Taylor percorse sorpresa il corridoio
vuoto a causa degli
orari. Non riusciva a pensare ad altro se non al bacio di Troy. Il suo
cuore
era in subbuglio e da quella tormenta non riusciva a trovare via
d’uscita. Il
suo cuore chiuso a morsa, serrato come una trappola la imprigionava
dentro se
stessa richiusa a lucchetto nel suo amore.
Attraversò la mensa
completamente vuota e si sedette
fissando confusa e pensierosa di fronte a se. Non riusciva a capire,
non
riusciva a comprendere il perché del suo batticuore, non
riusciva più a capire
cosa le dettasse la mente fulminea e scattante. Sospirò un
poco e quando
riprese a respirare sentì dei passi provenire dal piano
superiore della mensa
si nascose un poco e rannicchiatasi con le ginocchia al petto
sentì delle voci.
-…cosa ti prende? Cosa
c’è che non va?-
Taylor sospirò: Sharpay.
Il rumore di tacchi risuonò per
tutta la mensa quando altri passi più rapidi e fuggiaschi,
più scattanti e meno
curati, attutiti, ovattati risuonarono.
-Sharpay…credimi
è meglio se non lo sai!-
Taylor aprì gli occhi di
scatto fissando davanti a se: Chad.
Era senza ombra di dubbio Chad, il suo Chad. Si alzò in
piedi e si schiacciò
contro la parete ascoltando le voci dei ragazzi fino a che i passi non
si
bloccarono. Sgusciò con lentezza su un fianco e si
schiacciò un poco verso l’alto
così da riuscire a vedere. Vide Chad camminare scosso e
leggermente agitato
avanti e indietro per la mensa mentre Sharpay con gli occhi leggermente
lucidi
lo fissava seduta su una sedia.
-Ma io voglio saperlo! Ho sempre
fatto ciò che è meglio per
me e credimi Chad, sapere il perché ti sei bloccato
è il meglio per me!-
Disse la Regina di Ghiaccio con voce
decisa e leggermente
adirata anche se tremolante sgusciava via dalle sue labbra come un peso
e un
oppressione.
-No…non lo
sai…non sai quello che dici.-
Disse il moro sedendosi stancamente
su una sedia per poi
sostenersi afflitto il viso con le mani. Sharpay lo scrutò
stranita da quelle
parole che per lei suonavano senza senso. Il suo sguardo agitato,
ferito e
confuso si addolcì assumendo toni teneri e un sorriso
confortante le dipinse le
labbra.
-Allora spiegamelo tu…-
Chad alzò lo sguardo non
riuscendo a combattere l’espressione
affranta del suo viso. Si passò una mano tra i ricci ribelli
e sospirò
nuovamente. Sharpay attese le parole ma Chad rimase silenzioso
distogliendo lo
sguardo dagli occhi caramello della biondina.
Sharpay lasciò che
lentamente la tristezza di non essere di
aiuto e la delusione per quello che era avvenuto comparissero a marcare
i
lineamenti del suo viso, sempre tenero e rassicurante, ma ora anche
amareggiato
e malinconico.
Accarezzò la mano che Chad
teneva posata inerme sul tavolo e
la strinse nelle sue. Il caldo delle proprie mani sembrava rincuorare e
ridare
un po’ di vita alle mani gelide del ragazzo. Sorrise appena e
voltandosi si
diresse verso l’uscita. Arrivata alla porta rimase pochi
istanti ferma e con
una mano la spinse per aprirla quando sentì un rumore
assordante alle sue
spalle. Si voltò improvvisamente e vide Chad in piedi con
una sedia riversa a
terra. Il ragazzo aveva il fiatone e l’espressione sul suo
viso era irosa ma
anche dannatamente triste.
-Lo amo!-
Digrignò i denti Chad
quando Sharpay gli fu ad un passo. La
ragazza non capì quella frase ringhiata, sputata come fosse
un insulto, un’amara
e orribile consapevolezza. Si avvicinò e spaventata ma anche
malinconica gli
posò una mano sulla spalla.
Immediatamente Chad
abbassò le spalle, il respiro tornò
regolare, le mani caddero inermi accanto alla vita e il viso si
abbandonò
ciondoli tra le spalle.
Sharpay si separò e
cercò il suo sguardo per farlo parlare.
-Io amo Troy…-
Sharpay si sentì mancare
l’aria. Fissò Chad di fronte a se
come fosse un alieno, come fosse un estraneo mai visto prima. Non
poteva
crederci, non voleva crederci, come una bambola di porcellana i suoi
sogni
cadevano a terra infrangendosi con mille cocci, mille scaglie che lente
si
conficcavano nella sua consapevolezza: lo aveva sempre saputo, per un
motivo o
per un altro la loro relazione era impossibile, ma scoprirlo dopo un
bacio,
scoprirlo dopo una forte speranza di riuscita era ancora più
doloroso. Eppure si
riprese da quello shock quando la voce di Chad tornò a far
vibrare l’aria.
-…amo lui…non
so nemmeno come ho fatto…eppure, lo amo. È una
semplice cotta, una cosa che spero passerà perché
non voglio rovinare la nostra
amicizia per un mio difetto. Non voglio allontanarlo da me e si, sono
un
vigliacco perché non ho il coraggio per affrontare
l’intera East High se
dovesse venire a saperlo e quindi preferivo tenerlo per me.
Ma…giorno dopo
giorno…ora dopo ora….questa consapevolezza mi
schiaccia…sempre di più mi
opprime e come un nodo allo stomaco, come un obbligo sentivo di doverlo
urlare,
di doverlo dire anche solo a una persona…Sharpay non so
perché ti ho baciata,
non so nemmeno perché l’ho detta a te questa
mia…stupida, dannatamente
sbagliata…cotta…non lo so…non so
nulla, non so nemmeno perché ogni volta che ti
vedo vorrei baciarti…forse attrazione…forse
semplice maniacale ossessione per
le donne…non lo diresti però…visto che
sono…sono gay.-
Chad arrossì mentre
l’espressione sul suo viso si faceva
sempre più afflitta, sempre più cupa, e quando
calcò l’ultima parola sembrava
come se fosse disgustato da se stesso…Sharpay comprese che
non sembrava…lui era
disgustato da se stesso. Si sentì esplodere il cuore quando
notò che definiva
il suo amore come un difetto, forse era vero, forse era uno sbaglio ma
non
doveva pensarlo…non lui che ne era il protagonista.
Si maledì,
perché la Regina di Ghiaccio non si commoveva,
perché
la Regina di Ghiaccio sarebbe andata via dopo quella confessione senza
nemmeno
degnarlo di uno sguardo, perché la Regina di Ghiaccio si
sarebbe congedata con
un insulto o un rimprovero, perché alla Regina di Ghiaccio
non importava di uno
sciocco ragazzo perso in mille dubbi che nutriva odio per se
stesso…si maledì perché
ora era lì e lo abbracciava d’impeto, con affetto
mentre calde lacrime le
solcavano prepotenti il viso. Si maledì perché
continuava a rassicurarlo e a
promettergli di aiutarlo in qualsiasi modo pur di vederlo
felice…si maledì perché
mentre era lui a dover essere consolato, lui le sorrideva tristemente
accarezzandole la testa e tenendola stretta tra le sue
braccia…si maledì perché
stava rovinando con le lacrime la prima vera e decente maglietta che
Chad aveva
indossato da quando era entrato alla East High School…
Si maledì
perché solo in quel momento si rendeva conto di
quanto lo amava, a tal punto da non importagli chi, cosa o come gli
piacesse,
ma desiderando solo di vederlo felice…
“”””””””””””””””””””””””””””””””””””
Taylor correva, senza fermarsi per i
corridoi, le lacrime a
inondarle il viso, le mani strette sul volto a oscurare quelle lacrime,
gocce d’acqua
che cattive e prepotenti le colavano dagli occhi.
Sorpresa, confusione, ira, delusione
e gelosia le vorticano
forti in testa.
Chad amava Troy. Non poteva crederci,
non voleva crederci!
Subito, appena appresa la notizia era corsa via, scappata da quella
realtà che
un po’ le si era ritorta contro.
Le era bastato sentire Chad
pronunciare una frase, vedere le
labbra del riccio inarcarsi a lasciar uscire le parole più
semplici, più
conosciute, ma anche le più complesse “Io
amo…” e poi quel nome, quel dannato
nome che entrava sempre in tutto ciò che le accadeva, che
calcava ogni singolo
giorno della sua esistenza “…Troy”.
Anche da lui, anche dalle sue labbra! Era
arrabbiata frustrata che quel biondo fosse sempre in mezzo tra lei e
Chad.
Ferita, sola, voleva il suo
abbraccio. No, non riusciva ad
odiarlo, a disprezzarlo come avrebbe voluto. Non riusciva a nutrire
sentimenti
avversi, di fianco al suo nome, alla sua immagine qualsiasi rabbia o
furia
svaniva lasciando solo l’amore per lui e la tristezza
dell’impossibilità di
realizzarsi del suo amore.
Seduta in una angolo del bagno
rifletteva da molto su quelle
tre parole, su quel soggetto, su quel verbo, su quel nome messi uno
dietro l’altro
a formare una frase complessa ma ancora più difficile se
pronunciata dalle
labbra del riccio.
Mille altri dubbi le avevano carpito
la concentrazione ora
che era più calma, cosa intendeva Sharpay, da cosa si era
bloccato? Perchè
erano insieme? Cosa era successo per far avvicinare due figure
così opposte?
Mille dubbi, mille incertezze, ma
quando vide la porta
aprirsi e una Gabriella entrare in lacrime, con gli occhi arrossati e
il viso
sconvolto tutto si dissolse.
-Ella?-
-Tay?-
Le ragazze si guardarono, entrambe
con gli occhi arrossati,
entrambe con gli sguardi in lacrime, entrambe con i visi sconvolti.
Gabriella
sorrise a Taylor timidamente e aprì le braccia, non
conosceva il motivo per la
quale la sua migliore amica stesse piangendo, ma non le importava.
Aveva bisogno
di lei, anche se era colpa sua le sue lacrime versate, anche se lei
incosciamente ne era la responsabile ne aveva un dannato bisogno.
Taylor fissò Gabriella
leggermente sorpresa e incerta, ma si
sciolse e corse a ripararsi e a riparare nell’abbraccio della
mora. Le
accarezzò la testa e insieme, in lacrime ridacchiarono un
poco tristi di veder
piangere la propria migliore amica, ma felici di non essere sole nel
proprio
dolore.
Taylor seduta sempre in un angolo del
bagno raccontò a
Gabriella sfogandosi della propria sorpresa riguardo al bacio di Troy.
Gli
disse tutto, della sua strana emozione, del battito del suo cuore, ma
anche del
peso che la affliggeva sullo stomaco visto che lei non lo ricambiava.
Tacque però sugli
avvenimenti che realmente le avevano
dilaniato il cuore: Chad l’aveva confidato in segreto a
Sharpay e per quanto ne
fosse gelosa non avrebbe mai tradito il riccio spifferando una cosa
così privata
anche se alla sua migliore amica. Poi avrebbe fatto i conti con
Sharpay, non
avrebbe permesso alla Regina di Ghiaccio di far soffrire Chad.
Si concentrò su Gabriella
e giustificando il suo come un
pianto liberatorio le chiese il motivo delle sue lacrime.
Gabriella incerta su come affrontare
un argomento stava
scrupolosamente escogitando una maniera per poter evitare di rispondere
ripromettendo a se stessa che un giorno, molto presto, gli avrebbe
rivelato
tutto quando ad un tratto bussarono alla porta del bagno delle ragazze.
-Gabriella? Gabriella sono Ryan!-
La mora ruotò sorridendo
gli occhi al cielo e tirando su con
il naso mentre Taylor ridacchiava porgendole l’ennesimo
fazzoletto. Le due
risero e la ragazza rispose con voce debole e rotta.
-Cosa è successo?-
-Ti ho vista piangere! Non
è che potresti uscire? Sai com’è
non è bene che un ragazzo entri nel bagno delle ragazze!-
Disse facendo ridere anche Taylor
mentre Gabriella si alzava
porgendo una mano all’amica. Le due uscirono dal bagno e Ryan
disse a
Gabriella.
-Ah…vedo che hai
risolto….-
Disse ridendo imbarazzato seguito
dalle due amiche. Le due
si diressero insieme verso la palestra con Ryan che cerava di tirarle
su di
morale con battute, imitazioni e scherzetti. Quando giunsero Kelsie le
accolse
leggermente confusa ma contenta che le due amiche si furono riprese.
Continua…
Questo apitolo è anche per chi ho conosciuto e incontrato in questo sito. Soprattutto per loro. Tutte, dalla prima all'ultima. Un bacione e spero vi sia piaciuto.*
*Armonille*