Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Spleen89    02/06/2015    6 recensioni
Una storia semplice. Emozioni, gesti e piccole avventure di una quotidianità mai banale, ma intensa. Oscar e André dall' infanzia alla maturità. Cercando di rivivere insieme a voi quello che sarebbe potuto accadere tra gli spazi bianchi dell' anime e del manga. Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
1760
 
La vocina di una bambina propose  << Allora a nascondino?>> ,
in risposta una vocina maschile rispose << No giochiamo a palla! Tu sei femmina, il maschio sono io e così decido io !>> 
<< Ma chi lo ha detto?>>
<< L’ altro giorno ho sentito papà dirlo a nostra madre>>
<< Pierre poi mamma lo ha preso a padellate e lui ha cambiato idea…. Vuoi ripetere tu l’ esperimento?>>
La vocina maschile da sicura divenne incerta, iniziarono a ridere a più non posso
<< Colette però inizio io a contare sono più grande!>> disse  fiero il ragazzino alzando un po’ la voce.
<< Basta che iniziamo e non  urlare…. Lo sai che siamo sotto le finestre del  padroncino che a quest’ ora starà ancora dormendo>>
<< Padroncino? Padroncina vorrai dire….>>
<< Shhhh… lo sai che è proibito dirlo ad alta voce e fuori dalle cucine e dalle stalle. Inizia a contare piuttosto…>>
<< Si Colette! Uno, due, tre…>>
Osca  girò e rigirò la testolina bionda sul cuscino, aspirando a lungo l’odore di pulito delle lenzuola, l’odore della sua nonnina, l’odore di Nanny… era stata svegliata da tutto quel fracasso sotto le sue finestre.  Ma non era arrabbiata. Le sembrava di aver riconosciuto quelle voci…forse i figli  di due servi di palazzo Jarjayes, come si chiamavano? Pierre e Colette, le sembrava! Avrebbero dovuto avere circa la sua età.
 Ma… ma chi voleva prendere in giro… sapeva perfettamente chi erano!  Pierre e Colette i figli del giardiniere e di una delle cuoche di palazzo, Flore! La bambina aveva la sua  stessa età, cinque anni e il bambino due in più. Sapeva tutto di loro, perché li osservava spesso giocare. Giocavano come  tutti i bambini di palazzo Jarjayes  , mille giochi, all’ aria aperta, in gruppo. Il piccolo soldatino biondo conosceva i nomi di ogni singolo bambino  che frequentava il palazzo. Pierre, Colette, Giselle, Armand, Nicole, Marcel. Non aveva mai parlato con nessuno di loro. Li osservava sempre giocare come fanno tutti i bambini di palazzo Jarjayes, anzi come fanno tutti i bambini. Tutti. Tranne lei.  Lei che osservava tutto dalla finestra della sua grande camera, o dalla porta della cucina dove in realtà non avrebbe dovuto  stare, ma Nanny  spesso faceva un’ eccezione per lei. Non è che lei non amasse giocare….lei aveva tanti, tantissimi giocattoli ed era sicura che nessuno a palazzo ne possedeva quanti ne aveva lei… aveva dei soldatini di legno pregiatissimi, una spada di legno, una pistola di legno, una trottola e anche una bambola di pezza nascosta  nell’armadio.  Quello era stato un regalo di Nanny.  In realtà era il suo giocattolo preferito, ma non perché fosse l’unico  giocattolo simile a quello che aveva visto tempo prima nelle stanze ormai disabitate delle sue sorelle maggiori, ma perché sembrava proprio una bambina in miniatura.  E alle volte lei parlava con la sua bambola , anzi con  Anne, così l’aveva chiamata. Alle volte Anne giocava con lei ai soldatini. Spesso ci dormiva insieme per sentire un po’ di calore umano…ehm di pezza. L’ unica pecca era che Anne doveva stare nascosta in un armadio quando suo padre era in casa. Ricordava le raccomandazioni della nonna. Ricordava ancora il giorno in cui aveva ricevuto Anne, la piccola bambina di pezza fatta dalla sua Nanny.


 Un giorno di settembre stava seduta in cucina cullata dall’ odore dei biscotti al cioccolato che la nonna stava cuocendo. Vide Colette dalla finestra. Mentre saltava alla corda era inciampata. Si mise a piangere. Aveva un ginocchio sbucciato. Il padre intento a potare gli alberi del giardino era corso subito da lei e anche  Flore  una delle cuoche di palazzo, nonché madre di Colette. La madre aveva preso Colette in braccio cullandola mentre il padre si era chinato a baciarle la ferita. Fu strano. A Oscar sembrò che il dolore di Colette si fosse trasferito nel suo petto. Sentì un  forte dolore.  Era tutto così anomalo per lei… lei non avrebbe mai pianto, suo padre le ripeteva sempre “ Non si piange per le ferite di guerra figlio mio. Un soldato non piange mai”, ma era anche sicura che il Generale non avrebbe mai fatto nulla di simile e nemmeno sua madre. Oscar vedeva di rado sua madre, era sempre a Versailles e quando era a casa  non faceva altro che sorriderle. Non era un sorriso falso questo Oscar lo sapeva, ma la sentiva comunque distante. Solo Nanny di sicuro, senza essere vista, avrebbe potuto darle qualche carezza.  Vide Colette calmarsi e i suoi genitori allontanarsi. E allora non sapeva bene come, ma andò verso la bambina con un biscotto mangiucchiato che nel frattempo aveva preso dalla cucina, ancora caldo. Si fermò davanti a Colette, ormai sola, ma tutta intenta a riprendere a saltare la corda. Non appena le fu innanzi Colette cambiò nuovamente espressione, fece qualcosa che assomigliava a un buffo inchino. Oscar allora non sapendo bene cosa fare le porse il suo biscotto mangiucchiato. La bambina sgomenta lo prese, ma non osò portarlo in bocca. Oscar allora disse “Vuoi giocare con me?” . Beh Oscar sapeva che suo padre le aveva proibito di giocare fuori con i bambini di palazzo, ma era stato istintivo per lei, e poi non le importava. In quel momento le importava solo della risposta di Colette.  La bambina indietreggiò, puro terrore nei suoi occhi nocciola, tremò. Lasciò cadere il biscotto a terra, si rinchinò e scappò via.  Ad Oscar sembrò che il dolore al petto fosse ,se possibile ,aumentato.  Ritornò in cucina. Vide Nanny che dalla porta la osserva con un sorriso triste sul viso. Si sentì umiliata, si sentì SOLA. Corse e si accoccolò sotto la gonna  della sua Nanny e pianse. La nonna le accarezzò il capo e le disse <>. Lei annuì. Quella sera stessa il perfetto soldatino, erede del nobile casato dei Jarjayes  ricevette Anne. Una bambina di pezza fatta a mano. Anne non era vestita come le damine di Versailles che aveva visto qualche volta, ma con un  semplice vestitino azzurro più simile a quello delle bambine che vedeva giocare in cortile, aveva degli occhi verdi e i capelli neri. E la raccomandazione di Nanny  era stata quella di tenerla nascosta come un piccolo segreto nell’ armadio.  Sarebbe stato un guaio se il Generale l’avesse vista. Egli infatti mal tollerava ogni tipo di giocattolo che  non richiamasse la vita militare. Aveva addirittura rimproverato Hortense per aver osato regalarle una trottola per il suo quinto compleanno. Dunque Oscar aveva capito perfettamente  la necessità di tenere nascosta la bambola.  Era strano…nonostante tutte le restrizioni, nonostante un po’ si vergognasse  di possedere un giocattolo tipico delle più frivole damine  da quel momento  si  era sentita meno sola.
 
 Ricordava quel giorno Oscar. Da quel momento decise di non avvicinare più i bambini del palazzo. Si alzò dal letto con quello strano dolore nel petto. Nanny le aveva detto il nome di quello strano dolore: solitudine. Si incupì …era infatti ancora presto per poter prendere Anne dall’ armadio… suo padre quella mattina era in casa. Anzi ricordava perfettamente che il padre in quei giorni sarebbe rimasto a casa in attesa di una qualche novità, ma non ricordava affatto cosa. Evidentemente nulla di importante. Solo una seccatura in più, meno carezze da parte della nonna, meno possibilità di parlare e giocare con Anne. Sarebbe andata da Nanny  in cucina per mangiare qualche biscotto, doveva fare colazione e nel frattempo ne avrebbe approfittato per qualche coccola segreta. Visto che aveva scoperto che le carezze di Nanny avevano il potere di calmare quello strano dolore. Si recò in cucina ma trovò Flore, la cuoca.
<< Buon giorno Signorino Oscar>> la accolse una sorridente e impacciata Flore. Oscar sapeva bene di avere lo strano potere di mettere in soggezione grandi e piccoli in quella casa, ma non poteva farci proprio nulla! L’ unica ad essere sempre spontanea con lei era Nanny, non solo la coccolava, le preparava ottimi biscotti al cioccolato, ma sapeva anche sgridarla a volte, eccome! Una volta aveva pure minacciato di darle delle mestolate in testa, cosa che fortunatamente non aveva mai fatto realmente.
<< Nanny Nanny!>> urlò.  Ma non ricevendo risposta chiese << Dove si trova la mia Nanny?>>
<< Beh ecco Signorino stamane Mary è andata a prendere suo nipote da  Tours. Mi pare si chiami André. Non ricordate? Mi sembra vi avessero avvisato! André ha circa la vostra età e da domani vivrà qui a palazzo insieme a sua nonna. Cosa gradite per colazione?>>
Oscar si sentì mancare il respiro. Ora ricordava! Accidenti se era una cosa importante ! E solo un << Noooo! >> urlato a una sgomenta Flore riuscì a farsi strada e ad essere pronunciato. Il dolore al petto divenne insostenibile.  Nanny era sua! Sua solo sua! Perché questo André doveva stare con lei. Perché non rimaneva a  Tours con la sua mamma e il suo papà, con i suoi amici! Lei aveva solo Nanny invece…quell’ André voleva rubargliela. Voleva rubarle le carezze di Nanny e i suoi biscotti! Iniziò a correre allora Oscar,  e arrivò nelle sue grandi e silenziose stanze. Si alzò sulle punte e chiuse la porta a chiave. Per quella volta, solo per quella volta doveva riuscire a parlare con Anne, nonostante suo padre fosse in casa. Ne aveva bisogno. Sarebbe stata  attenta. Doveva chiederle consiglio su come sconfiggere un tale André che voleva rubarle Nanny. .. E poi sentiva il bisogno di stringere Anne al petto… aveva bisogno di calore umano…ehm di pezza. Aveva bisogno di qualcuno che ponesse fine a quello strano dolore che la nonnina chiamava solitudine.
 
 
 
Ciao, ritorno a scrivere avendo un po’ di tempo libero. Ma soprattutto dopo aver visto Riyoko Ikeda non ho potuto proprio frenare le mie idee. Beh, questa è una storia semplice, fatta di ricordi di SE e di Ma . Di tante cose che potrebbero essere successe durante la vita di Oscar e André e che non sono mai state dette o scritte. Una vita normale che segue i personaggi dall’ infanzia alla maturità. Non ci sono avventure rocambolesche,  forse poca storia .  Chi ha letto la mia precedente ff “Verrà l’ amore e avrà i tuoi occhi” conosce un po’ il mio stile. Chiedo perdono per le mie mancanze.  Consiglio questa mia storia a chi necessita un po’ di dolcezza ( intensa e spero non  troppo zuccherosa) da vivere insieme ad Oscar ed André.
A presto
Sibilla
 
 
 

 
 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Spleen89