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Autore: giumafra3    01/06/2015    0 recensioni
Nero, era decisamente nero
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neri, in effetti erano neri. I calzini erano neri non erano blu.
A vederli nel cassetto sembravano uguali a quelli blu, quelli blu scuro.  Ma poi messi vicini, sotto la luce del sole che veniva dalla finestra, non sotto quella della lampada che non faceva distinguere un bel niente, la differenza si vedeva.
Quella scoperta lo aveva tranquillizzato, ora stava meglio. L'idea di uscire con un vestito nero e calzini che alla luce del sole sarebbero chiaramente apparsi blu, gli aveva rovinato l'inizio della giornata. Gli era capitato altre volte di uscire convinto di avere calzini blu e poi trovarseli neri o viceversa. 
E i calzini si vedevano, i colleghi li avrebbero notati  ed era inutile quello che gli diceva Emma dal letto, mentre si rigirava ancora mezza dormiente, che nessuno ci avrebbe mai fatto caso. Ci facevano caso eccome
Quelli vedevano tutto, non dicevano niente ma vedevano, e giudicavano. Poi di nascosto sicuramente ridevano.
E solo questo pensiero avrebbe rovinato tuta la giornata.
Ora invece era più tranquillo, anche se tranquillo non descriveva affatto il suo stato d'animo.
Rilassato, per lo meno per ora, rilassato si lo era, tranquillo non si poteva dire perché la tranquillità presupponeva
quantomeno uno stato d'animo ordinario, neanche appagato, ma perlomeno ordinario questo si.
E invece non aveva uno da stato d'animo appagato. La colpa ovviamente non era sua, lui lo sapeva, lo sapeva
intimamente è decisamente: la colpa era degli eventi che lo avevano travolto suo malgrado, all'improvviso, senza preavvisarlo e lo avevano trasportato con se, gli eventi, appunto.
Non erano eventi da poco, erano veri è propri cataclismi. 
Emma ovviamente diceva che erano tutte fantasie stupide che a forza di essere rimescolate nella sua testa avevano costruito una montagna, fatta di niente.
Ma lui aveva studiato bene il suo problema e sapeva che il problema era notevole. Lo sapeva come lo sa uno
scienziato che studia puntualmente un problema.
Lui lo aveva fatto.
Lo aveva fatto dopo quello che era successo e che aveva decisamente cambiato il corso delle cose. Eventi
imprevedibili, eventi inaspettati che ti raggiungono all'improvviso come un'onda anomala che ti coglie alle spalle e ti porta giù in un attimo.
Resti senza fiato senza averne potuto immagazzinare abbastanza prima dell'onda; sei sotto in una frazione di secondo, la frazione prima eri sopra.
Era successo di giovedì mattina, un giorno neutro, ancora non troppo vicino al Sabato seppure già abbastanza distante dal Lunedì. Ma anche nei giorni neutri accadono gli aventi importanti, o devastanti. Quando ci pensava diceva sempre che la gente non muore di domenica o di sabato, muore indistintamente tutti i giorni della settimana.
Anche a lui era successo di Giovedì. Non voleva pensarci, sapeva che non ci doveva pensare, ma ormai era tardi anche per quel giorno, ormai quello che era accaduto era nuovamente nella sua testa, ritornava, rigirava, tanto lo sapeva che ormai non sarebbe più stato un grado di scacciarla.
E infatti non la scacciava, non ci riusciva. Anzi.
Ora era già bella viva dentro di lui. Non sarebbe riuscito ad uscire, neanche con i calzini neri. Se lo avesse fatto appena varcata la porta avrebbe cominciato ad ansimare, l'ansia lo avrebbe sopraffatto.
Torno' a letto, con i calzini.
Emma dormiva, ma lui non dormi.
 
   
 
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