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Autore: kphantomhive    01/06/2015    3 recensioni
Era da un pò di tempo che Zoro si sentiva "strano" quando stava vicino alla navigatrice.
"Strano" era l'unico termine che gli era venuto in mente, poiché non aveva provato mai una sensazione simile.
*** Fanfiction partecipante alla settimana Zonami indetta dal Midori Mikan ***
Genere: Erotico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Molti anni fa nel paese di Wa no Kuni viveva un bellissimo samurai dai capelli verdi. Era forte e valoroso, il miglior spadaccino di tutto il regno. Il samurai era innamorato della meravigliosa principessa Namizo, figlia del re del paese, e lei contraccambiava. Questo amore li consumava, perché entrambi sapevano che non potevano avere futuro data la differenza di rango…
- Ma che razza di storia è mai questa, Nami?! Ti avevo chiesto un racconto sui samurai, non una storia piena di sentimentalismi come piace a voi donne!-
- Questa è la storia di un samurai! E non interrompere sul più bello, buzzurro che non sei altro! Vogliamo tutti sapere come finisce la storia fra il samurai e la bella principessa!-
- Tutti chi?!-
- I lettori, no? Sì, dico proprio a voi che avete appena letto l’inizio di questo appassionante racconto. Volete sapere come continua? Allora andate sul Midori Mikan!-
 

Hidden feelings


Era da un pò di tempo che Zoro si sentiva "strano" quando stava vicino alla navigatrice.
"Strano" era l'unico termine che gli era venuto in mente, poiché non aveva provato mai una sensazione simile.
Tutto era iniziato qualche giorno prima, quando la Sunny si era imbattuta in una forte tempesta. Il mare era molto agitato tanto che le onde si infrangevano contro la nave in maniera piuttosto violenta.
In quell'occasione, Nami prese in mano la situazione, assegnando a ciascuno un compito per riuscire ad attraversare la tempesta sani e salvi.
Zoro era stato incaricato di tenere ben salda la corda affinché le vele non si gonfiassero rischiando di andare in mille pezzi a causa del forte vento. Proprio a causa di quest’ultimo, che continuava a far sobbalzare lo spadaccino, e del ponte scivoloso a causa dell'acqua portata dalle onde, i suoi piedi si imbrigliarono nella corda rimasta sul terreno, facendolo scivolare e cadere in acqua.
Il mare era così forte e ingrossato, che Zoro faticava a rimanere a galla, anche a causa della corda imbrigliata che gli impediva di nuotare.
Accorgendosi della situazione in cui si trovava Zoro, Nami si mise ad urlare per richiamare l'attenzione di Luffy che, dopo aver visto Zoro in acqua in difficoltà, allungò il braccio di gomma per afferrarlo e riportarlo sulla nave. Non fece in tempo neanche a rialzarsi, che Nami gli si fiondò addosso, abbracciandolo, stringendolo a sé.
"Grazie a Dio sei salvo, ho temuto il peggio".
Lo spadaccino rimase per un attimo sconvolto da quel gesto: da quando la navigatrice si preoccupava così tanto per lui?
Quella fu la prima volta che Zoro cominciò a sentirsi "strano" in presenza della navigatrice, o comunque al solo pensiero di lei.
C'é stata una volta, poi, in cui lo spadaccino si sentì veramente molto "strano", tanto che arrossì visibilmente davanti agli occhi della navigatrice.
Era successo tutto nel piccolo giardino di mandarini della nave.
Nami, come suo solito, stava raccogliendo dall'albero i mandarini più maturi da dare a Sanji per preparare deliziosi manicaretti.
Aveva scorto un mandarino veramente perfetto, secondo i canoni della navigatrice, ma più si allungava per raccoglierlo, e più quel mandarino pareva situato in alto.
Cocciuta e testarda, Nami non si dava pace, e cercava in tutti i modi di raggiungere quell'agognato mandarino; ormai era diventata una sorta di sfida.
Zoro stava camminando nei pressi del giardino, un pò assonnato, cercando di decidere il posto giusto dove schiacciare un pisolino. Durante la sua ricerca, notò la navigatrice che, sulle punte dei piedi, si sforzava ad allungarsi per cercare di raggiungere in tutti i modi un mandarino in particolare, per poterlo raccogliere. Vedendola in difficoltà, si avvicinò a lei, ed essendo più alto, allungò il braccio e staccò facilmente il mandarino porgendolo alla navigatrice. La reazione di Nami fu del tutto sconvolgente: si alzò sulle punte e posò una bacio sulla guancia dello spadaccino, ringraziandolo, per poi spostarsi e continuare la raccolta presso un altro albero di mandarini. Zoro arrossì immediatamente a causa di quel gesto improvviso, e quella sensazione che lo attanagliava, si fece più forte dentro di lui.
Non era abituato a quei gesti d'affetto da parte di nessuno, e soprattutto da parte della navigatrice.
Il pensiero della navigatrice, ormai, lo perseguitava anche durante gli allenamenti, tanto che cominciava ad infastidirsi e non riusciva più a concentrarsi.
Una notte successe l'inimmaginabile.
Zoro stava tranquillamente dormendo nel suo letto, quando venne svegliato all'improvviso dalla navigatrice messa a cavalcioni su di lui che gli intimava di fare silenzio, posandogli una mano sulla bocca.
"Zoro ho bisogno del tuo aiuto. Vieni con me fuori", sussurrò la navigatrice a voce molto bassa per evitare di svegliare i compagni di stanza dello spadaccino.
Zoro non poté far altro che alzarsi e seguire fuori la navigatrice, dato che ormai aveva disturbato il suo sonno svegliandolo.
Una volta fuori dalla stanza, Zoro seguì la navigatrice in assoluto silenzio, senza domandarle nulla, sino ad arrivare nei pressi dell'albero maestro.
"Zoro mi devi aiutare. Mi stavo allenando col mio bastone del tempo, quando mi é sfuggito dalle mani e si é impigliato tra quelle maglie", disse Nami indicando la rete di maglie di corda che si utilizza come sorta di scala per raggiungere il punto di vedetta in alto all'albero maestro.
"E mi hai svegliato solo per questo? Non potevi risalire e riprenderlo da sola?"
"Stupido, certo che posso salire e riprenderlo da sola, ma é molto in alto e se per caso cadessi in acqua, nessuno mi vedrebbe dato che stanno tutti dormendo che é il mio turno di guardia"
"Uhm", rispose Zoro che non aveva voglia in quel momento di discutere con la navigatrice ma voleva solamente tornarsene a dormire.
Dopo aver spiegato la situazione a Zoro, Nami iniziò ad arrampicarsi sulla rete, facendo attenzione a non imbrigliarsi i piedi tra le corde e, di conseguenza, cadere.
Intanto, da sotto, Zoro seguiva la navigatrice con lo sguardo, mentre quella sensazione strana cominciava ad attanagliarlo. Osservava la figura della navigatrice, dalle lunghe gambe snelle, risalendo sù e soffermandosi sul suo fondoschiena rotondo e sodo, decisamente ben messo, pensò Zoro, per poi risalire più sù, lungo la schiena per arrivare ai lunghi capelli arancioni che si muovevano accarezzando il corpo della navigatrice, sia a causa dei suoi movimenti e sia a causa della leggera brezza notturna.
Prima d'ora non si era mai soffermato ad osservare da questa prospettiva Nami, che adesso appariva veramente attraente ai suoi occhi.
La luce della luna rendeva la pelle della navigatrice più diafana, e quello sguardo determinato e un pò intimorito, non facevano altro che accrescere le sensazioni che lo spadaccino provava.
"In che guaio mi sono cacciato", pensò lo spadaccino, cercando di classificare le sensazioni da lui provate in quel momento.
Intanto Nami aveva raggiunto il suo bastone ed aveva ripreso a scendere senza troppe difficoltà.
Era quasi arrivata a metà della discesa, quando si alzò un vento abbastanza forte da scuotere la rete su cui la navigatrice si reggeva stretta. Vedendola aggrapparsi forte contro la rete e vedendola stringere gli occhi dalla paura di cadere, Zoro decise di fare qualcosa.
"Ehi Nami! Salta giù che ti prendo io"
"Ma tu sei pazzo! Te lo scordi che io salto giù da questa altezza!", disse la navigatrice in preda alla preoccupazione.
"Dai non fare la stupida ti afferro io"
"E se poi cado in acqua? No non salto!"
"E allora continua a scendere dalla rete"
"No ho paura, questo vento mi farà volare giù sicuramente"
"Vabbè allora se non vuoi né scendere né saltare, io me ne torno a dormire", disse Zoro voltando le spalle a Nami e iniziando a muoversi.
"No aspetta! Non vorrai lasciarmi quì brutto buzzurro che non sei altro!"
"Come mi hai chiamato brutta strega?"
"Sei un buzzurro che te ne vai lasciandomi quì dopo tutti i soldi che ti ho prestato e il debito che mi devi!"
"E adesso che centra il debito? Sei una strozzina che pensa solo ai soldi!"
Nami non aveva replicato, ma lo aveva guardato con uno sguardo veramente afflitto e spaventato.
"Va bene Zoro, io mi lancio, ma tu assicurati di prendermi, se no ti ammazzo!"
Detto questo, Nami, tenendo stretto con una mano il bastone, si sporse in avanti verso lo spadaccino, e prendendo coraggio, si lanciò giù atterrando sulle braccia di Zoro, che, a causa del vento e dell'improvviso sbilanciamento, cadde per terra con tutta la navigatrice al seguito.
Massaggiandosi la testa per il colpo ricevuto, Zoro si alzò leggermente sulle braccia per controllare che la navigatrice stesse bene; quest'ultima non aveva sbattuto contro il pavimento, essendo finita addosso allo spadaccino, e adesso giaceva sul petto di Zoro.
Passata la paura del salto, Nami alzò la testa e si tirò su leggermente, giusto quel tanto per guardarlo in viso, poggiando le mani sul petto dello spadaccino e facendo leva.
"Oddio Zoro, credevo di morire"
"Addirittura per così poco...in fondo era solo un piccolo salto"
"Un piccolo salto", sgranò gli occhi, "per un pelo non sono finita contro il pavimento e tu lo chiami piccolo salto?"
"Ma non ci sei finita sul pavimento, no? Quindi di cosa ti lamenti"
"Sei un buzzurro! Mi hai fatta saltare da lassù assicurandomi che non mi avresti fatta cadere e invece guarda dove sono!"
"Non é colpa mia se il vento mi ha fatto perdere l'equilibrio, brutta strega!",disse Zoro leggermente infuriato.
Nami per tutta risposta, con uno scatto improvviso, si fiondò sulle labbra dello spadaccino, catturandole in un bacio famelico. Le sue mani accarezzavano il suo volto, insinuandosi tra i capelli verdi e facendogli chinare il capo per avere maggiore accesso alla sua bocca.
La bocca di Nami era così invitante, che lo spadaccino non poté fare a meno di rispondere a quel bacio carico di passione e di sentimenti repressi.
Non si chiese nemmeno del perché la navigatrice si fosse avventata su di lui all’improvviso, ma tutto quello che desiderava in quel momento, per non dire da giorni, era farla sua, e di  certo non si sarebbe fermato proprio adesso.
Le mani di Zoro iniziarono, quindi, ad accarezzare i fianchi della navigatrice, morbidi e sinuosi sotto il suo tocco.
La sensazione di “stranezza” provata in quei giorni da Zoro era aumentata, trasformandosi in assoluto piacere e adrenalina nel sentire come Nami lo desiderava e lo voleva.
In preda all'euforia e all'eccitazione, i due continuavano a baciarsi e ad accarezzarsi senza sosta, staccandosi solo per riprendere fiato.
Si guardarono entrambi negli occhi, colmi di eccitazione, quasi a cercare consenso l'uno negli occhi dell'altra, per convincersi entrambi che quello che stavano facendo fosse giusto e voluto da entrambi.
Non riuscendo a stare lontano da lei, la bocca dello spadaccino si impadronì di nuovo di quella di Nami, e, contemporaneamente, ribaltando le posizioni, si posizionò sopra di lei. Le mani della navigatrice si muovevano esperte sul corpo dello spadaccino, insinuandosi sotto la sua maglietta, accarezzando ogni suo muscolo in tensione, percorrendo la lunga cicatrice, per poi ricongiungersi dietro la schiena di Zoro. Quest'ultimo si staccò dalle labbra di lei per sfilarsi la maglietta, gettandola lì vicino, per poi sfilare anche la maglia di Nami, lanciandola vicino alla sua, ricatturando, in seguito, le sue labbra invitanti.
La mano di Zoro scese sul bottone dei jeans di lei, che aprì, infilando poi una mano tra la sua femminilità e notando come fosse già bagnata solo per lui. Questo non fece altro che aumentare l'eccitazione di Zoro, che sfilò i pantaloni e le mutandine della navigatrice in un solo gesto, mentre lasciava delle scie di baci lungo il collo di lei.
Nami era eccitatissima e, avvinghiando le gambe al bacino dello spadaccino, notò che anche lui lo era.
Quando aveva catturato le labbra dello spadaccino in quel bacio poco prima, non credeva che lui avrebbe ricambiato, ma era da troppo tempo che Nami desiderava assaporare le sue labbra così invitanti, ed era da molto tempo che reprimeva i suoi veri sentimenti nei confronti di Zoro.
Ormai Zoro per Nami non era solo un semplice compagno; sperava e desiderava che il loro rapporto si evolvesse in qualcosa di più profondo, ma non era sicura che i suoi sentimenti fossero corrisposti dallo spadaccino.
Quando lo vide quasi annegare quel giorno della tempesta, capì che le importava moltissimo dello spadaccino, pertanto doveva trovare l’occasione giusta per palesare i suoi sentimenti una volta per tutte.
La mente di Nami si annebbiò quando sentì la mano di Zoro accarezzare la sua femminilità, stuzzicandola e donandole così un immenso piacere.
La navigatrice, dal canto suo, allungò le mani fino ad accarezzare il membro di lui dall'esterno dei suoi pantaloni, per invitarlo a farla sua il più presto possibile.
Con un rapido gesto, Zoro si tolse gli ultimi indumenti superflui, si posizionò davanti l'entrata della navigatrice, e con un colpo deciso, entrò dentro di lei.
Entrambi i loro corpi si inarcarono per il piacere, e, trascorso qualche secondo per far abituare Nami alla sua presenza, Zoro iniziò a spingere dentro di lei, prima lentamente, poi sempre più veloce. I loro corpi avvinghiati si muovevano all'unisono sotto la luce della luna, i loro gemiti erano soffocati dalle loro bocche unite e dalle loro lingue danzanti. Raggiunsero insieme il culmine del piacere, rimanendo poi per qualche minuto abbracciati sotto quel cielo stellato.
Il cuore di Zoro batteva all'impazzata, sia a causa dell’amplesso appena consumatosi, e sia a causa della vicinanza di Nami che stava distesa con la testa sul suo torace, accarezzandolo con la sua mano.
Il silenzio che scese tra di loro non era imbarazzante, anzi si adattava bene alla situazione in cui si trovavano adesso, abbracciati sotto la luce della luna, ma ad un certo punto Nami sentì l’esigenza di esternare i propri sentimenti verso lo spadaccino.
"Zoro...io, ehm, si, ecco..."
Non era da lei esitare in questo modo, ma confessare i propri sentimenti la rendeva ansiosa, nonostante si fossero uniti poco prima, pensiero che fece arrossire Nami.
Zoro, vedendola in imbarazzo ed avendo capito cosa lei stesse cercando di dire, le prese il mento tra le dita, facendola voltare verso di lui
"Si, anche io", e la baciò.


 
  
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