- L'Anziano II-

Le sirene si allontanavano sempre più, e i suoni si facevano via via più ovattati e irreali.
Le tenebre aumentavano la stretta attorno ai due predatori della notte.
I loro occhi erano dilatati al massimo. Con le orecchie tese a percepire ogni piccolo sussulto, balzavano da un tetto all'altro, silenziosi come neri felini.
Il secondo dei due pareva il più rilassato, anche se in realtà non passava secondo senza che un suo sguardo furtivo indagatore non cercasse di penetrare il buio circostante.

“ Un Anziano.. Proprio in un Anziano dovevo imbattermi..”
La mente di Axel era ora un intreccio confuso di emozioni, sensazioni, domande...
Di tanto intanto delle immagini sfuocate si sovrapponevano alla realtà, dei suoni, delle voci... E allora nuovi interrogativi nascevano.
“..Io sono già stato qui...io lo conosco questo posto...quest'uomo..”
Axel seguiva taciturno la sua guida, assorto nei suoi pensieri.
La sua attenzione venne attirata da un elegante villa ottocentesca in parte coperta da una fitta vegetazione.
Nonostante fosse stata molto antica era in ottime condizioni, solo un piccolo rampicante osava sfidare la sua inviolabilità.
Le finestre che davano a nord erano aperte, e si potevano vedere le sottili tende bianche ondeggiare debolmente sotto i colpi della brezza notturna..
Era proprio una bella villa...
-Non ricordi, Axel? No, lo so che ricordi, piccolo mio.- Si irrigidì di colpo.
Parve che fissasse a lungo il terreno, pregandolo di inghiottirlo.
Quando riuscì a riprendere il controllo, lo perse di nuovo.
-TU! ...sei un mostro senza eguali-
Una risata cattiva non fu l’unica risposta che ricevette.
- é strano sentirlo in bocca tua, piccolo Infante! -
- Non mi chiamare così, mai...-
Cominciava a tremare...di rabbia...
- Cos’è, dopo tanti omicidi osi ripudiare la tua natura di Cainita?-
Nulla, neppure delle catene forgiate nell’Olimpo sarebbero riuscite a trattenere la sua ira...
- Tu mi hai fatto rinascere Vampiro! Tu mi hai lasciato solo come un cane dopo l’abbraccio.
Tu, tu sempre e solo tu! Non ti sei mai chiesto di cosa mi sia nutrito in preda alla follia?
Ho squarciato senza pietà il corpo di mia sorella e l’ho dissanguato... per poi lasciarlo lì, come cibo per cani.
Mia madre e mio padre?
Non ricordo. La follia guidava la mia mano. Ricordo solo il sapore metallico del loro sangue. A volte mi sembra anche di sentirli gridare... -
Le emozioni sembravano confondersi, unirsi e lottare per prevalere, e l’Anziano ne rimase.. perplesso..
Un sorriso divertito e uno sguardo di ghiaccio si delinearono sulla maschera dell’Infante.
- Ah-ah. Allora è davvero invecchiato! Prima sarebbe stato impossibile mentirle e sorprenderla... Mi delude Sire!-
Dopo un attimo di disorientamento l’Anziano seguì il suo Infante in una risata. La prima dopo tanti anni.
- Incredibile! E io che pensavo che la tua umanità non fosse ancora stata definitivamente sostituita da quella cainita... Devo dire che mi hai sorpreso!-
-Davvero pensava questo? Mi offende, dimentica che io imparo in fretta.-
Un’altra risata.
“Bella villa. Non la ricordavo così maestosa ed elegante. La ricordavo cupa e piena di rabbia repressa...come se fosse dotata di vita propria.”

L’Anziano smise di ridere mentre lo zittiva garbatamente invitandolo a interrompere le propria risa e con un cenno lo invitò ad avvicinarsi alla villa.



COMMENTO FONDAMENTALE_
Salve, vorrei dire che questo capitolo non loha scritto Puk, perchè in ospedale..
L'idea è sua, come la sequenza degli avvenimenti.. ma la scrittrice sono io, Dama_Bianca. Ho cercato di rispettare il suo modo di scrittura, e scusate per il ritardo.
Dama & Puk