sorbita XD Dunque, Temari si sente un po’ più a casa, esattamente, quando sale lassù… è un periodo che il tema della malinconia/lontanaza da casa mi è proprio XD chissà come mai ^^ questa città è così allegra ^^ Ma dicevamo. Ami i flashback, eh? ^^ secondo me ne ami uno solo XDDD dai, grazie mille del commento e di tutto ^^ (e auguri XD).

Amaranth93: anche io trovo perfetti insieme Shika e Tem *-* sono contenta che ti sia piaciuta la mia fic ^^ Una cosa, il tuo nick… riprende la canzone dei Nightwish? (mi sono fissata, scusa XD). Ciao ^^

uchiha_girl: Uchi ^^ ciao! Che piacere vederti qui, grazie mille per aver commentato anche se la coppia non è proprio la tua preferita XD ma davvero ti è piaciuta lo stesso? *-* sì, doveva essere un pochino poetica, la fic, sono contenta che sia arrivata al lettore XD Grazie mille, anche dello sclero in attesa dei risultati XD

bambi88: la fic era volutamente semplice, era più una sensazione che volevo trasmettere, di calma e tranquillità. Adoro Shikamaru innamorato *-* mi sciolgo solo a pensarlo XD E Temari, beh, più che altro è vista attraverso gli occhi di lui, e ho pensato che essendo più grande e, non lo so, più matura forse, più forte, Shika possa pensarla come più libera. Ma magari alla fine è un tantino OOC, mi sembra troppo dolce XD la fic si è scritta da sola, sorry. Grazie del commento ^^

Rinalamisteriosa: al solito, i tuoi commenti sono fin troppo gentili. Il punto era questo, hai notato che nello Shippuuden loro due sono cambiati? Io sì, quando ho visto Temari mi sono chiesta: e questa chi cavolo è? XD Quindi ho pensato che un loro dialogo, più maturo, potesse essere di questo genere, dove entrambi sanno bene cosa provano e non sono più così immaturi da nasconderlo (ma neanche tanto maturi da lasciarsi andare del tutto, maledetti >.<). I flashback mi piacciono, li inserisco spesso nelle storie ^^ danno un po’ di movimento al tutto. E la canzone piace anche a me XD ho notato poi che ci sono una marea di video ShikaTema su youtube proprio con questa canzone, in effetti il testo è bello ^^ Grazie mille, a presto ^^

Lily_90: io amo le fic piene di dialoghi, non so perché, ma mi piacciono di più ^^ stavolta ci ho provato XD Shika innamorato perso piace tanto anche a me, e prima o poi lo ammetterà, vedrai ^___^ altrimenti lo pestiamo tutte insieme XD Lui, e qualunque altro ragazzo che si comporti nello stesso modo ^__= Grazie per aver apprezzato la mia fanfic, a presto! ^^

Lely: i miei finali sono sempre positivi ^_____^ (XD). Allora, niente voli di fantasia, hai perfettamente ragione, Shika riprende la sigaretta quando pensa al suo maestro, e Temari vuole fargli condividere il dolore, non con le parole (che tanto non sono capaci XD), ma con i gesti, molto più significativi ^^ Prima o poi scrivo una fic su questa cosa -__- devo solo trovare il tempo XD La vena poetica c’era, o almeno, ci doveva essere XD sono felice se l’hai colta X3 grazie mille, figghia mia XD 

Dreaming Ferret: prima cosa, grazie di tutto, del giudizio, della posizione, dei voti, della disponibilità, di tutto XD Questa fanfic è un po’ diversa dal mio stile, ho tentato di farla più seria, vagamente poetica, se qualcosa è arrivato al lettore, beh, sono felicissima *-* Il flashback con Ino è il mio preferito XD Io li vedo molto come fratelli, mi piace la loro complicità, anche se magari nell’anime non si vede per niente XD e Choji, io lo adoro semplicemente XD Me lo immagino un po’ romantico, che sogna anche lui la sua principessa ^^ Grazie mille del commento, alla prossima (magari al prossimo contest ^^).

Colleghe for life: sì, loro due sono bellissimi *-* sono contenta che vi sia piaciuta anche questa fanfic, grazie (_ _)

 

 

 

 

   
 
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