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Autore: armony_93    07/01/2009    5 recensioni
DECISIONE SULLE COPPIE PRESA ALLA FINE DEL NONO CAPITOLO ;) Allora, diciamo che questa fanfiction seguirà i desideri di chi la legge perchè le coppie non sono formate e andranno formandosi nella storia, tutte le coppie hanno la possibilità di formarsi indipendentemente dalle mie preferenze e dalle mie scelte passate perchè questa storia parla dell'Amore adolescenziale che può variare in un battito di ciglia, quell'amore che è così inaspettato, confusionario, difficile da riconoscere, complicato da capire, doloroso da affrontare...quell'amore che tutti prima o poi provano...anche in modo confusionale. L'amore di un'adolescente può cambiare da un momento ad un altro indipendentemente se viene ricambiato o meno. Sofferenza e amore, passione e dolore si alternano in un uragano di emozioni che scaturiscono dal cuore di adoloscenti confusi e innamorati. Personaggi diversi rispecchiano caratteri opposti e vari come una tavola di colori da cui attingere, chi legge è il pittore e io sono il vostro pennello. Le coppie sono tutte e nessuna, si parte da una situazione di base che può presentare anche sfumature shounen ai ma credo che per la maggioranza non dovrete preoccuparvi di situazioni fastidiose. Spero che vi piaccia nonostante ho milioni di fanfiction in sospeso mi sono ispirata ad una visione alternativa del terzo film. Ripongo la mia stima in chiunque leggerà e i miei più sentiti ringraziamenti a chi commenta.
Sono tornata...
Bacio Armony
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Taylor percorse sorpresa il corridoio vuoto a causa degli orari. Non riusciva a pensare ad altro se non al bacio di Troy. Il suo cuore era in subbuglio e da quella tormenta non riusciva a trovare via d’uscita. Il suo cuore chiuso a morsa, serrato come una trappola la imprigionava dentro se stessa richiusa a lucchetto nel suo amore.

Attraversò la mensa completamente vuota e si sedette fissando confusa e pensierosa di fronte a se. Non riusciva a capire, non riusciva a comprendere il perché del suo batticuore, non riusciva più a capire cosa le dettasse la mente fulminea e scattante. Sospirò un poco e quando riprese a respirare sentì dei passi provenire dal piano superiore della mensa si nascose un poco e rannicchiatasi con le ginocchia al petto sentì delle voci.

-…cosa ti prende? Cosa c’è che non va?-

Taylor sospirò: Sharpay. Il rumore di tacchi risuonò per tutta la mensa quando altri passi più rapidi e fuggiaschi, più scattanti e meno curati, attutiti, ovattati risuonarono.

-Sharpay…credimi è meglio se non lo sai!-

Taylor aprì gli occhi di scatto fissando davanti a se: Chad. Era senza ombra di dubbio Chad, il suo Chad. Si alzò in piedi e si schiacciò contro la parete ascoltando le voci dei ragazzi fino a che i passi non si bloccarono. Sgusciò con lentezza su un fianco e si schiacciò un poco verso l’alto così da riuscire a vedere. Vide Chad camminare scosso e leggermente agitato avanti e indietro per la mensa mentre Sharpay con gli occhi leggermente lucidi lo fissava seduta su una sedia.

-Ma io voglio saperlo! Ho sempre fatto ciò che è meglio per me e credimi Chad, sapere il perché ti sei bloccato è il meglio per me!-

Disse la Regina di Ghiaccio con voce decisa e leggermente adirata anche se tremolante sgusciava via dalle sue labbra come un peso e un oppressione.

-No…non lo sai…non sai quello che dici.-

Disse il moro sedendosi stancamente su una sedia per poi sostenersi afflitto il viso con le mani. Sharpay lo scrutò stranita da quelle parole che per lei suonavano senza senso. Il suo sguardo agitato, ferito e confuso si addolcì assumendo toni teneri e un sorriso confortante le dipinse le labbra.

-Allora spiegamelo tu…-

Chad alzò lo sguardo non riuscendo a combattere l’espressione affranta del suo viso. Si passò una mano tra i ricci ribelli e sospirò nuovamente. Sharpay attese le parole ma Chad rimase silenzioso distogliendo lo sguardo dagli occhi caramello della biondina.

Sharpay lasciò che lentamente la tristezza di non essere di aiuto e la delusione per quello che era avvenuto comparissero a marcare i lineamenti del suo viso, sempre tenero e rassicurante, ma ora anche amareggiato e malinconico.

Accarezzò la mano che Chad teneva posata inerme sul tavolo e la strinse nelle sue. Il caldo delle proprie mani sembrava rincuorare e ridare un po’ di vita alle mani gelide del ragazzo. Sorrise appena e voltandosi si diresse verso l’uscita. Arrivata alla porta rimase pochi istanti ferma e con una mano la spinse per aprirla quando sentì un rumore assordante alle sue spalle. Si voltò improvvisamente e vide Chad in piedi con una sedia riversa a terra. Il ragazzo aveva il fiatone e l’espressione sul suo viso era irosa ma anche dannatamente triste.

-Lo amo!-

Digrignò i denti Chad quando Sharpay gli fu ad un passo. La ragazza non capì quella frase ringhiata, sputata come fosse un insulto, un’amara e orribile consapevolezza. Si avvicinò e spaventata ma anche malinconica gli posò una mano sulla spalla.

Immediatamente Chad abbassò le spalle, il respiro tornò regolare, le mani caddero inermi accanto alla vita e il viso si abbandonò ciondoli tra le spalle.

Sharpay si separò e cercò il suo sguardo per farlo parlare.

-Io amo Troy…-

Sharpay si sentì mancare l’aria. Fissò Chad di fronte a se come fosse un alieno, come fosse un estraneo mai visto prima. Non poteva crederci, non voleva crederci, come una bambola di porcellana i suoi sogni cadevano a terra infrangendosi con mille cocci, mille scaglie che lente si conficcavano nella sua consapevolezza: lo aveva sempre saputo, per un motivo o per un altro la loro relazione era impossibile, ma scoprirlo dopo un bacio, scoprirlo dopo una forte speranza di riuscita era ancora più doloroso. Eppure si riprese da quello shock quando la voce di Chad tornò a far vibrare l’aria.

-…amo lui…non so nemmeno come ho fatto…eppure, lo amo. È una semplice cotta, una cosa che spero passerà perché non voglio rovinare la nostra amicizia per un mio difetto. Non voglio allontanarlo da me e si, sono un vigliacco perché non ho il coraggio per affrontare l’intera East High se dovesse venire a saperlo e quindi preferivo tenerlo per me. Ma…giorno dopo giorno…ora dopo ora….questa consapevolezza mi schiaccia…sempre di più mi opprime e come un nodo allo stomaco, come un obbligo sentivo di doverlo urlare, di doverlo dire anche solo a una persona…Sharpay non so perché ti ho baciata, non so nemmeno perché l’ho detta a te questa mia…stupida, dannatamente sbagliata…cotta…non lo so…non so nulla, non so nemmeno perché ogni volta che ti vedo vorrei baciarti…forse attrazione…forse semplice maniacale ossessione per le donne…non lo diresti però…visto che sono…sono gay.-

Chad arrossì mentre l’espressione sul suo viso si faceva sempre più afflitta, sempre più cupa, e quando calcò l’ultima parola sembrava come se fosse disgustato da se stesso…Sharpay comprese che non sembrava…lui era disgustato da se stesso. Si sentì esplodere il cuore quando notò che definiva il suo amore come un difetto, forse era vero, forse era uno sbaglio ma non doveva pensarlo…non lui che ne era il protagonista.

Si maledì, perché la Regina di Ghiaccio non si commoveva, perché la Regina di Ghiaccio sarebbe andata via dopo quella confessione senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, perché la Regina di Ghiaccio si sarebbe congedata con un insulto o un rimprovero, perché alla Regina di Ghiaccio non importava di uno sciocco ragazzo perso in mille dubbi che nutriva odio per se stesso…si maledì perché ora era lì e lo abbracciava d’impeto, con affetto mentre calde lacrime le solcavano prepotenti il viso. Si maledì perché continuava a rassicurarlo e a promettergli di aiutarlo in qualsiasi modo pur di vederlo felice…si maledì perché mentre era lui a dover essere consolato, lui le sorrideva tristemente accarezzandole la testa e tenendola stretta tra le sue braccia…si maledì perché stava rovinando con le lacrime la prima vera e decente maglietta che Chad aveva indossato da quando era entrato alla East High School…

 

Si maledì perché solo in quel momento si rendeva conto di quanto lo amava, a tal punto da non importagli chi, cosa o come gli piacesse, ma desiderando solo di vederlo felice…

 

“”””””””””””””””””””””””””””””””””””

 

Taylor correva, senza fermarsi per i corridoi, le lacrime a inondarle il viso, le mani strette sul volto a oscurare quelle lacrime, gocce d’acqua che cattive e prepotenti le colavano dagli occhi.

Sorpresa, confusione, ira, delusione e gelosia le vorticano forti in testa.

Chad amava Troy. Non poteva crederci, non voleva crederci! Subito, appena appresa la notizia era corsa via, scappata da quella realtà che un po’ le si era ritorta contro.

Le era bastato sentire Chad pronunciare una frase, vedere le labbra del riccio inarcarsi a lasciar uscire le parole più semplici, più conosciute, ma anche le più complesse “Io amo…” e poi quel nome, quel dannato nome che entrava sempre in tutto ciò che le accadeva, che calcava ogni singolo giorno della sua esistenza “…Troy”. Anche da lui, anche dalle sue labbra! Era arrabbiata frustrata che quel biondo fosse sempre in mezzo tra lei e Chad.

Ferita, sola, voleva il suo abbraccio. No, non riusciva ad odiarlo, a disprezzarlo come avrebbe voluto. Non riusciva a nutrire sentimenti avversi, di fianco al suo nome, alla sua immagine qualsiasi rabbia o furia svaniva lasciando solo l’amore per lui e la tristezza dell’impossibilità di realizzarsi del suo amore.

 

Seduta in una angolo del bagno rifletteva da molto su quelle tre parole, su quel soggetto, su quel verbo, su quel nome messi uno dietro l’altro a formare una frase complessa ma ancora più difficile se pronunciata dalle labbra del riccio.

Mille altri dubbi le avevano carpito la concentrazione ora che era più calma, cosa intendeva Sharpay, da cosa si era bloccato? Perchè erano insieme? Cosa era successo per far avvicinare due figure così opposte?

Mille dubbi, mille incertezze, ma quando vide la porta aprirsi e una Gabriella entrare in lacrime, con gli occhi arrossati e il viso sconvolto tutto si dissolse.

-Ella?-

-Tay?-

Le ragazze si guardarono, entrambe con gli occhi arrossati, entrambe con gli sguardi in lacrime, entrambe con i visi sconvolti. Gabriella sorrise a Taylor timidamente e aprì le braccia, non conosceva il motivo per la quale la sua migliore amica stesse piangendo, ma non le importava. Aveva bisogno di lei, anche se era colpa sua le sue lacrime versate, anche se lei incosciamente ne era la responsabile ne aveva un dannato bisogno.

Taylor fissò Gabriella leggermente sorpresa e incerta, ma si sciolse e corse a ripararsi e a riparare nell’abbraccio della mora. Le accarezzò la testa e insieme, in lacrime ridacchiarono un poco tristi di veder piangere la propria migliore amica, ma felici di non essere sole nel proprio dolore.

 

Taylor seduta sempre in un angolo del bagno raccontò a Gabriella sfogandosi della propria sorpresa riguardo al bacio di Troy. Gli disse tutto, della sua strana emozione, del battito del suo cuore, ma anche del peso che la affliggeva sullo stomaco visto che lei non lo ricambiava.

Tacque però sugli avvenimenti che realmente le avevano dilaniato il cuore: Chad l’aveva confidato in segreto a Sharpay e per quanto ne fosse gelosa non avrebbe mai tradito il riccio spifferando una cosa così privata anche se alla sua migliore amica. Poi avrebbe fatto i conti con Sharpay, non avrebbe permesso alla Regina di Ghiaccio di far soffrire Chad.

Si concentrò su Gabriella e giustificando il suo come un pianto liberatorio le chiese il motivo delle sue lacrime.

Gabriella incerta su come affrontare un argomento stava scrupolosamente escogitando una maniera per poter evitare di rispondere ripromettendo a se stessa che un giorno, molto presto, gli avrebbe rivelato tutto quando ad un tratto bussarono alla porta del bagno delle ragazze.

-Gabriella? Gabriella sono Ryan!-

La mora ruotò sorridendo gli occhi al cielo e tirando su con il naso mentre Taylor ridacchiava porgendole l’ennesimo fazzoletto. Le due risero e la ragazza rispose con voce debole e rotta.

-Cosa è successo?-

-Ti ho vista piangere! Non è che potresti uscire? Sai com’è non è bene che un ragazzo entri nel bagno delle ragazze!-

Disse facendo ridere anche Taylor mentre Gabriella si alzava porgendo una mano all’amica. Le due uscirono dal bagno e Ryan disse a Gabriella.

-Ah…vedo che hai risolto….-

Disse ridendo imbarazzato seguito dalle due amiche. Le due si diressero insieme verso la palestra con Ryan che cerava di tirarle su di morale con battute, imitazioni e scherzetti. Quando giunsero Kelsie le accolse leggermente confusa ma contenta che le due amiche si furono riprese.

 

Continua…

*Sono molto contenta di essere riuscita a terminare almeno questo capitolo. Per il prossimo dovrete attendere dato che ancora non sono in grado di scrivere molto. Dedico questo capitolo a chi davvero ne ha bisogno e a chi mi è vicino costantemente ogni giorno, sopportandomi nelle mie lamentele e nelle mie stupide giustificazioni.

Questo apitolo è anche per chi ho conosciuto e incontrato in questo sito. Soprattutto per loro. Tutte, dalla prima all'ultima. Un bacione e spero vi sia piaciuto.*

*Armonille*
  
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