Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: ivi87    01/06/2015    7 recensioni
Piccolo missing moment di 3 capitoli da collocare tra la 4x22 e la 4x23
Tutte pronte per un romantico Valzer?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







# 2 – I wanna feel the HEAT with somebody




 

Sei entrata a passo di carica nel loft dello scrittore pronta ad imparare il Valzer e, speri, a sistemare le cose tra di voi.

Hai un ampia borsa da cui estrai le scarpe da ballo.

Mentre ti togli gli stivali e le indossi Castle ti domanda “Inglese o viennese?”.

Se solo tu sapessi di cosa sta parlando.

“Il Valzer”, prosegue lui non avendo ottenuto risposta “Quale vuoi imparare? Quello viennese o quello inglese?”.

Sei seduta sul divano, chinata ad allacciarti il laccetto alla caviglia con lo sguardo attonito rivolto all’insù verso Castle “Ehm...qual è quello più facile?”.

“E inglese sia”, decreta Castle rispondendo così alla tua domanda.

Si avvicina allo stereo e lo vedi inserire un cd.

Poi prende il piccolo telecomando e torna verso il divano.

Tu invece cominci ad estrarre il tuo equipaggiamento dalla borsa.

“Cosa sono quelle?”, ti domanda con stupore vedendo le sagome nere a forma di piedi che stai posizionando a terra.

Dovrebbe saperlo che non ti piace essere impreparata.

“Sono i passi da seguire. Su internet dicono che sia più facile imparare se si hanno delle tracce da seguire”.

Ti guarda scettico “Da quando ti fidi di internet?”.

“Da quando ho solo poche ore per imparare!”, rispondi cercando di mascherare il nervosismo.

Sì, sei consapevole che sembra una stupidaggine ma sei con l’acqua alla gola e se vuoi imparare alla svelta ti devi far andare bene anche i consigli di internet.

“Ah...ok...”, non sembra convinto ma dispone comunque le orme nel giusto ordine “Questi sono i passi base e sono sempre gli stessi che vanno ripetuti tutto il tempo. Una volta imparati poi ti puoi spostare in tutte le direzioni”.

“Come mai il Valzer inglese è più facile?”, domandi curiosa mentre ti posizioni sui passi di partenza.

“Perché è più lento e con figure più semplici”, risponde da esperto.

Posi le mani sui fianchi e finalmente glielo chiedi “Da quando Richard Castle è un rinomato ballerino?”.

“Detective Beckett, con le cose che non sai di me ci potresti riempire un libro!”, ti risponde citando una tua vecchia frase del passato.

Inclini la testa roteando gli occhi e lo vedi sorridere di fronte alla tua espressione.

“Sono figlio della Gran Diva, Beckett”, ti spiega “Ho passato l’infanzia dietro le quinte dei suoi spettacoli circondato da attori e ballerini”.

Annuisci col sorriso “Chiaro”, te lo immagini benissimo quel piccolo bambinetto adorabile che saltella allegro sul palco, conteso da tutti.

Ti risvegli dai tuoi pensieri solo quando lo vedi agitare una mano “Sei pronta a cominciare?”.

“Certo!”, raddrizzi la schiena e ti ricomponi mentalmente “Iniziamo!”.

Castle preme play sul telecomando e la note riempiono la stanza così da permetterti di prendere confidenza con la musica e il ritmo da seguire.

Ti parla di tempi musicali.

A quanto pare il valzer si esegue in ¾.

Non hai la minima idea di cosa voglia dire, sta parlando mandarino per te.

Mentre lo ascolti decidi di agire.

Segui le tracce sul pavimento e posi uno alla volta i piedi su di esse.

Di nuovo.

E ancora.

Castle ti guarda divertito.

Stai semplicemente camminando avanti e indietro e senza molta grazia dato che sei praticamente un pezzo di legno.

Lui sposta una delle orme con il piede “Lo vedi come scivola?”, ti domanda “Due passi di Valzer come si deve su quei foglietti di carta e avremmo fatto un bel volo!”.

“Oh”, fissi imbarazzata i fogli con le impronte che hai stampato poco prima di uscire “Non ci avevo pensato”, ammetti “Dovevo portare quelli professionali e adesivi” sussurri poi, rivolta a te stessa.

Castle leva di mezzo il resto dei fogli e si avvicina “Il mio pavimento ti ringrazia per non averlo fatto”, scherza prendendoti le mani e trascinandoti al centro del soggiorno.

“Mi dispiace doverti comunicare che il tuo essere una maniaca del controllo non va affatto d’accordo con la danza”, afferma posando la mano sinistra appena sotto la tua scapola mentre con l’altra mano ti afferra le dita e solleva il braccio all’altezza delle vostre spalle.

Quella vicinanza improvvisa ti disorienta.

Credevi che ci sareste arrivati gradualmente, invece sei già tra le sue braccia.

Istintivamente posi la mano libera sulla sua spalla “Solleva il gomito”, ti dice immediatamente controllando la postura.

Sembra immune alla vostra vicinanza.

Lo osservi con attenzione mentre mantiene la distanza corretta tra i vostri busti e i piedi.

Possibile che solo tu senti il calore attraverso la sua camicia?

Il profumo della sua pelle?

O sta cercando di restare il più professionale possibile per non cedere al tuo calore. Al tuo profumo.

Attende il momento giusto della melodia e poi ti dice “Vieni verso di me”, e senza esitare lui fa un passo indietro tirandoti a sé.

Inciampi nei tuoi piedi.

“Scusa, non me l’aspettavo”, immediatamente ti rimetti nella giusta posizione.

“Sei troppo rigida”, esclama lui “Riproviamo”.

Questa volta lo segui in quel primo passo senza problemi, ma come fate il secondo gli pesti un piede.

“Scusa, scusa, lo so, non dire niente”, ti porti le mani sul volto “Riproviamo ancora”.

Vi rimettete in posizione e ripartite.

Sei sicura di dover avanzare e quindi spingi verso di lui.

Stranamente lui sta facendo lo stesso con te con il risultato che sembrate stiate entrambi cercando di spingere una porta invisibile.

Nel tentativo di rimediare gli pesti accidentalmente l’altro piede.

Non ti lascia le mani ma si allontana di un passo mentre tu abbatti la testa sconsolata.

Non può essere così difficile!

Ti scuote le braccia molli facendole dondolare “Te l’ho detto che sei troppo rigida?”.

Lo guardi scocciata.

“Devi rilassarti, lasciarti andare. Lascia che sia il tuo cavaliere a guidare”.

Lo dice come se fosse una cosa facile.

Ti sarebbe difficile anche se non fosse lui il tuo cavaliere.

“Lo so che non permetti mai a nessun’altro di guidare, ma non hai alternative questa volta”, afferma serio guardandoti negli occhi “Pensi di poterlo fare?”.

Sai che sta parlando del ballo ma... è come se non stesse affatto parlando del ballo.

Probabilmente sono passati svariati secondi prima che tu riesca a riemergere da quel mare blu e rispondere “Sì. Penso di poterlo fare”.

Vi riavvicinate e tornate in posizione.

“Chiudi gli occhi”.

Quelle parole suscitano però l’effetto contrario.

Li spalanchi, fissandolo.

Un piccolo sorrisino compiaciuto gli spunta sul volto “Fidati”.

Annuisci.

Sei tra le sue braccia, ergo sei nel posto più sicuro del mondo.

“Chiudi gli occhi”, ti ripete.

Lo fai senza esitazioni, questa volta.

Senti il volume della musica aumentare e la sua presa farsi più stretta.

Nessuno dei due accenna a muoversi.

Deve essersi accorto che sei tesa come una corda di violino.

Il suo respiro che ritmicamente ti sfiora la pelle, combinato al tocco della sua mano sulla tua schiena, ti rilassa poco a poco.

Quando sente i tuoi muscoli che si sciolgono, sposta la gamba in avanti spingendoti indietro.

Con il pollice ti massaggia la scapola sopra il tessuto e senti i vostri corpi avvicinarsi.

Si sfiorano appena ora, nonostante il valzer imponga una certa distanza tra il cavaliere e la sua dama.

Sei curiosa di sapere se ti sta osservando o se anche lui si sta godendo il momento ad occhi chiusi.

Devi aver spostato di poco la mano dalla spalla perché ora percepisci, sulla punta delle dita, la pelle caldissima del suo collo.

Ma è quando senti il suo respiro fresco sulle labbra che istintivamente apri gli occhi.

Ti sembra in imbarazzo e con un passo indietro si allontana, lasciando la presa dal tuo corpo.

“Hai ballato”, esclama.

Ti guardi intorno, sei dal lato opposto della stanza rispetto a dove siete partiti.

“E non mi hai pestato i piedi”, aggiunge vedendoti ancora un po’ confusa.

Hai ballato.

Mentre ti rilassavi tra le sue braccia e ti beavi del suo calore, hai ballato.

“I passi li sapevi, dovevi solo lasciarti andare”, dice ancora, mentre estrae il cd dallo stereo e raduna i fogli con le impronte da seguire.

Tu sei ancora lì impalata, invece.

Capisci che è successo qualcosa. E non solo a te.

Avete provato le stesse sensazioni.

Ma lui non sa che ora è quello che vuoi anche tu.

“Castle...”, provi a dire.

Ma lui butta tutto velocemente nella tua borsa e ti interrompe “Non hai più bisogno di lezioni. Fidati di tuo padre e lasciati guidare da lui”.

“Possiamo parlare un attimo?”, domandi con il cuore in gola.

Ma lui ti sta già porgendo la tua borsa “É tardi e domani sarà una giornata importante. Devi riposare”, risponde invece.

Non c’è astio o maleducazione nelle sue parole.

Anzi, riconosci benissimo quel senso di vulnerabilità nella sua voce che molte volte hai provato anche tu.

Eviti di insistere, cercando dentro di te quel tatto e quella pazienza che lui ti ha sempre dimostrato.

“Hai ragione”, affermi sorridendogli sperando che quel sorriso gli faccia capire che comunque non ti arrenderai “Ci vediamo domani”.

 

 

 



Ivi’s corner:

 

La prossima volta, mi raccomando ragazze, le orme adesive! ^-^

Lascio a voi la parola, stasera il mal di testa è mio nemico giurato (non che le altre sere mi lasci molto in pace...)

 

A presto con l’ultimo capitolo ;)

 

Ivi87
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: ivi87